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Fabrizio De André

Fabrizio De André (Fabrizio Cristiano De André) è un attore italiano, scrittore, musicista, è nato il 18 febbraio 1940 a Genova (Italia) ed è morto il 11 gennaio 1999 all'età di 58 anni a Milano (Italia).

Il re della canzone dialettale

A cura di Fabio Secchi Frau

Autorevole cantautore italiano conosciuto per i suoi testi anarchici, pacifisti e politicamente di sinistra, nei quali usò come protagonisti figure socialmente emarginate e ribelli come nomadi, prostitute e criminali, spesso attaccando clamorosamente la Chiesa Cattolica. Artisticamente attivo per quarant'anni, registrò tredici album in studio, rinnovandosi, di volta in volta, con una qualità sempre migliore nella scrittura dei suoi brani, venendo considerato, per questo, un vero e proprio poeta. Fu uno più importanti autori che contribuì alla promozione dei dialetti d'Italia (ligure, napoletano, gallurese e sardo) ed fu per questa ragione che in svariate parti della nazione gli sono state dedicate strade, piazze, parchi, scuole e biblioteche.

Studi
Fabrizio De André nacque il 18 febbraio 1940 a Genova, in Liguria, ma trascorse solo una piccola parte della sua infanzia nella città, perché poi dovette fuggire in un paese campagnolo vicino a Revignano (una piccola città vicino ad Asti), in Piemonte, a causa delle credenze politiche del padre, antifascista e collegato ai partigiani. Nel 1945, quando la guerra finalmente finì, la famiglia De André ritornò a Genova, dove suo padre entrò nella fabbrica dello zucchero Eridiana. Dopo aver frequentato una scuola privata gestita da suore, venne trasferito a una scuola pubblica a causa di "una fin troppo vivace attività mentale", frequentando poi il Liceo Cristoforo Colombo. Iscrittosi alla facoltà di legge dell'Università di Genova, la lascerà dopo aver dato alcuni esami, preferendo invece imparare a suonare diversi strumenti musicali (violino e chitarra) e trovando poi lavoro in numerose jazz band locali.

Gli Anni Sessanta
Nel 1960, registrò le sue prime due canzoni "Nuvole barocche" e "E fu la notte". Seguiranno altri grandi successi che andranno incontro all'apprezzamento del pubblico e della critica: "La guerra di Piero"; "La ballata dell'eroe"; "Il testamento di Tito"; "La ballata del Michè"; "Via del Campo" (su una famosa via genovese); "La canzone dell'amore perduto"; "La città vecchia"; "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" (scritta assieme all'attore e suo migliore amico Paolo Villaggio) e "La canzone di Marinella". I suoi tre primi LP ("Volume 1", "Tutti morimmo a stento" e "Volume 3") schizzarono ai primi posti della hit-parade italiana.

Gli Anni Settanta
Negli 1970, pubblicò "La buona novella", basata sulla vita di Cristo, ma tratta dai vangeli apocrifi. L'album andò incontro a non poche polemiche, soprattutto per la canzone "Il testamento di Tito", che offriva un ritratto di un Gesù Cristo violento, che rifiuta i Dieci Comandamenti. Sempre seguendo una propria concezione di religione cattolica registrò "Preghiera in Gennaio" e "Si chiamava Gesù", dove sottolineò come un vero cristiano dovrebbe avere una mente e uno spirito aperti e, allo stesso tempo, invitò il pubblico a pensare con la propria testa e a non farsi manipolare dalla Chiesa Cattolica. Nel 1971, scrisse un altro celebre album "Non del denaro non all'amore né al cielo", basato sull'"Antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters, collaborando con la prima traduttrice dell'antologia, Fernanda Pivano. Così facendo, De André entrò in contatto con esponenti della letteratura e della poesia italiana, che poi spingeranno perché le sue canzoni siano studiate nei libri scolastici nostrani. Nel 1973, arrivò l'album politico "Storia di un impiegato", poi seguito da "Canzoni", una collezione di brani tradotti dalle opere di Georges Brassens, Leonard Cohen e Bob Dylan. Fu invece del 1975 la sua collaborazione con un altro cantautore italiano, Francesco De Gregori, per la registrazione di "Volume 8", e l'inizio di una serie di memorabili concerti (perché precedentemente si rifiutò sempre di apparire in pubblico, se non per qualche partecipazione televisiva), fra l'altro molti dei quali con la Premiata Forneria Marconi, e si trasferì nella Sardegna del nord, dedicandosi alla vita delle campagne. Ma ciò non fermò comunque la sua carriera di cantante che proseguì, nel 1977, con LP "Rimini", all'interno del quale lavorò con il giovane cantautore veronese, Massimo Bubola. Arrivarono anche le registrazioni dei suoi concerti "Concerto" (1979) e "Concerto - Volume 2" (1980).

Gli Anni Ottanta e il sequestro di persona
Alla fine di agosto, De André e la compagna Dori Ghezzi furono sequestrati da una banda di banditi sardi e tenuti prigionieri fra i mondi di Alà dei Sardi. La coppia fu rilasciata dopo quattro mesi e dopo il pagamento di un riscatto. Arrestati i suoi sequestratori, De André, deponendo al processo contro di loro, si dimostrò inaspettatamente solidale nei loro confronti, non chiamandoli mai come "sequestratori", ma "i miei guardiani" e esprimendo forte compassione per loro («Loro sono i veri prigionieri, non io»). Con "Hotel Supramonte" addirittura dedicò il suo lavoro ai suoi sequestratori e a Dori Ghezzi. Questo fatto e la scoperta di quanto sia dura la vita dei sardi, gli fornì l'ispirazione necessaria per un nuovo album che rimarrà senza titolo, ma che sarà soprannominato dai mass-media "L'indiano", perché aveva nella sua copertina l'immagine di un pellerossa. Nella poetica deandreiana, i nativi americani sono come i pastori sardi, perché condividono lo stesso senso di emarginazione e di soggezione per la gente differente. Nel 1984, ritornò al nativo dialetto genovese e, in collaborazione con Mauro Pagani, membro della Premiata Forneria Marconi, registrò "Crêuza de mä", un album che fu un tributo alla musica del Mediterraneo e che diventò uno dei migliori album italiani degli Anni Ottanta, talmente famoso da essere amato dal regista Wim Wenders e da David Byrne.

Gli Anni Novanta e la morte
Negli Anni Novanta, firmò "Le nuvole", che includeva alcune canzoni in dialetto genovese, gallurese e napoletano ("Don Raffaè"), ripartendo poi con una serie di concerti (che portarono alla pubblicazione dell'album "1991 Concerti"). Ritornò ai dialetti nel 1996 con "Anime salve", scritto in collaborazione con Ivano Fossati e che include canzoni come "Disamistade" (dove ritrova i "temi sardi"). Purtroppo, le sue esibizioni dal vivo furono interrotte per problemi di salute. Gli fu infatti diagnosticato un cancro. Morì l'11 gennaio 1999, a Milano.

Vita privata
Fabrizio De André fu marito di Puny Rignon, una donna genovese più grande di lui di ben dieci anni. Da lei, ebbe il suo primo figlio, Cristiano, che seguirà le orme paterne diventando un musicista e un cantautore. Nel 1975, una volta divorziato, si legò sentimentalmente con la cantautrice folk Dori Ghezzi, dalla quale ebbe una figlia, Luisa Vittoria, e che sposò solo nel 1989.

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