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Alain Delon

Alain Delon. Data di nascita 8 novembre 1935 a Sceaux (Francia).
Nel 1972 ha ricevuto il premio speciale al David di Donatello. Alain Delon ha oggi 88 anni ed è del segno zodiacale Scorpione.

Il duro tenebroso con la faccia d'angelo

A cura di Annalice Furfari

Fascino magnetico, bellezza dannata fondata sugli ossimori, Alain Delon è uno dei volti simbolo del cinema francese, star leggendaria negli anni '60 e '70. I suoi lineamenti angelici, uniti a uno sguardo glaciale e ai modi bruschi e decisi, gli hanno permesso di specializzarsi nei classici ruoli da duro in stile hard boiled, seducente e dal destino tragicamente segnato, antieroe tra le fila della malavita o della polizia.

L'infanzia difficile e gli esordi al cinema
Alain Delon nasce a Sceaux, nella regione dell'Île-de-France, l'8 novembre 1935. Il carattere ribelle e le tensioni familiari gli fanno trascorrere un'infanzia infelice, segnata dalla separazione dei genitori quando ha appena quattro anni. Mandato in un collegio di suore, il piccolo Alain è intemperante: viene più volte espulso da scuola ed è costretto a cambiare diversi istituti. A quattordici anni lascia la scuola e si mette a lavorare nella macelleria del nuovo compagno della madre. A diciassette anni decide di arruolarsi in marina ed entra a far parte di un battaglione di paracadutisti della fanteria destinato al sud est asiatico, nell'ambito del corpo di spedizione militare francese in Indocina. Anche l'esperienza della marina, che dura cinque anni, è travagliata: trascorre undici mesi complessivi in prigione per indisciplina. Al rientro in Francia, deve affrontare le difficoltà economiche: prova a mantenersi a Parigi svolgendo ogni genere di lavoro, dal facchino al commesso, passando per il cameriere, entrando in contatto con gli ambienti notturni che gravitano attorno ai quartieri di Halles e Montmartre. Proprio qui incontra l'attrice Brigitte Auber, che lo introduce al mondo del cinema. La bellezza candida e al contempo glaciale di Delon viene notata dal regista Yves Allégret, che gli offre un piccolo ruolo nel suo film giallo Godot (1958). Sempre nel 1958 è nel cast di Fatti bella e taci, diretto dal fratello maggiore di Yves, Marc Allégret. Inizia, così, senza alcuna formazione specifica da attore, l'avventura cinematografica di quello che sarebbe diventato uno dei volti più popolari del cinema francese di tutti i tempi. Nello stesso anno, infatti, arriva per Delon il primo ruolo da protagonista, quello del giovane e seducente Franz Lobheiner in L'amante pura, storia di amore e tradimenti diretta da Pierre Gaspard-Huit. Oltre a lanciare l'attore verso l'Olimpo del cinema francese, questo film vede nascere la lunga relazione sentimentale che lo legherà alla bellissima attrice coprotagonista Romy Schneider.

La consacrazione internazionale negli anni '60
È con il giallo Delitto in pieno sole (1959) di René Clément che Delon si fa notare per la prima volta con uno di quei personaggi belli e dannati, spesso al di là dei confini della legge, che lo renderanno il divo di Francia simbolo degli anni '60 e '70. Il suo fascino basato sugli ossimori - i tratti angelici, lo sguardo duro e deciso - lascia il segno anche all'estero. Nel 1960 l'incontro con il regista italiano Luchino Visconti segna una tappa fondamentale per la sua carriera. Delon è, infatti, il protagonista di Rocco e i suoi fratelli, film che lo consacra al successo internazionale con un personaggio puro e tollerante, molto diverso da quelli che avrebbe prediletto successivamente. In questa storia di cinque fratelli lucani immigrati a Milano con la madre, potente affresco, con toni da tragedia greca, sullo sradicamento dei meridionali, Delon incarna Rocco, che prova in ogni modo a tenere unita la famiglia, accettando perfino di intraprendere l'odiata carriera di pugile. Il film di Visconti spalanca all'attore francese le porte della migliore produzione del cinema italiano del periodo. Nel 1961 è nel cast tutto italiano della commedia Che gioia vivere di René Clément, in cui mostra il suo volto simpatico e brillante. Ne L'eclisse (1962), capitolo conclusivo della "trilogia dell'incomunicabilità" di Michelangelo Antonioni, Delon interpreta Piero, giovane e cinico agente di cambio che seduce un'apatica e inquieta Monica Vitti. Nel 1963 Visconti lo sceglie nuovamente per il suo capolavoro sulla decadenza della nobiltà siciliana ai tempi dell'Unità d'Italia, Il gattopardo, dove incarna il principe Tancredi, ambizioso e seducente attivista delle camicie rosse, indimenticabile al pubblico femminile. Sul set di Colpo grosso al Casinò (1963), diretto da Henri Verneuil, lavora al fianco di una star simbolo del cinema francese, Jean Gabin, con il quale più volte condividerà il successo cinematografico. Qui formano una coppia - un vecchio delinquente e un giovane scippatore, entrambi appena usciti di prigione - di ladri che punta in alto: al casinò di Cannes. Nel 1965 il poliziesco L'ultimo omicidio di Ralph Nelson fa volare l'attore dritto verso gli Stati Uniti, dove recita anche al fianco di Dean Martin nel western Texas oltre il fiume! (1966) di Michael Gordon. Nel 1967 si cimenta in una delle sue performances più riuscite, quella di Frank Costello faccia d'angelo, capolavoro di Jean-Pierre Melville, regista con cui Delon avvia una fruttuosa collaborazione. Memorabile la sua interpretazione di un sicario a pagamento che deve guardarsi dalla polizia e persino dai suoi complici, un samurai solitario della malavita sullo sfondo di una Parigi struggente. Frank Costello faccia d'angelo - in cui l'attore recita al fianco della modella Nathalie Barthelemy, sposata nel 1964 dopo la rottura con Romy Schneider - rappresenta uno dei punti più elevati del genere "polar", connubio di poliziesco e noir, in cui Delon si specializza con i suoi ruoli da duro.
Se nel film collettivo Tre passi nel delirio (1967) di Roger Vadim, Louis Malle e Federico Fellini, liberamente ispirato a racconti di Edgar Allan Poe, è protagonista dell'episodio diretto dal francese Malle, in Parigi brucia? (1967) di René Clément incontra Jean-Paul Belmondo, altra grande star d'oltralpe con cui nasce un'amicizia ma anche una mitica rivalità. Nel 1968 ritrova la ex Romy Schneider, con cui continua ad avere un rapporto di amicizia, sul set del torbido dramma di suspense psicologica La piscina di Jacques Deray. Notevole è l'interpretazione di Delon nel gangsteristico Il clan dei siciliani (1969) di Henri Verneuil, in cui fa di nuovo i conti con Jean Gabin. Sul finire degli anni '60 è coinvolto nelle indagini sul misterioso omicidio della sua guardia del corpo, una storia che svela retroscena di sesso e droga nel suo entourage e che finisce per accrescerne la fama di attore bello e dannato.

I successi commerciali degli anni '70
Gli anni '70 si aprono all'insegna del grande successo commerciale di Borsalino (1970) di Jacques Deray. È lo stesso Delon a scovare la sceneggiatura di questa gangster story ambientata a Marsiglia negli anni '30, sul modello del noir del dopoguerra americano, una storia di rivalità e amicizia tra due boss della malavita che si alleano per tenere in pugno la città. L'unico attore in grado di tenere testa a Delon è Jean-Paul Belmondo, che viene scelto per la parte del co-protagonista. Una causa legale, nata successivamente tra i due per questioni di diritti, alimenta le voci sulla presunta rivalità tra i due attori, provocando un effetto pubblicitario di cui il film, diventato un classico del cinema di genere francese, indubbiamente beneficia. Ne I senza nome (1970), autentico testamento della poetica di Jean-Pierre Melville, opera riscoperta dalla critica negli anni '90 e inserita tra i migliori polizieschi del cinema francese, Delon affianca Gian Maria Volonté nel tentativo di svaligiare una gioielleria. Dopo il giovane anarchico innamorato de L'evaso (1971) di Pierre Granier-Deferre, riscopre il cinema d'autore con La prima notte di quiete (1972) di Valerio Zurlini, in cui incarna ancora una volta, con memorabile intensità, un eroe maledetto, benché molto diverso dai personaggi dei noir. Qui è Daniele Dominici, professore di letteratura, angelo caduto che arriva al capolinea della sua vita in una Rimini invernale. In Notte sulla città (1972) Jean-Pierre Melville gli fa svestire i panni del fuorilegge per cucirgli addosso quelli del poliziotto, mentre in Borsalino and Co. (1974) di Jacques Deray riprende il ruolo di Rock Siffredi, ma senza Jean-Paul Belmondo al fianco. Dalla metà degli anni '70 Delon recita quasi esclusivamente in polizieschi violenti, in cui i caratteri divengono sempre più stereotipati, oppure in produzioni internazionali di minore rilievo, pur con alcune parentesi dedicate al cinema d'autore, come nel caso dell'intenso Mr. Klein (1976) di Joseph Losey, in cui incarna un cinico ed elegante antiquario che si arricchisce acquistando i beni degli ebrei deportati nella Francia del 1942, prima di ritrovarsi su un treno diretto ad Auschwitz per un caso di omonimia.

Il declino negli anni '80 e '90
Sempre al centro di travagliate cronache mondane e sentimentali, all'inizio degli anni '80 Delon conosce le prime avvisaglie di un lento declino, nonostante la sua fama resti inalterata. Prova a passare dietro la macchina da presa, nel solco del genere che gli è più congeniale, ma i risultati, sia in termini di pubblico che di critica, sono inferiori alle aspettative. Nel 1981 cura la regia, la sceneggiatura e l'interpretazione principale di Per la pelle di un poliziotto, storia di un detective privato che deve ritrovare una ragazza cieca scomparsa. L'anno successivo scrive, dirige, interpreta e produce Braccato, incentrato su un ladro che, uscito di prigione, tenta di recuperare il vecchio bottino e deve fare i conti con i complici che vogliono la loro parte e la sua. Grazie a Nostra storia (1985) di Bertrand Blier, originale commedia che affronta i temi della solitudine, dell'amore passionale e dell'inquietudine, riceve l'unico e tardivo premio César della sua carriera come miglior attore protagonista. Nonostante l'importante riconoscimento, dagli anni '90 la sua presenza sui set si fa sempre più rada, lavora per lo più a teatro e in televisione e i progetti cinematografici a cui prende parte non sono all'altezza della sua popolarità. Il doppio ruolo - un amante passivo e uno dominante - di Nouvelle Vague (1990) di Jean-Luc Godard costituisce un estremo tentativo di ritornare icona di un'autorialità ormai irrimediabilmente in crisi. Operazione nostalgia quella di Uno dei due (1998) di Patrice Leconte, con cui, di nuovo al fianco di Jean-Paul Belmondo, prova a riaccendere il fuoco sotto le ceneri di un appannato splendore fisico. Nel 2005, in concomitanza con la separazione dalla compagna Rosalie van Breemen, modella olandese da cui ha avuto due figli, Delon rivela alla stampa la sua lotta contro la depressione, malattia che lo ha portato sull'orlo del suicidio. Superata questa crisi, nel 2008 torna al cinema, interpretando con autoironia un narcisista Giulio Cesare in Asterix alle Olimpiadi di Frederic Forestier e Thomas Langmann, al fianco di Gérard Depardieu.

Ultimi film

Commedia, (Francia - 1998), 109 min.
Drammatico, (Francia - 1990), 100 min.

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