marco cipriani
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mercoledì 22 giugno 2022
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buon cast per un film mediocre
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Comencini perde la bussola?
Non per pignoleria, ma un principiante sarebbe stato più attento. Al minuto 1.09.55", nella scena tra Mastroianni e la Bisset, entra nell'inquadratura dall'alto a destra un magnifico microfono e non per poco... Cosa pensare? Uno delle tante gaffe di montaggio o una "simpatica" soluzione del regista per avvicinarci alla pura fiction?
Mah!
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carloalberto
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martedì 11 gennaio 2022
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film datato e noioso nonostante il cast
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Comencini traspone un romanzo giallo di Fruttero e Lucentini in una commedia all’italiana, genere di cui è maestro, con la sceneggiatura dei soliti Age e Scarpelli. Morricone ripropone la colonna sonora di Un cittadino al di sopra di ogni sospetto, riveduta e corretta, ma fiacca e monotona e senza la forza ed il ritmo di quella straordinaria ed indimenticabile del capolavoro di Petri. Scialba la recitazione di Mastroianni nella sua interpretazione, non memorabile, del commissario Santamaria. Fanno meglio Trintignant e Aldo Reggiani nella parte della coppia gay, sebbene coloriscano un po’ troppo i loro personaggi, alla maniera de’ Il vizietto, rendendoli quasi caricaturali.
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Comencini traspone un romanzo giallo di Fruttero e Lucentini in una commedia all’italiana, genere di cui è maestro, con la sceneggiatura dei soliti Age e Scarpelli. Morricone ripropone la colonna sonora di Un cittadino al di sopra di ogni sospetto, riveduta e corretta, ma fiacca e monotona e senza la forza ed il ritmo di quella straordinaria ed indimenticabile del capolavoro di Petri. Scialba la recitazione di Mastroianni nella sua interpretazione, non memorabile, del commissario Santamaria. Fanno meglio Trintignant e Aldo Reggiani nella parte della coppia gay, sebbene coloriscano un po’ troppo i loro personaggi, alla maniera de’ Il vizietto, rendendoli quasi caricaturali. Il cast è ricco e variegato, pieno di volti noti della televisione e vecchi caratteristi, con la presenza di due grandi attori di teatro, Lina Volonghi e Claudio Gora, di una star internazionale, Jacqueline Bisset, ed altri ottimi professionisti dell’epoca come Giuseppe Anatrelli e Omero Antonutti. Nonostante lo straordinario cast e tranne alcuni siparietti comici con Pino Caruso, il film è datato, convenzionale, noioso, ed appare come un ennesimo, stanco, triste ed intristito esemplare di commedia all’italiana, genere che a metà degli anni ‘70 aveva esaurito ormai del tutto la sua vitalità e si sarebbe, finalmente, estinto da lì a qualche anno.
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mdm
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mercoledì 10 luglio 2019
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perfetto sotto ogni aspetto
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Alcuni amici ritengono che il libro di F&L è insuperabile e che un film non può renderlo. Si può essere naturalmente d'accordo, ma ciò non toglie che questo film è per me un vero capolavoro. Merito del regista o degli attori? Non sono in grado di giudicare e da semplice appassionato di gialli posso solamente sostenere che ogni particolare del film è perfetto: Torino, la campagna, le espressioni dialettali, i vari personaggi della vicenda, tanto i minori quanto i principali. Non sono riuscito a trovare 'un'imperfezione' e dire che l'avrò visto almeno dieci volte. La colonna sonora basterebbe da sola...
E' vero la base di partenza è un'opera straordinaria di Fruttero e Lucentini (come ha giustamente scritto CRI, la classe non è acqua), ma Comencini ha davvero realizzato un capolavoro (anche qui la classe.
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Alcuni amici ritengono che il libro di F&L è insuperabile e che un film non può renderlo. Si può essere naturalmente d'accordo, ma ciò non toglie che questo film è per me un vero capolavoro. Merito del regista o degli attori? Non sono in grado di giudicare e da semplice appassionato di gialli posso solamente sostenere che ogni particolare del film è perfetto: Torino, la campagna, le espressioni dialettali, i vari personaggi della vicenda, tanto i minori quanto i principali. Non sono riuscito a trovare 'un'imperfezione' e dire che l'avrò visto almeno dieci volte. La colonna sonora basterebbe da sola...
E' vero la base di partenza è un'opera straordinaria di Fruttero e Lucentini (come ha giustamente scritto CRI, la classe non è acqua), ma Comencini ha davvero realizzato un capolavoro (anche qui la classe...). Ripeto non si tratta solo di un cast perfetto (che nostalgia di quegli attori), ma della cura di ogni particolare. La Bisset non era solo al massimo della sua bellezza, ma si muoveva a proprio agio nella parte. Sembrava proprio della Torino bene (vorrei sottolineare la grandezza della doppiatrice, una vera artista. Se non sbaglio dovrebbe essere Germana Dominici). Merito della Bisset o di Comencini? Non saprei, ma il risultato è questo. Forse solo un giallo francese può raggiungere tali vette, non certo un giallo statunitense, con tutto il rispetto per alcuni loro film memorabili. Per chiudere vorrei solo ricordare il grande Claudio Gora che in questo film è stato veramente eccezionale.
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e. hyde
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venerdì 10 giugno 2016
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passate una buona notte
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Scritto con disinvoltura da Age e Scarpelli, diretto con finezza e sensibilità da Luigi Comencini, segue fedelmente il magistrale romanzo di Fruttero e Lucentini, una intrigante miscela di thriller e commedia con un originale e complicato intreccio e uno spaccato sociale ed economico preciso anche se non molto approfondito. Il regista mescola, alterna la sua vena comica e quella melodrammatica, temi e generi (grottesco compreso) con grande mestiere. La fotografia di Luciano Tovoli è sapiente e ricercata, la musica di Ennio Morricone è semplice ma molto accattivante. Tutto il cast è straordinario: Jacqueline Bisset, allora considerata la più bella attrice del mondo è in un ruolo, tra il sentimentale e il decadente, di moglie annoiata di un ricco industriale che passa le giornate con schermaglie intellettuali e discussioni circa la corretta pronuncia di Boston con un suo amico (interpretato con finezza da Jean-Louis Trintignant), erede aristocratico snob molto sicuro di sé occupato in gran parte da una ricerca di stile: ritiene volgare sia avere una macchina costosa che una a buon mercato quindi prende il taxi.
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Scritto con disinvoltura da Age e Scarpelli, diretto con finezza e sensibilità da Luigi Comencini, segue fedelmente il magistrale romanzo di Fruttero e Lucentini, una intrigante miscela di thriller e commedia con un originale e complicato intreccio e uno spaccato sociale ed economico preciso anche se non molto approfondito. Il regista mescola, alterna la sua vena comica e quella melodrammatica, temi e generi (grottesco compreso) con grande mestiere. La fotografia di Luciano Tovoli è sapiente e ricercata, la musica di Ennio Morricone è semplice ma molto accattivante. Tutto il cast è straordinario: Jacqueline Bisset, allora considerata la più bella attrice del mondo è in un ruolo, tra il sentimentale e il decadente, di moglie annoiata di un ricco industriale che passa le giornate con schermaglie intellettuali e discussioni circa la corretta pronuncia di Boston con un suo amico (interpretato con finezza da Jean-Louis Trintignant), erede aristocratico snob molto sicuro di sé occupato in gran parte da una ricerca di stile: ritiene volgare sia avere una macchina costosa che una a buon mercato quindi prende il taxi. Loro bersaglio è il declino sociale e morale personificato da un architetto fallito, ricattatore e maniaco sessuale (il sempre misurato Claudio Gora in una delle sue tante felici caratterizzazioni). In una lettera scritta a mano la donna ne vorrebbe l'omicidio (rituale?). Quando viene ucciso, il commissario Santamaria (Mastroianni) è incaricato dalle più alte autorità di agire con i i guanti e altissima discrezione. Come la Bisset e Trintignant anche Mastroianni ha grande eleganza e sottigliezza in un personaggio ricco di sfumature: serio e sensibile, attratto dalla Torino sofisticata con un occhio di riguardo per le donne ma che con senso del dovere persegue con tenacia l'indagine. Il suo confronto con la bella altoborghese, che vede nel caso un modo per ingannare la noia, misura l'abisso tra un ceto vuoto e inutile e gli onesti lavoratori come nel cinema populista del ventennio (ad esempio nelle opere di Mario Camerini, in cui alle tinte cattoliche e fasciste si univano venature socialiste e umanitarie: “Gli uomini che mascalzoni”; “Darò un milione”; "Il signor Max”; "Grandi magazzini”). La coppia omosessuale è presentata come normale quando esserlo e ammetterlo era un problema. Una memorabile Lina Volonghi è la bigotta che lamenta il lassismo verso le prostitute che entrano nel giardino della sua villa. La gente comune, i benpensanti odiano gli irregolari, gli spostati, gli anormali, gli ossessi, cui imputano la pretesa di conoscere solo loro la durezza di una vita di vergogna, di sconfitta, di impotenza. Benpensanti arcaici e chiusi moralisti arrivano a desiderare se non a mettere in atto l'eliminazione dei “diversi”. Il film (e il libro) adotta il punto di vista del commissario, malinconico per un ordine sociale travolto dai fatti ma indulgente e comprensivo. Non giudica. Intanto il cuore magico e gotico di Torino pulsa sotto la facciata. Il film evidenzia i rapporti di classe anche se il suo umorismo non prende tutto sul serio; ma Trintignant, all'epoca, affermò: "È un thriller, ma soprattutto un film su una Torino che esiste davvero, una città strana dove ci sono 700.000 siciliani e 300.000 torinesi, i siciliani poveri, i torinesi ricchi, i siciliani sfruttati e i torinesi sfruttatori, una città in cui vi è una tensione assolutamente straordinaria. Questi sono personaggi decadenti che sono alla fine di una civiltà."
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davidino.k.b.
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domenica 18 ottobre 2015
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giallo settantino
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attori sublimi, vizi della Torino di altri tempi ma attualissimi.
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burton99
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giovedì 29 dicembre 2011
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la donna della domenica
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Nell'anno del ben più celebre "Profondo rosso", il 1975, il grande Luigi Comencini confeziona il film che se la cava molto egregiamente, a dire il vero molto di più del film prima nominato. Marcello Mastroianni caratterizza un commissario che dal sud va al nord, a Torino per precisione (la mia città!), Jacqueline e Jean - Louis Trintignant fanno il loro e Aldo Reggiani interpreta meravigliosamente un omosessuale senza mai tirare in ballo questo tema. Un giallo riuscito anche per Comencini, per le grandi riprese di Torino che rispecchiano le lunghe descrizioni del libro Fruttero - Lucentini (1972), la caratteristica del film di essere volgare ma non troppo e infine l'ottima colonna sonora di Ennio Morricone e il riconoscibile tema principale.
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Nell'anno del ben più celebre "Profondo rosso", il 1975, il grande Luigi Comencini confeziona il film che se la cava molto egregiamente, a dire il vero molto di più del film prima nominato. Marcello Mastroianni caratterizza un commissario che dal sud va al nord, a Torino per precisione (la mia città!), Jacqueline e Jean - Louis Trintignant fanno il loro e Aldo Reggiani interpreta meravigliosamente un omosessuale senza mai tirare in ballo questo tema. Un giallo riuscito anche per Comencini, per le grandi riprese di Torino che rispecchiano le lunghe descrizioni del libro Fruttero - Lucentini (1972), la caratteristica del film di essere volgare ma non troppo e infine l'ottima colonna sonora di Ennio Morricone e il riconoscibile tema principale. Riuscitissimo e raffinato nella sua eleganza non troppo ingombrante, è importante per una buona solidità dell'intreccio e per l'ottima caratterizzazione dei personaggi, narrativamente parlando.
Buona visione.
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burton99
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giovedì 29 dicembre 2011
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la donna della domenica
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Nell'anno del ben più celebre "Profondo rosso", il 1975, il grande Luigi Comencini confeziona il film che se la cava molto egregiamente, a dire il vero molto di più del film prima nominato. Marcello Mastroianni caratterizza un commissario che dal sud va al nord, a Torino per precisione (la mia città!), Jacqueline e Jean - Louis Trintignant fanno il loro e Aldo Reggiani interpreta meravigliosamente un omosessuale senza mai tirare in ballo questo tema. Un giallo riuscito anche per Comencini, per le grandi riprese di Torino che rispecchiano le lunghe descrizioni del libro Fruttero - Lucentini (1972), la caratteristica del film di essere volgare ma non troppo e infine l'ottima colonna sonora di Ennio Morricone e il riconoscibile tema principale.
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Nell'anno del ben più celebre "Profondo rosso", il 1975, il grande Luigi Comencini confeziona il film che se la cava molto egregiamente, a dire il vero molto di più del film prima nominato. Marcello Mastroianni caratterizza un commissario che dal sud va al nord, a Torino per precisione (la mia città!), Jacqueline e Jean - Louis Trintignant fanno il loro e Aldo Reggiani interpreta meravigliosamente un omosessuale senza mai tirare in ballo questo tema. Un giallo riuscito anche per Comencini, per le grandi riprese di Torino che rispecchiano le lunghe descrizioni del libro Fruttero - Lucentini (1972), la caratteristica del film di essere volgare ma non troppo e infine l'ottima colonna sonora di Ennio Morricone e il riconoscibile tema principale. Riuscitissimo e raffinato nella sua eleganza non troppo ingombrante, è importante per una buona solidità dell'intreccio e per l'ottima caratterizzazione dei personaggi, narrativamente parlando.
Buona visione.
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paolo 67
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lunedì 7 novembre 2011
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la pronuncia di "boston"
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Che Luigi Comencini sia uno dei registi più "americani" del nostro cinema lo dimostra questo giallo con tutti gli ingredienti giusti tratto dall'omonimo best-seller di Fruttero e Lucentini dal cast ricco ed eterogeneo (che classe Jacqueline Bisset) e dalla sceneggiatura magistrale (di Age e Scarpelli). Nei limiti della confezione (di alta professionalità) per puro divertimento, un'ottimo spaccato della Torino resa ricca dalla Fiat e dei suoi personaggi.
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fedeleto
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lunedì 12 luglio 2010
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la donna assassina...
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Ogni volta che si va al cinema a vedere un giallo ,ci si aspetta sempre di capire chi e' l'assassino, e per quale motivo agisca.La donna della domenica,firmato dal grande regista luigi comencini,e' si un giallo ma anche molto ambizioso ,poiche scava nella vita della persone altolocate per arrivare a comprendere il motivo di un omicidio riguardante un ambiguo architetto.Da un punto si vista intrinseco il film manifesta una sua struttura solida(si ricorda che la sceneggiatura e' tratta da un romanzo) e riesce magnificamente a esprimere tale dote con colpi di scena che danno un tocco di suspence (l'inseguimento della macchina bianca col parafango urtato),sicuramente non siamo di fronte ad un giallo alla fulci,o alla martino, ma l'abilita' di comencini non e' del tutto indifferente,e sperimenta questo genere in maniera piu' che sufficente,interessante la parte del commisario di mastroianni( anche se nn convince al cento per cento) ma un grande encomio va fatto alla bisset per la sua eccezionale bellezza.
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Ogni volta che si va al cinema a vedere un giallo ,ci si aspetta sempre di capire chi e' l'assassino, e per quale motivo agisca.La donna della domenica,firmato dal grande regista luigi comencini,e' si un giallo ma anche molto ambizioso ,poiche scava nella vita della persone altolocate per arrivare a comprendere il motivo di un omicidio riguardante un ambiguo architetto.Da un punto si vista intrinseco il film manifesta una sua struttura solida(si ricorda che la sceneggiatura e' tratta da un romanzo) e riesce magnificamente a esprimere tale dote con colpi di scena che danno un tocco di suspence (l'inseguimento della macchina bianca col parafango urtato),sicuramente non siamo di fronte ad un giallo alla fulci,o alla martino, ma l'abilita' di comencini non e' del tutto indifferente,e sperimenta questo genere in maniera piu' che sufficente,interessante la parte del commisario di mastroianni( anche se nn convince al cento per cento) ma un grande encomio va fatto alla bisset per la sua eccezionale bellezza.
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germinal
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venerdì 29 giugno 2007
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commedia all'italiana travestita da giallo
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Lo dimostra un finale senza magniloquenti colpi di scena anche se non imprevedebile. Grandi Mastroianni, Trintignant e la Bisset (bellissima).
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