Su Netflix il cinema si fa sempre più internazionale e senza confini, a partire da due titoli già disponibili come Death Note di Adam Wingard, adattamento americano in live action di una celebre serie animata giapponese, e Per primo hanno ucciso mio padre di Angelina Jolie, coraggioso e rispettoso racconto del genocidio cambogiano degli Khmer rossi.

Dal 20 ottobre è su Netflix anche un originale action con Frank Grillo: L'autista, dove la star d'azione è sempre dietro al volante e spesso al telefono in una sorta di variante thriller di Locke.

E poi dal 3 novembre il teso assedio all'ambasciata iraniana a Londra negli anni 80 in 6 Days e prossimamente le esilaranti disavventure di un polacco all'inseguimento del sogno americano in The Polka King.

Il liceale Light Turner vede cadere ai suoi piedi dal cielo un misterioso quaderno con copertina in cuoio e la scritta "Death Note". All'interno legge che conferisce il potere di uccidere qualcuno semplicemente scrivendo il suo nome, anche se ci sono numerose regole. Una creatura detta Ryuk, che solo lui può vedere, lo sprona a usare il quaderno e lui decide di usarlo per far fuori i peggiori criminali dal mondo. Su questi delitti indaga L., un giovane, geniale e asociale detective che nasconde il suo volto.

Adattamento di un manga e di un anime di enorme successo in tutto il mondo, Death Note permette ad Adam Wingard di scatenare una vena splatter e satirica sopra le righe.

Il film di Adam Wingard vanta, oltre a una buona produzione dal taglio horror, anche un cast molto interessante con l'emergente Lakeith Stanfield, Willem Dafoe trasformato in demone dalla CGI e poi i giovani Nat Wolff e Margaret Qualley e il caratterista Shea Whighan.

Cambogia, 1975, la città di Phnom Penh brilla di vita e colori, ma tutto è destinato cambiare lontano da occhi occidentali. Gli americani se ne vanno e nel Paese viene instaurato il regime degli Khmer Rossi, che attua un programma genocida di purificazione della Cambogia. Luon Ung, una bambina di cinque anni, e la sua famiglia subiranno numerosi soprusi e stenteranno a sopravvivere, in una sorta di campo di concentramento rurale, dove i detenuti coltivano il cibo per i militari.

Coprodotto dal documentarista cambogiano Rithy Panh, il terzo film da regista di Angelina Jolie nasce dall'esigenza di raccontare la tragedia del paese di suo figlio adottivo nel modo più genuino e rispettoso possibile.

La scelta di raccontare la Cambogia da una prospettiva non hollywoodiana bensì realmente cambogiana esclude un cast di rilievo, ma garantisce al film un senso di verità, inoltre la fotografia valorizza lo splendido scenario naturale senza però nascondere come la dittatura ne ridefinisce lo sfruttamento.

Un autista esperto in fughe e rapine, viene ricattato e costretto a fare il doppio gioco. Si ritrova così invischiato in una complessa rete di persone che si vogliono vendicare di lui e altre che vogliono convincerlo a farsi dare il malloppo, il tutto sviluppato in una serie di telefonate in auto, movimentate da pedinamenti e inseguimenti. Inoltre il protagonista deve anche gestire una situazione delicata con la figlia, che diventerà un personaggio importante con il procedere del film.

Presentato al Fantastic Fest di Austin, L'autista si ispira a Locke di Steven Knight ma ne costituisce una sorta di variante action-thriller, con al centro il sempre intenso e tostissimo Frank Grillo.

Scritto e diretto dall'esordiente Jeremy Rush, L'autista è una solida opera di genere, che si regge sulle rocciose e nervose spalle di Frank Grillo e con un cast arricchito da un caratterista di razza come Garret Dillahun.

Jan Lewan è un colorito immigrato di origine polacca che si reinventa come il "Re della polka della Pennsylvania". Ha una moglie che adora, un compare musicista e una madre onnipresente, ma soprattutto ha un pubblico anziano che lo ama. Riesce così a convincerli a investire nei suoi bizzarri progetti, tra cui uno show televisivo dedicato alla polka, e vende persino viaggi che promettono udienze con il papa. Ma Jan non è un genio della finanza e dunque i nodi finiscono per venire al pettine...

Presentato a gennaio al Sundance Film Festival e tratto da un'incredibile storia vera, già al centro di un documentario, The Polka King è materiale perfetto perché Jack Black si scateni in una delle sue migliori interpretazioni.

Diretto da Maya Forbes e Wallace Wolodarsky, più famosi come sceneggiatori di film animati, vanta come protagonista un Jack Black davvero in forma, affiancato da Jason Schwartzman, dalla comica Jenny Slate e da una irresistibile Jacki Weaver.

Non perde tempo 6 Days e si apre con la presa dell'ambasciata iraniana a Londra da parte di un commando di sei membri del Democratic Revolutionary Front for the Liberation of Arabistan, che chiedono una rappresentanza araba in Iran. Catturano 26 ostaggi e a trattare il loro rilascio è chiamato Max Vernon, un ispettore di Scotland Yard, mentre il caporale Rusty Firmin si prepara a irrompere nell'ambasciata nel caso il negoziato non andasse a buon fine. Il tutto è raccontato al pubblico inglese dalla giornalista Adie.

La vera storia dell'assedio all'ambasciata iraniana a Londra del 1980, che durò 6 giorni dal 30 aprile al 5 maggio, è sezionata in tre punti di vista dal regista Toa Fraser: diplomatico, militare e mediatico.

Mark Strong, Jamie Bell e Abbie Cornish interpretano i tre protagonisti sostenendo la crescente tensione del film. Il finale, messo in scena con mirevole lucidità, mostra che il regista neozelandese Toa Fraser, alla sua prima opera inglese, ha un talento per le scene d'azione.