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Interviste Luca Guadagnino |
Guadagnino: In maniera inusuale. Un produttore americano mi ha fatto leggere il romanzo da cui è tratto il film che è ambientato in Liguria. Io mi trovavo proprio in quella regione quando mi è stato chiesto di dare un mio parere. Da lì sono entrato a far parte della produzione, abbiamo cercato un regista - fra i nomi possibili c'era Gabriele Muccino - e ho finito per girarlo io con un budget minimale.
Come è avvenuto l'incontro con gli attori?
Guadagnino: Timothée aveva 17 anni, ma era già un veterano dopo Homeland e la parte di Casey Affleck giovane in Interstellar. La nostra prima conversazione è stata un'epifania: sapevo di aver incontrato Elio e insieme una voce straordinaria. Armie invece lo tenevo d'occhio fin dai tempi di The Social Network.
Hammer: Luca ed io ci siamo incontrati nel 2010 a casa sua. Di solito questi meeting durano una quarantina di minuti, invece noi abbiamo passato quasi quattro ore a parlare di libri, filosofia e arte, mangiando e bevendo caffè. Da attore presuntuoso ero convinto di essere già scritturato. Invece sono passati sei anni di silenzio assoluto prima di ricevere la telefonata che mi chiedeva se ero interessato alla sceneggiatura del prossimo film di Luca. Ho risposto: "Ci sto!" prima di averla letta, e dopo ho detto: "Wow!" e ho firmato. Se volevo considerarmi un artista dovevo mettermi alla prova e superare i miei limiti, ed è proprio quello che è successo. Chiamami col tuo nome ha cambiato la traiettoria della mia vita e il modo in cui intendo continuare a fare cinema.
Chalamet: Per me ci sono voluto tre anni di attesa, e finalmente a vent'anni ho avuto la parte. Mi è sembrata un'occasione unica: quando si è giovani è raro poter recitare ruoli che non siano quelli del fidanzatino o dello studentello. Elio invece è un personaggio ricco, complesso e articolato, di grande intelligenza e fluidità intellettuale. La parte più difficile è stato imparare a parlare l'italiano e a suonare il piano: l'"improvvisazione" al pianoforte che appare nel film era il frutto di un mese e mezzo di prove.
Presentato nella sezione Orizzonti di Venezia 66, Io sono l'amore di Luca Guadagnino rivede collaborare di nuovo insieme il regista e l'attrice Tilda Swinton, in questo film anche nei panni di produttrice.
La famiglia Recchi fa parte della borghesia lombarda. L'impresa di famiglia comanda le strategie di successione interna e il consolidamento degli altri ruoli. La passione che sboccerà tra Emma e Antonio porterà allo spezzarsi dei legami e degli equilibri. Il prezzo da pagare è altissimo e l'unica forma di redenzione è l'amore.
Approfondimenti Luca Guadagnino |
La mattina della prima giornata dalla 67. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia è iniziata con la conferenza della giuria dei film in Concorso presieduta dal regista americano Quentin Tarantino affiancato dal regista/sceneggiatore messicano Guillermo Arriaga, dal regista e sceneggiatore francese Arnaud Desplechin, dal musicista e cantante statunitense Danny Elfman, dall’attrice lituana Ingeborga Dapkunaite e dai registi e sceneggiatori italiani Luca Guadagnino e Gabriele Salvatores.
Durante la conferenza stampa Tarantino ha rimediato ad un commento sulla Mostra riportato erroneamente qualche tempo fa in cui aveva affermato che faceva schifo. "In realtà" sottolinea "Sono stato citato male. Quando penso al cinema italiano mi viene in mente il termine passione". Parlando della sua esperienza di giurato Tarantino ha dichiarato: "Mi piace molto questo ruolo perché permette a un'artista di crescere, di diventare più forte. Adoro mettermi a tavolino da solo per vedere film e poi magari scrivere una critica per me stesso, non per pubblicarla. Questa selezione propone lavori provenienti da tutto il mondo. Se mi piace un film lo sosterrò fino in fondo, così come se mi piacerà un film realizzato da un amico".
Salvatores ha ammesso di condividere la stessa passione di Tarantino: "Giudicare i film è come entrare nel sogno di qualcun altro, fa bene al tuo ego, mi piacerebbe che un film italiano vincesse qualche premio, ma dobbiamo farci trasportare dalla passione senza considerare la nazionalità. Questa Mostra offre un ampio panorama, da autori all'opera prima a cineasti ben conosciuti, da quando faccio questo mestiere si parla di crisi del nostro cinema, penso che oggi stiamo producendo ottimi prodotti".
Chiamami col tuo nome 2Il sequel di Chiamami col tuo nomeRegia di Luca Guadagnino. Genere Drammatico, produzione Italia, 2019. Elio e Oliver viaggiano negli Stati Uniti durante gli Anni Novanta. |
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Blood On the TracksDall'omonimo album di Bob DylanRegia di Luca Guadagnino. Genere Drammatico, produzione USA, 2019. Tratto dal disco di Bob Dylan uscito nel 1975, il film racconta gli anni Settanta. |
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