Jessie e Gerald Burlingame sono una coppia separata da alcuni anni d'età, in cui lui ha problemi d'impotenza e ha bisogno di giochi sessuali bondage per eccitarsi. Lei accetta un tranquillo weekend in una villa in mezzo alla foresta dove dare sfogo alle sue fantasie, ma una volta ammanettata il gioco si fa troppo pesante e chiede di essere liberata. Lui però ha un malore al cuore e lei, per toglierselo da dosso e cercare di svegliarlo, finisce per buttarlo giù dal letto causandogli una ferita alla testa. Senza sapere se è stata lei a ucciderlo, si ritrova ammanettata a un letto rinforzato, nella stessa stanza con un cadavere e presto anche con un cane affamato.

"Gerald's Game" ha avuto un tale impatto su di me quando ho letto il libro al college che credo di averne preso, coscientemente o inconsciamente, vari elementi per le mie opere. Sono davvero interessato a una storia solo se, togliendogli tutti gli elementi di genere, i personaggi continuano ad affascinarmi, ed è sicuramente questo il caso.

Adattamento da un romanzo omonimo di Stephen King, Gerald's Game è diretto da Mike Flanagan, tra i più interessanti autori horror della nuova generazione, fattosi notare con Oculus e al momento al lavoro per Netflix anche sulla miniserie The Haunting of Hill House.

Un film come questo, girato in gran parte in una stanza tranne per prologo, epilogo, alcuni flashback e sequenze più o meno visionarie, si regge necessariamente sul piccolo cast, che vede protagonista Carla Gugino, attrice sia comica sia drammatica, molto amata da Zack Snyder ma di solito relegata a ruoli secondari. La sua interpretazione non è solo intensa ma pure raddoppiata, perché tra le allucinazioni della protagonista c'è anche un'altra versione di se stessa. Inoltre, a differenza che nel romanzo, anche il marito morto diventa una proiezione, dando così un ruolo più consistente all'ottimo Bruce Greenwood, in questi giorni nelle sale come Presidente Usa in Kingsman - Il cerchio d'oro (guarda la video recensione). Infine ha una piccola ma incisiva parte anche Carel Struycken, il mitico gigante di Twin Peaks.