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Liberté, Egalité... Rivalité. Marseille, da oggi su Netflix


di Marco Chiani

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giovedì 5 maggio 2016 - Netflix

Che Marsiglia non sia il luogo più tranquillo dove vivere, vuoi per i conclamati problemi di sicurezza, vuoi per il proliferare dei quartieri a rischio, vuoi per la sua natura di città portuale o per il traffico di droga che proprio lì cominciò a espandersi, non è un segreto per nessuno. Il cinema poi ci ha messo molto del suo.

Da Il braccio violento della legge al nostrano La polizia incrimina, la legge assolve sono decine i film che fanno della città definita da Schopenhauer la "più bella di Francia per la sua diversità" un ricettacolo privilegiato del male e del disagio sociale.
Marco Chiani

Da Netflix, arriva oggi Marseille, un titolo alquanto inequivocabile, una serie decisissima a scoperchiare lo scrigno del male politico e dell'arrivismo più letale che si cela tra il vecchio porto e il municipio, svelando cordate mafiose che abitano in ville principesche, pasteggiano a champagne e si combattono a suon di voti elettorali.


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Marseille, la House of Cards d'Oltralpe

Definita dapprima che fosse realizzata come la House of Cards d'Oltralpe, la nuova serie Netflix non teme di rivaleggiare con la gemella ormai di culto, già a partire da un cast davvero allettante.

Ad interpretare il Frank Underwood con baguette, così come lo presentano le scorciatoie giornalistiche da quando è partita la produzione, è Gérard Depardieu, un gigante in tutti i sensi che soltanto le malelingue vogliono meno efficace di quanto fosse qualche tempo fa.
Marco Chiani

Dall'altra parte, nelle vesti del suo pupillo di un tempo ora agguerritissimo a scalare tutti i vertici con buona pace della moralità e della giustizia, troviamo Benoît Magimel, che di ruoli sottilmente ambigui ha costellato una carriera di tutto rispetto. Il primo, elefantesco, è Robert Taro, che ha governato Marsiglia in qualità di sindaco per oltre vent'anni, il secondo, felino, è Lucas Barrès, suo designato successore e meno addomesticabile di quanto pensino le alte sfere. In mezzo l'ultimo piano del sindaco ancora per poco in carica, decisissimo a far passare il voto per la costruzione di un casinò nel centro storico della città.


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La scalata al potere non concede sconti

Il comando come unico obiettivo, i giochi di potere come vangelo in una storia di tradimenti e voltafaccia quasi archetipici.

È la legge del profitto e della sopraffazione a regolare una campagna elettorale in cui si specchiano soltanto le acque paludose del porto: davvero nessuna limpidezza è data in Marseille, un prodotto con le carte in tavola per portare Federation Entertainment, che produce, al vasto pubblico assicurato da una distribuzione simile. Con un tocco certamente differente dal solito, ça va sans dire.
Marco Chiani

È sufficiente guardare poche immagini, infatti, per capire quanto tutto sia tipicamente e orgogliosamente francese, quali elementi di "mutamento esistenziale" affrontino i due protagonisti e in che modo sia stata assorbita la lezione americana, alla luce del polar più ambiguo e tagliente.


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Le sfumature di Marsiglia in 8 episodi

Prima serie di produzione francese del colosso Netflix, Marseille consta di 8 episodi scritti da Dan Franck, in cui i piani alti della città si mescolano con la mille sfaccettature della realtà costiera, con la sua criminalità, dove i segreti più pericolosi si svelano e vengono svelati anche a costo di affossare ogni cosa, Marsiglia compresa.

L'ambizione di Robert Taro è la stessa di Lucas Barrès, quasi un padre e un figlio uniti dalla stessa fame e dalla rivalità, intorno a loro un coro di uomini corrotti come e più di loro, di donne disposte a tutto, intorno a loro la fine dell'ideale.
Marco Chiani

Alla regia dei primi quattro episodi troviamo Florent Emilio-Siri, regista di Nido di vespe e di Giorni di guerra, il resto della serie è diretto da Thomas Gilou, regista di La verità sull'amore e Chili con carne.


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