paolo 67
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domenica 11 marzo 2012
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alla faccia della psicoanalisi?
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La vita di Lucio Fulci non è stata felice, e nonostante lui lo abbia negato, è probabile vedere chiari riflessi autobiografici dei lutti, delle tragedie e delle malattie che hanno segnato la sua esistenza in molti suoi film. In questa pellicola sperimentale Fulci interpreta autoironicamente un regista dell'orrore di nome Lucio Fulci che in preda agli incubi (tratti da spezzoni di suoi stessi film) viene ipnotizzato dallo psichiatra al quale si era rivolto per commettere una serie di omicidi. Quando sembra che stia davvero per uccidere, in realtà il regista sta realizzando un suo nuovo film. Il rifiuto del regista a vedere una corrispondenza psicoanalitica tra la sua vita e la sua opera gli costò pure una separazione da una fidanzata psicoanalista.
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La vita di Lucio Fulci non è stata felice, e nonostante lui lo abbia negato, è probabile vedere chiari riflessi autobiografici dei lutti, delle tragedie e delle malattie che hanno segnato la sua esistenza in molti suoi film. In questa pellicola sperimentale Fulci interpreta autoironicamente un regista dell'orrore di nome Lucio Fulci che in preda agli incubi (tratti da spezzoni di suoi stessi film) viene ipnotizzato dallo psichiatra al quale si era rivolto per commettere una serie di omicidi. Quando sembra che stia davvero per uccidere, in realtà il regista sta realizzando un suo nuovo film. Il rifiuto del regista a vedere una corrispondenza psicoanalitica tra la sua vita e la sua opera gli costò pure una separazione da una fidanzata psicoanalista. E' nota l'opinione di Fulci sulla psicoanalisi, che considerava un'invenzione di Freud per procurarsi i soldi per la cocaina -di cui era diventato notoriamente per un periodo sperimentatore e consumatore-, proseguita nella cialtroneria di psicologi e psicoterapeuti. Fulci era un uomo molto intelligente e, per chi lo ha conosciuto, buonissimo, ma è sempre stato un regista scomodo, troppo anarchico per qualunque ideologia e partito (basti vedere l'odio che ha suscitato colla satira politica e la critica sociale presente in molti suoi film).
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biso93
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mercoledì 9 agosto 2017
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malato e innovativo
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Un gatto nel cervello e' un film del 1990 diretto e sceneggiato in parte, da Lucio Fulci. Film a bassissimo budget, pervaso da un infinito mare di idee il quale unito ad un ottima messa in scena, lo rendono un opera surreale e metacinematografica. Il protagonista é interpretato dallo stesso fulci che improvvisamente comincia a manifestare macabre visioni e per questo decide di intraprendere una cura offertagli da uno psicanalista. Questo incipit narrativo, permette a fulci di dare libero sfogo a tutto il suo repertorio horrorifico, violenza sesso sangue e terrore si susseguono durante la visione del film, a ritmo serrato e senza seguire uno schema narrativo definito. Finzione e realtà si mescolano e la semplicità della sceneggiatura viene elevata dalla grandissima idea di metacinema che Fulci decide di intraprendere, ne é una prova il divertente finale che strappa più di un sorriso e ci ricorda la natura stessa del cinema.
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Un gatto nel cervello e' un film del 1990 diretto e sceneggiato in parte, da Lucio Fulci. Film a bassissimo budget, pervaso da un infinito mare di idee il quale unito ad un ottima messa in scena, lo rendono un opera surreale e metacinematografica. Il protagonista é interpretato dallo stesso fulci che improvvisamente comincia a manifestare macabre visioni e per questo decide di intraprendere una cura offertagli da uno psicanalista. Questo incipit narrativo, permette a fulci di dare libero sfogo a tutto il suo repertorio horrorifico, violenza sesso sangue e terrore si susseguono durante la visione del film, a ritmo serrato e senza seguire uno schema narrativo definito. Finzione e realtà si mescolano e la semplicità della sceneggiatura viene elevata dalla grandissima idea di metacinema che Fulci decide di intraprendere, ne é una prova il divertente finale che strappa più di un sorriso e ci ricorda la natura stessa del cinema. Questo strano film, e' un festival dell'horror, un tributo totale ad un genere. E' un peccato che questo grande regista italiano sia stato totalmente dimenticato, io dal mio canto, sono felice di riscoprirlo a poco a poco.
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dandy
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mercoledì 9 ottobre 2019
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tanto va il gatto al cervello...
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Terzultimo film del regista.Rispetto ai lavori di fine anni'80,qui c'è l'azzeccata trovata metacinematografica che vede il regista nel ruolo di se stesso,alle prese ovviamente con situazioni estreme.Fulci non è male davanti alla macchina da presa,e il resto,posto che non si abbiano pretese di sorta,è abbastanza divertente.La storia si imita a un accumulo di sequenze forti sempre giocando sul contrasto tra set e realtà,tenute insieme da un leit motiv esilissimo.Gli effetti gore sono copiosi e poveri,nel complesso funzionali.Le sequenze riciclate da altri film del regista e non("Quando Alice ruppe lo specchio","Sodoma's Ghost" e "Non aver paura della Zia Marta","Massacre","Luna di Sangue","Hansel e Grethel" e "Fuga dalla morte"di Mario Bianchi,Enzo Milioni,Giovanni Simonelli)in parte sono indovinate.
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Terzultimo film del regista.Rispetto ai lavori di fine anni'80,qui c'è l'azzeccata trovata metacinematografica che vede il regista nel ruolo di se stesso,alle prese ovviamente con situazioni estreme.Fulci non è male davanti alla macchina da presa,e il resto,posto che non si abbiano pretese di sorta,è abbastanza divertente.La storia si imita a un accumulo di sequenze forti sempre giocando sul contrasto tra set e realtà,tenute insieme da un leit motiv esilissimo.Gli effetti gore sono copiosi e poveri,nel complesso funzionali.Le sequenze riciclate da altri film del regista e non("Quando Alice ruppe lo specchio","Sodoma's Ghost" e "Non aver paura della Zia Marta","Massacre","Luna di Sangue","Hansel e Grethel" e "Fuga dalla morte"di Mario Bianchi,Enzo Milioni,Giovanni Simonelli)in parte sono indovinate.E c'è più di un tocco di umorismo volontario che va a segno.Buone le musiche di Fabio Frizzi.Azzeccato anche il finale.Per i fan del regista,forse il suo ultimo vero guizzo creativo.
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