Ellen è una giovane anoressica, già passata per quattro centri di cura. Il suo quinto tentativo avviene in una comunità a Los Angeles chiamata Threshold (ossia "soglia") diretta dal Dr. William Beckham. Ellen accetta di trascorrere qui almeno sei settimane, anche se non ha un buon rapporto con gli altri pazienti, che includono una donna incinta che rischia di perdere il figlio, una ragazza in condizioni così critiche da essere stata intubata e nutrita forzatamente, e Luke, un ballerino di Londra che dopo un infortunio al ginocchio ha dovuto rinunciare alla sua carriera.

Mi piace come il tema viene affrontato nella struttura di recupero, dove da una parte si rispetta la privacy e dall'altra c'è il supporto del gruppo. È come una sorta di orbita intorno a Ellen, dove comunque ognuno affronta anche le proprie difficoltà. Credo ci sia davvero grande compassione in questo film.

Fuori dalla comunità c'è poi la famiglia di Ellen a incoraggiare la ragazza con la matrigna, la sorellastra e la madre biologica, che si è dichiarata lesbica. In ultima analisi però è solo Ellen che può trovare in se stessa la forza di superare la propria condizione.

Fino all'osso ha per protagonista l'inglese Lily Collins, cresciuta a Los Angeles già dall'età di cinque anni. Dopo essere stata lanciata dal ruolo di Biancaneve nel film omonimo di Tarsem Singh, la sua carriera ha rischiato di arenarsi nel flop di Shadowhunters, ma il suo talento le ha presto permesso di recuperare trovando nuovi ruoli di rilievo, come in L'eccezione alla regola di Warren Beatty e Okja di Bong Joon-ho, dove interpreta l'animalista Red.

Pur essendo passata per un disturbo alimentare, ci sono molte cose dell'anoressia che non ho mai imparato, perché ne ero uscita da sola, senza trattamenti e aiuto professionale. Credo sia davvero importante raccontare questa storia, perché è un argomento tabù e ne sono affetti sempre più ragazzi e ragazze. Personalmente ho pensato che sarebbe stato terapeutico per me rientrare in questo mondo da una prospettiva adulta e guardare alla mia esperienza senza vergogna.

Il ruolo chiave del Dr. Beckham è affidato a Keanu Reeves, qui in una parte molto diversa da quella dell'action hero o del bello e dannato. L'attore incarna comunque una figura carismatica che ha una strategia terapeutica anticonvenzionale, due tratti a cui è tutto sommato abituato. Lo aiuta la buona sintonia con il resto del cast, dall'esordiente Alex Sharp nei panni di Luke alle due madri: la navigata Carrie Preston molto attiva in Tv e Lili Taylor, volto amatissimo del cinema indie e d'autore americano.

Fino all'osso nasce dall'esperienza personale della sua sceneggiatrice e regista, Marti Noxon, che da teenager si lasciò denutrire al punto che il suo cuore si fermò brevemente. L'autrice ha una solida carriera alle spalle come scrittrice, lanciata da Joss Whedon con Buffy - L'ammazzavampiri e proseguita in Tv fino a serie come Mad Men, UnREAL e la prossima Sharp Objects con Amy Adams. Fino all'osso è però il suo debutto nella regia e non è stato un esordio semplice: racconta di aver impiegato anni a sviluppare l'idea del film e poi a trovare producer che capissero l'importanza del tema e il suo particolare approccio all'argomento.

Dai quattrodici ai vent'anni sono stata anoressica e poi bulimica e ho notato che se ne parla solo nei Tv-movie. Credo che la situazione per altro non sia affatto migliorata da quando ero ragazza, per cui volevo portare questa storia al cinema con un po' di humour e la prospettiva che ho ora, da adulta.

La regista si è avvalsa per il colonna sonora di Fil Eisler, con cui ha già collaborato su UnREAL, di cui è anche producer. Il film è stato presentato al Sundance Film Festival 2017, lo scorso gennaio, dove ha ricevuto buone critiche per via della sua schiettezza e di come evita i più abusati luoghi comuni hollywoodiani, anche grazie al suo humour nero. Intorno a Fino all'osso si è infatti scatenata una combattuta asta per la distribuzione, spuntata da Netflix con un investimento di circa 8 milioni di dollari.