francesco2
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domenica 18 settembre 2022
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bel film, anche se dispersivo
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MyMovies riporta il commento di un autorevole quotidiano, secondo il quale vari spunti interessanti non sono stati sfruttati. Non mi trovo molto d accordo. Secondo me, il film intreccia vari spunti senza svilupparli appieno, e forse dal finale ci si aspetterebbe di piu. Ma ,considerati il messaggio e la realizzazione, meriterebbe nell insieme di essere conosciuto.
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belphegor
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sabato 20 febbraio 2021
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film tutto tranne che horror
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Niente di particolare tolto i paesaggi
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dreamers
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domenica 5 luglio 2020
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che peccato!
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Thelma è per circa metà un capolavoro. Magistrale per direzione degli attori, impianto visivo, sensibilità nella cura di ogni dettaglio. Una delle cose più belle viste nel nuovo millennio. C'è poi purtroppo una scena che fa da spartiacque in negativo: lo sballo virtuale di Thelma per una sorta di effetto placebo dopo due tiri a una comune sigaretta "spacciata" per cannabis. Appena la sua soggettiva dà spazio all'effettaccio digitale viene da urlare: "No, ma perché?!". Da lì in poi, il film purtroppo non si rialza più, vittima di un'incursione del Finto capace di annichilire ogni tensione sin lì veramente coinvolgente.
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Thelma è per circa metà un capolavoro. Magistrale per direzione degli attori, impianto visivo, sensibilità nella cura di ogni dettaglio. Una delle cose più belle viste nel nuovo millennio. C'è poi purtroppo una scena che fa da spartiacque in negativo: lo sballo virtuale di Thelma per una sorta di effetto placebo dopo due tiri a una comune sigaretta "spacciata" per cannabis. Appena la sua soggettiva dà spazio all'effettaccio digitale viene da urlare: "No, ma perché?!". Da lì in poi, il film purtroppo non si rialza più, vittima di un'incursione del Finto capace di annichilire ogni tensione sin lì veramente coinvolgente. Che peccato (detto al di là di ogni implicazione cattolica...)!
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oclockalex
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lunedì 18 novembre 2019
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fattori e risultati
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Thelma è una ragazza di 20’anni con un passato difficile e un presente fosco. Un padre che scopriremo eufemisticamente apprensivo, un madre disabile che non la ama, almeno da quando, molti anni prima, la sorellina minore è morta in circostanze perlomeno misteriose, per non dire impossibili.
La ragazza vive con i suoi in periferia della città in una casa isolata in riva ad un lago per la maggior parte del tempo ghiacciato. Siamo nel nord Europa, nella regione scandinava, un ambiente bianco e freddo dove le città sembrano rifugi asettici. Ma ora Thelma deve lasciare la famiglia isolata e unirsi (a fatica) al resto della comunità. Thelma si trasferisce nel centro urbano per studiare all’università.
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Thelma è una ragazza di 20’anni con un passato difficile e un presente fosco. Un padre che scopriremo eufemisticamente apprensivo, un madre disabile che non la ama, almeno da quando, molti anni prima, la sorellina minore è morta in circostanze perlomeno misteriose, per non dire impossibili.
La ragazza vive con i suoi in periferia della città in una casa isolata in riva ad un lago per la maggior parte del tempo ghiacciato. Siamo nel nord Europa, nella regione scandinava, un ambiente bianco e freddo dove le città sembrano rifugi asettici. Ma ora Thelma deve lasciare la famiglia isolata e unirsi (a fatica) al resto della comunità. Thelma si trasferisce nel centro urbano per studiare all’università. Là, finalmente sola, si farà raggiungere da ricordi e sensazioni da tempo sopiti e scoprirà se stessa e la sua personalità. L’amore e altri incantesimi. Ma i legami non si spezzano…
Beh, bisogna dire che carne al fuoco ce n’è, ma al contrario delle rigide leggi matematiche, certe volte nel cinema, cambiando la sequenza degli spunti, può cambiare anche il risultato.
Possiamo dire che tecnicamente il film, pur essendo a basso badget (credo), rispetta tutte le aspettative. Le scenografie sono perfette, il bianco gareggia con la notte e la luce è quasi sempre artificiale. I paesaggi sono spezzati, i dialoghi secchi ed essenziali, gli sguardi delicati.
Gli attori sono bravi e la sceneggiatura è il suo punto di forza. Come in quei libri dove contano più gli spazi bianchi che le parole. È un film che può voler dire molte cose, ad ognuno il suo. Può essere un film drammatico, un thriller, in certi momenti pure un horror. Sa essere romantico e crudele. Lascia libere le riflessioni, e, di questi tempi in cui tutti vogliono imporre il proprio pensiero, questo film molto interessante e davvero apparentemente semplice, mi ispira un sentimento di libertà. È troppo?
Davvero notevole. E consigliato.
18.11.19
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kyotrix
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giovedì 3 gennaio 2019
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psico fanta thriller
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Buon film, nordico, e si vede dai ritmi lenti. Ma questo non è una pecca, fin dall'inizio si respira tensione, aria e musica cupa, e tutto il film ero curioso di capire se ci fosse o meno una parte fanta-horror nella trama o fosse solo psicologica.
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ralphscott
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domenica 5 agosto 2018
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passione cristallizzata
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Film abbastanza godibile,interessanti i temi toccati,ma il "tocco nordico" raggela materiale da cui altri filmmaker,magari di altre latitudini,avrebbero probabilmente elaborato un prodotto di più forte presa. Thelma,intendo la ragazza,è incantevole.
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udiego
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sabato 14 luglio 2018
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thelma
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Joachim Trier, regista danese autore di “Segreti di Famiglia”, porta al cinema con “Thelma”, un racconto a tinte thriller, dove il percorso di maturazione della protagonista si declina non solo in un processo di crescita, ma anche nella scoperta di qualcosa che cela dentro di sé da anni e che nessuno riesce a spiegare con esattezza. L’incontro con Anja permetterà a Thelma di aprirsi ai suoi sentimenti, di dare sfogo alle sue emozioni e far riaffiorare le sue paure. Tutti aspetti emotivi che per troppi anni ha dovuto soffocare e che adesso sono pronti ad esplodere in un vortice senza freni di amore, dolore e paura.
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Joachim Trier, regista danese autore di “Segreti di Famiglia”, porta al cinema con “Thelma”, un racconto a tinte thriller, dove il percorso di maturazione della protagonista si declina non solo in un processo di crescita, ma anche nella scoperta di qualcosa che cela dentro di sé da anni e che nessuno riesce a spiegare con esattezza. L’incontro con Anja permetterà a Thelma di aprirsi ai suoi sentimenti, di dare sfogo alle sue emozioni e far riaffiorare le sue paure. Tutti aspetti emotivi che per troppi anni ha dovuto soffocare e che adesso sono pronti ad esplodere in un vortice senza freni di amore, dolore e paura.
Il film poggia le sue basi sul clima che Trier riesce a regalare alla sua opera. Dopo l’esperienza hollywoodiana, il regista danese torna nelle sue terre nel nord Europa, e, grazie ad un ottimo lavoro di fotografia, riesce a ricreare nel film un’atmosfera che provoca forte inquietudine nello spettatore. Sentimento che accompagnerà nel corso di tutta la visione, in un continuo crescendo, che segue il processo di crescita della protagonista.
Lo script, curato dallo stesso regista insieme ad Eskil Vogt, funziona bene e permette allo spettatore di mantenere alta la concentrazione per tutta la durata del film. L’aspetto drammatico si intreccia a più riprese con l’aspetto horror/thriller della vicenda, amalgamandosi in un tutt’uno fluido, capace di incutere tensione, ma allo stesso tempo di risvegliare curiosità in chi segue la vicenda. Le origini di ciò che Thelma porta dentro partono da lontano ed il film cresce insieme al suo personaggio, conducendolo alla piena maturazione esistenziale e spirituale. Thelma, dopo le prime difficoltà ad accettarsi e ad accettare quello che succede dentro di sé, riesce a liberare i suoi sentimenti, a viverli con serenità ed essere felice per quello che è.
Trier ci regala un film capace di farci vivere un’altalena di emozioni continue, con scene dal forte impatto emotivo con una gestione della tensione di altissimo livello -la scena della seduzione nel teatro e quella dove Thelma prova la prima canna su tutte-. Il regista danese ci regala un’opera apparentemente fredda, ma che saprà nel corso del suo sviluppo, entrare nella pancia dello spettatore, riuscendo a coinvolgerlo in questo turbinio di sentimenti.
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vanessa zarastro
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venerdì 13 luglio 2018
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da educazione bigotta...
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Il film scandinavo “Thelma” narra la storia di una ragazza con poteri paranormali psicocinetici che si manifestano durante le crisi non epilettiche psicogene (CNEP), le quali si manifestano nei momenti di maggiore intensità emotiva e vanno a scavare nel suo inconscio e nei suoi desideri più repressi.
Thelma (Eili Harboe) è una brava ragazza che viene da una famiglia religiosa di cristiani fondamentalisti che le hanno impartito un’educazione piuttosto rigida: non beve, non fuma e vuole solo studiare. Il padre (Enrik Rafaelsen) è un medico di base che accudisce con amore la moglie (Ellen Dorrit Peterson) costretta su una sedia a rotelle.
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Il film scandinavo “Thelma” narra la storia di una ragazza con poteri paranormali psicocinetici che si manifestano durante le crisi non epilettiche psicogene (CNEP), le quali si manifestano nei momenti di maggiore intensità emotiva e vanno a scavare nel suo inconscio e nei suoi desideri più repressi.
Thelma (Eili Harboe) è una brava ragazza che viene da una famiglia religiosa di cristiani fondamentalisti che le hanno impartito un’educazione piuttosto rigida: non beve, non fuma e vuole solo studiare. Il padre (Enrik Rafaelsen) è un medico di base che accudisce con amore la moglie (Ellen Dorrit Peterson) costretta su una sedia a rotelle.
Non è facile socializzare per Thelma che è appena arriva all’Università di Oslo, venendo da fuori. L’unica persona che si accorge di lei e le manifesta interesse è Anje (Kaya Wilkins), una ragazza, sembrerebbe, dai desideri promiscui. Thelma è attratta dall’amica, prova per la prima volta sensazioni erotiche, si convince di esserne innamorata, ma contempraneamente la respinge, in preda a sensi di colpa. A causa dei ripetuti attacchi di convulsioni, Thelma si sottopone a varie analisi mediche in cerca di una diagnosi precisa. Scopre in tal modo di avere una nonna anch’essa con gli stessi sintomi, ricoverata in un sanatorio da un paio di anni. La va a trovare e scopre che vive sedata e in uno stato di imbambolamento, che sembra perduri da anni.
La città di Oslo si vede poco, a parte una scena nel recente Teatro dell’Opera progettato da Snohetta e completato nel 2008 nel quartiere centrale di Bjorvika. L’elegante edificio ubicato sulla punta del fiordo di Oslo, costituisce con il suo prezioso marmo di Carrara una nuova icona urbana. La vicenda è ambientata per metà presso la Facoltà di Biologia dell’Università, e per l’altra nella casa isolata dei genitori della protagonista, immersa nel verde vicino a lago ghiacciato.
Non sto a narrare tutti gli eventi raccontati da Joachim Trier con una suspence notevole. Del resto il regista – danese dsi nascita ma naturalizzato norvegese - è uno che il cinema lo sa fare. Aveva già girato “Segreti di Famiglia”, con il quale ha partecipato al Festival di Cannes del 2015, un bel film intrigante coprodotto da Francia, Danimarca e Norvegia, con Isabelle Huppert, Gabriel Byrne, Jesse Eisenbergh. La storia è uno scavo nei difficili rapporti familiari di una famiglia che vive in una casa unifamiliare nello Stato di New York, dopo tre anni dalla scomparsa della madre, una famosa fotografa di guerra, morta in circostanze sospette.
“Thelma” presenta una notevole fotografia di Jakob Ihre, è recitato magistralmente da Heili Harboe, un’attrice definita bergmaniana, ciò che non convince è proprio la storia. Non sono un’esperta di questo genere di film thriller-parapsicologici e, dai tempi di “Rosemary’s Baby” di Roman Polanski del 1968, credo di averne visto solo uno australiano del 2014 che si chiamava “Babadook” e che non mi piacque affatto, quindi non sono in grado di paragonarlo ad altri.
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mabster
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lunedì 9 luglio 2018
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in risposta alla recensione di carloalberto....
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( Non sono riuscito a rispondere come commento direttamente alla recensione di carloalberto)
Forse Andrew di Chronicle ....ma Lucy e Rosemary decisamente no
Non sono daccordo nel considerare presenti nel tema del film argomenti quali il concetto del male e quello della superdonna.
Il richiamo al "male" è solo sfiorato dalle immagini del serpente, che come hai già scritto, sono riconducibili alla educazione ortodossa ricevuta dai genitori.
L'ortodossia cristiana dei genitori non è utilizzata come un riferimento al male ma, secondo me, come supporto per la condizione che devono affrontare i genitori di Lei.
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Forse Andrew di Chronicle ....ma Lucy e Rosemary decisamente no
Non sono daccordo nel considerare presenti nel tema del film argomenti quali il concetto del male e quello della superdonna.
Il richiamo al "male" è solo sfiorato dalle immagini del serpente, che come hai già scritto, sono riconducibili alla educazione ortodossa ricevuta dai genitori.
L'ortodossia cristiana dei genitori non è utilizzata come un riferimento al male ma, secondo me, come supporto per la condizione che devono affrontare i genitori di Lei.
L'educazione imposta alla figlia non è bigotta, è rigida e si sviluppa in base ad un ragionamento logico (il padre è un medico) sul pericolo costituito dalla esistenza della figlia. Lei all'eta di cinque anni (credo), inconsapevole del suo potere, causa la morte del fratellino. Conseguentemente i genitori scelgono tra poche soluzioni disponibili l'unica che per amore, scienza e coscienza ritengono praticabile: quella di una educazione anzi un condizionamento, impostato su criteri definiti da chi ammette l'esistenza del soprannaturale.
Sia da bambina che da ragazza è (e rimane) una persona normale con sentimenti, emozioni e comportamenti Sia da bambina che da ragazza è (e rimane) una persona normale con sentimenti, emozioni e comportamenti adeguati al contesto in cui vive e alla società in generale. Il problema, che lei ignora(va), l'enorme potere che risiede in lei.
Il paragone dell'Uber Mesch è, a mio avviso, non applicabile: il superuomo è consapevole della sua posizione e del suo ruolo e questa consapevolezza gli consente di collocarsi al di là del bene e del male. La ragazza invece è ignara di tutto quello che succede e viene travolta da quello che i genitori avevano cercato invano di inibire/controllare tramite l'educazione rigida e cioè le normali emozioni presenti in un qualsiasi essere umano. In sostanza in lei si scatena, con qualche anno di ritardo, quella che può comunemente definirsi una crisi adolescenziale in cui tutto viene rimesso in discussione. Purtroppo per chi possiede, inconsapevolmente, i poteri di un Dio questo può creare qualche problema ...soprattutto nello spazio-tempo di riferimento.
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flyanto
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giovedì 28 giugno 2018
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una ragazza molto particolare
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“Thelma” del regista Joachim Trier è un thriller in cui si racconta della protagonista, appunto di nome Thelma, che da un paese di provincia si trasferisce ad Oslo per frequentare i corsi universitari. Un poco solitaria di carattere e per il suo vissuto precedente, la ragazza trascorre le prime settimane nella nuova città non conoscendo nessuno e dedicandosi esclusivamente allo studio ed a delle nuotate in piscina, venendo frequentemente chiamata al telefono dalla propria famiglia (dal padre in particolare) fervente cattolica, che vigila su di lei in maniera abbastanza rigida ed ossessiva. Col passare dei giorni, la protagonista comincia a fare la conoscenza di altri studenti suoi coetanei ed, in particolare, di una ragazza di cui ella subisce immediatamente il fascino.
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“Thelma” del regista Joachim Trier è un thriller in cui si racconta della protagonista, appunto di nome Thelma, che da un paese di provincia si trasferisce ad Oslo per frequentare i corsi universitari. Un poco solitaria di carattere e per il suo vissuto precedente, la ragazza trascorre le prime settimane nella nuova città non conoscendo nessuno e dedicandosi esclusivamente allo studio ed a delle nuotate in piscina, venendo frequentemente chiamata al telefono dalla propria famiglia (dal padre in particolare) fervente cattolica, che vigila su di lei in maniera abbastanza rigida ed ossessiva. Col passare dei giorni, la protagonista comincia a fare la conoscenza di altri studenti suoi coetanei ed, in particolare, di una ragazza di cui ella subisce immediatamente il fascino. Con lei, Thelma trascorre molto del suo tempo libero mostrando una profonda sintonia reciproca, ma da questo momento in poi nella giovane iniziano a manifestarsi svariate reazioni molto simili a degli attacchi epilettici e conseguenti strani accadimenti, che solo alla fine della storia troveranno una giustificazione.
E’giusto definire “Thelma” un thriller psicologico perché l’intimo e la psiche effettivamente giocano in esso un ruolo importante, per non dire, addirittura fondamentale al fine della risoluzione dell’intera vicenda. Tralasciando la sua più o meno verisimiglianza con la realtà, il film va apprezzato soprattutto per la regia di Trier che risulta perfetta: nitida, precisa, essenziale essa è tesa ad indirizzare l’intero svolgimento della storia verso una tensione ed un interesse sempre maggiori nello spettatore. Ogni sua scena è accurata e mai lasciata al caso, quanto mai equilibrata ed atta a rendere l’intera opera armonica ed uniforme.
Interessante e sicuramente consigliabile.
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