samanta
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domenica 28 giugno 2020
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il ritorno del cavaliere solitario
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RECENSIONE
Il film è un western in Cinemascope, uscito nel 1957, con la regia di Roy Rowland decoroso artigiano di Hollywood nel periodo inizio anni '40 e fine anni '50, regista prevalentemente in film di serie B, alcuni, peraltro, interpretati da star come Ray Milland (Squilli al tramonto) e Robert Taylor e Janet Leigh (Senza scampo) e come L'arma della gloria.
La trama che riecheggia, almeno all'inizio, Il cavaliere della valle solitaria vede il ritorno di Tom nel suo paese. L'uomo aveva lasciato la moglie e il figlio piccolo alla ricerca dell'avventura, ha vinto al gioco la fattoria in cui vivono i suoi, ha fatto il pistolero ma non ha precedenti penali.
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RECENSIONE
Il film è un western in Cinemascope, uscito nel 1957, con la regia di Roy Rowland decoroso artigiano di Hollywood nel periodo inizio anni '40 e fine anni '50, regista prevalentemente in film di serie B, alcuni, peraltro, interpretati da star come Ray Milland (Squilli al tramonto) e Robert Taylor e Janet Leigh (Senza scampo) e come L'arma della gloria.
La trama che riecheggia, almeno all'inizio, Il cavaliere della valle solitaria vede il ritorno di Tom nel suo paese. L'uomo aveva lasciato la moglie e il figlio piccolo alla ricerca dell'avventura, ha vinto al gioco la fattoria in cui vivono i suoi, ha fatto il pistolero ma non ha precedenti penali. Dopo diversi anni ritorna a casa, ma nel paese molti lo guardano con sospetto , si ferma in un negozio per comprare un regalo alla moglie, il proprietario uno storpio, la lo tratta con ostilità, mentre la commessa la bella Jo (Rhonda Fleming) che è vessata e molestata dal proprietario, è gentile con lui. Tom va a casa ma scopre che la moglie è morta ed il figlio un ragazzo di 16-17 anni (Steve Rowland) è ostile con lui. Tom va in paese per fare rifornimenti, incontra il pastore protestante (Chill Wills) che lo accoglie cordialmente, ma il proprietario del negozio si mostra sempre ostile. Quando sta per andare via arriva in paese un ricco allevatore Grimsell con 2 pistoleri e comunica che passerà con una grande mandria di 20.000 capi nella vallata e nel paese che distruggerà tutto, affermando che la terra è sua (il che non è vero). Tom lo affronta e un pistolero cerca di sparargli alle spalle ma più svelto Tom lo uccide.e ritorna a casa. Dato che aveva chiesto in paese se c'era una donna disposta a badare alla casa si presenta Jo, stanca delle molestie del padrone, Tom la ospita e da quella sera Jo governa la casa. La casa cambia aspetto e la fattoria grazie al lavoro di padre e figlio cresce. Succede che il figlio in un momento di follia bacia Jo che però che lo riprende dolcemente , ma è un altro motivo di screzio con il padre. Grimsell cerca di comprare la fattoria di Tom che rifiuta e allora assolda uomini armati, nel paese allarmati mandano un uomo a Laramie per chiedere aiuto e prendere la documentazione che attesti la proprietà della zona ma l'uomo viene ucciso dagli uomini dell'allevatore. I cittadini attaccano Grimsell ma cadono in un agguato e molti di loro sono uccisi, interviene Tom che mina un montagna la cui frana fa fuggire la mandria che travolge gli uomini di Grimsell che fugge con un pistolero che viene ucciso da Tom che lascia fuggire l'allevatore purché non ritorni più. Nel paese ritorna la pace e Jo e Tom si sposano.
La trama è abbastanza originale e, pur con alcuni luoghi comuni, interessante, il film si presenta come un western discreto, agile, con una bella fotografia a colori con una bella ambientazione paesaggistica, un'ottima colonna sonora con la splendida canzone iniziale "The nineity and nine" cantata dal mitico Burt Ives.
Ottima la recitazione di Rhonda Fleming l'avvenente attrice dai capelli rossi, bravo anche Stewart Granger reduce da tanti successi (Le miniere di Re Salomone, Il prigioniero di Zenda, Scaramouche). Bene anche Chill Wills nella parte del pastore, notissimo caratterista del cinema USA (Femmina Folle, Rio Bravo, Il Gigante, La battaglia di Alamo). In conclusione un discreto western.
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elgatoloco
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mercoledì 15 luglio 2020
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non un pilastro portante, ma comunque...
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"Gun Glory"(di Roy Rowland, da un romanzzo, dal titolo, "Man of the West"di Philip Yordan, 1957)sembra trarrare un tema quasi convenzionale del western, meglio del western più interessante, ossia il nostos, il ritorno dell'eroe, comunque del dow-boy nella sua terra, ritorno che crea vari problemi, in questo come in altri casi()inutie , forse invece no, citare qualche straordinario film di Clint Eastwood anche come regista? Viene dopo, certo, ma è un pilastro, in quel caso). Si troverà a dover difendere un paese e la sua chiesa da un vaquero furfante che vorrebbe derubarli entrambi... Come sempre, qui con strumenti tecnici notevoli ma non esaltanti(le scene di battaglia sono abbastanza convenzionali, in complesso), "totali"si alternano a primi piani, la storia ha respito epico ma anche individuale-sentimentale, dove l'eroe, che difende un paese e una terra, come digà detto, ritrova anche se stesso, dopo aver sostanzialmente abbandonato moglie e figlio, dove ritrova un figlio ormai adulto(l'attore è il figlio del regista, ossia Steve Roland), si fidanza e probabilmente sposa con un'altra donna, ritrova paese, radici, terra(the Land nel western è la chiave di volta, l'elemento fondamentale, dato che agricoltura e allevamento, a parte la caccia all'oro-qui non citata in alcun modo-sono cespiti fondamentali di un'economia povera ma neppure troppo, date anche le esigenze vitali non "contaminate dal consumismo"(, ritrovando il rapporto con il figlio, dove sappiamo che la psicanalisti, più che altro come"psicologia individuale"adleriana era entrata nella cultura anche di massa made in USA, pur se non scevra da ulteriori contaminazioni con comprotamentismo e poi cognitivismo à la Bandura.
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"Gun Glory"(di Roy Rowland, da un romanzzo, dal titolo, "Man of the West"di Philip Yordan, 1957)sembra trarrare un tema quasi convenzionale del western, meglio del western più interessante, ossia il nostos, il ritorno dell'eroe, comunque del dow-boy nella sua terra, ritorno che crea vari problemi, in questo come in altri casi()inutie , forse invece no, citare qualche straordinario film di Clint Eastwood anche come regista? Viene dopo, certo, ma è un pilastro, in quel caso). Si troverà a dover difendere un paese e la sua chiesa da un vaquero furfante che vorrebbe derubarli entrambi... Come sempre, qui con strumenti tecnici notevoli ma non esaltanti(le scene di battaglia sono abbastanza convenzionali, in complesso), "totali"si alternano a primi piani, la storia ha respito epico ma anche individuale-sentimentale, dove l'eroe, che difende un paese e una terra, come digà detto, ritrova anche se stesso, dopo aver sostanzialmente abbandonato moglie e figlio, dove ritrova un figlio ormai adulto(l'attore è il figlio del regista, ossia Steve Roland), si fidanza e probabilmente sposa con un'altra donna, ritrova paese, radici, terra(the Land nel western è la chiave di volta, l'elemento fondamentale, dato che agricoltura e allevamento, a parte la caccia all'oro-qui non citata in alcun modo-sono cespiti fondamentali di un'economia povera ma neppure troppo, date anche le esigenze vitali non "contaminate dal consumismo"(, ritrovando il rapporto con il figlio, dove sappiamo che la psicanalisti, più che altro come"psicologia individuale"adleriana era entrata nella cultura anche di massa made in USA, pur se non scevra da ulteriori contaminazioni con comprotamentismo e poi cognitivismo à la Bandura... C'è poi un altro tema, quello religioso, dove un pastore anche canterino e avvezzo alle danze(comunque non contrario dalle stessa né alieno da esse), ben reso da Chill Wills rimprovera alla popolazione di essere "sì devota ,ma troppo lettrice di Paolo e troppo poco di Luca", il che vuol dire troppo avezza al concetto di"legge", rappresentato dal primo teologo, san Paolo(già Sulo, come noto)piuttosto che del vangelo dell'amore, che è nel terzo Vangelo, quello di Luca, cui si attribuiscono anche gli"Atti degli Apostoli". Un concetto altrimenti abbastanza difficile da trovare in un western, che mira anche e soprattutto a catturare pubblico, pià che a disquisire di teologia e di cultura religiosa in genere; da'altra parte, però, dobbiamo tener presente che il western era(e in parte ancora è)u n vettore stroarddinario di cultura, nell'accezione anche antropologica del termine, ossia di modi di comunicare, abitudini, atteggiamenti etc. e che, quel periodo(siamo enl 1957, ossia da poco nella seconda metà degli anni 1950)era tipico del"cold war", della Guerra Fredda, cioè, della contrappostizione di blocchi armati l'uno contro l'altro, del pericolo atomico etc., dunque di un'epoca che aveva superato da un decennio abbondanate il disstro della Seconda Guerra Mondiale, ma senza preludere a pace e serneità tout court... Interpreti principali notevoli Stewart Granger e Rhonda Fleming, attrice che ora si avvicina quasi al secolo di vita. El Gato
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