joecondor
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domenica 10 aprile 2022
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bel film monumentale luca marinelli
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E' un film dove la Resistenza fà da cornice ad una grande corsa passionale ed interiore del Protagonista Milton(un fenomenale Luca Marinelli), dove i sguardi,le sigarette,le nebbie,
i ricordi,le unghie sporche sono la bellezza di un film dove giganteggia un grande Luca Marinelli,passionale,geloso,altruista, in cerca di una verità che nel bel inseguimento finale riesce ad uscire dalla passione rischiando la vita e tornare ad essere vivo in un momento storico dove bastava poco a morire,I Taviani hanno costruito un bel film su tutti 4 scene bellissime, il saluto al treno tra i 3 protagonistici,la fuga finale con il ponte minato strepitoso Marinelli , la scena dove si arrampicano sull'albero e lei civetta con tutti e 2,e la seuenza terribile dove c'è la casa contadina con tutti i morti fuori la casa ed unica sopravissuta è la bambina che bece un bicchiere d'acqua ecco questa è la scena piu' dura che mostra i massacri fascisti e , la parola "Resistenza Italiana".
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E' un film dove la Resistenza fà da cornice ad una grande corsa passionale ed interiore del Protagonista Milton(un fenomenale Luca Marinelli), dove i sguardi,le sigarette,le nebbie,
i ricordi,le unghie sporche sono la bellezza di un film dove giganteggia un grande Luca Marinelli,passionale,geloso,altruista, in cerca di una verità che nel bel inseguimento finale riesce ad uscire dalla passione rischiando la vita e tornare ad essere vivo in un momento storico dove bastava poco a morire,I Taviani hanno costruito un bel film su tutti 4 scene bellissime, il saluto al treno tra i 3 protagonistici,la fuga finale con il ponte minato strepitoso Marinelli , la scena dove si arrampicano sull'albero e lei civetta con tutti e 2,e la seuenza terribile dove c'è la casa contadina con tutti i morti fuori la casa ed unica sopravissuta è la bambina che bece un bicchiere d'acqua ecco questa è la scena piu' dura che mostra i massacri fascisti e , la parola "Resistenza Italiana".Girato bene è un gran bel film con Luca Marinelli che dimostra ancora una volta che è un grande attore.
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simone tognacchini
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martedì 14 dicembre 2021
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bojata
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Brava brava vicina del terzo piano, ' sto film è una boxata pazzesca ed i Taviani da un bel po' dovevano andare in rsa, anziché torturarci con esercizi pseudo politici tipo cineforum '70.
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matteo
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sabato 2 novembre 2019
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amore e resistenza
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Difficile confrontarsi con un testo come quello di Fenoglio, considerato da molti giustamente tra i migliori di tutta la letteratura sulla Resistenza. Compito arduo anche per i Taviani che ridisegnano in parte la storia del romanzo e che forse non riescono a restituire il senso autentico del libro sbilanciando la narrazione più sulla questione amorosa o ossessiva di Milton, perdendo un po' il clima della vita partigiana. Comunque film godibile che un po' scricchiola ma che non mi sento di bocciare anche per l'affetto che nutro verso il romanzo di Fenoglio.
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fabio
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giovedì 2 agosto 2018
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onesto ma fiacco.
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Manca il mordente; non c'è passione nella storia del triangolo amoroso. E manca anche una pappresentazione credibile dei fascisti. Insomma tutto un po' troppo annacquato.
Qualche clichè e poco ritmo soprattutto all'inizio.
Bella la musica ed interessante il finale ma che non riscattano il fim.
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eugenio
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mercoledì 21 marzo 2018
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i fratelli taviani e fenoglio
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Ottantaquattro minuti di ricerca che è anche scoperta di sé tra eventi ineluttabili, guerra e dolore.
Ottantaquattro minuti di rimandi continui all’innocenza perduta tra presente e passato.
Ottantaquattro minuti di scambio, inquietante furia amorosa, passioni e amore.
Ottantaquattro minuti di cinema “firmato” fratelli Paolo e Vittorio Taviani che dopo l’esperimento di Cesare deve morire, tornano a una dimensione cara alla loro produzione: la guerra e il ricordo (come dimenticare La notte di San Lorenzo, capolavoro del 1962?).
I due cineasti adattano nel loro percorso analitico di un’Italia rurale e nostalgica Una questione privata, del piemontese Beppe Fenoglio, pubblicato postumo nel 1963.
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Ottantaquattro minuti di ricerca che è anche scoperta di sé tra eventi ineluttabili, guerra e dolore.
Ottantaquattro minuti di rimandi continui all’innocenza perduta tra presente e passato.
Ottantaquattro minuti di scambio, inquietante furia amorosa, passioni e amore.
Ottantaquattro minuti di cinema “firmato” fratelli Paolo e Vittorio Taviani che dopo l’esperimento di Cesare deve morire, tornano a una dimensione cara alla loro produzione: la guerra e il ricordo (come dimenticare La notte di San Lorenzo, capolavoro del 1962?).
I due cineasti adattano nel loro percorso analitico di un’Italia rurale e nostalgica Una questione privata, del piemontese Beppe Fenoglio, pubblicato postumo nel 1963. E come nel romanzo, la storia di una passione che travalica sino alla lucida follia il male della guerra, si insinua nelle pieghe di una storia robusta, intensa e viva.
Tra le Langhe, quelle in cui lo scrittore visse, quelle in cui lottò come partigiano la resistenza della sua vita, si muove affamato il giovane Milton, innamorato della borghese Fulvia, conosciuta insieme al suo amico Giorgio, amico d’infanzia e compagno partigiano, nell’elegante casa di campagna di lei sopra Alba, paese natale di Fenoglio.
1943. Armistizio, Italia sotto scacco. Stacco improvviso. Milton si trascina in una proustiana researche, nei luoghi dell’idillio adolescenziale, tra le nebbie di un arcobaleno che sembra non vedere mai. Si inoltra nostalgicamente nei giorni del platonico amor vissuto ma il tarlo di un sospetto, quello della governante che tradisce una possibile relazione tra la sua “donna” e l’amico Giorgio, irretisce e trasforma completamente il partigiano.
Come un Orlando, in cerca del suo senno, Milton inizia a correre all’affannosa ricerca della verità, per cercare la brigata in cui il suo amico è arruolato, scoprendo poi che è stato catturato dai repubblichini.
E ancora corre Milton. Corre per cercare di catturare un fascista da “sfruttare” come ostaggio per una trattativa di scambio con l’amico in estremo pericolo di vita.
Intorno, ricordi sfumati metaforicamente rappresentati dalla nebbia che domina per tre quarti le magnifiche quanto essenziali scenografie e i panorami aperti di scabra essenzialità. Accampamenti su colli arroccati, rastrellamenti di massa operati da gruppi di “scarafaggi neri” (così vengono continuamente denominati i repubblichini) a danni di innocenti, sangue versato per una libertà sempre più precaria, sono la cornice di un dramma, La questione privata del titolo, che squassa Milton, lui proprio lui spirito timido, amante di letture e musiche americane.
L’Over the Rainbow che accompagna molti momenti del film è la chiave per interpretare la pellicola dei fratelli Taviani: non un esercizio storico o un rituale realistico come nelle pellicole di Ermanno Olmi, dell’epica resistenza appunto in montagna e dell’organizzazione partigiana agli assalti alle camice nere, bensì un poema epico-cavalleresco di ariostesca memoria, in cui il nemico assume la valenza di “merce di scambio” capace di far dipanare il turbamento del giovane Milton sino all’accettazione nel suo Paradiso perduto.
La researche proustiana del giovane si traduce proprio nella corsa sbrigativa, nei dialoghi e negli atteggiamenti forse troppo teatrali di Luca Marinelli (che interpreta all’altezza il ruolo forse con troppa enfasi), nella stilizzazione formale di una Fulvia (Valentina Bellè) ancorata ai clichè della ragazza agiata borghese
I fratelli Taviani, padri di un ottimo cinema, infondono al film rispetto al romanzo, epici momenti al servizio di un’esaltazione di una guerra che coinvolge tutto e tutti: inseriscono la figura di una bambina che scampata a una rappresaglia, dove la sua famiglia è stata barbaramente uccisa, resta accanto alla madre esangue oppure la morte di un ostaggio fascista fanatico della batteria.
Va bene, per carità. Non sia mai detto che il film debba essere copia spudorata di un libro.
Ma deve, nella sua lotta tra il privato e l’epico, restituire il senso della produzione fenogliana, il significato della resistenza, l’archetipo del partigiano reso “quasi” mito. Ed invece, la questione privata dei fratelli Taviani, è, pur se ottimo esercizio di stile, la caratterizzazione di una vertiginosa e affannosa ricerca di una vetta, una cima di una montagna oltre le nuvole della cecità di uno spudorato sospetto, nulla più.
E’ un bascular per monti, dove alla fine, non resta che scendere.
Scendere per crollare.
Scendere per tornare ancora dentro quelle nebbie che inglobano la nostra ferita non ancora rimarginata di un orrore che difficilmente troverà oblio.
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stellab
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lunedì 4 dicembre 2017
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da vedere
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interessante ma incompiuto
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emanuele1968
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domenica 26 novembre 2017
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bello
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Ma in sintesi nel bel mezzo della guerra Milton cercava Giorgio per chiedergli se era stato insieme alla Fulvia? bello Dunkirk
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fabiofeli
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martedì 14 novembre 2017
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il personale era (è) politico?
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Nell’autunno prima della Liberazione Milton (Luca Marinelli, in una nuova ottima prova) è un partigiano nelle brigate piemontesi: si arrampica in borghi sparsi sui monti immersi nella nebbia. Il pensiero di Fulvia (Valentina Bellè) non lo abbandona e lo riporta al casale dove passavano i pomeriggi con Giorgio (Lorenzo Richelmy). Tre amici cari: Giorgio e Fulvia impegnati in arrampicate sugli alberi o nell’ultimo ballo alla moda con perfetta armonia sulle note di un grammofono a tromba, che spesso permette l’ascolto di “Over the rainbow”, colonna sonora de “Il mago di Oz” di Victor Fleming; Milton li guarda e scrive poesie d’amore a Fulvia.
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Nell’autunno prima della Liberazione Milton (Luca Marinelli, in una nuova ottima prova) è un partigiano nelle brigate piemontesi: si arrampica in borghi sparsi sui monti immersi nella nebbia. Il pensiero di Fulvia (Valentina Bellè) non lo abbandona e lo riporta al casale dove passavano i pomeriggi con Giorgio (Lorenzo Richelmy). Tre amici cari: Giorgio e Fulvia impegnati in arrampicate sugli alberi o nell’ultimo ballo alla moda con perfetta armonia sulle note di un grammofono a tromba, che spesso permette l’ascolto di “Over the rainbow”, colonna sonora de “Il mago di Oz” di Victor Fleming; Milton li guarda e scrive poesie d’amore a Fulvia. Ora Fulvia è a Torino e Milton e Giorgio militano in due diverse brigate partigiane. Quell’intesa perfetta nel ballo significherà un’intesa più profonda tra i due, si chiede Milton. E quando gli dicono che Giorgio è stato catturato dagli “scarafaggi” (i fascisti in divisa nera) cerca di catturare uno di questi per scambiarlo con Giorgio e dissipare i suoi dubbi amorosi …
Tratto dall’omonimo romanzo di Fenoglio il film dei Taviani mantiene tutta la densa carica dello scritto. Il dilemma è: ha senso o no pensare al proprio personale domani nel momento che va vinta la guerra per salvare l’Italia e il mondo intero dall’abisso della barbarie e dell’oscurantismo? Per la sua questione privata Milton rischia la vita: per sfuggire alla cattura da parte degli scarafaggi ballando su un ponte minato. Si dice stupito: “Sono vivo! … Fulvia mi hai quasi ammazzato.”. Negli anni ’70 per giustificare la scelta di privilegiare la propria sfera privata all’impegno politico si era inventata la formula sbrigativa “il (l’interesse) personale è politico”. Ma allora, come ieri e oggi, è giusto girarsi dall’altra parte quando squadracce fasciste, con grande e consueto “coraggio”, massacrano un lavoratore bengalese indifeso solo perché è piccolo, “negro” e – così ha affermato un massacratore – “i bengalesi non si ribellano”? I fratelli Taviani sottolineano il loro No al fascismo, e cambiano il finale del libro lasciando vivere Milton. E con giusto motivo: continua a vivere chi non si piega alla barbarie dello sterminio di intere famiglie, donne vecchi e bambini compresi. Dopo uno di questi massacri una bimba sopravvissuta si leva dal gruppo dei morti, va a bere acqua nel casolare e poi torna ad accucciarsi vicino alla madre uccisa: forse spera che si tratti di un brutto sogno che si dileguerà col sole alto. Gli oggetti (le case bruciate e fumanti, i miseri giocattoli abbandonati, i borghi visti dall’alto) e il bel paesaggio immerso nelle nebbie, sia vere che simboliche dei dubbi personali di Milton, diventano veri personaggi. Una ottima prova, di nuovo, per i fratelli Taviani: un film da non mancare.
Valutazione ****
FabioFeli
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fabiofeli
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martedì 14 novembre 2017
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il personale era (è) politico?
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Nell’autunno prima della Liberazione Milton (Luca Marinelli, in una nuova ottima prova) è un partigiano nelle brigate piemontesi: si arrampica in borghi sparsi sui monti immersi nella nebbia. Il pensiero di Fulvia (Valentina Bellè) non lo abbandona e lo riporta al casale dove passavano i pomeriggi con Giorgio (Lorenzo Richelmy). Tre amici cari: Giorgio e Fulvia impegnati in arrampicate sugli alberi o nell’ultimo ballo alla moda con perfetta armonia sulle note di un grammofono a tromba, che spesso permette l’ascolto di “Over the rainbow”, colonna sonora de “Il mago di Oz” di Victor Fleming; Milton li guarda e scrive poesie d’amore a Fulvia.
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Nell’autunno prima della Liberazione Milton (Luca Marinelli, in una nuova ottima prova) è un partigiano nelle brigate piemontesi: si arrampica in borghi sparsi sui monti immersi nella nebbia. Il pensiero di Fulvia (Valentina Bellè) non lo abbandona e lo riporta al casale dove passavano i pomeriggi con Giorgio (Lorenzo Richelmy). Tre amici cari: Giorgio e Fulvia impegnati in arrampicate sugli alberi o nell’ultimo ballo alla moda con perfetta armonia sulle note di un grammofono a tromba, che spesso permette l’ascolto di “Over the rainbow”, colonna sonora de “Il mago di Oz” di Victor Fleming; Milton li guarda e scrive poesie d’amore a Fulvia. Ora Fulvia è a Torino e Milton e Giorgio militano in due diverse brigate partigiane. Quell’intesa perfetta nel ballo significherà un’intesa più profonda tra i due, si chiede Milton. E quando gli dicono che Giorgio è stato catturato dagli “scarafaggi” (i fascisti in divisa nera) cerca di catturare uno di questi per scambiarlo con Giorgio e dissipare i suoi dubbi amorosi …
Tratto dall’omonimo romanzo di Fenoglio il film dei Taviani mantiene tutta la densa carica dello scritto. Il dilemma è: ha senso o no pensare al proprio personale domani nel momento che va vinta la guerra per salvare l’Italia e il mondo intero dall’abisso della barbarie e dell’oscurantismo? Per la sua questione privata Milton rischia la vita: per sfuggire alla cattura da parte degli scarafaggi ballando su un ponte minato. Si dice stupito: “Sono vivo! … Fulvia mi hai quasi ammazzato.”. Negli anni ’70 per giustificare la scelta di privilegiare la propria sfera privata all’impegno politico si era inventata la formula sbrigativa “il (l’interesse) personale è politico”. Ma allora, come ieri e oggi, è giusto girarsi dall’altra parte quando squadracce fasciste, con grande e consueto “coraggio”, massacrano un lavoratore bengalese indifeso solo perché è piccolo, “negro” e – così ha affermato un massacratore – “i bengalesi non si ribellano”? I fratelli Taviani sottolineano il loro No al fascismo, e cambiano il finale del libro lasciando vivere Milton. E con giusto motivo: continua a vivere chi non si piega alla barbarie dello sterminio di intere famiglie, donne vecchi e bambini compresi. Dopo uno di questi massacri una bimba sopravvissuta si leva dal gruppo dei morti, va a bere acqua nel casolare e poi torna ad accucciarsi vicino alla madre uccisa: forse spera che si tratti di un brutto sogno che si dileguerà col sole alto. Gli oggetti (le case bruciate e fumanti, i miseri giocattoli abbandonati, i borghi visti dall’alto) e il bel paesaggio immerso nelle nebbie, sia vere che simboliche dei dubbi personali di Milton, diventano veri personaggi. Una ottima prova, di nuovo, per i fratelli Taviani: un film da non mancare.
Valutazione ****
FabioFeli
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