"Ricchi ricchissimi praticamente in mutande"(Sergio Martino, scritto dal regista con Castellano e Pipolo , Alberto Silvestri e Franco Venucci,-ques'ultimo solo per la collaborazione alla sceneggiatura, 1982), impostato su tre storie che si svolgono nel litorale livornese: nel primo uno"sfigato"romano , con moglie e figli costruisce una piccola costruzione abusiva, poi ocucpata clandestinamnente dai nudisti, dove però il tutto cade sulla testa del macho del gruppo, con conseguenze per lesioni colpose al romano, nel secondo un industrialotto barese(ma i soldi li ha la moglie)si lascia"intortare"da una truffatrice che si finde tedesca, nell'ultimo un industriale delle costurizione navali, in crisi, minacciato dagli operai, diventa vittima(ma risarciata)delle brame di uno sceicco arabo.
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"Ricchi ricchissimi praticamente in mutande"(Sergio Martino, scritto dal regista con Castellano e Pipolo , Alberto Silvestri e Franco Venucci,-ques'ultimo solo per la collaborazione alla sceneggiatura, 1982), impostato su tre storie che si svolgono nel litorale livornese: nel primo uno"sfigato"romano , con moglie e figli costruisce una piccola costruzione abusiva, poi ocucpata clandestinamnente dai nudisti, dove però il tutto cade sulla testa del macho del gruppo, con conseguenze per lesioni colpose al romano, nel secondo un industrialotto barese(ma i soldi li ha la moglie)si lascia"intortare"da una truffatrice che si finde tedesca, nell'ultimo un industriale delle costurizione navali, in crisi, minacciato dagli operai, diventa vittima(ma risarciata)delle brame di uno sceicco arabo... Tutti e tre gli episodi hanno come"motore"(non "immobile")il sesso, dato che nel primo la moglie del protagonista(il bravissimo , surreale Pippo Franco) è irretita dal macho nudista, nel secondo , oppresso dalla moglie certo non avvenente(come la figlia, peraltro, che cerca di"accasare")il barese Lino Banfi va"en chasse"di una sorta di"femme fatale", nel terzo la sessualità mostra una sua "piega"inattesa... Ma il sesso è usato solo per far ridere; con il collante del processo, nel primo è la disavventura di uno sfigato romano, nel secondo un barese che crede di fare il furbo si vede triuffato e quasi fatto passare per falsario, nel terzo(che oggi non sarebbe concepibile, perché verrebbero fatti saltare cinema e catene TV, se propoosto, almeno in certi paesi)il milanese industriale Renato Pozzetto è vittima di concupiscenza omoerotica, per coìsì dire(la parodia e la satira antimosex è spesso stato un tema di vari fim del grande Pozzetto, in sceneggiatrure di cui non è responsabile, peraltro). IN altri termini, il sesso come pre-testo, mentre il testo è ridanciano. Ma almeno, nel terzo si rideva di qualcosa di concreto, in quegli anni, id est la crisi petrolifera, ne secondo del denaro falso, nel primo dell'arroganza dei"machones"e in genere degli arroganti. Oltre a i bigs, Adriana Russo nel primo epiosdio, Janet Agren e Sandro Garrone nel secondo, la"diva"Edwige Fenech e un inedito Maurizio Mattioli(irriconoscibile)come capo-operaio livornese(ma Mattioli è romano de Roma,,,). ma si rideva/ride, su qualcosa di esistente-reale. El Gato
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