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The End of the F***ing World VS Tredici: i due teen drama a confronto

Perché il messaggio lanciato dalla serie USA è più pericoloso e distruttivo di quello lasciato dalla cugina inglese.
di Lorenza Negri

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Alex Lawther . Interpreta James nel film di Jonathan Entwistle, Lucy Tcherniak The End of the F***ing World.
mercoledì 24 gennaio 2018 - Netflix

Quello di The End of the F***ing World è "un mondo deliziosamente strano e quasi allucinogeno". Così il protagonista Alex Lawther ha definito la miniserie britannica da gennaio su Netflix che aveva già debuttato in sordina a fine ottobre sull'inglese Channel 4 (emittente incapace di produrre brutte serie e che ha con la piattaforma digitale una produttiva collaborazione con LoveSick e Black Mirror). The End of the F***ing World è molte cose: un teen drama, un romanzo di formazione, un road movie, una crime (love) story, la storia di due liceali - Alyssa e James - che si ribellano a una società senza posto per loro. Debutta dopo che un altro dramma adolescenziale, Tredici, sviluppato intorno al doloroso percorso di una teenager disperata, ha attirato plausi e attenzione narrando gli ultimi giorni della suicida Hannah.

Sempre di Netflix - ma in questo caso una produzione americana - Tredici è tratto dal romanzo di Jay Asher che affronta il tema delicato e controverso del suicidio come atto finale di una giovane donna che ha subito più di quanto poteva subire senza che amici, compagni di scuola, familiari o insegnanti cercassero attivamente di frenare la sua discesa all'inferno.
Lorenza Negri

In Tredici l'esito del percorso della protagonista è la premessa (la serie parte dalla morte della teenager e torna indietro per raccontare, per mezzo delle audiocassette che ha spedito a chi le è sopravvissuto, perché ha sentito di non avere vie d'uscita), in The End of the F***ing World è il punto di partenza. Se tra le due produzioni la prima è inesorabile nel suo esordire con la resa di Hannah, la seconda si concentra sul viaggio, non sull'epilogo.


GUARDA SUBITO THE END OF THE F***ING WORLD
In foto una scena della serie Tredici.
In foto una scena della serie The End of the F***ing World.

I protagonisti sono una ragazzina sboccata, aggressiva e ribelle a cui nessuno vuole bene, e un compagno di scuola taciturno e orfano di madre convinto di essere uno psicopatico. Insieme, scelgono di allontanarsi il più possibile dalle rispettive famiglie e imbarcarsi in un viaggio tra le strade meno battute del sud dell'Inghilterra. È di nuovo una dichiarazione di Alex Lawther, parlando del suo James, a trovare le parole giuste per descrivere l'essenza della serie: "Nel bene nel male, per la prima volta [il mio personaggio] sta finalmente facendo qualcosa della sua vita". Partendo da questa osservazione, la popolare Tredici, lodata per avere preso di petto il tema tabù del suicidio giovanile sensibilizzando l'opinione pubblica (tanto che petizioni chiedono venga mostrata nelle scuole) si rivela più sinistra di quanto appare. In Tredici la giovane (e bellissima) Hannah si lascia morire. Nel caso di Hannah, il cui senso di impotenza, abbandono e solitudine l'ha fagocitata e annientata, il messaggio, controverso, è che non le fosse rimasta alcuna scelta.

Alyssa e James di The End of the F***ing World optano per ribellarsi a quella sensazione soverchiante in modo scatenato e folle: gli outsider che nessuno vuole (capire e amare) rubano macchine, rapinano distributori di benzina e negozi, fanno squatting.
Lorenza Negri

Giovanissimi Bonnie e Clyde dal cuore puro, in quel viaggio conoscono il mondo e finalmente imparano a conoscere anche se stessi; in particolare James, annichilito dal suicidio della madre, dopo quasi 18 anni capisce che quella vita va usata per fare qualcosa (e che azione più nobile esiste del sacrificarsi per chi si ama?). Molto della forza espressiva di questa serie girata in economia è merito delle interpretazioni dei due protagonisti, specialmente il menzionato Alex Lawther, 23 anni a maggio e un talento incalcolabile (pare che Maggie Smith gli abbia detto "La maggior parte di noi trascorre la vita cercando di fare ciò che tu hai [già] compiuto") espresso in prove attoriali esemplari (nel biopic The Imitation Game, nel romanzo di formazione Departure, nell'episodio di Black Mirror "Zitto e balla").


GUARDA SUBITO TREDICI
In foto una scena della serie Tredici.
In foto una scena della serie The End of the F***ing World.

Come Tredici, anche The End of the F***ing World ha origini statunitensi - è ispirato al comics omonimo di Charles Forsman pubblicato in Italia da 001 Edizioni -, ma la sceneggiatura dell'attrice Charlie Covell l'ha trasformato, tramite piccoli cambiamenti, in un prodotto profondamente britannico su due giovani arrabbiati (specialmente Alyssa, nella serie più assertiva, ribelle e contro il sistema).

La Covell - che è riuscita a tradurre un road movie americano in uno all'inglese trovando le location adatte nel sud dell'Inghilterra - attinge alle opere teatrali e cinematografiche rabbiose e malinconiche dagli anni '50 che hanno spronato le generazioni contemporanee a ribellarsi al dolore, sebbene in modo sporco, scoordinato e dissociato.
Lorenza Negri

Alla fine, Tredici narra con fin troppo entusiasmo e consenso lo spaesamento e il nichilismo dei millennial, condannando Hannah a togliere il disturbo senza clamori, senza atti molesti, lasciando come unica eredità la denuncia passivo-aggressivo racchiusa in un mucchio di cassette. Sbagliando, osando, infrangendo la legge, ferendo e ferendosi, quegli Alyssa e James molto più sfigati e bruttarelli raggiungono il capolinea avendo trovato un'identità e l'amore. Nel bene e nel male, vivi la tua vita.


GUARDA SUBITO THE END OF THE F***ING WORLD

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