dandy
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mercoledì 17 marzo 2021
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gli ultimi anni.
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Non un biopic,ma una dolente rievocazione dell'ultimo momento di gloria della celebre coppia,durante le esibizioni teatrali in Europa.Il regista sfrutta con competenza un budget esiguo(appena 10 milioni di dollari),girando con competenza(il bel piano sequenza iniziale),ricostruendo accuratamente il periodo e riproducendo(o alludendo) a molte gag del duo(da "Ospedale di contea" a "La scala musicale").Reilly e Coogan,a partire dalla mimesi,sono perfetti e l'ultima sequenza del ballo sulle note della musica di Marvin Hatley di "I fanciulli del West" non può non commuovere.Ma se il discorso della leggendaria amicizia che contraddistinse il legame tra i due e il connubio tra divertimento immortale e immensa malinconia per un'epoca(e soprattutto una collaborazione)ormai perdute non fa una grinza,la storia(basata sul memoriale "Laurel & Hardy-The british Tours" di A.
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Non un biopic,ma una dolente rievocazione dell'ultimo momento di gloria della celebre coppia,durante le esibizioni teatrali in Europa.Il regista sfrutta con competenza un budget esiguo(appena 10 milioni di dollari),girando con competenza(il bel piano sequenza iniziale),ricostruendo accuratamente il periodo e riproducendo(o alludendo) a molte gag del duo(da "Ospedale di contea" a "La scala musicale").Reilly e Coogan,a partire dalla mimesi,sono perfetti e l'ultima sequenza del ballo sulle note della musica di Marvin Hatley di "I fanciulli del West" non può non commuovere.Ma se il discorso della leggendaria amicizia che contraddistinse il legame tra i due e il connubio tra divertimento immortale e immensa malinconia per un'epoca(e soprattutto una collaborazione)ormai perdute non fa una grinza,la storia(basata sul memoriale "Laurel & Hardy-The british Tours" di A.J. MArriot)patisce una certa impostazione televisiva,e una prevedibile acriticità nell'analisi del rapporto tra i due comici,anche laddove in disaccordo:l'episodio del contratto con la Fox è un falso storico,in realtà firmarono entrambi sebbene gli esiti non furono buoni per via delle totali imposizioni produttive impostegli.Ad ogni modo,un progetto indubbiamente sentito,che non meritava l'insuccesso di pubblico pressochè ovunque(poco più di 5 milioni in patria e poco più di 20 nel resto del mondo).Probabile segno della tragica e ignobile dimenticanza da parte delle messe odierne di un duo immortale che ha rappresentato e rappresenterà sempre uno dei pilastri della comicità.
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nicoladimi
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giovedì 24 settembre 2020
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mitici
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Un giusto tributo a questa mitica coppia che non ha bisogno di questo film per essere dichiarati leggende. Bravi i due protagonisti in un ruolo per niente facile, anzi avevo timore che facessero un pastrocchio, invece si sono dimostrati all’altezza dei due superbi attori che dovevano interpretare.
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brunopepi
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sabato 19 settembre 2020
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seduce attraverso l''emozione
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Concordo con tutte le recensioni del pubblico dinanzi ad un'opera altamente coinvolgente specialmete per chi, nella propria infanzia o gioventù, ha ammirato e si è divertito con i più grandi artisti della risata in bianco e nero, secondi a mio parere, solo a Charlie Chaplin. Il film è una poesia anche dentro la drammaticità dei fatti dove il regista Jon S. Baird, peraltro finalmente al suo primo successo internazionale, riesce ad estromettere con maestria, attraverso un'ottima sceneggiatura, un cuadro nitido ed esplicito del loro arco di vita professionale che va dal 1937 fino al declino fisico ed artistico. Dire che John Really avesse dovuto per eccellenza impersonare Ollio era scontato, la sua naturale rassomiglianza non ha dovuto creare smarrimento tra gli addetti al trucco e parruco.
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Concordo con tutte le recensioni del pubblico dinanzi ad un'opera altamente coinvolgente specialmete per chi, nella propria infanzia o gioventù, ha ammirato e si è divertito con i più grandi artisti della risata in bianco e nero, secondi a mio parere, solo a Charlie Chaplin. Il film è una poesia anche dentro la drammaticità dei fatti dove il regista Jon S. Baird, peraltro finalmente al suo primo successo internazionale, riesce ad estromettere con maestria, attraverso un'ottima sceneggiatura, un cuadro nitido ed esplicito del loro arco di vita professionale che va dal 1937 fino al declino fisico ed artistico. Dire che John Really avesse dovuto per eccellenza impersonare Ollio era scontato, la sua naturale rassomiglianza non ha dovuto creare smarrimento tra gli addetti al trucco e parruco...sommando un altro prestigioso centro dopo le ottime prove di "Carnage" e "I fratelli Sisters".
Degne di lode comunque le prove di ambedue i protagonisti i quali hanno saputo tenere in mano le redini della nostra attenzione per tutta la durata del film, senza attimi di noia ne di scarso interesse, il tutto contornato da una suggestiva ed incantevole fotografia nonchè da una deliziosa ricostruzione degli interni ed esteni.
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francescofacchinetti
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martedì 19 maggio 2020
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emozione per ogni palato.
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Vabbè se piagne, non giriamoci intorno. Regia e sceneggiatura discrete, alla “Green Book” per capirci, di quel cinema lievemente d’autore ma commestibile per qualsiasi palato. La pellicola è rilevante grazie ai due mostri che interpretano Stan & Oliver (Steve Coogan e John C. Reilly) e grazie alla forza emotiva di un duo che era molto più di un duo comico. Stanlio e Ollio erano due amici, due fratelli, due metà di una stessa persona che fin da subito si è sovrapposta ai personaggi rendendo difficile da comprendere la differenza tra quello che erano sul palco e quello che erano nella vita di tutti i giorni. Gli anni più difficili quelli analizzati nel film, gli anni dei “se” e dei “ma” (mai degli “ormai”) quelli dell’età che avanzava, della salute che indietreggiava, quelli di un amore che era verde come il primo giorno, o forse di più.
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felicity
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mercoledì 6 novembre 2019
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documentato, preciso e appassionato
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Il film è una storia malinconica che sviluppa in tre atti il percorso di un’amicizia come fosse quello di una storia d’amore senza tempo (il riavvicinamento, il conflitto, la pacificazione catartica) e regala il palco ai magnifici protagonisti.
Stanlio & Ollio è principalmente un tour de force mimetico dei suoi interpreti: John C. Reilly, nascosto ma non frenato dal costume che lo rende obeso, regala una tenerezza sfrontata al suo Ollio, mentre lo Stanlio di Steve Coogan è intriso di un cinismo amaro e di una disillusione feroce. L’impatto mimetico definisce il film, ne detta tempi e toni in una messa in scena semplice e languidamente pop.
Il cuore del film è il rapporto tra i due attori e la loro parabola artistica, le loro differenze caratteriali smussate da un affetto pudico e mai dichiarato, la loro capacità di essere, sempre e comunque, al centro di un palcoscenico, come mostra la scena migliore del film in cui i due litigano durante un party in loro onore.
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Il film è una storia malinconica che sviluppa in tre atti il percorso di un’amicizia come fosse quello di una storia d’amore senza tempo (il riavvicinamento, il conflitto, la pacificazione catartica) e regala il palco ai magnifici protagonisti.
Stanlio & Ollio è principalmente un tour de force mimetico dei suoi interpreti: John C. Reilly, nascosto ma non frenato dal costume che lo rende obeso, regala una tenerezza sfrontata al suo Ollio, mentre lo Stanlio di Steve Coogan è intriso di un cinismo amaro e di una disillusione feroce. L’impatto mimetico definisce il film, ne detta tempi e toni in una messa in scena semplice e languidamente pop.
Il cuore del film è il rapporto tra i due attori e la loro parabola artistica, le loro differenze caratteriali smussate da un affetto pudico e mai dichiarato, la loro capacità di essere, sempre e comunque, al centro di un palcoscenico, come mostra la scena migliore del film in cui i due litigano durante un party in loro onore.
C’è una dolcezza incredibile in questo film biografico che usa due personaggi famosi come specchietto per le allodole per raccontare una storia che avrebbe potuto avere come protagonisti anche due caratteri inventati.
Perché ciò su cui si sofferma la sceneggiatura sono i piccoli momenti tra di loro, la maniera in cui si intendono al volo quando scrivono una gag, la difficoltà nel non litigare, il sopportarsi a vicenda e proteggersi quando è il caso.
Stanlio & Ollio è sia un film su un sodalizio tra due uomini che sembrano volersi bene e curarsi a vicenda meglio e più di come si possa fare in un matrimonio, sia uno su come si finisca per diventare il proprio lavoro: in sintesi è una parabola sull'amicizia.
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onufrio
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martedì 5 novembre 2019
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l'ultimo spettacolo
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Ritratto umano e malinconico, senza lustrini nè esagerazioni, del duo comico più importante e famoso della storia del cinema. Un racconto leggero e scorrevole che coinvolge lo spettatore. Il film parte dall'apice della loro carriera,il 1937, per poi concentrarsi sulla parabola discendente quando nel 1953 la coppia si reca in Gran Bretagna per un lungo tour teatrale con lo scopo di poter girare ancora un ennesimo film. Il film, Robin Hood, rimarrà soltanto un puro sogno, un progetto mai realizzato; emblematica la scena in cui Stan guarda una locandina del cinema con Gianni e Pinotto (quasi fosse un cambio di consegna). Formidabili il duo di attori protagonisti.
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viaggiorchestrale
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domenica 6 ottobre 2019
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una biografia commovente
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stan laurel ed holiver hardi una coppia di comici universali, essi sono stati il bianco e il rosso del cinema comico di tutti i tempi i re dello slapstick dopo chaplin.Questo film ne descrive una biografia tenera e commovente, dove i personaggi e la vita reale, a tratti si impossessano l'uno dell'altra. Una storia dove vien fuori non solo l'amore per l'arte della commedia, ma l'arte vera della costruzione di un amicizia, lunga quanto una tournee ,ma intensa come la vita. Narrando i due artisti nelle esibizioni, negli amori e nei peccati veniali, alla fine vi regalerà una lacrima di gioia.
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frascop
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giovedì 19 settembre 2019
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un bel film con un finale stupendo
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Il regista scozzese Jon S. Baird, su sceneggiatura di Jeff Pope (quello di Philomena) racconta di Stan Laurel e Oliver "Babe" Hardy quando nel 1953 partono per una tournée teatrale in Inghilterra. Sono passati sedici anni dal momento d'oro della loro carriera hollywoodiana e, anche se milioni di persone amano ancora Stanlio e Ollio e ridono soltanto a sentirli nominare, la televisione sta minacciando l'abitudine culturale di andare a teatro. Molti preferiscono andare al cinema a vedere i loro capolavori del passato oppure i nuovi Gianni e Pinotto, piuttosto che scommettere sulle loro esibizioni in teatrini di second'ordine. Eppure i due vecchi compari, con Ollio sempre più malato, sanno ancora divertirsi e divertire e la tournée diventa per loro l'occasione di passare del tempo insieme, fuori dal set, come non avevano mai fatto prima.
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Il regista scozzese Jon S. Baird, su sceneggiatura di Jeff Pope (quello di Philomena) racconta di Stan Laurel e Oliver "Babe" Hardy quando nel 1953 partono per una tournée teatrale in Inghilterra. Sono passati sedici anni dal momento d'oro della loro carriera hollywoodiana e, anche se milioni di persone amano ancora Stanlio e Ollio e ridono soltanto a sentirli nominare, la televisione sta minacciando l'abitudine culturale di andare a teatro. Molti preferiscono andare al cinema a vedere i loro capolavori del passato oppure i nuovi Gianni e Pinotto, piuttosto che scommettere sulle loro esibizioni in teatrini di second'ordine. Eppure i due vecchi compari, con Ollio sempre più malato, sanno ancora divertirsi e divertire e la tournée diventa per loro l'occasione di passare del tempo insieme, fuori dal set, come non avevano mai fatto prima. E' l'occasione per riconoscere per la prima volta il sentimento di amicizia che li lega. Un bel film, anche se malinconico, con un finale stupendo. Si apprendono molte cose su una coppia che tutti abbiamo amato, a cominciare dalla insuperabile matematica scrittura dei loro numeri ad opera di Stanlio.
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lizzy
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domenica 15 settembre 2019
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a kind of magic
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Si è sempre parlato di "magia" a proposito di cinema...
Beh...se non è pura magia questo film non so cosa altro possa esserlo.
Magia, perchè ci riporta in vita due vecchi, ma immortali, amici di sempre. Io con Stanlio e Ollio ci sono nato e cresciuto. Ancora oggi guardarli non mi sembra patetico o "vintage". Sono emozioni pure e candide. Sono sensazioni di leggerezza e libertà. Un altro mondo che, oggigiorno, esiste sempre, ma fa fatica ad emergere.
Magia perchè sembra veramente che i due attori siano loro. Sia da giovani che da anziani. Perchè i gesti, le facce, le movenze, tutto riporta in vita (per magia!) i nostri due eroi.
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Si è sempre parlato di "magia" a proposito di cinema...
Beh...se non è pura magia questo film non so cosa altro possa esserlo.
Magia, perchè ci riporta in vita due vecchi, ma immortali, amici di sempre. Io con Stanlio e Ollio ci sono nato e cresciuto. Ancora oggi guardarli non mi sembra patetico o "vintage". Sono emozioni pure e candide. Sono sensazioni di leggerezza e libertà. Un altro mondo che, oggigiorno, esiste sempre, ma fa fatica ad emergere.
Magia perchè sembra veramente che i due attori siano loro. Sia da giovani che da anziani. Perchè i gesti, le facce, le movenze, tutto riporta in vita (per magia!) i nostri due eroi. Gli effetti speciali ed il lavoro delle Maestranze (con la M maiuscola) sono stati eccezionali.
Questo film è perfetto: non saprei pensarlo od immaginarlo meglio.
Magia perchè, malgrado il tema del film, ancora riesci a ridere con gag stupide come quella della stazione dove i due, entrando ed uscendo dalle porte, non si ritrovano (quasi) mai. Io, che non ho battuto ciglio fino a quel punto del film, ho cominciato a ridere di cuore fino a piangere... e il pianto non era solo di gioia, ma qualcosa misto alla grave sensazione di perdita dei due mostri sacri del cinema e del teatro che sono stati Stanlio e Ollio. Un pianto liberatorio anche, perchè, rivedendo il film, per quei momenti ho capito che non basta essere su questo piano terreno per essere "in vita".
Sicuramente gli Americani sanno fare il loro mestiere nella "settima arte" e questo "Stanlio e Ollio" ce lo dimostra in pieno.
Un film dove io, anche cercando ripetutamente, ed in profondità, non ho notato sbavature od imperfezioni.
La trama è quella che è e, reale o basata su qualche fatto, e non ci interessa se parta dalla tournee europea o ci siano molte invenzioni dello scrittore: il film è fantastico e ci racconta, oltre che di una sana e reale amicizia, di una coppia di umili persone, pur con tutti i loro difetti e contraddizioni, che viveva per divertire il pubblico.
E quale altro pregio può avere un capitano, se non stare al suo posto quando la nave affonda?
Quale altro può avere un attore se non morire in scena?
Ricordate il Calvero di "Luci della Ribalta"? Forse che Babe (Ollio) non segue la sua scia volendo comunque rimanere sul palco e ballare, conoscendo la propria situazione fisica?
Infine come non spendere una parola sul "fedele" Stan Laurel, affidabile compagno di viaggio del suo "amico" Oliver Hardy?
Irremovibile fino alla fine (non lavorò più senza l'amato compagno) continuò a scrivere scenette per la coppia come se in futuro i due avessero potuto esibirsi ancora.
Insieme, ovviamente.
Magia. Pura magia.
Di quella che ci serve per vivere e...restare sempre in vita.
Malgrado tutto.
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daniela tucci
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mercoledì 28 agosto 2019
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ottimo
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Ottima recensione. Ho visto il film e da questa recensione ho compreso di più il suo senso. Preciso e intenso la recensione di Lucio Di Loreto. Grazie.
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