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Michele Soavi

Michele Soavi è un attore italiano, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore, assistente alla regia, è nato il 3 luglio 1957 a Milano (Italia).
Nel 2007 ha ricevuto il premio come miglior regista di fiction italiana al Roma Fiction Fest per il film Nassiryia - per non dimenticare. Michele Soavi ha oggi 66 anni ed è del segno zodiacale Cancro.

Amores Horros e la grande fiction

A cura di Fabio Secchi Frau

In un'Italia che non contemplava particolarmente le pellicole horror, caotico e spettacolare, Michele Soavi è emerso, intriso delle lezioni di cinema dei più grandi e leggendari autori italiani di serie B. Spesso di rozza fattura, a volte senza ritmo e senza misura, è assolutamente truculento e accompagna lo spettatore in un mondo racchiuso in un cimitero, con qualche guizzo di cuore provocato dal terrore crescente e dalle apparizioni di un maniaco assassino che, remore degli insegnamenti dello slasher movie americano, brandisce un coltellaccio pronto a fare tutti fuori. Con un uso acrobatico della cinepresa, dissemina nelle sue storie umorismo e sangue. Dopo aver affiancato i suoi maestri - fra tutti Dario Argento e Lamberto Bava - e una volta acquistati i codici del loro cinema allucinatorio, si mette da parte dirigendo attori in fiction che lo hanno portato a una rinascita artistica.
Nato nel capoluogo lombardo, nel lontano 1957, Michele Soavi è figlio di una coppia che si separerà nella sua infanzia. Sua madre, sposerà poi un pittore che influenzerà largamente Soavi nei suoi interessi artistici. Particolarmente creativo, durante gli anni da teenager capisce che la strada del cinema è quella che fa per lui. Così, dopo il diploma, segue le lezioni di recitazione nella scuola Alessandro Fersen. Il suo primo ruolo da attore è nel film di Umberto Lenzi Il grande attacco (1978) con Helmut Berger, Giuliano Gemma, il grande regista americano John Huston, Ray Lovelock, Venantino Venantini ed Edwige Fenech. Successivamente sarà presente nelle pellicole di Joe D'Amato, Lucio Fulci, Lamberto Bava e Dario Argento, in pratica il gotha del cinema italiano horror, formandosi professionalmente proprio sui loro set, svolgendo mansioni di vario genere, dalla recitazione all'aiuto regista. Diventato grande amico di interpreti come Giovanni Lombardo Radice, Giuliano Gemma, George Eastman, George Hilton, Daria Nicolodi, Fiore Argento, Barbara Cupisti e Coralina Cataldi-Tassoni, esordisce ufficialmente come assistente regista nella pellicola di Carlo Vanzina Figlio delle stelle (1979) con Alan Sorrenti, ma l'apice più alto della sua carriera lo trova quando incrocia sul suo cammino l'atipico e leggendario regista Terry Gilliam che lo sceglie per affiancarlo nella regia de Le avventure del Barone di Münchausen(1988) e ne I fratelli Grimm e l'incantevole strega (2005). Dopo i primi tentativi di regia - il cortometraggio The Valley (1985) con Jennifer Connelly, Fiore e Dario Argento, e il documentario Il mondo dell'orrore di Dario Argento (1985) - debutta come regista nella pellicola Deliria (1987) con Barbara Cupisti, Giovanni Lombardo Radice e Piero Vida, cui seguiranno diversi film d'orrore sempre con gli stessi interpreti, fra i quali spicca, tratto dall'omonimo romanzo di Tiziano Sclavi (autore di Dylan Dog) DellaMorte DellAmore(1994) con Rupert Everett.
Fra il 1995 e il 1998, Soavi dirige numerose campagne pubblicitarie per Perugina, Seat, Infostrada e Viasat, tornando alla carica non con i film horror, ma con le fiction televisive, che avranno come protagonista principale l'attore Raoul Bova. A Soavi è affidata, infatti, la regia di Ultimo 2 - La sfida (1999) e il suo seguito Ultimo 3 - L'infiltrato (2004), ma anche de Il testimone (2001), dell'agiografico Francesco (2002), di Attacco allo Stato (2006) e Nassiryia - Per non dimenticare (2007), ma anche di Uno bianca (2001) e Ultima pallottola (2003).
Il ritorno al grande schermo avviene invece con la pellicola sugli anni di piombo Arrivederci amore, ciao (2006) dove Soavi dirige con maestria Alessio Boni, Isabella Ferrari, Michele Placido e Carlo Cecchi nel tutt'altro che romantico e ribellistico valzer della lotta armata e dei crimini del terrorismo, raccontando la peggiore generazione degli Anni Settanta attraverso la storia di un latitante di sinistra che torna in Italia, dopo una condanna all'ergastolo. Dall'horror poco severo, eccessivo, sconvolgente, seppur con qualche intenzione stilistica, alla coerenza e alla misura impeccabile dei respiri narrativi e dei linguaggi della fiction. Michele Soavi non è uno dei pochi registi italiani che sconfessa se stesso, come ha scritto qualcuno - riferendosi al passaggio horror-fiction - ma è prima di tutto un artista che ha celebrato l'horror italiano, andando a ricercare le regole strettissime che si imponevano a quei registi, e una volta che ne ha carpito i segreti si è unito al mucchio, girando le sue prime pellicole del terrore, poi è passato alla narrazione di altri orrori: tragedie sociali e storie di mafia all'interno delle fiction di stampo classico. Spiazzante, senza dubbio, ma è da seguire.

Ultimi film

Docu-fiction, (Italia - 2019), 92 min.
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