giuseppe tumolo
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martedì 26 aprile 2022
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isn''t she lovely
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A volte è difficile recensire alcuni film, del genere commedia, ma con questo provo a farlo comunque, e provo a tirar fuori quello che c'è di buono; perché ricordate in ogni cosa c'è sempre qualcosa di buono, ed a noi il compito più o meno arduo di trovarla!
Il dubbio che rimane irrisolto fino alla fine del film, sebbene lo pone sin dall'inizio, è: MA TUTTA QUESTA TECNOLOGIA CHE CI CIRCONDA IN REALTÀ CI AVVICINA O CI ALLONTANA?
Con un cellulare in mano, pronti a condividere molto di noi, così tanto che a volte ci stupiamo anche di averlo fatto, ci sentiamo più o meno soli? O proprio il cellulare è la conferma che siamo soli, così soli che non abbiamo il coraggio di ammetterlo neanche a noi stessi? Il cellulare, o smartphone, come dir si voglia, come unico amico!
Come unico testimone del nostro tempo che passa INESORABILMENTE.
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A volte è difficile recensire alcuni film, del genere commedia, ma con questo provo a farlo comunque, e provo a tirar fuori quello che c'è di buono; perché ricordate in ogni cosa c'è sempre qualcosa di buono, ed a noi il compito più o meno arduo di trovarla!
Il dubbio che rimane irrisolto fino alla fine del film, sebbene lo pone sin dall'inizio, è: MA TUTTA QUESTA TECNOLOGIA CHE CI CIRCONDA IN REALTÀ CI AVVICINA O CI ALLONTANA?
Con un cellulare in mano, pronti a condividere molto di noi, così tanto che a volte ci stupiamo anche di averlo fatto, ci sentiamo più o meno soli? O proprio il cellulare è la conferma che siamo soli, così soli che non abbiamo il coraggio di ammetterlo neanche a noi stessi? Il cellulare, o smartphone, come dir si voglia, come unico amico!
Come unico testimone del nostro tempo che passa INESORABILMENTE.
Ed allora se avete consapevolezza che il vostro tempo passa inesorabilmente perché sprecarlo a guardare dal buco della serratura la vita degli altri che per questo non riuscirete mai a vederla nella sua totalità, nel vano tentativo di comprenderla?
Tornando al film, forse vuol dimostrare che il mondo va avanti anche senza di noi, anche se noi ci vorremmo ostinare a rifiutare il progresso ed i suoi dispositivi: prima o poi, per un motivo od un altro esso, gioco forza, ci fagociterà! Ed allora forse sarebbe meglio prima, per non essere colti impreparati quando poi sarà davvero necessario attraversarlo?
Altro riflessione che stimola il film è: oggi, per il proprio futuro, è più importante avere una cultura tradizionale, fatta sui libri, o tecnologica, fatta sui social?
Da come alcuni hanno visto la loro vita stravolta forse "positivamente" ed economicamente con aumento dei loro follower, sembrerebbe che la "cultura" tecnologica oggi conti di più! Ma si sa, il successo non è importante raggiungerlo ma saperlo mantenere; sarebbe come per uno stupido vincere alla lotteria che non sa poi come capitalizzare e mettere a frutto le proprie risorse, inaspettatamente avute.
Insomma la solita diatriba: dottore/calciatore, professoressa/velina, e poi ci sono in mezzo tutti gli altri, con le loro vite, che continuamente raffrontano la loro "mediocre" con l'erba del vicino, ed a volte, per questo, si creano, credo immotivatamente, anche delle serie frustrazioni.
Comunque, film piacevole per chi ama il genere, durante la visione vi potete distrarre anche ogni tanto per consultare il vostro social preferito, tanto è facile riprendere il filo: non c'è nessun dettaglio che, perdendolo, v'impedirebbe di avere una serie ipoteca nello scoprire l'assassino prima della fine del film.
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giuseppe tumolo
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giovedì 11 novembre 2021
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isn''t she lovely
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A volte è difficile recensire alcuni film, del genere commedia, ma con questo provo a farlo comunque, e provo a tirar fuori quello che c'è di buono; perché ricordate in ogni cosa c'è sempre qualcosa di buono, ed a noi il compito più o meno arduo di trovarla!
Il dubbio che rimane irrisolto fino alla fine del film, sebbene lo pone sin dall'inizio, è: MA TUTTA QUESTA TECNOLOGIA CHE CI CIRCONDA IN REALTÀ CI AVVICINA O CI ALLONTANA?
Con un cellulare in mano, pronti a condividere molto di noi, così tanto che a volte ci stupiamo anche di averlo fatto, ci sentiamo più o meno soli? O proprio il cellulare è la conferma che siamo soli, così soli che non abbiamo il coraggio di ammetterlo neanche a noi stessi? Il cellulare, o smartphone, come dir si voglia, come unico amico!
Come unico testimone del nostro tempo che passa INESORABILMENTE.
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A volte è difficile recensire alcuni film, del genere commedia, ma con questo provo a farlo comunque, e provo a tirar fuori quello che c'è di buono; perché ricordate in ogni cosa c'è sempre qualcosa di buono, ed a noi il compito più o meno arduo di trovarla!
Il dubbio che rimane irrisolto fino alla fine del film, sebbene lo pone sin dall'inizio, è: MA TUTTA QUESTA TECNOLOGIA CHE CI CIRCONDA IN REALTÀ CI AVVICINA O CI ALLONTANA?
Con un cellulare in mano, pronti a condividere molto di noi, così tanto che a volte ci stupiamo anche di averlo fatto, ci sentiamo più o meno soli? O proprio il cellulare è la conferma che siamo soli, così soli che non abbiamo il coraggio di ammetterlo neanche a noi stessi? Il cellulare, o smartphone, come dir si voglia, come unico amico!
Come unico testimone del nostro tempo che passa INESORABILMENTE.
Ed allora se avete consapevolezza che il vostro tempo passa inesorabilmente perché sprecarlo a guardare dal buco della serratura la vita degli altri che per questo non riuscirete mai a vederla nella sua totalità, nel vano tentativo di comprenderla?
Tornando al film, forse vuol dimostrare che il mondo va avanti anche senza di noi, anche se noi ci vorremmo ostinare a rifiutare il progresso ed i suoi dispositivi: prima o poi, per un motivo od un altro esso, gioco forza, ci fagociterà! Ed allora forse sarebbe meglio prima, per non essere colti impreparati quando poi sarà davvero necessario attraversarlo?
Altro riflessione che stimola il film e: oggi, per il proprio futuro, è più importante avere una cultura tradizionale, fatta sui libri, o tecnologica, fatta sui social?
Da come alcuni hanno visto la loro vita stravolta forse "positivamente" ed economicamente con aumento dei loro follower, sembrerebbe che la "cultura" tecnologica oggi conti di più! Ma si sa, il successo non è importante raggiungerlo ma saperlo mantenere; sarebbe come per uno stupido vincere alla lotteria che non sa poi come capitalizzare e mettere a frutto le proprie risorse, inaspettatamente avute.
Insomma la solita diatriba: dottore/calciatore, professoressa/velina, e poi ci sono in mezzo tutti gli altri, con le loro vite, che continuamente raffrontano la loro "mediocre" con l'erba del vicino, ed a volte, per questo, si creano, credo immotivatamente, anche delle serie frustrazioni.
Comunque, film piacevole per chi ama il genere, durante la visione vi potete distrarre anche ogni tanto per consultare il vostro social preferito, tanto è facile riprendere il filo: non c'è nessun dettaglio che, perdendolo, v'impedirebbe di avere una serie ipoteca nello scoprire l'assassino prima della fine del film.
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bibob
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mercoledì 31 marzo 2021
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senza senso
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all'inizio parla di due prof che sarebbero antitetici e il tema sembrerebbe essere "la tecnologia". dopo qualche scenetta scadente su questo, si passa a parlare di altro come se gli argomenti fossero scelti a casaccio e chi ha fatto il film non capisse qual è il tema e dove dovesse andare a parare. alla fine, un groviglio di nulla.
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cinzia de carolis
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sabato 21 novembre 2020
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film spazzatura
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Bocciato su tutti i fronti ! Sceneggiatura inesistente ...fa acqua da tutte le parti ! Pieno di luoghi comuni banalità e assurdità ....!! " Mi hai fatto allevare una figlia che non è la mia " ....una delle battute più infelici !! Peccato per Gassman e Giallini !! Assurdo il contributo del Mibact cinema !!
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diego paroni
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lunedì 20 aprile 2020
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troppo squallore
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Alcuni divertenti spunti iniziali e la bravura dei due protagonisti annegano in una sconclusionata commediola, con troppa accondiscendenza verso personaggi e comportamenti squallidi, con troppe parolacce, con troppa mediocrità.
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mari66
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mercoledì 13 novembre 2019
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film scadente
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Veramente brutto. Se i film italiani sono diventati questo non andiamo da nessuna parte, altro che segnalazione per il Nastro d'argento. Non fa ridere, non ha logica. Personaggi esasperati, ms non approfinditi. L'unica cosa positiva è la presenza di Gassmann, veramente sprecato, ma non basta.L'argomento poteva essere interessante, ma non si può girare un film così. Non sono riuscita a vederlo tutto.
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topolinik
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venerdì 6 settembre 2019
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raffazzonato e dimenticabile
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Cominciamo subito col dire che Gassman e Giallini sono l'unico punto di forza del film: perfettamente calati nel ruolo, mettono in scena due personaggi che forse verosimili non sono, ma che credibili si, e i trascorsi teatrali di entrambi aiutano. Gassman è un perfetto piacione iperconnesso, iconico italiano che vive di espedienti (tanto che insegna pur non capendo un'acca della sua materia), e Giallini costruisce il suo prof assestando un bel 6 nella scala del ruvido da zero a Schiavone, con calibrati innesti di empatica fragilità.
Ciò detto, non bastano due attori di prim'ordine a salvare un film realizzato in modo pessimo. La sceneggiatura, pecca gravissima, porta molta, troppa carne al fuoco e si perde in mille rivoli, rendendo faticoso procedere verso il finale.
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Cominciamo subito col dire che Gassman e Giallini sono l'unico punto di forza del film: perfettamente calati nel ruolo, mettono in scena due personaggi che forse verosimili non sono, ma che credibili si, e i trascorsi teatrali di entrambi aiutano. Gassman è un perfetto piacione iperconnesso, iconico italiano che vive di espedienti (tanto che insegna pur non capendo un'acca della sua materia), e Giallini costruisce il suo prof assestando un bel 6 nella scala del ruvido da zero a Schiavone, con calibrati innesti di empatica fragilità.
Ciò detto, non bastano due attori di prim'ordine a salvare un film realizzato in modo pessimo. La sceneggiatura, pecca gravissima, porta molta, troppa carne al fuoco e si perde in mille rivoli, rendendo faticoso procedere verso il finale. Offre molti spunti per riflettere sui nostri tempi (l'invasività della tecnologia, l'evoluzione dei rapporti interpersonali, il sempre difficile percorso scolastico che si intreccia con la crescita, la maturità della paternità, il dramma della disoccupazione - nel sorprendente coinquilino di Gassman) senza mai approfondirne nessuno e l'avanzare del film si trascina non seguendo la risoluzione di una storia ma il semplice susseguirsi di nuovi accadimenti, spesso sottilmente legati ad altri precedenti, se non proprio pretestuosi (si veda l'insensato crollo di una terrazza). Nonostante resta chiara quale fosse l'idea iniziale del film, non resta traccia di temi delicatissimi e oggi universali, ridotti a fugaci spot da un perplesso Giannini che si affacia al web: possono le faccine e i pollici sostituire/affiancarsi ad una relazione personale? perché anche quando manda una foto e riceve riscontri positivi, comunque lo si vede solo in casa. E' sorprendete o no scoprire l'enormità dell'odio con cui ci si può scontrare esponendosi in una discussione, un link o una semplice citazione? Sarà esploso oggi, grazie agli smartphone, o è sempre esistito? E quanto è sprecata la citazione Wildeiana di fronte alla scoperta che dietro la maschera di un nickname il nostro prof si sente più "se stesso" se poi il film vira verso altri (insulsi) intrecci?
I personaggi comprimari sono distantissimi e impalpabili, a cominciare da una figlia (molto carina la scena che sintetizza la sua crescita) che parla poco, subisce senza battere ciglio e sa svanire per tre giorni nella camera accanto. Il coinquilino di Gassman, drogato e disoccupato ma dai molteplici talenti, è solo uno sfigato che non ha raggiunto la giusta posizione in graduatoria al MIUR, tanto è vero che spiega i limiti a un incerto Gassman, docente che la cattedra ce l'ha e non si capisce perché. Dopo una tollerabile costruzione della coppia dei cameramen (anche se una è donna) che tuttavia riesce ad attirare l'attenzione grazie al caratterino di lei, l'espediente scade nell'istante in cui Nazzareno apre bocca, demolendo quel poco di credibilità che il ruolo gli aveva conferito. Non si può neanche ignorare l'evidente ordinarietà e costanza nella promiscuità sessuale senza senso tra i personaggi (dalla quale solo Ernesto pare escluso) che non trova riscontri in sviluppi concreti, se non nel creare ulteriore confusione in un contesto già affollato di suo.
Insomma, tanto materiale messo insieme alla buona si poteva risparmiare per concentrarsi invece su una minore cerchia di temi e svilupparli con cura. No, non credo resterà traccia di questo film nella storia del cinema, nonostante l'eccentricità di farci provare un pizzico di simpatia per un Nazi.
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flavioarca
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sabato 22 giugno 2019
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debole
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Debole pantomima sul fin troppo attuale dualismo tra la tecnologia dei cellulari ed una vita sconnessa da internet, selfie e social network. Gassman e Giallini tengono botta, ma la storia è veramente troppo banale per riuscire a coinvolgere e a far immedesimare lo spettatore . Il finale consolatorio e politicamente corretto vuol chiudere il cerchio ma la debolezza di questo film consiste proprio nel non aver mai saputo osare. Il tema pur ampiamente dibattuto, poteva essere affrontato in maniera meno retorica, e sicuramente avrebbe avuto un risultato migliore. L'ambientazione è ancor più scontata, poichè la scuola è il terreno più classico dove si sviluppano queste trame dei social network.
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Debole pantomima sul fin troppo attuale dualismo tra la tecnologia dei cellulari ed una vita sconnessa da internet, selfie e social network. Gassman e Giallini tengono botta, ma la storia è veramente troppo banale per riuscire a coinvolgere e a far immedesimare lo spettatore . Il finale consolatorio e politicamente corretto vuol chiudere il cerchio ma la debolezza di questo film consiste proprio nel non aver mai saputo osare. Il tema pur ampiamente dibattuto, poteva essere affrontato in maniera meno retorica, e sicuramente avrebbe avuto un risultato migliore. L'ambientazione è ancor più scontata, poichè la scuola è il terreno più classico dove si sviluppano queste trame dei social network. Un film banale, che riesce ad essere appena sufficiente, grazie alla bravura dei protagonisti.
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onufrio
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giovedì 13 giugno 2019
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maledetta ignoranza
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Quello che doveva essere una sorta di analisi e confronto fra la vita con e senza social o tecnologie informatiche varie, si trasforma in un ibrido mal riuscito in tutto, colpa di una sceneggiatura banale quanto sempliciotta che non dà forza alle proprie idee di base e non convince nè invita a riflettere, in quanto tutto rimane sospeso nella superficialità e sul leggero, ma quel leggero che non diverte, anzi annoia e a tratti dà pure fastidio.
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rob8
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giovedì 2 agosto 2018
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pasticcio poco digeribile
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Il cinema di Bruno si risolve spesso in un pastiche di ingredienti, il cui amalgama risulta alla fine poco digeribile. Come in questo caso, dove il tema dell’utilizzo sconsiderato della rete si intreccia con le storie private di due maturi insegnanti, di un intera scolaresca e dei suoi docenti, della figlia cineasta di uno dei protagonisti, del fidanzato di lei e del suo datore di lavoro, di una coppia di inquilini drogati, di una comunità di persone che cerca di disintossicarsi da internet raccogliendo funghi, eccetera eccetera.
Davvero troppo, anche per un regista di maggiore levatura. Così, il film si arena presto in un andamento narrativo lento e poco credibile, dove anche Gassman e Giallini appaiono sotto tono rispetto ad altre più brillanti prove comuni.
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Il cinema di Bruno si risolve spesso in un pastiche di ingredienti, il cui amalgama risulta alla fine poco digeribile. Come in questo caso, dove il tema dell’utilizzo sconsiderato della rete si intreccia con le storie private di due maturi insegnanti, di un intera scolaresca e dei suoi docenti, della figlia cineasta di uno dei protagonisti, del fidanzato di lei e del suo datore di lavoro, di una coppia di inquilini drogati, di una comunità di persone che cerca di disintossicarsi da internet raccogliendo funghi, eccetera eccetera.
Davvero troppo, anche per un regista di maggiore levatura. Così, il film si arena presto in un andamento narrativo lento e poco credibile, dove anche Gassman e Giallini appaiono sotto tono rispetto ad altre più brillanti prove comuni. Non riscattano il film nemmeno alcune scelte stilistiche da “nuovo cinema”, come l’interpello dello spettatore da parte degli attori o il mischiamento linguistico tra finzione, documentario e web.
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