Su questa serie è già stato scritto tutto e ne è già stato posto in evidenza il livello: la prova attoriale, i dialoghi curatissimi, l'ambientazione e i costumi, il doppio punto di vista, il ritmo, il modo in cui viene delineata la figura complessa e carismatica di Pablo Escobar resa dallo strepitoso Moura.
La frase iniziale, il riferimento al "Realismo magico" letterario riassume perfettamente l'atmosfera dell'intera narrazione.
Aggiungo solo che dissento da quanti dicono che si sarebbe potuto approfondire maggiormente il rapporto con gli USA e la loro ingerenza con l'Ispanoamerica: si sarebbe appesantita col rischio di distogliere l'attenzione da Pablo-Wagner.
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Su questa serie è già stato scritto tutto e ne è già stato posto in evidenza il livello: la prova attoriale, i dialoghi curatissimi, l'ambientazione e i costumi, il doppio punto di vista, il ritmo, il modo in cui viene delineata la figura complessa e carismatica di Pablo Escobar resa dallo strepitoso Moura.
La frase iniziale, il riferimento al "Realismo magico" letterario riassume perfettamente l'atmosfera dell'intera narrazione.
Aggiungo solo che dissento da quanti dicono che si sarebbe potuto approfondire maggiormente il rapporto con gli USA e la loro ingerenza con l'Ispanoamerica: si sarebbe appesantita col rischio di distogliere l'attenzione da Pablo-Wagner. Inoltre ad uno spettatore attento certi dettagli non sfuggiranno certo; come quando l'ambiguo inviato della CIA va nella selva colombiana a chiedere la collaborazione dei paramilitari e commenta l'appellativo con il quale gli si sono rivolti dicendo "Non mi chiamano più così dai tempi de La escuela de América"... una battuta, ma dietro c'è un mondo.
La terza stagione regge perfettamente il livello e chiude il cerchio...
Bellissima, personalmente la metto molto al di sopra di Breaking bad.
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