Piedone l'africano

PIEDONE L'africano (it, 1978)

Dopo le avventure del commissario Rizzo negli Stati Uniti e in Cina, questo terzo capitolo della serie è ambientato in Sudafrica. A Napoli un poliziotto sudafricano contatta Rizzo per fornirgli importanti informazioni, ma viene ucciso; "Piedone", intenzionato a chiarire la faccenda, parte per Johannesburg, recluta di nuovo il brigadiere Caputo sottraendolo al ristorante in cui lavora adesso e prende con sé Bodo, il simpatico figlioletto dell'agente ammazzato. [+]

PIEDONE L'africano (it, 1978)

Dopo le avventure del commissario Rizzo negli Stati Uniti e in Cina, questo terzo capitolo della serie è ambientato in Sudafrica. A Napoli un poliziotto sudafricano contatta Rizzo per fornirgli importanti informazioni, ma viene ucciso; "Piedone", intenzionato a chiarire la faccenda, parte per Johannesburg, recluta di nuovo il brigadiere Caputo sottraendolo al ristorante in cui lavora adesso e prende con sé Bodo, il simpatico figlioletto dell'agente ammazzato. Scopre ben presto di aver a che fare con un traffico mondiale di diamanti che di nascosto smercia anche eroina, e conduce indagini che lo porteranno a far ricadere la colpevolezza su due individui: Smollet, proprietario del ristorante e imprenditore che commercia droga e animali della savana, e Spiros, losco figuro che più volte tende imboscate mortali al commissario. Dopo aver attraversato il deserto, Rizzo li fa arrestare tutti presso un podere.
Risate assicurate grazie alle scazzottate di B. Spencer tra autobus, palestre e nightclub. L'accurata costruzione della storia che non perde d'occhio lo svolgimento dell'indagine è un passo avanti nella sceneggiatura, e contribuisce a far risultare questo episodio superiore ai due predecessori. Cannavale, col suo imbranatissimo personaggio, si riconferma una spalla divertente e solidale, e con il bambino nero si forma spesso un efficace trio recitativo (Spencer-Cannavale-Dakile). Il sessantatreenne Steno dirige il suo 59° film con professionalità e generale asciuttezza, anche se qualche fronzolo di troppo c'è; è comunque la prova ulteriore della sua poliedricità e della sua abilità nel passare agevolmente da un determinato genere ad un altro diversissimo, sempre sotto l'insegna della comicità sana. La scenografia convince, meno la colonna sonora, fatta eccezione per la canzone che recita «Freedom is something you must never lose», in linea col tema animalista della pellicola. Nel 1978 Spencer interpretò altri due film (Lo chiamavano Bulldozer e Pari e dispari).     
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