Per sistemare gli affari della madre e del fratello assassinati, un uomo ricorre a un criminale locale per truffare un'assicurazione e si ritrova su una brutta strada.
Cetarti è un disoccupato senza ambizioni che ama i documentari sulla natura. Quando viene a sapere dell'uccisione di suo fratello e di sua madre, che non vede da dieci anni, viaggia da Buenos Aires alla decrepita cittadina di Lapachito, nel Nord dell'Argentina. Qui incontra Duarte, che sembra conoscere gli affari di tutti e gli propone di restare finché non abbia ritirato i soldi dell'assicurazione sulla vita della madre. Cetarti però ignora quanto Duarte sia pericoloso, infatti la sua principale attività è sequestrare persone che possono pagare un riscatto e quando le cose vanno male non si fa problemi a ucciderle. Nelle sue gesta criminali si fa aiutare dal fratellastro di Cetarti, un ragazzo che sembra avere qualche ritardo mentale o che forse è solo vittima di un ambiente di profonda ignoranza.
È un mondo crudele, senza speranza, quello evocato dal romanzo. In una piccola città senza elementi bucolici e senza storia d'amore, né redenzione, né alcun personaggio positivo con cui ci si voglia identificare. È un luogo corrotto, marcio, sporco, dove l'omicidio è una pratica ordinaria come il passaggio del denaro.
Diretto dall'uruguaiano Israel Adrián Caetano, L'altro fratello è tratto da un romanzo di Carlos Busqued, e afferisce al filone più nero del crime senza però ricercarne l'estetica. Anzi le scene sono spesso assolate e lo squallore degli interni è caotico, schiacciante e claustrofobico, non per i giochi delle inquadrature ma più prosaicamente per la quantità di spazzatura e lerciume che contengono gli ambienti. Si tratta di una precisa scelta stilistica che vuole trasmettere uno squallore quasi tangibile e per niente estetizzato. Allo stesso modo il tratteggio dei personaggi è minuzioso, eppure secco e impietoso, ed è valso al protagonista Leonardo Sbaraglia un premio come Miglior Attore al Festival di Malaga.