ghinos
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lunedì 28 giugno 2010
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ma veramente lo trovate bello?
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Ho visto questo film due volte: nel 1968, quando ero un bambino, e oggi (2010), alla Tv; mi è rimasto impresso da allora, lo ricordavo per le splendide ambientazioni e l'eleganza dell'insieme.
Ecco, il mio giudizio è rimasto nella sostanza proprio quello di quando ero bambino.
Tolta l'eleganza formale, rimane ben poco.
Il flashback è male strutturato, i dialoghi e la storia nel suo complesso lasciano indifferenti, sembra la brutta copia di un racconto della De Beauvoir, ancorchè ambientato in un contesto incantevole.
Albert Finney recita con la grazia di un giocatore di baseball, alcune scene forse vorrebbero far ridere ma non ci riescono, sembrano un cibo preconfezionato, mentre altre non hanno senso, forse agli occhi più disincantati di chi, come me, il '68, che allora stava arrivando, poi l'ha visto trascorrere da lontano.
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Ho visto questo film due volte: nel 1968, quando ero un bambino, e oggi (2010), alla Tv; mi è rimasto impresso da allora, lo ricordavo per le splendide ambientazioni e l'eleganza dell'insieme.
Ecco, il mio giudizio è rimasto nella sostanza proprio quello di quando ero bambino.
Tolta l'eleganza formale, rimane ben poco.
Il flashback è male strutturato, i dialoghi e la storia nel suo complesso lasciano indifferenti, sembra la brutta copia di un racconto della De Beauvoir, ancorchè ambientato in un contesto incantevole.
Albert Finney recita con la grazia di un giocatore di baseball, alcune scene forse vorrebbero far ridere ma non ci riescono, sembrano un cibo preconfezionato, mentre altre non hanno senso, forse agli occhi più disincantati di chi, come me, il '68, che allora stava arrivando, poi l'ha visto trascorrere da lontano.
Certi particolari, come le galline che razzolano nel giardino accanto ad una piscina, mi fanno sorridere, penso che in quegli anni, probabilmente, i nostri genitori erano meno attenti ai particolari e forse più sognatori di noi.
Le uniche cose splendide e ancor oggi inavvicinabili sono la grazia di Audrey Hepburn, le automobili, e una Costa Azzurra che non c'è più (e infatti sembra di essere in Liguria, speriamo non si guasti).
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andrea47
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mercoledì 18 marzo 2009
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film vecchio...ancora giovane
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buona recitazione ,bella storia.consigliato x tutte le generazioni
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bette_davis
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mercoledì 28 maggio 2008
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amore senza morte
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L'amore, il denaro, la felicità.
Il regista non avrebbe potuto trovare attori migliori per questa pellicola. La Hepburn, nello splendore della maturità, riesce a convincerci di essere una ragazzina per metà del tempo e una donna ferita per l'altra metà.
Finney è meno glamorous ma forse per questo più credibile nei panni dell'uomo che cede al cinismo, alla noia, alla seduzione della ricchezza.
Quella ricchezza che non rende più felici, perché ottenuta allontanandosi dall'oggetto del proprio amore. "Johanna..." ripete un giovane Finney ustionato ma pieno di passione; per anni non la chiamerà più con lo stesso tono.
Una coppia travolta dalla normalità, con echi bergmaniani che qui si fanno lievi, e sempre sottolineati da quegli occhi ora tristi, ora perduti, ora sorridenti: quei "grandi, magici occhi" di cui parlava e scriveva W.
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L'amore, il denaro, la felicità.
Il regista non avrebbe potuto trovare attori migliori per questa pellicola. La Hepburn, nello splendore della maturità, riesce a convincerci di essere una ragazzina per metà del tempo e una donna ferita per l'altra metà.
Finney è meno glamorous ma forse per questo più credibile nei panni dell'uomo che cede al cinismo, alla noia, alla seduzione della ricchezza.
Quella ricchezza che non rende più felici, perché ottenuta allontanandosi dall'oggetto del proprio amore. "Johanna..." ripete un giovane Finney ustionato ma pieno di passione; per anni non la chiamerà più con lo stesso tono.
Una coppia travolta dalla normalità, con echi bergmaniani che qui si fanno lievi, e sempre sottolineati da quegli occhi ora tristi, ora perduti, ora sorridenti: quei "grandi, magici occhi" di cui parlava e scriveva W. Holden in "Insieme a Parigi".
La domanda è: è possibile ritrovarsi lungo la strada senza passare attraverso il crogiuolo del tradimento reciproco, del dolore inferto con intenzione, dell'allontanamento rancoroso? Oppure senza tutto questo si è fatalmente destinati a scivolare in una quieta indifferenza giù giù fino al silenzio dell'anima?
NOTA PERSONALE:
Visto per la prima volta a vent'anni e amato da subito, anche per quella canzone così manciniana.
Negli anni seguenti, ogni volta che una storia d'amore scricchiolava in modo preoccupante, finivo sempre per cantarla tra me e me (alternandola con "The way we were").
A volte, lo faccio ancora...
BD
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(di audreyh)
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filippo
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lunedì 19 maggio 2008
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per audrey
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Audrey Hepburn era una meravigliosa creatura,splendita ed elegante.ha me piacciono tutti i suoi film , vacanze romane,sabrina,guerra e pace,come rubare un milione di dollari e vivere felici,colazione da tiffany,insieme a parigi,due per la strada,sciarada,storia di una monaca, my fire lady,cenerentola a parigi,etc...etc...
ottimo film
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erni
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giovedì 28 febbraio 2008
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capolavoro
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una delle interpretazioni di maggior spicco della leggendaria audrey hepburn.
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10
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mercoledì 13 febbraio 2008
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10
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den
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domenica 10 febbraio 2008
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bellissimo film
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sentimentale ma intelligente...
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pfp1972
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martedì 30 ottobre 2007
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musica henry mancini
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Se interessa, il motivo di "Two for the road" di Mancini è stato riproposto da Pat Metheny e Carlie Haden nel cd "beyond the missouri sky" di qualche anno fa.... belissimo
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hologram
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giovedì 31 maggio 2007
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two for the road - due per la strada
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....e quella musica è così meravigliosa che vorrei sentira sempre. Peccato non riuscire a trovarla su nessun CD di Henry Mancini.
Un film d'amore per niente banale, anche grazie a quella musica.
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