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venerdì 8 dicembre 2023
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divertente ed impegnato, ma il finale è tirato via
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Commedia piacevole, diretta con maestria dal versatile Douglas Sirk, regista capace di cimentarsi con vari generi cinematografici nell’arco della sua carriera.
Il film presenta varie situazioni divertenti e leggere, che sconfinano talvolta persino nel comico, ma non rinuncia al contempo a trattare tematiche più impegnate; c’è spazio infatti per una critica dell’industrializzazione che porta con sé la perdita dei vecchi valori e la ricerca sfrenata del profitto, trasformando la società in peggio. La tematica dell’avidità umana e l’invito invece ad accontentarsi saggiamente di quello che si ha, ricercando soddisfazioni nei rapporti personali e nella vita semplice è presente anche in altre opere di Sirk tra cui si ricorda “Il capitalista”, pellicola che il regista di origini tedesche girò immediatamente dopo questo film (entrambe le opere uscirono nelle sale cinematografiche lo stesso anno).
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Commedia piacevole, diretta con maestria dal versatile Douglas Sirk, regista capace di cimentarsi con vari generi cinematografici nell’arco della sua carriera.
Il film presenta varie situazioni divertenti e leggere, che sconfinano talvolta persino nel comico, ma non rinuncia al contempo a trattare tematiche più impegnate; c’è spazio infatti per una critica dell’industrializzazione che porta con sé la perdita dei vecchi valori e la ricerca sfrenata del profitto, trasformando la società in peggio. La tematica dell’avidità umana e l’invito invece ad accontentarsi saggiamente di quello che si ha, ricercando soddisfazioni nei rapporti personali e nella vita semplice è presente anche in altre opere di Sirk tra cui si ricorda “Il capitalista”, pellicola che il regista di origini tedesche girò immediatamente dopo questo film (entrambe le opere uscirono nelle sale cinematografiche lo stesso anno).
Nella pellicola si rinvengono anche altre tematiche, come quella del rispetto dei reduci che hanno difeso la patria in guerra, contrapposti agli affaristi che hanno fatto facili guadagni, argomento probabilmente imposto dall’industria cinematografica hollywoodiana del tempo, molto attenta a soddisfare la ragion di stato e a propagandare modelli culturali e messaggi politici filo-patriottici e di rasserenamento delle pulsioni sociali.
Il finale non lascia una grande impressione; pare quasi realizzato in fretta e malamente, senza osservare la cura e l'impegno che sarebbero richiesti. Lo spettatore resta un po’ interdetto a causa di questa conclusione approssimativa, non sufficientemente ben spiegata né approfondita.
La coppia protagonista, intorno alla quale ruota tutta la storia, è composta dai giovani ed emergenti Tony Curtis e Piper Laurie che, proprio in quegli anni, recitarono insieme in vari film nei quali gli vennero affidate i primi ruoli di rilievo delle rispettive carriere, poi rivelatesi per entrambi lunghe e fortunate. Curtis sebbene si impegni al meglio, in questo caso vede la sua performance condizionata dal fatto non essere adatto alla parte del sempliciotto onesto succube e sopraffatto, che gli viene assegnata; più adatta al ruolo la Laurie, che convinse a tal punto Sirk da meritarsi di girare con il regista anche il successivo film, il sopra già citato “Il capitalista”.
Nei ruoli di supporto di maggior rilievo troviamo Spring Byington, che veste i panni della suocera classicamente ostile, e Don DeFore.
Tra le scenette comiche, si segnalano quelle con il pestifero ragazzino, personaggio insopportabile quanto esilarante e ben studiato; il piccolo attore che lo interpreta, al secolo Lee Aaker, troverà successivamente la notorietà come protagonista bambino della fortunata serie televisiva “Le avventure di Rin Tin Tin”.
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