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Non solo serie: il nuovo cinema mondiale è ora su Netflix

I titoli spaziano da un'opera di grande ambizione come War Machine a film dal respiro più indipendente come Small Crimes, senza dimenticare l'offerta giovane e di genere.
di Andrea Fornasiero

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Brad Pitt (William Bradley Pitt) (60 anni) 18 dicembre 1963, Shawnee (Oklahoma - USA) - Sagittario. Interpreta Il generale McMahon nel film di David Michôd War Machine.
sabato 24 giugno 2017 - Netflix

Sempre più cinema su Netflix e sempre più in esclusiva: il "Nuovo cinema mondiale in streaming" presenta infatti cinque esclusive internazionali, alcuni prodotti dalla piattaforma e altri solo distribuiti, ma tutti sotto l'egida di successo "Netflix Original".

L'offerta spazia da un titolo di grande ambizione come War Machine, interpretato e prodotto da Brad Pitt e diretto dal regista di Animal Kingdom David Michod, a film dal respiro più indipendente come Small Crimes con la star di Il trono di spade Nikolaj Coster-Waldau.
Andrea Fornasiero

Molto presente poi l'offerta giovane e di genere, dal britannico La ragazza che sapeva troppo agli americani Lo spazio che ci unisce e You Get Me, titoli che spaziano dall'horror alla fantascienza romantica fino al thriller, tutti da una prospettiva fieramente young adult.


Il fittizio generale Glen McMahon detto Glenimal per la sua feroce determinazione, dorme quattro ore per notte, corre per dieci chilometri tutte le mattine, non teme di esporsi al pericolo e vuole vedere le cose con i propri occhi. È una sorta di superuomo a cui viene però affidata una missione impossibile: riuscire a placare le insurrezioni in Afghanistan. Il personaggio è la versione fittizia del generale McChrystal al centro del libro di Michael Hastings, "The Operators: The Wild & Terrifying Inside Story of America's War in Afghanistan".

Provo empatia nei suoi confronti, perché è un nostro prodotto. Lui è noi. Non volevamo raccontare specificamente del generale McChrystal o dei suoi uomini, perché il problema è più sistemico. La macchina militare è in cerca di un risultato e non sappiamo dove ci porterà.

Brad Pitt ne fa una caricatura, segnata da una perenne smorfia sul volto e del tutto incapace di prendere in considerazione idee diverse dalla sua. Il film di David Michod, musicato da Nick Cave e Warren Ellis, lo riporterà alla dura realtà solo dopo un'operazione militare, girata per lo più in piano sequenza, dall'esito tragico e beffardo. Il tutto viene raccontato da un alter ego dell'autore del libro, il giornalista di Rolling Stone Sean Cullen, interpretato da Scoot McNairy, le cui parole rendono fin da subito trasparente la follia della situazione. Partecipano inoltre Tilda Swinton, con un cameo, e in due piccoli ruoli Ben Kingsley e il promettente Keith Stanfield, che rivedremo prossimamente su Netflix in Death Note.


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In foto una scena di War Machine.

In un'Inghilterra prossima ventura si è scatenata l'apocalisse zombie, o meglio un'infezione che rende le vittime feroci e incontrollabili. La nuova generazione è vittima di queste stesse pulsioni, ma mantiene la ragione. Un gruppo di questi ragazzi viene educato in un campo militare, dove sono sia studenti sia cavie, e tra loro spicca Melanie, allieva prediletta di Helen. Quando il campo sarà invaso Helen convincerà gli altri a portare Melanie con loro, nella speranza che si possa sintetizzare un vaccino.

Credo che Mike Carey pensasse sicuramente al rapporto tra le generazioni nello scrivere il romanzo e la sceneggiatura del film. E poi c'è stata la Brexit, con le generazioni più anziane che hanno votato Leave, mentre i giovani erano per il Remain. Così tutto è diventato ancora più attuale. Mi è piaciuto moltissimo che i ragazzi selvaggi avessero il loro linguaggio: non essere in grado di comunicare con i più giovani è una cosa che spaventa tutte le generazioni, anche la mia ormai ne ha paura.

Nel cast l'americana Glenn Close, gli inglesi Paddy Considine e Gemma Arterton, la rumena Anamaria Marinca e la giovane rivelazione Sennia Nanua, che davvero buca lo schermo. Il film reinterpreta situazioni da zombie movie apocalittico da una prospettiva originale, senza dimenticare naturalmente le sfide e gli orrori di uno scenario di sopravvivenza estrema, ma con un flebile filo di reale speranza che si sviluppa però in modo sorprendente.

Apprezzeranno poi i videogiocatori la vicinanza a "The Last of Us", per via di una simile infezione di natura micotica che fa spuntare funghi dalla testa dei malati all'ultimo stadio, ma il film di Colm McCarthy riesce a non esserne mai derivativo e regala anche un bel pezzo di bravura nella sequenza dell'assalto al campo militare.


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In foto una scena di La ragazza che sapeva troppo.

Durante una missione su Marte un'astronauta si scopre incinta e partorisce un figlio sul Pianeta Rosso, morendo durante il parto. Il ragazzo, Gardner, per via della diversa gravità, ha un cuore debole ed è costretto a crescere su Marte finché, arrivato ai sedici anni di età, non convince gli scienziati a tentare terapie sperimentali per riportarlo sulla Terra. Qui è in contatto con una ragazza conosciuta online, Tulsa, e spera insieme a lei di ritrovare suo padre, di cui ha solo una foto.

Gardner è un ragazzo isolato e ci siamo passati tutti a un certo punto, specialmente da teenager, con quella sensazione di non appartenere a niente o di non essere importanti. Ovviamente il suo è un caso estremo ma è alla base motivato da un sentimento del tutto umano, anche se è un personaggio molto distante da noi.

Il protagonista è l'inglese Asa Butterfield, attore con ruoli importanti già da giovanissimo in Il bambino con il pigiama a righe e Hugo Cabret. Qui interpreta letteralmente un marziano, che sa molte cose della Terra ma non ne ha mai fatto esperienza in prima persona, mentre Tulsa è tutto il contrario di lui: una ragazza con poche inibizioni sociali, abituata a doversela cavare da sola e a non fidarsi di nessuno a partire dagli adulti. La interpreta Britt Robertson, protagonista di Tomorrowland e della serie Girlboss, inoltre completano il cast Carla Gugino e soprattutto Gary Oldman, nei panni dello scienziato a capo della missione in cui è nato Gardner. Dietro la macchina da presa Peter Chelsom, il regista di Serendipity, esperto nel fondere il tono romantico alla commedia, qui con in più un pizzico di fantascienza.


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In foto una scena di Lo spazio che ci unisce.

Joe esce di prigione e vuole davvero iniziare una nuova vita, ma appena rientrato a casa scopre che la ex-moglie intende rispettare i patti e impedirgli di vedere le figlie. Inoltre uno dei suoi ex-colleghi, un poliziotto corrotto, gli comunica che uno dei loro si è ammalato, ha trovato la fede e ora vuole tradirli tutti per pentirsi dei suoi peccati. Farlo fuori però non è facile, perché suo figlio è invece ancora un gangster e per di più un sadico. C'è poi un procuratore che Joe ha sfigurato e ora è deciso a farlo condannare di nuovo, questa volta però alla pena di morte. E poi c'è un amico militare non troppo a posto con la testa, che sospetta che Joe gli abbia mentito su come un loro amico comune ha perso la vita.

Joe è un personaggio che ha visto tutti i film con storie di redenzione, ma non ha davvero un'idea di cosa significhi e ne conosce solo la versione hollywoodiana. Il romanzo da cui siamo partiti sovverte invece tutti questi luoghi comuni e ci ha lasciato spazio per essere anche un po' satirici.
Evan Katz

Adattamento dell'omonimo libro di Dave Zelserman, diretto da Evan Katz e cosceneggiato da Macon Blair (che per Netflix ha firmato anche I Don't Feel at Home in This World Anymore), Small Crimes è un noir rurale, in una piccola cittadina e con personaggi più ambiziosi dei loro mezzi, ma non per questo innocui. Il più letale di tutti si rivela Joe, che trasforma in una catastrofe tutto quello che tocca a dispetto delle sue buone intenzioni. Lo interpreta Nikolaj Coster-Waldau, amatissimo per il ruolo di Jaime Lannister nel Trono di spade, che qui gioca contro il suo personaggio di bella e simpatica canaglia, dando vita a un uomo che crede di poter tornare a essere un principe azzurro. Il film gli sembra solidale ma si rivela via via sempre più implacabile nel punire lui e chi gli sta intorno, in un accumulo di ammazzamenti che naviga con successo il sottile confine tra tragedia e commedia.


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In foto una scena di Small Crimes.

Tyler è un ragazzo che crede di aver trovato l'amore della sua vita in Alison. Una sera a un party lei però gli rivela un segreto del suo passato e i due hanno un litigio, che sembra porre fine alla loro relazione. Tyler ha il cuore infranto e accetta di essere consolato da Holly, nuova arrivata in città, ma dopo una notte di passione torna sui suoi passi e cerca di riconquistare Alison. Holly, che invece ha creduto ci fosse davvero qualcosa tra loro, si iscrive alla stessa high school, entra nel gruppo di amici di Tyler e si dimostra sempre più gelosa di Alison.

Credo che molti villain siano incompresi e per questo diventino cattivi, perché nessuno riesce a capirli e loro la prendono male. Il mio personaggio parte però come qualcuno con cui è facile simpatizzare e solo poi diventa via via più folle.
Bella Thorne

Girato tra Los Angeles e le spiagge di Santa Monica, You Get Me è un thriller interpretato da star in erba come Bella Thorne, emersa dalla palestra di Disney Channel, e Halston Sage, che dopo la gavetta su Nickelodeon è passata a Piccoli Brividi e sarà nella parodia di Star Trek firmata da Seth McFarlane, The Orville. Meno seguito dal pubblico Taylor John Smith, che vanta però in curriculum serie Tv d'autore come American Crime e la prossima Sharp Objects con Amy Adams. Vera e propria web-celebrity è poi Nash Grier, che in You Get Me interpreta uno degli amici di Tyler e Alison, divenuto famoso per i suoi video su Vine e già attore per Bret Easton Ellis nella sua breve e disturbante serie The Deleted. Insomma un cast di giovani e belli che se la vedranno molto brutta nella più tipica tradizione degli slasher americani, solo che questa volta il "mostro" è una di loro.


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In foto una scena di You Get Me.

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