paride86
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venerdì 6 giugno 2014
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discreto
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Thriller interessante e di piacevole atmosfera che, però, non riessce a dare una sferzata decisa e definitiva allo svolgimento dei fatti.
Deludente e approssimativo il finale.
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toty bottalla
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mercoledì 4 agosto 2010
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manca qualcosa...
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La storia, un po' ingarbugliata avrebbe avuto bisogno di più ritmo nel suo svolgimento, di rendere più misteriosi
i personaggi marginali, ci voleva forse una suspance più incisiva e un finale più intenso.
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nikol83
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mercoledì 29 aprile 2009
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dove comincia la notte ..inizia il sonno..
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ho visto il film fino ad un ora..poi lo tolto..perchè?
non succede nulla, zero...ma che giallo è?dove c'è il mistero?c'è solo noia..
dove comincia la notte ..inizia il sonno..appunto!
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manuela
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lunedì 31 dicembre 2007
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dove comincia la notte
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Caro Allix,
io ero stata affascinata dal trailer del film, lo avevo anche visto, ma forse ero troppo piccola per capire il significato....ricordo ancora che non ero riuscita a capire il finale....Mi piacerebbe pero' rivederlo da adulta, non lo trovo pero' da nessuna parte purtroppo.....
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allix
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venerdì 15 giugno 2007
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un appello: lo voglio rivedere!
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Avati ha firmato la sceneggiatura di questo film, che quasi nessuno ha visto, ma che è rimsto potentemente impresso nella mia memoria. Ricordo ancora il trailer: era l'estate 1991 e la voce fuori campo diceva che "a volte la verità ha il volto deforme della follia". Un bel film, che deve molto a "La casa dalle finestre che ridono" quanto a tematiche scabrose e sensazioni malsane. La storia morbosa del professore che aveva una relazione con la studentessa minorenne, poi morta suicida per lo scandalo; l'abbandono del tetto coniugale da parte della di lui moglie e del figlio; il ritorno di quest'ultimo, dopo la morte del padre, per mettere a posto l'eredità ed indennizzare i parenti della giovane Glenda, chiudendo così i conti riguardo quella brutta vicenda.
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Avati ha firmato la sceneggiatura di questo film, che quasi nessuno ha visto, ma che è rimsto potentemente impresso nella mia memoria. Ricordo ancora il trailer: era l'estate 1991 e la voce fuori campo diceva che "a volte la verità ha il volto deforme della follia". Un bel film, che deve molto a "La casa dalle finestre che ridono" quanto a tematiche scabrose e sensazioni malsane. La storia morbosa del professore che aveva una relazione con la studentessa minorenne, poi morta suicida per lo scandalo; l'abbandono del tetto coniugale da parte della di lui moglie e del figlio; il ritorno di quest'ultimo, dopo la morte del padre, per mettere a posto l'eredità ed indennizzare i parenti della giovane Glenda, chiudendo così i conti riguardo quella brutta vicenda. Ma le cose vanno in modo strano: la presenza della ragazza morta è ovunque, c'è il suo smalto per le unghie, c'è chi giura che sia viva, ci sono porte che si aprono senza spiegazione...
Il finale non si può rivelare, ma è meraviglioso: come ne "LA casa dalle finestre che ridono", è rivelatore, perché la verità si scopre, ma non è affatto consolatorio. Rimane il rimpianto di aver visto questo gioiellino una sola volta, quasi dieci anni fa, durante quello che è stato (a quanto ne so) uno dei pochissimi passaggi televisivi; non è neppure disponibile in dvd. Come afferma l'autore della recensione "Una novità che galleggia nel vuoto", è veramente spiacevole che un film del genere, notevole per vari motivi, sia stato penalizzato dallo scarso successo di pubblico, mentre certo ciarpame nazionale (e non) ha un immenso successo al botteghino, viene riproposto in migliaia di diverse edizioni dvd e programmato in tv mille volte all'anno, fino alla nausea. Vi prego, riscopriamo pellicole come questa!
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[+] anch'io vorrei tanto rivederlo!
(di rita l. g.)
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[+] anch'ioooooo!!!!
(di sauro plesio)
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enrico
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lunedì 30 aprile 2001
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una novità che galleggia nel vuoto
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Il film è uscito nelle sale nel 1991 ed è rimasto totalmente ignorato, soprattutto in Italia, dove, almeno negli ultimi anni, la produzione cinematografica non ha segnalato particolari exploits, intrappolata com'è tra il comico commerciale e lo pseudo intellettualismo radical-chic.
Il film di Zaccaro si segnala per una trrama assolutamente non banale che può senz'altro funzionare anche come riflessione sul puitanesimo che ancora attanaglia la provincia americana e, più in generale, sullo sgretolamento dell'istituzione famigliare che, filtrata dall'obbietivo del regista e di Avati, diviene un'arena per un sottile gioco al massacro. Emblematiche di tutto ciò la follìa finale di Irving che imbandisce la tavola per un nucleo famigliare inesistente, ormai in preda al delirio e la canzoncina dolce della infanzia mutata letteralmente in una sonata di spettri.
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Il film è uscito nelle sale nel 1991 ed è rimasto totalmente ignorato, soprattutto in Italia, dove, almeno negli ultimi anni, la produzione cinematografica non ha segnalato particolari exploits, intrappolata com'è tra il comico commerciale e lo pseudo intellettualismo radical-chic.
Il film di Zaccaro si segnala per una trrama assolutamente non banale che può senz'altro funzionare anche come riflessione sul puitanesimo che ancora attanaglia la provincia americana e, più in generale, sullo sgretolamento dell'istituzione famigliare che, filtrata dall'obbietivo del regista e di Avati, diviene un'arena per un sottile gioco al massacro. Emblematiche di tutto ciò la follìa finale di Irving che imbandisce la tavola per un nucleo famigliare inesistente, ormai in preda al delirio e la canzoncina dolce della infanzia mutata letteralmente in una sonata di spettri.
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