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Abel Ferrara

Abel Ferrara è un attore statunitense, regista, scrittore, sceneggiatore, musicista, è nato il 19 luglio 1951 a New York City, New York (USA). Abel Ferrara ha oggi 72 anni ed è del segno zodiacale Cancro.

Il "bad man" del cinema americano

A cura di Nicoletta Dose

Uno dei registi più controversi dello scenario americano, che ha fatto della violenza urbana, della sessuofobia e del rapporto tra colpa e innocenza i cardini della propria poetica. Un autore cresciuto nel Bronx che ha portato sul grande schermo quei luoghi degradati dell'infanzia per raccontare storie estreme, al limite dell'umano in un vortice di forti emozioni che mettono a dura prova lo spettatore. Riuscendo sempre a sorprenderlo.

Esordio d'exploitation
Cresciuto nel quartiere del Bronx a New York, con un padre allibratore spesso ricercato per le scommesse clandestine, Ferrara passa la maggior parte del tempo con il nonno, un immigrato napoletano. Si appassiona al mondo del cinema da adolescente quando, nei corridoi del liceo, conosce Nicholas St. John che diventerà un suo grande amico, nonché il suo più fidato sceneggiatore. Fondano un gruppo musicale assieme (che non avrà grande successo) ma soprattutto girano cortometraggi in Super8 e in 16mm, la maggior parte incentrati sul dissenso nei confronti della guerra in Vietnam (Hold-up e Could This Be Love). Con Nine Lives of a Wet Pussy (1977), un hard-core firmato con lo pseudonimo Jimmy Boy L., danno il via ad una serie di lavori a basso costo che dicono la loro sul sesso, la politica e l'horror casalingo, costruendosi un'aurea di mistero che fomenta la curiosità dei loro amici. Ispirandosi al genere d'exploitation, Ferrara gira il suo primo vero film dal titolo The Driller Killer, un horror che racconta la storia di un pittore impazzito che, munito di trapano a pile, va in giro ad uccidere barboni in strada e tutti quelli che ostacolano la sua vena artistica. Interpretato dallo stesso Ferrara, realizzato con un budget ristrettissimo e con un cast d'attori non professionisti, il film riesce ad avere una piccola distribuzione che, grazie al passaparola degli appassionati del genere, riscontra l'entusiasmo del pubblico più giovane. Il film successivo, L'angelo della vendetta (1981) smorza i toni estremamente violenti dei lavori precedenti per una regia più sobria, mezzo per raccontare la sete di vendetta di una sordomuta che, dopo aver subito uno stupro, spara a tutti gli uomini che incontra (memorabile la scena in cui, vestita da suora, estrae la pistola ad una festa in maschera).

Parentesi televisiva
Un passo in avanti, se non altro dal punto di vista produttivo (il budget è di 5 milioni di dollari), lo fa con Paura su Manhattan (1984) dove una spogliarellista (Melanie Griffith) tossicodipendente dovrà fare i conti con un maniaco che passa il tempo a sfregiare le donne nei vicoli di New York. I risultati sono meno convincenti dei precedenti, il film viene duramente censurato e Ferrara decide di prendersi una pausa: tra il 1984 e il 1986 lavora per la televisione americana. Amico del collega Michael Mann, produttore del telefilm Miami Vice, Ferrara accetta di dirigere due episodi della serie (Gli invasori della casa e Una donna senza onore) con Don Johnson e l'episodio pilota di Crime Story - Le strade della violenza, oltre che il film tv Il gladiatore.

La scoperta di Ferrara "autore"
Il ritorno al cinema è segnato da due film sfortunati: con China Girl (1987), rivisitazione tra Little Italy e Chinatown dell'amore shakespeariano di Romeo e Giulietta, realizza un buon film dall'ottima fotografia ma che non riesce ad entusiasmare il pubblico; l'altra pellicola, Oltre ogni rischio (1988), tratto da un romanzo di Elmore Leonard, è un vero fiasco, non piace agli spettatori e nemmeno allo stesso Ferrara che ammette di aver fatto un pasticcio. L'anno dopo riprende la collaborazione con il suo vecchio amico sceneggiatore Nicholas St. John e il sodalizio questa volta funziona perfettamente. Il risultato è il gangster movie King of New York interpretato da Christopher Walken, seguito da tre film che andranno a formare quella che verrà chiamata la "Trilogia del Peccato". Con Il cattivo tenente (1992) mostra il ritratto di un poliziotto di New York (Harvey Keitel offre una delle interpretazioni più sofferte della sua carriera, viene premiato a Venezia) alla ricerca di due maniaci che hanno violentato una suora in Chiesa, facendo un percorso interiore che da peccatore inarrestabile lo porterà alla redenzione. Gli stessi temi affiorano da Occhi di serpente (1993) dove un regista (sempre Harvey Keitel) gioca con il destino e viene travolto da un tempestoso rapporto con i due attori (Madonna e James Russo) del film che sta girando. Per chiudere la parabola sul peccato e sull'espiazione delle colpe, dirige The Addiction (1994), storia di vampiri e filosofia nietszchiana, che si regge su materiale narrativo da pulp fiction. Il periodo lavorativo è gratificante per Ferrara. Ricco di conferme da parte della critica cinematografica, prova anche la strada della fantascienza con Ultracorpi - L'invasione continua (1993) con Forest Whitaker, remake de L'invasione degli ultracorpi di Don Siegel.

Prima e dopo la collaborazione con lo sceneggiatore St. John
Presentato in concorso a Venezia senza riscuotere troppi consensi, Fratelli è la tragedia morale dei fratelli Tempio, gangster degli anni Trenta che decidono vendicare un assassinio: Ferrara scandaglia il tema del male, del destino e della libera scelta dirigendo un cast di prim'ordine (Christopher Walken, Chris Penn, Vincent Gallo, Annabella Sciorra, Isabella Rossellini). Gli stessi valori tornano in Blackout (1997) che segna la fine della collaborazione con St. John. Dopo l'episodio Love On A Train inserito nel collettivo Subway Stories - Cronache metropolitane, con il noir di spionaggio industriale New Rose Hotel (1998), tratto dall'omonimo racconto cyberpunk di William Gibson e interpretato da Willem Dafoe, Christopher Walken e l'italiana Asia Argento, il regista sembra aver perduto qualsiasi interesse per la logica narrativa: il risultato è un film che si avvita su sé stesso, delirante e incompiuto. Torna a New York e al thriller con Il nostro Natale (2001), girato con uno stile pubblicitario, generalmente evitato da Ferrara, il film convince grazie all'interpretazione degli attori.

Religione, lap dance e hotel per artisti
Da sempre affascinato dalla spiritualità della religione, nel 2005 affronta di petto il tema con Mary dove Juliette Binoche è una moderna timorata di Dio, che in preda ad una crisi mistica fugge a Gerusalemme; attorno alla sua figura crollano miti e certezze di laici e religiosi. Nel 2007 ritorna nei luoghi a lui più cari, ovvero quelli ai margini della società, in Go Go Tales dove racconta il fallimento di un locale di lap dance con toni da commedia nera. È anche regista del documentario Chelsea On The Rocks, presentato a Cannes, ripercorre le tappe dell'hotel degli artisti e con Riccardo Scamarcio porta sul grande schermo un romanzo di Giuseppe Ferrandino, dal titolo Pericle il Nero (2007). Negli ultimi anni dirige la docufiction Napoli Napoli Napoli, 4:44 Last Day On Earth e Welcome to New York.

Ultimi film

Thriller, (USA - 2017), 93 min.

I film più famosi

Drammatico, (USA, Italia - 2007), 100 min.
Drammatico, (USA - 2005), 83 min.
Thriller, (USA - 2017), 93 min.
Drammatico, (USA - 1992), 96 min.
Drammatico, (USA - 1996), 98 min.
Drammatico, (USA - 1990), 103 min.
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