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Okja: l'amicizia è un miracolo per cui vale la pena lottare

Una gigantesca creatura e la ragazza che l'ha allevata si ritrovano al centro di una battaglia tra animalisti, avidità aziendale ed etica scientifica. Presentato a Cannes e ora su Netflix.
di Andrea Fornasiero

Okja

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Ahn Seo-hyun . Interpreta Mija nel film di Bong Joon-ho Okja.
mercoledì 28 giugno 2017 - Netflix

Lucy Mirando, della Mirando Corporation, annuncia lo sviluppo grazie all'ingegneria genetica di un nuovo animale da allevamento, una sorta di maiale gigante, grosso come un ippopotamo, che oltre a essere delizioso è anche a basso impatto ambientale. I primi ventisei esemplari sono distribuiti in varie zone del mondo per dimostrare la sicurezza della creatura e la bontà dell'esperimento. Dieci anni dopo una ragazzina ha in Okja, una di queste creature, il suo miglior amico e finisce coinvolta nel tentativo di un gruppo di animalisti di fermare la Mirando Corporation.

Molte compagnie non hanno voluto investire in Okja perché era troppo costoso o aveva una trama troppo ambiziosa. Infatti se in superficie è la storia di un animale, alla sua essenza è in realtà un racconto sul capitalismo. Netflix invece ci ha creduto e mi ha garantito sia il budget, sia la completa libertà creativa.

Il regista sudcoreano Bong Joon-ho, era già stato al Festival di Cannes nel 2009 in Un Certain Regard, con il mélo Mother, e Okja è stato accolto in concorso sulla Croisette (non senza polemiche). Il film è infatti tra i primi titoli che più segnano il maggior investimento di Netflix nel cinema. Oltre ai notevoli effetti speciali per la paciosa e massiccia creatura, si tratta di una produzione internazionale girata in diverse location, da Vancouver e New York fino a Seoul, il cui budget si aggira intorno ai 50 milioni di dollari.


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In foto Tilda Swinton in una scena di Okja.
In foto Jake Gyllenhaal in una scena di Okja.
In foto Giancarlo Esposito in una scena di Okja.
cast e ispirazioni di altissimo livello

Il direttore della fotografia coinvolto è poi tra i più prestigiosi in attività: Darius Khondji ha infatti lavorato con Jeunet, Fincher, Haneke, Woody Allen, James Gray e Wong Kar-wai. Anche il cast è eccellente, con la tredicenne Ahn Seo-hyun affiancata da star del livello di Jake Gyllenhaal, Paul Dano, Giancarlo Esposito e Tilda Swinton. L'attrice inglese aveva già collaborato con il regista nel suo film precedente, il primo girato fuori dalla Corea del Sud, il distopico Snowpiercer. Se là incarnava una sorta di caricatura della Thatcher, qui ha trovato non poche similitudini tra la sua Lucy e Ivanka Trump.

Quando stavamo girando a New York la scorsa estate ho visto in Tv una convention repubblicana, durante la pausa pranzo mentre ero vestita da Lucy, ed ecco che sullo schermo c'era un'altra figlia di un'ambigua dinastia, che da un podio si rivolgeva a una grande folla con i suoi capelli biondi, il costoso apparecchio dentale e il vestito rosa da Barbie. Mi sono chiesta se fosse nato prima l'uovo o la gallina.

Il regista, da parte sua, riconosce di essersi ispirato alla rappresentazione della natura dei film di Miyazaki, un autore che adora, infatti il rapporto tra Okja e la ragazzina omaggia in una scena, in cui lei dorme sulla pancia di lui, Il mio vicino Totoro. Naturalmente, trattandosi di un adorabile suino, il film ricorda per certi versi anche Babe, ma quando si arriverà alla scoperta del mattatoio il tono sarà ben diverso, vicino a quello dei video shock usati dagli animalisti e dai vegetariani per mostrare le terribili condizioni cui sono sottoposti gli animali da allevamento.


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In foto Lily Collins in una scena di Okja.
In foto Ahn Seo-hyun in una scena di Okja.
In foto Ahn Seo-hyun in una scena di Okja.
La firma di uno dei migliori registi di oggi

Del resto Bong appartiene al boom del cinema sudcoreano di fine anni 90 e dunque i suoi film non hanno mai mancato di pugni allo stomaco. Per altro non è la prima volta che dà vita a una creatura gigantesca: uno dei suoi film più famosi e di successo è infatti The Host, dove un mostro anfibio semina il terrore sulle coste del fiume Han, e anche quella creatura nasceva per cause umane, ossia per le sostanze tossiche riversate nel fiume. Nonostante si tratti di un regista che ha firmato film spettacolari e di enorme incasso in Asia, lavorare per Netflix è per lui un'esperienza del tutto positiva.

Mi è stato garantito il final cut, che viene concesso solo a registi dallo status semi-divino come Spielberg. Inoltre tutti i film eventualmente finiscono archiviati in dvd, blu-ray e altri media digitali, quindi non c'è questa grande differenza. Avere il controllo creativo è molto più importante di come il film sarà distribuito.

Quando Okja è stato poi boicottato anche dalle sale coreane Bong ha auspicato che divenisse un caso emblematico della necessità di formulare degli accordi per queste situazioni, visto che se da una parte capisce gli esercenti dall'altra comprende anche le ragioni di Netflix, i cui abbonati sono i veri produttori del film e come tali hanno il diritto di vederlo grazie al proprio abbonamento.


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