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Sylvester Stallone

Sylvester Stallone (Michael Sylvester Enzio Stallone) è un attore statunitense, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore, è nato il 6 luglio 1946 a New York City, New York (USA).
Nel 2016 ha ricevuto il premio come miglior attore non protagonista al Critics Choice Award per il film Creed - Nato per combattere. Dal 1977 al 2016 Sylvester Stallone ha vinto 3 premi: Critics Choice Award (2016), David di Donatello (1977), Golden Globes (2016). Sylvester Stallone ha oggi 77 anni ed è del segno zodiacale Cancro.

The Italian Stallion

A cura di Fabio Secchi Frau

Rambo e Rocky: da decenni questo reduce del Vietnam e questo pugile protagonisti degli omonimi film hanno scalato in maniera memorabile le classifiche di mezzo mondo incarnano nella più viva tradizione hollywoodiana quegli eroi granitici e pronti a mettersi contro tutti per i loro sogni e i loro ideali. Uomini veri, senza dubbio. Non proprio dei gentleman, ma tutti d'un pezzo che non scendono a compromessi. Un po' come l'attore che li ha interpretati, Sylvester Stallone, che per seguire il sogno di diventare sceneggiatore e attore era pronto a mettersi contro la comunità degli Studios, salvo poi darle il ko sul ring. Stallone incarna e rappresenta la virilità di quell'individuo che sta ai margini della società e che lotta sul filo della morale, sicuro comunque di essere nel giusto, anche a costo della propria solitudine.

Gli inizi
Italo-americano, figlio di un parrucchiere emigrato siciliano divorziato e di un'astrologa, fratello dell'attore e cantante Frank Stallone, Sylvester ha avuto delle complicazioni al momento della nascita che gli hanno causato una paralisi del lato sinistro del volto. Cresciuto nella zona non proprio residenziale di Hell's Kitchen di New York (fra la 10ma e la 49ma strada), soprannominato "Sly", all'età di cinque anni, si è trasferito in Maryland (diventando amico d'infanzia di Goldie Hawn e Ben Stein) con i suoi genitori, ma con il divorzio di questi, segue sua madre e il suo nuovo marito, un pizzaiolo, a Philadelphia. Negli anni Cinquanta, lui e suo fratello, frequentano la Notre Dame Academy (una scuola privata cattolica di stampo svizzero), cui seguirà la Lincoln High School (mai completata) e la Devereux Manor High School. Poi entrerà alla University of Miami grazie a una borsa di studio vinta per meriti sportivi.
Abile nella scrittura di sceneggiature, ma disgraziatamente non apprezzato, debutta come attore, negli anni Settanta, ed è scelto per le sue doti fisiche come uno degli interpreti della pellicola porno The Italian Stallion, dove... da il meglio di sé! Seguono le comparsate d'autore in: Il dittatore dello Stato libero di Bananas (1971) di Woody Allen e Una squillo per l'ispettore Klute (1971) di Alan J. Pakula, e svariate e sfortunate audizioni (come quella per Il padrino di Coppola). Lavora come buttafuori, pulitore delle gabbie dei leoni nello zoo di Central Park e venditore di biglietti al Baronet Theatre per sbancare il lunario e con costanza continua comunque a persistere nella carriera di sceneggiatore: nasce dalla sua penna la pellicola di Martin Davidson e Stephen Verona Happy Days - La banda dei fiori di pesco (1974) che ha un modesto successo.
Richard Fleischer lo inserirà nel cast di Mandingo (1975), ma poi taglierà la scena dove Stallone appare.

Il successo improvviso
Nella scalata al successo, la sfortuna sembra perseguitarlo, ma lui non demorde. Scrive a lume di candela, su un divano, con la moglie Sasha Czack accanto, la sceneggiatura di Rocky (1976) e convince due produttori (Winkler e Chartoff) a produrla. L'impresa riesce. Stallone sale sul ring e lui e il pugile più conosciuto della storia del cinema, simbolo del sogno americano, diventano un'unica persona. Alla regia John G. Avildsen, accanto a lui due coo-star di primaria grandezza Burgess Meredith e Talia Shire. La pellicola fa guadagnare a Stallone la nomination all'Oscar come miglior attore protagonista e quella per la miglior sceneggiatura diventando la terza persona al mondo (dopo Chaplin e Welles) ad avere queste due candidature nello stesso anno, e il David di Donatello come Miglior Attore Straniero.
Improvvisamente, quel viso semiparalizzato non è più un handicap, diventa il divo più popolare del mondo e scala il successo nella Hollywood reaganiana degli anni Ottanta lanciando la saga di cinematografica di Rocky (1976-2006), dirigendola personalmente (tranne il quinto capitolo), e rimanendo però prigioniero di quel personaggio e di ruoli legati unicamente ai muscoli. Rifiuta il ruolo che poi andrà a Jon Voight (per il quale verrà premiato con l'Oscar) in Tornando a casa (1978), preferendo Norman Jewison e il suo F.I.S.T. (1978) e la sua prima regia: Taverna Paradiso (1978). Sarà diretto dal grande John Huston in Fuga per la vittoria (1981) con Michael Caine, Max von Sydow e Pelé, ma incapperà in un altro eroe che sarà campione di incassi al botteghino: Rambo (1982) di Ted Kotcheff.
La storia di questo reduce del Vietnam, malinconico e deluso, che, vessato dai soprusi e gli abusi dello sceriffo di una cittadina di montagna, esplode in tutta la sua furia omicida contro chi tenta di soccomberlo, gli fa guadagnare 18 miliardi e darà luogo alla seconda saga della sua carriera che durerà fino al 2008. Dopo aver diretto John Travolta in Staying Alive (1983) - sequel della vita del Tony Manero de La febbre del sabato sera - e rifiutato poi il ruolo del detective Axel Foley di Beverly Hills Cop (che poi andrà a Eddie Murphy) divorzia dalla moglie dopo undici anni di matrimonio, all'interno dei quali ha avuto due figli (l'autistico Seargeoh "Seth" e l'attore Sage Stallone, che ha lavorato con il padre in alcuni film), per risposarsi con l'attrice Brigitte Nielsen, anche se l'unione dura solo due anni. Rifiutato il ruolo di John McClane in Die Hard (1998), che andò all'amico Bruce Willis, sceglie di affiancare Kurt Russell nel poliziesco Tango & Cash (1989) e, stufo dei ruoli eccessivamente action opta per commedie come Oscar - Un fidanzato per due figlie (1991), con la nostra Ornella Muti e diretto da John Landis (ma la pellicola è un fiasco), e Fermati, o mamma spara (1992) di Roger Spottiswoode.

Una carriera di alti e bassi
Nonostante la sua carriera subisca più bassi che alti, la Francia gli rende omaggio con il César onorario nel 1992 e l'anno seguente, diventa uno degli assi nella manica di blockbusters come: Cliffhanger (1993), Demolition Man (1993, dove fra l'altro si esibisce in una scena di nudo frontale), Lo specialista (1994, dove fa fuoco e fiamme in una scena di sesso sotto la doccia con Sharon Stone), Assassins (1996) di Richard Donner e il claustrofobico Daylight - Trappola nel tunnel (1996) di Rob Cohen.
Dopo alcuni flirt (le modelle Angie Everhart, Janice Dickinson e Andrea Wieser), sposa Jennifer Flavin, nel 1997, madre delle sue tre figlie: Sistine Rose, Sophie Rose e Scarlet Rose Stallone. Buon amministratore dei molti miliardi raccolti con i suoi successi commerciali, investe nella catena di ristoranti «Planet Hollywood», come socio di Bruce Willis e dell'amico Arnold Schwarzenegger, e nell'arte, collezionando Magritte, Degas, Bacon e Rodin. Affianca Ray Liotta, Harvey Keitel e Robert De Niro nel giallo Cop Land (1997) di James Mangold, e dopo la morte del suo migliore amico l'attore Phil Hartman, si trasferisce in Inghilterra.
Plurivincitore di Razzie Award come peggior attore (ne ha collezionato così tanti che nel 2000 gli viene conferito il premio come peggior attore del secolo!), torna al cinema con il remake del thriller La vendetta di Carter (2000) e nella pellicola adrenalinica Driven (2001), poi ha un piccolo ruolo nel terzo capitolo della trilogia Spy Kids (2003) ideata da Robert Rodriguez. Ma si è lanciato anche nel campo dell'editoria come giornalista fondando il bimensile SLY, che però ha avuto vita breve, solo 3 numeri per sei mesi perché non riusciva a trovare pubblicità.

Gli ultimi anni
Nel 2006 torna davanti e dietro alla macchina da presa per interpretare e dirigere Rocky Balboa. Due anni dopo dirige e interpreta Rambo e nel 2012 I Mercenari, che vedrà un seguito diretto da Simon West nel 2012. Nel 2013 sarà protagonista del film di Mikael Hafström Escape Plan - Fuga dall'inferno, dove è un esperto di sicurezza delle strutture carcerarie, e di Il grande match diretto da Peter Segal, in cui recita al fianco di Robert De Niro. Dopo I Mercenari 3 - The Expendables (2014), tornerà a vestire i panni di Rocky Balboa nello spin off del film Creed - Nato per combattere (2015), diretto da Ryan Coogler, grazie al quale ottiene un Golden Globe come miglior attore non protagonista. Nel 2023 è nel quarto capitolo de I mercen4ri, ma anche in Guardiani della Galassia Vol. 3.
Eroe archetipico della cultura pop americana, Stallone è il simbolo della forza, della costanza e del buon senso che nella pellicola si sono tradotti e misurati con l'aggressività che i suoi personaggi riservavano ai loro nemici... Un po' una metafora della vita: il singolo che lotta contro una collettività codarda, violenta e carica di pregiudizio, ma che a sua volta si rende disumano e animale per vincerla.

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