gionni 4/4
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martedì 19 marzo 2024
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ci si può accontentare
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Il film scivola senza difficoltà. Una Bryce Dallas sempre splendida. Esterni in modalità "lotta nel fango".
M.M. è un attore di livello. I lupi ci sono tutti.
E poi quella goccia di miele alla fine.
Ottima serata
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figliounico
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domenica 14 maggio 2023
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la retorica del sogno americano
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Stephen Gaghan con una storia vera a disposizione che ha dell’incredibile come soggetto sceglie di puntare tutto sull’istrionismo di McConaughey, che stavolta eccede e non tanto nella trasformazione fisica, che porterà all’estremo in Cocaine, ma nella caratterizzazione del suo personaggio, che sfocia spesso nel caricaturale, sovraccaricando così una storia che è già straordinaria di per sé e che inevitabilmente rischia di trasformarsi in una farsa o di passare in secondo piano rispetto alla performance attoriale del protagonista. Occasione in parte sprecata, ma film godibile, anche per la bella fotografia di Robert Elswit dei paesaggi incontaminati della foresta pluviale del Borneo indonesiano.
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Stephen Gaghan con una storia vera a disposizione che ha dell’incredibile come soggetto sceglie di puntare tutto sull’istrionismo di McConaughey, che stavolta eccede e non tanto nella trasformazione fisica, che porterà all’estremo in Cocaine, ma nella caratterizzazione del suo personaggio, che sfocia spesso nel caricaturale, sovraccaricando così una storia che è già straordinaria di per sé e che inevitabilmente rischia di trasformarsi in una farsa o di passare in secondo piano rispetto alla performance attoriale del protagonista. Occasione in parte sprecata, ma film godibile, anche per la bella fotografia di Robert Elswit dei paesaggi incontaminati della foresta pluviale del Borneo indonesiano. Peccato che il figlio del dittatore Suharto sia presentato, quasi con simpatia, come uno scapestrato rampollo a caccia di affari e di donne, tacendo sui massacri compiuti dalla sua famiglia per reprimere l’opposizione comunista. Ma sarebbe stato illusorio aspettarsi che un tipico prodotto hollywoodiano di puro intrattenimento attaccasse un regime filoamericano instaurato probabilmente con l’aiuto dell’intelligence. Dei rapporti tra Gerald Ford e la grande multinazionale mineraria che cerca in tutti i modi di appropriarsi della miniera d’oro, invece, si fa un accenno di sfuggita mostrando un immagine di repertorio televisiva dell’ex presidente. La cosa sembra una pura illazione, un’amenità senza fondamento che peraltro non viene nemmeno approfondita. Meglio comunque lasciar perdere gli impicci politici e soffermarsi sulla storia d’amore dell’imprenditore ubriacone con l’avvenente moglie, innamorata nonostante le scappatelle del marito, interpretata da Bryce Dallas Howard, o sulla storia di amicizia con l’affascinante geologo imbroglione, Édgar Ramírez. Il personaggio di McConaughey, pur essendo un alcolista poco affidabile, è presentato come un eroe positivo poiché crede nei valori fondanti della società a stelle e strisce, ossia la famiglia, l’amicizia e soprattutto il sogno americano, la grande illusione che il cinema d’oltreoceano non si stanca retoricamente di predicare e propagandare in tutto il mondo nonostante i quaranta milioni di poveri che vivono negli States.
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peter patti
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lunedì 10 aprile 2023
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matthew mcconaughey superstar
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Il film sfiora 5 stelle ("capolavoro") e ricorda le fatiche di protagonisti e troupe dei film di Werner Herzog e Klaus Kinski ('Aguirre...', 'Fitzcarraldo'...). Alcuni similitudini visive (e in parte drammaturgiche) anche con 'Mud', con lo stesso McConaughey e soprattutto con 'Il Petroliere' ('There will Be Blood'), interpretato da un'altra stella del cinema contemporaneo: Daniel Day-Lewis.
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luca scialo
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sabato 17 aprile 2021
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non è tutto oro quello che luccica
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Lo sceneggiatore e regista Stephen Gaghan racconta una storia vera che ha visto come protagonista una società canadese a metà anni '90. L'oro, la finanza che crea e brucia denaro come niente fosse, la povertà e le dittature di posti remoti del mondo, l'avidità umana, ma anche l'amicizia. Sono questi ed altri gli ingredienti di questa pellicola, che vede come protagonista il sempre ottimo caratterista Matthew McConaughey nei panni di Kenny Laws, il proprietario di una società operativa nel settore aureo, ereditata dal padre e già di proprietà del nonno. Laws, sull'orlo del fallimento, si affida ad un autentico segugio dei metalli preziosi: Michael Acosta, interpretato da Edgar Ramirez.
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Lo sceneggiatore e regista Stephen Gaghan racconta una storia vera che ha visto come protagonista una società canadese a metà anni '90. L'oro, la finanza che crea e brucia denaro come niente fosse, la povertà e le dittature di posti remoti del mondo, l'avidità umana, ma anche l'amicizia. Sono questi ed altri gli ingredienti di questa pellicola, che vede come protagonista il sempre ottimo caratterista Matthew McConaughey nei panni di Kenny Laws, il proprietario di una società operativa nel settore aureo, ereditata dal padre e già di proprietà del nonno. Laws, sull'orlo del fallimento, si affida ad un autentico segugio dei metalli preziosi: Michael Acosta, interpretato da Edgar Ramirez. Il quale però si rivelerà tutt'altra persona. I vari colpi di scena rendono la storia interessante e appassionante. Lo stile hollywoodiano di raccontare "i lupi di Wall street" fa il resto. Insomma, la morale è tra le più classiche: "non è tutto oro quello che luccica". Ma il talento di McConaughey, quello sì che oro vero.
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enzo70
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mercoledì 9 dicembre 2020
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un grande matthew mcconaughey per un bel film
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Bellissimo film tratto da un’incredibile storia vera, in cui si contaminano mondi diversi. Da un lato un imprenditore minerario in difficoltà, Kenny Wells, visionario ed alcolizzato; dall’altro un geologo che trova, o meglio dice di aver trovato, oro in una miniera indonesiana. Sullo sfondo all’inizio, ma poi protagonista la finanza che tutto macina, ricchezze e vite. Qualsiasi ulteriore indizio farebbe perdere il piacere di gustarsi un film veramente bello, esaltato dalla splendida interpretazione di Matthew McConaughey. Il vortice della finanza, le false amicizie, i premi e poi la dannazione vengono resi in maniera perfetta per un film che a mio avviso avrebbe meritato maggiori riscontri.
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Bellissimo film tratto da un’incredibile storia vera, in cui si contaminano mondi diversi. Da un lato un imprenditore minerario in difficoltà, Kenny Wells, visionario ed alcolizzato; dall’altro un geologo che trova, o meglio dice di aver trovato, oro in una miniera indonesiana. Sullo sfondo all’inizio, ma poi protagonista la finanza che tutto macina, ricchezze e vite. Qualsiasi ulteriore indizio farebbe perdere il piacere di gustarsi un film veramente bello, esaltato dalla splendida interpretazione di Matthew McConaughey. Il vortice della finanza, le false amicizie, i premi e poi la dannazione vengono resi in maniera perfetta per un film che a mio avviso avrebbe meritato maggiori riscontri. Consigliatissimo.
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vepra81
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martedì 21 agosto 2018
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gold ma non troppo
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Film ispirato ad una storia vera molto interessante. Ho trovato questo film in parte lento e noioso. Bravi gli attori e chi ha scelto le musiche. Avrei tagliato alcune scene per rendere il tutto più scorrevole e di impatto.
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liuk!
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sabato 2 settembre 2017
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storia interessante
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Storia interessante, da approfondire, buono il ritmo e discreta la sceneggiatura. Si capisce troppo presto (fin dal titolo per la verità) che si tratta di una truffa, quindi il finale risulta scontato. Non c'è molto altro da dire, il prodotto è buono ma manca di pathos. Comunque lo consiglio.
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lupo67
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martedì 25 luglio 2017
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un film per difetto
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Voto: 6
Diretto dal regista di Syriana, e interpretato da Matthew McConaughey, Gold tenta di raccontare la storia di un uomo (Kenny Wells) che trova il più grande giacimento d’oro del XX secolo.
Dico “tenta” perché ci riesce solo in parte. Le intenzioni della sceneggiatura erano quelle di mostrare un uomo avido, un perdente assetato dei successi dei suoi genitori e nonni, che tra difficoltà, malattie, e perdita degli affetti, finisce solo per cadere nel tritacarne di banche e società di affari.
Per questa prova attoriale, McConaughey è pesantemente truccato e si è inciccionito a patate e birra per un mese (mia moglie: ma perché lo fanno sempre brutto?).
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Voto: 6
Diretto dal regista di Syriana, e interpretato da Matthew McConaughey, Gold tenta di raccontare la storia di un uomo (Kenny Wells) che trova il più grande giacimento d’oro del XX secolo.
Dico “tenta” perché ci riesce solo in parte. Le intenzioni della sceneggiatura erano quelle di mostrare un uomo avido, un perdente assetato dei successi dei suoi genitori e nonni, che tra difficoltà, malattie, e perdita degli affetti, finisce solo per cadere nel tritacarne di banche e società di affari.
Per questa prova attoriale, McConaughey è pesantemente truccato e si è inciccionito a patate e birra per un mese (mia moglie: ma perché lo fanno sempre brutto?). Al di là della somiglianza ventrale, la sua performance scivola sulla stessa buccia di banana capitata a Leonardo DiCaprio con il personaggio di Jordan Belfort in The Wolf of Wall Street. Entrambi i personaggi (Wells e Belfort) ne sono usciti pasticciati e adombrati dalle faccette egocentriche dei rispettivi attori. Ed è un po’ ironico, perché proprio nel film in cui DiCaprio fa la smorfiosetta, McConaughey è apparso per cinque dei suo migliori minuti nel ruolo di Mark Hanna (forse è esagerato, ma quei cinque minuti sono davvero stupefacenti).
Migliore la prova di Edgar Ramirez, che interpreta il personaggio di Michael Acosta, suo socio in affari, e che riesce a spiccare con una buona recitazione, più misurata e aderente al personaggio. Nel ruolo di Kay, la fidanzata del perdente, c’è la brava Bryce Dallas Howard, la quale ha capito assai meglio del divo chi sia Kenny Wells, e con la sua recitazione ci restituisce alla perfezione tutto il dramma di una donna che nonostante tutto ama l’uomo odioso che le sta accanto.
La regia brilla nell’intreccio politico, nelle sale riunioni delle grandi aziende, nell’uso dei primi piani, ma trascura invece la parte in Indonesia, che avrebbe dovuto essere sia funzionale a trasmettere il duro e paziente lavoro di un prospettore minerario, sia nello svolgere il compito di organo emozionale della trama, ma che appare come cresciuta in un altro corpo e inserita chirurgicamente.
Il titolo in orginale dell’opera è solo Gold. In italiano viene svelata parte della trama, ed è un peccato perché a conti fatti merita di essere vista, ma il voto non può essere che per difetto, esattamente come il film.
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iuriv
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sabato 22 luglio 2017
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stupidi titoli.
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Ispirato a una storia vera, Gold ci narra le peripezie di Kenny Wells, erede di una grande industria mineraria ormai destinata al fallimento. E' una storia che parla di sogni e di ambizione nel perseguirli contro il desiderio di denaro facile spesso perpetrato da una società avida.
Gold è una pellicola d'avventura, possiamo dire: fisica, durante i viaggi di Kenny in Indonesia ad esempio, quanto psicologica, nella lotta del protagonista contro i suoi demoni fatti di illusione e bottiglie da svuotare.
Formalmente ineccepibile, contiene in se tutte le caratteristiche tipiche di questo genere.
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Ispirato a una storia vera, Gold ci narra le peripezie di Kenny Wells, erede di una grande industria mineraria ormai destinata al fallimento. E' una storia che parla di sogni e di ambizione nel perseguirli contro il desiderio di denaro facile spesso perpetrato da una società avida.
Gold è una pellicola d'avventura, possiamo dire: fisica, durante i viaggi di Kenny in Indonesia ad esempio, quanto psicologica, nella lotta del protagonista contro i suoi demoni fatti di illusione e bottiglie da svuotare.
Formalmente ineccepibile, contiene in se tutte le caratteristiche tipiche di questo genere. C'è lo split screen, una colonna sonora finemente selezionata, una Bryce Dallas Howard slavatina ma incapace di invecchiare, persino qualche tentativo di montaggio alternato. Il tutto spruzzato da un filetto di intrigo finanziario che di 'sti tempi torna sempre buono.
Un lavoro che si regge quasi interamente sulle gambe malferme di Mattew McConaughey, un attore che ormai da tempo ha sfondato con un calcio la porta che lo separava dalla stanza dei più grandi, varcando la soglia con la prepotenza dei migliori. Qui, addirittura imbruttito e ingrassato, fornisce una prestazione al solito convincentissima nei panni dell'ubriacone perso nei meandri dei propri sogni folli. A dargli manforte è specialmente Edgar Ramirez, ottimo caratterista che devo aver visto in settecento occasioni ma a cui non ho mai saputo dare un nome. Il duo funziona a meraviglia. L'uno con la sua indole autodistruttiva, l'altro con l'aspetto del bell'avventuriero dalla mano fatata, si completano in un mix potenzialmente fantastico.
Eppure qualcosa dev'essere andato storto. La distanza tra lo spettatore e lo schermo può apparire breve in certi frangenti, però rimane sempre tangibile. Quasi che il patto tra il pubblico e l'autore sia andato a farsi benedire fin da subito.
Del resto capita quando si decide di svelare il colpo di scena più importante fin dal titolo italiano. Tutta la prima parte della visione l'ho passata ad aspettare la famosa truffa, situazione che mi ha fatto perdere una buona dose dell'atmosfera creata dagli autori.
Se ci si fosse limitati a lasciare il nome originale dell'opera, magari, mi sarei goduto questo spettacolo con uno spirito diverso. Così com'è, purtroppo, il film non mi ha regalato nessuna soddisfazione.
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[+] la grande truffa dei titoli
(di no_data)
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pierdelmonte
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sabato 24 giugno 2017
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peccato... non mi e' piaciuto
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Indubbiamente bravi i protagonisti Matthew McConaughey e Edgar Ramirez, sempre determinanti per confezionare un buon film fotografia e musiche, ottime, ma nonostante tutte queste componenti non mi ha convinto. Insomma durante la visione la storia non mi convinceva e avvinceva, banali gli up and down degli eventi, pesanti i bicchierini di whisky in ogni scena. Il regista stephen Gaghan poteva impegnarsi di piu’.
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