samanta
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domenica 24 marzo 2019
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la macchia gialla del disonore
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Il film è una gradevole pellicola di guerra ambientata durante la guerra civile americana. Il film del 1952 ha la regia di André De Toth regista e sceneggiatore americano di origine ungarese, un mestierante con una certa classe che diresse molti film specie di avventura e western (Il cacciatore di Indiani con Kirk Douglas), ma con puntate nel dramma e nel noir.
Il film narra come l'esercito nordista avesse creato nel Colorado un forte che servisse come centro per l'acquisto di cavalli da inviare poi al nord per l'offensive contro i sudisti. Purtroppo per una "talpa" all'interno del forte, i sudisti sono avvertiti delle spedizioni e una banda di fuorilegge rinforzata da un gruppo di cavalleggeri sudisti razzia i cavalli che vengono presi e comprati dai sudisti al capo della banda di fuorilegge.
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Il film è una gradevole pellicola di guerra ambientata durante la guerra civile americana. Il film del 1952 ha la regia di André De Toth regista e sceneggiatore americano di origine ungarese, un mestierante con una certa classe che diresse molti film specie di avventura e western (Il cacciatore di Indiani con Kirk Douglas), ma con puntate nel dramma e nel noir.
Il film narra come l'esercito nordista avesse creato nel Colorado un forte che servisse come centro per l'acquisto di cavalli da inviare poi al nord per l'offensive contro i sudisti. Purtroppo per una "talpa" all'interno del forte, i sudisti sono avvertiti delle spedizioni e una banda di fuorilegge rinforzata da un gruppo di cavalleggeri sudisti razzia i cavalli che vengono presi e comprati dai sudisti al capo della banda di fuorilegge. Per ovviare a questo, tenuto conto che un detective privato non ha combinato nulla, viene creato dall'Esercito un gruppo di controspionaggio all'interno del forte . Il maggiore Kearney (Gary Cooper) viene inviato al Forte e si fa razziare un branco di cavalli, accusato di codardia viene radiato e cacciato dall'esercito e dal forte, con una cerimonia che prevede la sua uniforme macchiata di vernice gialla simbolo di codardia (ricordate il soprannome di "macchia gialla" del capitano Queeg ne L'ammutinamento del Caine?). Cacciato dal forte riesce ad arruolarsi nella banda di fuorilegge, malgrado questo gli costi la separazione dalla moglie Erin (Phyllis Thaxter) e del giovane figlio. Ovviamente scoprirà la spia che è il colonnello Hudson (Paul Kelly) comandante del forte e riuscirà a sconfiggere i fuorilegge anche con l'uso del nuovo fucile a retrocarica Springfield. Ovviamente Kearney viene reintegrato e premiato ritrovando l'amore della moglie.
Il film è diretto con mestiere nello splendido panorama del Colorado, con numerosi episodi di guerra ben diretti, la trama è abbastanza originale perché unisce la guerra allo spionaggio e quindi ha venature di thriller, è il classico esempio della filmografia di allora di Hollywood che come una macchina da guerra sfornava valanghe di film spesso ingenui o dozzinali, ma anche come questo interessanti e avvincenti per lo spettatore. Il protagonista è Gary Cooper oramai al bivio di una trentennale carriera (ha già vinto un Oscar con Il sergente York) ed aveva appena finito di girare Mezzogiorno di Fuoco un capolavoro che gli assicurò un'altro Oscar (la carriera proseguì ancora per 8 anni fino alla sua morte nel 1961 (con altri successi: Arianna, Cordura, Vera Cruz) . In questo film riesce con sicurezza a recitare la parte del cialtrone codardo e quella dell'eroe, anche se la sua recitazione non raggiunse la performance eccezionale di Mezzogiorno di fuoco. Il cast è supportato da una serie di bravi caratteristi, merita particolare attenzione la moglie del protagonista Phyllis Thaxter bella e brava attrice che iniziò nel cinema nel 1944 con Missione Segreta ma che terminò la sua carriera che aveva raggiunto un certo successo a metà degli anni '50 per problemi di salute. Nel film interpreta bene e con naturelezza il ruolo della moglie devota sconvolta dal comportamento del marito, è una delle tante figure dimenticate dell'Hollywood dei tempi d'oro.
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paolp78
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mercoledì 5 gennaio 2022
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bella trama e tanta azione
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Western di poca forma e molta sostanza diretto da André De Toth, assiduo frequentatore del genere, che punta su un intrattenimento efficace e con pochi fronzoli. Manca tuttavia la poetica dei capolavori del genere, con la loro inconfondibile atmosfera.
L’opera, pur essendo indiscutibilmente un western, prevede alcuni elementi propri di altri generi cinematografici, specialmente lo spionaggio ed il genere bellico, che in qualche modo si intrecciano al western concorrendo a formare un film senz’altro molto godibile per il grande pubblico.
La pellicola conquista lo spettatore facendosi apprezzare in primo luogo per l’ottima trama, intricata e molto ben raccontata, con una narrazione che saggiamente ne disvela i vari elementi man mano che la storia procede, regalando non pochi colpi di scena.
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Western di poca forma e molta sostanza diretto da André De Toth, assiduo frequentatore del genere, che punta su un intrattenimento efficace e con pochi fronzoli. Manca tuttavia la poetica dei capolavori del genere, con la loro inconfondibile atmosfera.
L’opera, pur essendo indiscutibilmente un western, prevede alcuni elementi propri di altri generi cinematografici, specialmente lo spionaggio ed il genere bellico, che in qualche modo si intrecciano al western concorrendo a formare un film senz’altro molto godibile per il grande pubblico.
La pellicola conquista lo spettatore facendosi apprezzare in primo luogo per l’ottima trama, intricata e molto ben raccontata, con una narrazione che saggiamente ne disvela i vari elementi man mano che la storia procede, regalando non pochi colpi di scena.
Oltre a questo, il film può vantare numerose scene d’azione che appagano il pubblico in cerca di un puro e semplice intrattenimento.
Il ruolo del protagonista è ricoperto da Gary Cooper, un’autentica garanzia. Il mitico attore americano è sempre a suo agio col genere western, dove a parere del sottoscritto ha dato il meglio di sé proprio in età avanzata (qui aveva già superato i ’50, seppur da poco): in questo senso basti pensare a pellicole leggendarie come “La legge del Signore” di Wyler o “Mezzogiorno di fuoco” di Zinnemann. Questo film di De Toth, assolutamente imparagonabile ai sopra citati capolavori, non richiede nemmeno una prova attoriale così impegnativa, ma Cooper riesce comunque a lasciare il segno.
Per il resto non ci sono attori di grande fama nel cast e soprattutto non ci sono parti femminili di particolare rilievo, cosa abbastanza insolita anche nei western, dove una presenza femminile è solitamente sempre prevista, anche a sproposito qualche volta. In questo caso l’unica donna che compare sullo schermo è la moglie del protagonista, con un ruolo del tutto marginale.
Molto alto, direi addirittura serrato, il ritmo della narrazione: questa caratteristica solitamente si fa apprezzare, ma in questo caso deve dirsi che De Toth quasi eccede.
Non si ricordano sequenze di grande effetto: la pellicola assicura un piacevole intrattenimento, ma nulla di più.
La pellicola presenta varie pecche di carattere tecnico: poco curata la fotografia; mal riusciti gli effetti sonori.
Una curiosità: il titolo originale della pellicola “Springfield Rifle”, si riferisce all’innovativo fucile utilizzato per la prima volta dalle truppe dell’Unione nella Guerra di Secessione; arma a cui si fa riferimento nel film e che risulta decisiva nello scontro finale.
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