Eroi urbani, decisi a mantenere un basso profilo, defilati anche nell'aspetto, in contrasto con i paladini che spaccano i cieli con la propria ingombrante e ipertrofica presenza: i protagonisti delle serie eponime di Netflix Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist fanno parte dell'universo dei supereroi Marvel quanto i Vendicatori dei blockbuster cinematografici, ma lo occupano in modo sostanzialmente diverso. Matt, Jessica, Luke e Danny non hanno ancora incrociato le rispettive strade, ma lo faranno quest'estate nella serie The Defenders, nella quale confluiranno, per l'appunto, i personaggi introdotti nelle monografie televisive, destinati a coalizzarsi contro un nemico tanto pericoloso da richiedere un intervento sinergico.

La misteriosa Alexandra, altera e sofisticata antagonistica impersonata da Sigourney Weaver, è il pretesto narrativo per far incontrare un pugno di vigilanti solitari che, forse, non si sarebbero mai conosciuti (saranno, auspicabilmente, i volti ricorrenti nei rispettivi show a fare le presentazioni). Questo perché sono supereroi autorelegati in un microcosmo, quello dei rispettivi quartieri newyorkesi di provenienza, refrattari alla platealità degli Avengers per numerose ragioni.

L'avvocato Matt Murdock, l'ex galeotto Luke Cage, l'investigatrice privata Jessica Jones e il milionario Danny Rand (il percorso di quest'ultimo si discosta un po' dai primi tre) non amano sconfinare oltre il proprio territorio: i primi due diventano i custodi della zona di Hell's Kitchen, l'uomo inscalfibile difende i cittadini di Harlem, il monaco esperto di arti marziali si muove tra Mahnattan e Staten Island (con una trascurabile deviazione in Cina). In particolar modo per il vigilante cieco, è proprio la volontà di proteggere il luogo d'origine a spingerlo alla lotta: il supereroe a chilometro zero è la prima sostanziale differenza con i Vendicatori, che si prendono il resto del mondo e nel primo capitolo della saga di The Avengers quasi radono al suolo New York nel tentativo di fermare un'invasione aliena intergalattica.

Anche i poteri dei Difensori sono meno vistosi, più essenziali: i sensi di Daredevil sono potenziati, Jessica ha una forza erculea, Luke è indistruttibile, Danny ha un'agilità fuori dal comune e il potere dell'autoguarigione. Essere giganti verdi, indossare un'armatura volante o creare fulmini sventolando un martello avrebbe, ovviamente, ostacolato le loro pretese di anonimato. Quel medesimo proposito ne informa anche il look, costituito di abiti da battaglia volutamente banali: nessuno ti nota se sei vestito tutto di nero, se ti aggiri per il quartiere in jeans e maglietta o con il cappuccio della felpa calato sulla testa. Resi desueti dall'evoluzione dei comics e in ogni caso stridenti con il basso profilo auspicato, i vestiti appariscenti delle controparti a fumetti, ovvero il costume rosso fuoco indossato da Daredevil, la tutina bianca calzata dalla Jones, la camicia gialla sgargiante e le catene e mo' di bracciali di Cage, e la divisa verde brillante scelta da Iron Fist.

I Difensori sono individualmente "diversi": fanno parte di minoranze o il tempo e le circostanze li hanno trasformati in outsider - Matt ha una disabilità, Jessica è una donna vittima di abusi, Luke è nero, Danny ha vissuto al di fuori dalla società. Ciascuno è definito dalla propria difformità e al contempo dal senso di appartenenza al quartiere che si adopera per difendere.

Il resto del mondo lo lasciano agli Avengers, le cui gargantuesche presenze pervadono le serie Netflix (sia in Daredevil sia in Jessica Jones, Luke Cage e Iron Fist. lo scontro tra Vendicatori e Chitauri, l'esistenza di Hulk, di Thor e degli altri viene accennata a più riprese) come creature mitiche. Murdock, Jones e Cage e Rand sono figure realistiche con problemi attuali; di mitico hanno poco (Iron fist fa eccezione). La loro storia, i loro crucci, le loro relazioni sono lontani dai problemi dei supereroi, ma analoghi a quelli di tutti gli altri (a noi). Ciò li rende eroi ideali per una trasposizione seriale (lo spettatore può empatizzare con un personaggio in cui si ritrova sempre più episodio dopo episodio). Lo sono anche per altri motivi: il primo è l'implicita affinità che associa al grande schermo la narrazione di scontri epici e al piccolo schermo quelli a dimensione più umana. Il secondo alla base è il budget esiguo (specialmente se comparato con le risorse da blockbuster riservati ai cugini hollywoodiani) che rende necessario optare per personaggi con storie meno monumentali.

Infine, un'altra differenza risiede nell'investimento personale dei supereroi: quelli che dedicano l'esistenza alla difesa di tutta l'umanità, e quelli che rischiano la vita per se stessi, i propri cari, i deboli e gli indifesi della propria comunità, per le persone che conoscono e con le quali hanno una connessione emotiva.

Il coinvolgimento di Matt, Jessica, Luke e Danny è tanto personale da essere egoista, è un coinvolgimento viscerale e intimo diverso da quello dei supereroi sprezzanti dell'istinto di autoconservazione che salvaguardano miliardi di sconosciuti, anche quando implica sacrificarne alcuni. Di nuovo, i Difensori, solitari vigilanti che proteggono i dintorni e si battono in angusti corridoi in cambio della vita di pochi, sono più come gli uomini che i superuomini.