salgras
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sabato 26 ottobre 2019
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il professore cambia scuola e ne beneficiano tutti
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Il titolo italiano è infelice, sembra evocare le nostre commedie a sfondo comico-erotico degli anni '80, soprattutto se declinata al femminile. È invece di tutt’altra cifra la pellicola del regista Olivier Ayache-Vidal, il cui titolo originale è Les grands esprits, che tradotto in italiano è letteralmente Grandi menti. Anche questo titolo non avrebbe reso giustizia al film ma mai non quanto Il professore cambia scuola.
Olivier Ayache-Vidal affonda una lama nella carne viva del sistema scolastico francese eseguendo una dissezione meticolosa. D’altronde, il regista francese si è scrupolosamente preparato sul tema trascorrendo due anni in un liceo di periferia prima di dare vita a Les grands esprits.
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Il titolo italiano è infelice, sembra evocare le nostre commedie a sfondo comico-erotico degli anni '80, soprattutto se declinata al femminile. È invece di tutt’altra cifra la pellicola del regista Olivier Ayache-Vidal, il cui titolo originale è Les grands esprits, che tradotto in italiano è letteralmente Grandi menti. Anche questo titolo non avrebbe reso giustizia al film ma mai non quanto Il professore cambia scuola.
Olivier Ayache-Vidal affonda una lama nella carne viva del sistema scolastico francese eseguendo una dissezione meticolosa. D’altronde, il regista francese si è scrupolosamente preparato sul tema trascorrendo due anni in un liceo di periferia prima di dare vita a Les grands esprits. Il canovaccio è più o meno simile a quello di altri film sulla scuola, ma qui la qualità è alta.
Un professore di un rinomato liceo, François Foucault, durante una festa, casualmente si trova, a sua insaputa, a conversare con un funzionario del Ministero della Pubblica Istruzione sulla situazione delle scuole di periferia. Nel dialogo, François Foucault individua la causa del malessere che affligge le scuole periferiche nella copiosa presenza di professori giovani e inesperti che lì vengono inviati subito dopo il concorso. Ecco che allora incomincia l’esperimento e François Foucault si trova catapultato nel liceo Barbara de Stains alla periferia di Parigi.
Inizia un rapporto difficile e un percorso pieno d’ostacoli, in cui pian piano i protagonisti si contaminano l’un l’altro. E il sadico professore del liceo Enrico IV con gli studenti delle banlieue parigine cambia registro….
L’aspetto empatico insegnante-studenti che scatta alla fine forse è messo un po’ in ombra, ma il film ha comunque il merito di non cadere nell’affettazione.
Salvo Grasso
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michelecamero
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lunedì 11 febbraio 2019
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scuola ancora a centro dell'interesse, in francia
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Ancora un film sulla scuola di oggi che arriva dalla Francia da dove ce ne arriva in media uno all'anno. Trattasi di prodotti secondo cliché abbastanza collaudati fondati su trame che si somigliano poiché sviluppano dinamiche più o meno simili e prevedibili, affidate a bravi attori che contribuiscono a realizzare tecnicamente un buon risultato finale. Il segnale che ce ne viene e che non va taciuto è che evidentemente la scuola oltralpe ha ancora un ruolo centrale, nel senso che fa discutere, se ne parla, affrontando temi scottanti quali ad esempio la differente qualità dell’insegnamento e della situazione sociale tra le scuole bene del centro città e quelle della periferia frequentate soprattutto da emigrati, figli di emigrati di seconda generazione, francesi emarginati, ai quali probabilmente gli insegnanti non riescono a far immaginare la possibilità di un futuro da conseguire attraversa l’offerta scolastica e culturale, comunque diverso dalle loro rassegnate aspettative.
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Ancora un film sulla scuola di oggi che arriva dalla Francia da dove ce ne arriva in media uno all'anno. Trattasi di prodotti secondo cliché abbastanza collaudati fondati su trame che si somigliano poiché sviluppano dinamiche più o meno simili e prevedibili, affidate a bravi attori che contribuiscono a realizzare tecnicamente un buon risultato finale. Il segnale che ce ne viene e che non va taciuto è che evidentemente la scuola oltralpe ha ancora un ruolo centrale, nel senso che fa discutere, se ne parla, affrontando temi scottanti quali ad esempio la differente qualità dell’insegnamento e della situazione sociale tra le scuole bene del centro città e quelle della periferia frequentate soprattutto da emigrati, figli di emigrati di seconda generazione, francesi emarginati, ai quali probabilmente gli insegnanti non riescono a far immaginare la possibilità di un futuro da conseguire attraversa l’offerta scolastica e culturale, comunque diverso dalle loro rassegnate aspettative. Accennando al mutato rapporto scuola – società, ed alla necessità di riscriverlo, il film si fa anche strumento di indagine, se non addirittura di denuncia sociale, senza fornirci soluzioni (ma spetterebbe al cinema?) se non un rilancio a favore delle azioni e dei comportamenti da parte degli uomini(qui professori) di buona volontà e della loro voglia e capacità di solidarietà.
MiCam
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