chicco jetson
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domenica 27 novembre 2022
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là midifica l''upupa che è un uccello raro
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in un mondo sempre più ripiegato su se stesso, dove la disparità sociale è sempre più profonda ed evidente, dove il mondo non va al di là di se stessi, ci può essere ancora spazio per la gentilezza.
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ggbike
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martedì 14 dicembre 2021
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caricatura
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Il film e' carino ma nulla di piu', credevo molto meglio da quel che si diceva, l'ho trovato approssimativo e troppo farcito di luoghi comuni. Cmq, da vedere almeno una volta
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rossella
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sabato 4 dicembre 2021
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mi è bastato il titolo per decidere di non vederlo
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Ritengo il titolo di questo film estremamente superficiale
Ovviamente un gatto in tangenziale viene con molta probabilità investito e perde la vita.
Non collego un evento del genere a nulla di simpatico, ilare o divertente.
Sicuramente questo mio scritto non verrà approvato ma mi basta il fatto che molta gente non lo ha visto per il titolo di pessimo gusto.
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alessio
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giovedì 4 febbraio 2021
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ottima interpretazione
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Film divertente che fa riflettere . Ottima interpretazione di Albanese e Cortellesi
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karak
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giovedì 19 novembre 2020
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i diversi si attraggono
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un'indagine leggera sulla periferia romana, dove posso sopravvivere anche importanti valori, a discapito dei pregiudizi.
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marcobrenni
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domenica 13 settembre 2020
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commedia all''italiana spassosa e pure di spessore
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Finalmente torna la commedia italiana ironica, divertente ma nel contempo assai intelligente-graffiante: un' analisi sociale che dice molto di più che trattati o lunghi articoli di sociologia. A volte ricorda persino Fellini nella scelta caricaturale della gente del popolo, nei paradossi sociali al limite del surreale, rappresentati con umorismo tragicomico. Cogliendo al cuore diversi problemi etnico-sociali, è pure un film ambizioso: rileva il divario ricchi/poveri sempre crescente e anche culturale fra classi sociali inconciliabili; il comportamento sin troppo disinvolto, scanzonato ma sincero-sfrontato dei ragazzini di oggi; il difficilissimo compito non solo di educarli, ma pure di tenerli in qualche modo a bada; la facilità con cui i giovani convivono e fanno amicizia senza pregiudizi di classe, né di censo con diversi gruppi etnici - ciò che invece riesce assai diffcile per gli adulti sempre pieni di preconcetti; la diffidenza popolare pure zeppa di luoghi comuni e pregiudizi nei confronti della classe politica, data sempre per "corrotta e nullafacente" ; la puzza sotto il naso di certi intellettuali di buona borghesia, magari vegani e di "sinistra" radical-chic, che solo a parole "amano" il sottoproletariato, ma quando vengono messi a diretto confronto, ne rimangono nauseati-schifati: evidente segno di un'ipocrisa salottiera ormai arcinota; poi il degrado di certe periferie urbane; e infine le parole vuote, di maniera nei gremi dell'UE che stenta a capire, o non vuole affatto capire la realtà sociale in cui troppi oggi arrancano fra mille difficoltà.
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Finalmente torna la commedia italiana ironica, divertente ma nel contempo assai intelligente-graffiante: un' analisi sociale che dice molto di più che trattati o lunghi articoli di sociologia. A volte ricorda persino Fellini nella scelta caricaturale della gente del popolo, nei paradossi sociali al limite del surreale, rappresentati con umorismo tragicomico. Cogliendo al cuore diversi problemi etnico-sociali, è pure un film ambizioso: rileva il divario ricchi/poveri sempre crescente e anche culturale fra classi sociali inconciliabili; il comportamento sin troppo disinvolto, scanzonato ma sincero-sfrontato dei ragazzini di oggi; il difficilissimo compito non solo di educarli, ma pure di tenerli in qualche modo a bada; la facilità con cui i giovani convivono e fanno amicizia senza pregiudizi di classe, né di censo con diversi gruppi etnici - ciò che invece riesce assai diffcile per gli adulti sempre pieni di preconcetti; la diffidenza popolare pure zeppa di luoghi comuni e pregiudizi nei confronti della classe politica, data sempre per "corrotta e nullafacente" ; la puzza sotto il naso di certi intellettuali di buona borghesia, magari vegani e di "sinistra" radical-chic, che solo a parole "amano" il sottoproletariato, ma quando vengono messi a diretto confronto, ne rimangono nauseati-schifati: evidente segno di un'ipocrisa salottiera ormai arcinota; poi il degrado di certe periferie urbane; e infine le parole vuote, di maniera nei gremi dell'UE che stenta a capire, o non vuole affatto capire la realtà sociale in cui troppi oggi arrancano fra mille difficoltà.
Ottima la regia con ritmo di narrazione brillante, pure centrata la coloratissima parlata romanesca-popolare che per fortuna esiste ancora (!) e soprattutto la grande bravura della Cortellesi, indubbia donna di classe (!) che sa però calarsi perfettamente anche nel ruolo della romanaccia sguaiata dei quartieri bassi, un po' alla Pasolini. Ottimo pure Albanese nel ruolo, per lui atipico di signore "a modo", quello della politca che conta: dimostra che da navigato attore, sa calarsi in ruoli diversissimi.
Meritate le proposte al Donatello!
Marco Brenni
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onufrio
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venerdì 31 gennaio 2020
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benvenuto nel micromondo
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Commedia piacevole che intrattiene e a tratti diverte lo spettatore affrontando una valida ed attualissima tematica. Un micromondo si nasconde dietro la vita quotidiana dei cittadini che vivono nelle grandi città, specialmente nei quartieri cosiddetti popolari, dove varie etnie si incontrano quotidianamente. Il trio Milani (regista), Cortellesi ed Albanese realizza, a differenza del pessimo "Mamma o papà?" una valida commedia, ben strutturata e mai banale.
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lucky italian movies
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venerdì 31 gennaio 2020
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fa quantità, ma non qualità
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Filmetto senza pretese e con pochi spunti divertenti. Per un'ora abbondante vivacchia tra battutine e stereotipi già utilizzati dalla commedia italiana, come le preoccupazioni di genitori separati verso i figli e gli scontri tra diverse estrazioni sociali. Recupera un pò nel finale quando quest'ultimo tema si accende un pò di più, per poi lasciare spazio a giusti ripensamenti. Uniche note liete: la conferma della Cortellesi sempre ottima nell'interpretare le macchiette che le assegnano di volta volta in questi film e la costruzione del simpatico personaggio di Amendola.
Voto: appena sufficiente.
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fonteio
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giovedì 10 gennaio 2019
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risposta a gennaro
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La canzone finale di Renato Zero è: "Mentre aspetto che ritorni".
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martinside
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mercoledì 8 agosto 2018
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ironia sferzante
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rappresenta bene questo film, due fazioni di popolo italiano. quelli che la cena la prendono in rosticceria e quelli che hanno la doggy bag dalla mensa dell'ospizio in cui lavorano per mantenere figlio e sorellastre. Portata agli estremi la contrapposizione non stride ma diverte e fa pensare. Cortellesi è geniale nel suo ruolo e non sconfina mai nel trash, bravi anche gli altri interpreti. Il film merita di essere visto, per ridere, per pensare, per trascorrere una bella serata italiana
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