Magic Christian

Un ricchissimo ed eccentrico scapolo aristocratico (interpretato dal sempre grande Peter Sellers) che non sa a chi lasciare il suo patrimonio adotta un giovane orfano, vagabondo fricchettone che trova a dormire in un parco (un ruolo che dimostra il talento di attore del Beatle Ringo Starr, al suo secondo film -se non si contano quelli dei Beatles- dopo “Candy”, in un personaggio che era stato ideato proprio pensando a lui), e gli dà una cinica, disincantata lezione dimostandogli, attraverso una serie di elaborati scherzi alle persone, fino a quale infimo grado è capace di abbassarsi l'essere umano per avidità di denaro, al cui potere corruttivo nessuno si rivela immune. Nello spirito sovversivo della controcultura degli anni sessanta Joseph Mac Grath dirige non senza grazia una ispirata commedia pop, divertente e irriverente, mordace anche se diseguale nella qualità delle sue stravaganti scenette. Demenziale e satirico come il romanzo omonimo da cui è tratto (di Terry Suthern, grande amico di Ringo Starr tanto da apparire sulla copertina del leggendario album “Sgt: Peppers” dei Beatles, che ha scritto la sceneggiatura con il regista e con contributi di Sellers, John Cleese e Graham Chapman, due dei Monty Python), è un film amato o odiato con eguale forza, da critica (Leslie Halliwell, forse il più autorevole critico inglese, lo giudica “orribile”, ma il suo idem americano, Leonard Maltin, “terribilmente divertente”) e pubblico (quest'ultimo comunque, a differenza della critica, in buona parte favorevole al film).