Louis Drax è un ragazzino di nove anni che si definisce "propenso agli incidenti". Ha infatti più volte rischiato di morire e sua madre gli dice che è come un gatto e questa è la sua nona vita, dunque deve starci attento. Poco dopo però Louis, durante un picnic di famiglia, precipita da una scogliera e finisce in coma. Un pediatra specializzato in pazienti comatosi lo prende in cura, mentre la polizia indaga sull'accaduto e sulla scomparsa del padre del ragazzo.

Ho avuto difficoltà con il finale finché non ho realizzato che l'intero processo di scrivere il film è stato per molti versi un modo per dire addio a mio padre. È una buona cosa per uno storyteller poter inserire qualcosa di personale in un racconto, e mi è sembrato giusto che ci fosse questo tema del rapporto con il padre, vista anche la storia di produttiva del film e cosa mi ha motivato a occuparmene.

The 9th Life of Louis Drax nasce infatti come uno dei progetti non realizzati di Anthony Minghella, il regista del Paziente inglese morto a soli 54 anni nel 2008 e padre di Max Minghella, sceneggiatore e produttore del film. Si tratta dell'adattamento di un romanzo di Liz Jensen ed è affidato alla regia del francese Alexandre Aja, noto soprattutto per i suoi horror. Inizia come una storia per famiglie, ma prende presto un piega da thriller, con elementi metafisici e fantastici che sfruttano le capacità del regista. Notevole poi il cast con i canadesi Sarah Gadon, vista recentemente in 11/22/63, e Aiden Longworth affiancati da attori rodati e star internazionali come Aaron Paul, Molly Parker, Oliver Platt e soprattutto Jamie Dornan, vero e proprio co-protagonista del film.