I due fratelli Liam e Miles West hanno problemi di debiti, tanto che la barca con cui vanno a pesca è stata sequestrata, e la principale colpa è della vita relativamente dissoluta di Miles, il maggiore dei due, che deve soldi anche al pericoloso Joe Bright. Per rimediare, in accordo con la sua ragazza Lauren, figlia dello sceriffo e di cui è chiaramente innamorato anche Liam, Miles decide di fingere di perdersi tra le montagne, per poi rivendere la sua (falsa) storia di sopravvivenza ai media. Liam approva il piano e aiuta il fratello a organizzare la sua finta scomparsa, ma poi in sua assenza le cose prendono pieghe impreviste, fino a scioccanti rivelazioni.

È stato un momento molto difficile per il cinema indipendente ed è un'opportunità incredibile portare Sugar Mountain a un ampio pubblico, che è esattamente quello che vogliamo fare.

L'obiettivo espresso da Richard Gray, prima del mercato di Cannes, di arrivare a vaste platee non poteva trovare un partner migliore di Netflix, che garantisce a questo piccolo film di entrare nelle case in ogni continente. Si tratta della seconda opera americana del regista australiano e deve gran parte del suo fascino agli scenari rocciosi e innevati di Seward, in Alaska. Nel cast il massiccio Jason Momoa, ossia Aquaman per la Warner DC Comics ed ex Khal Drogo in Il trono di spade, interpreta il criminale Joe Bright, mentre nei panni dei due fratelli troviamo Drew Roy (Falling Skies) e Shane Coffey (Pretty Little Liars). Lauren ha invece il volto di Haley Webb, vista in Teen Wolf, e suo padre lo sceriffo è Cary Elwes, protagonista di La storia fantastica e Robin Hood un uomo in calzamaglia recentemente visto in Tv in The Art of More.