ettore
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giovedì 28 gennaio 2021
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oltre il mito, solo la leggenda
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Quando il genere umano si troverà un giorno spero lontano, a lasciare la Terra, bisognerà sicuramente portarci dietro questo film, ad imperitura memoria di qualcosa di eroico ed epico e cinemetografico che non si riuscirà mai a spiegare completamente. Altre parole non trovo per questo capolavoro, riduttivo denominarlo western, echeggiante di clamori di tragedia ma anche divertente e coinvolgente, al tempo stesso claustrofobico e teatrale così come rutilante ed avvincente. Sento una voce dal coro là in fondo dire: “ma le situazioni e le battute sono scontate e sanno di già visto….” Nossignore stupidello, sembra a te di averle già viste e sentite perché questo film è venuto PRIMA di tutti gli altri, il vecchietto brontolone dalla voce chioccia è qui che è nato, il pistolero ubriacone (per colpa di una donna) che si redime in mezzo a bagliori corruschi si è poi tramandato altrove, la dinamite impiegata in innumerevoli vicende compresi i cartoons del Willy Coyote viene da qui, il gestore dell’albergo con la bella moglie messicana, la giocatrice di carte algida e fatale, il saloon completo di ceffi sono il sottofondo ideale della vicenda completandola ed aggiungendo perfezione alla trama già mitica.
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Quando il genere umano si troverà un giorno spero lontano, a lasciare la Terra, bisognerà sicuramente portarci dietro questo film, ad imperitura memoria di qualcosa di eroico ed epico e cinemetografico che non si riuscirà mai a spiegare completamente. Altre parole non trovo per questo capolavoro, riduttivo denominarlo western, echeggiante di clamori di tragedia ma anche divertente e coinvolgente, al tempo stesso claustrofobico e teatrale così come rutilante ed avvincente. Sento una voce dal coro là in fondo dire: “ma le situazioni e le battute sono scontate e sanno di già visto….” Nossignore stupidello, sembra a te di averle già viste e sentite perché questo film è venuto PRIMA di tutti gli altri, il vecchietto brontolone dalla voce chioccia è qui che è nato, il pistolero ubriacone (per colpa di una donna) che si redime in mezzo a bagliori corruschi si è poi tramandato altrove, la dinamite impiegata in innumerevoli vicende compresi i cartoons del Willy Coyote viene da qui, il gestore dell’albergo con la bella moglie messicana, la giocatrice di carte algida e fatale, il saloon completo di ceffi sono il sottofondo ideale della vicenda completandola ed aggiungendo perfezione alla trama già mitica. La banda di mariachi suona il Deguello, il canto della morte, ma lo sceriffo John Chance se ne fa un baffo ed avanza sulla strada polverosa con l’incedere degli Spartani, nemesi con la stella di tutti i Clanton o i Burdette di questo mondo. Nessuno riuscirà mai più a fare un film simile, perché siamo cambiati noi, non esistono più il Bene ed il Male non esiste più il Castigo, non esiste più la Giustizia che è schiava della Legge, i Burdette, prepotenti della nostra epoca, se la cavano perché ci sono sempre attenuanti pronte per loro e nessun Colorado Kid mentre la lotta sta per scatenersi compie in un minuto la scelta del suo schieramento; oggi tutti si lasciano aperta una porta, frase gentile per dire che ognuno bada agli affari suoi.
Ma non John Chance che con il suo fucile, il cappellone e la parlata strascicata avanza verso il tramonto perché là ci saranno i prossimi Burdette, là ci sarà la Giustizia, là ci sarà la Civiltà, là ci sarà l’Ovest!
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samanta
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martedì 19 febbraio 2019
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rio bravo
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Curiosa la storia del titolo del film che in originale si chiamava Rio Bravo, ma venne cambiato in Un dollaro d'onore, in realtà il titolo italiano una volta tanto è più sigificativo di quello originale e rispecchia la vicenda del film, ma il motivo del cambiamento fu dovuta al fatto che il titolo del 3* film della trilogia della cavalleria di John Ford Rio Grande (gli altri due sono Il massacro di Fort Apache e I cavalieri del Nord Ovest) in originale, in Italia non si sa perché venne cambiato in Rio Bravo , di qui la necessità di cambiare il titolo.
Un altro motivo d'interesse è la partecipazione nel ruolo del vice-sceriffo alcolizzato Dude, di Dean Martin al suo primo vero ruolo cinematografico drammatico dopo la partecipazione a I Giovani Leoni, fino allora aveva fatto film comici e musicali prima con il sodalizio con Jerry Lewis e dopo il 1956 da attore solista.
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Curiosa la storia del titolo del film che in originale si chiamava Rio Bravo, ma venne cambiato in Un dollaro d'onore, in realtà il titolo italiano una volta tanto è più sigificativo di quello originale e rispecchia la vicenda del film, ma il motivo del cambiamento fu dovuta al fatto che il titolo del 3* film della trilogia della cavalleria di John Ford Rio Grande (gli altri due sono Il massacro di Fort Apache e I cavalieri del Nord Ovest) in originale, in Italia non si sa perché venne cambiato in Rio Bravo , di qui la necessità di cambiare il titolo.
Un altro motivo d'interesse è la partecipazione nel ruolo del vice-sceriffo alcolizzato Dude, di Dean Martin al suo primo vero ruolo cinematografico drammatico dopo la partecipazione a I Giovani Leoni, fino allora aveva fatto film comici e musicali prima con il sodalizio con Jerry Lewis e dopo il 1956 da attore solista.
Il regista è Howard Haks uno dei più grandi di Hollwood direttore eclettico specialista in commedie (per tutte Susanna un film cult), ma che si cimentò anche in altri generi con film che passarono alla storia: di guerra Il sergente York, thriller come il celeberrimo Il grande sonno con un indimenticabile Bogart, e anche nel western girando tra l'altro una pellicola famosa Fiume Rosso, Hollywood come sempre ingrata non gli diede mai l'Oscar per la regia, ma solo il consolatorio Oscar alla carriera.
In questo film protagonista è lo sceriffo Chance interpretato da un John Wayne particolarmente in forma che arresta un assassino fratelllo di un boss della zona che di fatto lo assedia con i suoi pistoleros negli uffici della prigione per liberarlo, un duello finale risolverà la questione. Nel film é rappresentata la storia d'amore tra Chance e la bella Feathers interpretata da Angie Dickinson "le più belle gambe di Hollywood". I copratoganisti sono di alto livello: Ward Bond, Walter Brennan che fa un indimenticabile figura del vecchio Stumpy che come vice sceriffo fa il guardiano della prigione e Ricky Nelson cantante allora noto che con con Dean Martin fa un duetto canoro cantando la bella canzone "My pony my rifle and me" e che interpreta un pistolero che aiuta lo sceriffo. Alcune scene sono passate alla storia del cinema: quella iniziale che scorre per alcuni minuti senza voci, l'uccisione da parte di Dude nel saloon di un pistolero nascosto nel contro soffitto, il duello finale che si risolve con la sconfitta dei cattivi. Il film ha un carattere fordiano la drammaticità della storia è interrotta da un storia d'amore ben delineata, da momenti ironici e da batture brillanti che allentano la tensione drammatica. Molto bella la colonna sonora e l'interpretazione degli attori è di altissimo livello, un Dollaro d'onore può essere considerato tra i dieci più belli western della storia del cinema.
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[+] un film cult
(di samanta)
[ - ] un film cult
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conte verde
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domenica 6 marzo 2016
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un dollaro d'onore..un western minore di wayne !!
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Premesso che sono un grande fans di WAYNE non conoscevo bene il " film" in questi giorni ho acquistato il DVD di importazione e oggi l'h0 visto interamnte x la prima volta..Come ricordavo il film e' molto lento specie se rapportato ad altri lavori di Hawks come " Red River "e "la cosa da un altro mondo " che pur svolgendosi quest'ultimo quasi interamente negli interni mantiene una ritmo ed una dinamicita' notevoli..Un dollaro d'onore mi ha deluso..lo stesso Vayne pur con una sontuosa recitazione anche fisicamente e' molto lontano dal personaggio di Ethan Edwards di "The Searchers" antecedente di soli 3 anni--anche la supsense che dovrebbe essere derivata dal fatto di dover affrontare con pochi uomini un nutrito gruppo di avversari l'ho trovata poco convincente.
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Premesso che sono un grande fans di WAYNE non conoscevo bene il " film" in questi giorni ho acquistato il DVD di importazione e oggi l'h0 visto interamnte x la prima volta..Come ricordavo il film e' molto lento specie se rapportato ad altri lavori di Hawks come " Red River "e "la cosa da un altro mondo " che pur svolgendosi quest'ultimo quasi interamente negli interni mantiene una ritmo ed una dinamicita' notevoli..Un dollaro d'onore mi ha deluso..lo stesso Vayne pur con una sontuosa recitazione anche fisicamente e' molto lontano dal personaggio di Ethan Edwards di "The Searchers" antecedente di soli 3 anni--anche la supsense che dovrebbe essere derivata dal fatto di dover affrontare con pochi uomini un nutrito gruppo di avversari l'ho trovata poco convincente..certo che gli stupendi paesaggi in Cinemascope Multivision----i comances--la cavalleria --la trama di The Searchers e' tutt'altra cosa !!!
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teppeiuesugi95
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mercoledì 25 marzo 2015
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il miglior film western della storia del cinema
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Un capolavoro di HOWARD HAWKS con l interpretazione capolavoro della leggenda JOHN WAYNE e altrettanto anche del grande DEAN MARTIN , il mitico WALTER BRENNAN , la bellissima ANGIE DICKSON e del bravissimo RICKY NELSON. Un film eterno , intramontabile e secondo mè il migliore in assoluto del genere western
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iuriv
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martedì 17 febbraio 2015
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splendido.
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I nostri eroi devono difendere la piccola prigione dove è rinchiuso un detenuto molto particolare. Il fratello di costui organizza ripetute spedizioni per liberarlo, ma si trova ad affrontare lo sceriffo e i suoi aiutanti male in arnese, decisissimi a non dargliela vinta. Storia semplice, risultato assicurato.
Ho letto da qualche parte che Rio Bravo sia stato fonte d'ispirazione per George Romero e John Carpenter nella realizzazione dei loro film d'assedio. Non so se sia vero, ma l'idea ci sta. Pur essendo un western classico, per anno di produzione , per l'iconografia del pistolero e per la presenza di John Wayne, questo lavoro si tiene lontano dalle panoramiche sulle grandi pianure e dalle diligenze attaccate dagli indiani.
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I nostri eroi devono difendere la piccola prigione dove è rinchiuso un detenuto molto particolare. Il fratello di costui organizza ripetute spedizioni per liberarlo, ma si trova ad affrontare lo sceriffo e i suoi aiutanti male in arnese, decisissimi a non dargliela vinta. Storia semplice, risultato assicurato.
Ho letto da qualche parte che Rio Bravo sia stato fonte d'ispirazione per George Romero e John Carpenter nella realizzazione dei loro film d'assedio. Non so se sia vero, ma l'idea ci sta. Pur essendo un western classico, per anno di produzione , per l'iconografia del pistolero e per la presenza di John Wayne, questo lavoro si tiene lontano dalle panoramiche sulle grandi pianure e dalle diligenze attaccate dagli indiani. L'ambientazione è ridotta alla breve via principale di un paesino sperduto nel selvaggio west. Utilizzando questo scenario, unito a due o tre interni che ruotano a ripetizione, Hawks dosa bene i suoi tempi e quando decide di lasciar crescere la tensione, il risultato è un senso di claustrofobia che prende per il collo.
Ma sarebbe sbagliato ridurre la pellicola solo a questo. Perché la grande capacità degli autori è nel bilanciare varie situazioni che vengono innescate dalla storia. Il disegno dei personaggi è piuttosto essenziale, ma efficacissimo perché concentrato all'interno della vicenda. Può sembrare una banalità, ma non succede sempre. Al di la di John Wayne che interpreta John Wayne, i punti forti della caratterizzazione sono rivolti ai protagonisti di supporto (sembra un controsenso, ma non lo è). E specialmente alla figura del vice sceriffo a cui da la fisionomia uno splendido Dean Martin. Costui è forse l'unico a godere di un'esplorazione un filo più profonda e vedere la sua battaglia contro l'alcolismo dona tutta la pellicola un tocco di modernità che la rende comprensibile fuori dal tempo.
Ma quello che fa Rio Bravo sopra ogni cosa è divertire il pubblico. Grazie a una sceneggiatura pressoché perfetta, fatta di dialoghi naturali e di imperdibili duetti tra i vari personaggi, lo spirito goliardico con cui il film sembra essere stato scritto porta i ritmi ad essere sempre brillanti e ci si ritrova alla fine della visone senza quasi accorgersene.
Se proprio bisogna trovare una pecca a un lavoro simile, probabilmente il dito cadrebbe sulla storia romantica, che pare più una tassa da pagare che una vera necessità narrativa. Questa sottotrama si pone un po' troppo all'esterno rispetto alla storia principale e il rischio di deragliamento in un paio di punti c'è. Ma Hawks sa benissimo il fatto suo e approfitta di quello che pare un dovere da blockbuster per sottolineare l'unica debolezza dell'impeccabile sceriffo Wayne, riuscendo a dare un senso anche a qualche momento potenzialmente morto del film.
Insomma c'è poco da dire. Rio Bravo è una grandissima opera cinematografica, che merita un posto d'onore nella videoteca di chiunque ami la settima arte. Un film che sfiora la perfezione baciandola sulla guancia. Forse il miglior western che mi sia capitato di vedere.
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great steven
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domenica 8 febbraio 2015
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ben più di un dollaro andrebbe assegnato a tutti!
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UN DOLLARO D'ONORE (USA, 1959) diretto da HOWARD HAWKS. Interpretato da JOHN WAYNE, DEAN MARTIN, WALTER BRENNAN, ANGIE DICKINSON, RICKY NELSON, CLAUDE AKINS, WARD BOND, JOHN RUSSELL, ESTELITA RODRIGUEZ, MALCOLM ATTERBURY, BING RUSSELL
Non sono poi così abbondanti e straripanti i luoghi comuni che si riscontrano in questo western classico eppure sorprendente, che vede lo sceriffo John G. Chance alle prese con un gruppo di lazzaroni capeggiati dal perfido e sadico Nathan Burdette, un ricco latifondista del luogo, la cui banda è colpevole di ripetute violenze e crimini nella cittadina desertica di Rio Bravo (da cui il titolo originale del film, da non confondere con la pellicola fordiana, uscita nel 1950, che chiuse la “trilogia della cavalleria” dopo i primi due episodi Il massacro di Fort Apache e I cavalieri del Nord-Ovest).
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UN DOLLARO D'ONORE (USA, 1959) diretto da HOWARD HAWKS. Interpretato da JOHN WAYNE, DEAN MARTIN, WALTER BRENNAN, ANGIE DICKINSON, RICKY NELSON, CLAUDE AKINS, WARD BOND, JOHN RUSSELL, ESTELITA RODRIGUEZ, MALCOLM ATTERBURY, BING RUSSELL
Non sono poi così abbondanti e straripanti i luoghi comuni che si riscontrano in questo western classico eppure sorprendente, che vede lo sceriffo John G. Chance alle prese con un gruppo di lazzaroni capeggiati dal perfido e sadico Nathan Burdette, un ricco latifondista del luogo, la cui banda è colpevole di ripetute violenze e crimini nella cittadina desertica di Rio Bravo (da cui il titolo originale del film, da non confondere con la pellicola fordiana, uscita nel 1950, che chiuse la “trilogia della cavalleria” dopo i primi due episodi Il massacro di Fort Apache e I cavalieri del Nord-Ovest). L’anziano sceriffo arresta per omicidio Joe Burdette, il fratello di Nathan, ma il gesto gli costa la crescente ostilità del signorotto del luogo. Per far fronte alle minacce, Chance può contare sull’appoggio del vice-sceriffo ubriacone Dude, del vecchio sciancato e petulante Stumpy, del giovane pistolero Colorado Kid e dell’affascinante giocatrice d’azzardo Feathers. Questa combriccola improvvisata ed eterogenea trova nell’amicizia e nella complicità reciproche la chiave per affrontare con coraggio la spietata lotta contro la masnada dei Burdette. In cambio, ognuno troverà il modo di riscattare la propria umile esistenza altrimenti priva di ogni sorta di gloria. Dietro il finale si cela il profondo significato del film, secondo cui ogni errore può essere riscattato da un’impresa impegnativa e audace. Invecchiando, H. Hawks dimostra di migliorare: al suo 39° film come regista, testimonia con sagacia e mestiere implacabile una professionalità davvero invidiabile, che rifiuta ogni rigido accademismo e abbraccia piuttosto un’originalità creativa che trascende i limiti del cinema d’avventura più spudorato per formare una trama avvincente e dare ad una truppa di attori tutti validissimi uno spazio espressivo gigantesco che permette ad ognuno di sbizzarrirsi come meglio crede. Wayne (vero nome: Marion Mitchell Morrison, 1907-1979) avrebbe meritato l’Oscar non per il personaggio del Grinta, Rooster Cogburn, che interpretò dieci anni dopo, ma piuttosto per il personaggio canonico e stupefacente di questo sceriffo che riscopre la sua personalità temeraria e agghiacciante confrontandosi con le proprie difficoltà e travalicando gli ostacoli che una professione seria e responsabile come quella di tutore della legge richiedono. D. Martin è perfetto tanto nella recitazione di un uomo roso dal vizio del bere e dai sensi di colpa quanto nell’interpretazione vocale di un meraviglioso duetto in coppia con R. Nelson, che fa con brio la parte del giovane ma assennato ragazzo abile sia con le pistole che con i discorsi di spavalderia e sicurezza di sé. A. Dickinson appare anche lei a suo agio nel ruolo dell’attraente, maliziosa e birichina giocatrice di poker che tenta, senza prendersi troppo sul serio, di ammaliare con le sue grazie la buonafede dello sceriffo protagonista. Infine, una lode immensa va al mitico W. Brennan, il cui vecchietto zoppo e brontolone resta di diritto nell’immaginario collettivo del western d’oltreoceano come una delle macchiette più riuscite e spassose che mai un attore abbia interpretato in un film straniero. La sceneggiatura, scritta da Jules Furthman e Leigh Brackett, indirizza la propria attenzione sulle vicende umane e sui percorsi interpersonali che gli atti di forza, oltre alle preparazioni fisico-mentali, rendono importanti quando un individuo è in procinto di cadere in un burrone di inutilità che gli può consentire solo di migliorare, una volta toccato il fondo. Dunque il discorso che il regista, insieme ai suoi scelti collaboratori, intesse intorno all’onore, al merito, al valore e alla caparbietà si conferma nella messinscena con un’efficacia che elimina un pessimismo di fondo e lascia spazio a un clima di positività che contagia anche gli spettatori, certamente più liberati e sereni dopo la visione della pellicola. Da sottolineare anche il motivo musicale incalzante e martellante che compare in tutti i momenti clou della storia, ovverosia in ogni situazione in cui il pericolo aleggia sulle teste dei buoni, ivi portato dai cattivi
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tomdoniphon
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venerdì 6 giugno 2014
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un western intramontabile
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"Hai messo in prigione il fratello di Nathan?".."Esatto".."E per quale motivo?".. "Il motivo lo stavano portando al cimitero mentre tu arrivavi". A Rio Bravo, lo sceriffo John T. Chance (Wayne) arresta per omicidio Joe Burdette, ma deve fare i conti con la banda del fratello Nathan (Russell), un ricco e proprietario terriero. Verrà aiutato da un vicesceriffo ubriacone (Martin), un vecchietto (Brennan), un ragazzo (Nelson) e da una bella avventuriera (Dickinson). Uno dei più famosi (e migliori) western. Quintessenza della poetica del regista Haward Hawks, dove in uno spazio ristrettissimo si alternano magistralmente toni drammatici e comici, azione e pause di riposo.
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"Hai messo in prigione il fratello di Nathan?".."Esatto".."E per quale motivo?".. "Il motivo lo stavano portando al cimitero mentre tu arrivavi". A Rio Bravo, lo sceriffo John T. Chance (Wayne) arresta per omicidio Joe Burdette, ma deve fare i conti con la banda del fratello Nathan (Russell), un ricco e proprietario terriero. Verrà aiutato da un vicesceriffo ubriacone (Martin), un vecchietto (Brennan), un ragazzo (Nelson) e da una bella avventuriera (Dickinson). Uno dei più famosi (e migliori) western. Quintessenza della poetica del regista Haward Hawks, dove in uno spazio ristrettissimo si alternano magistralmente toni drammatici e comici, azione e pause di riposo. Nessuno come Hawks sapeva fondere i generi cinematografici con straordinaria abilità; nessuno come lui (uno dei più grandi esponenti del cinema classico americano) riuscì a raggiungere la vetta di ogni genere cinematografico: dal gangster ("Scarface") al noir ("Il grande sonno"), dalla commedia ("Susanna" e "Ventesimo secolo") al western (oltre a "Un dollaro d'onore" va ricordato almeno "Il fiume rosso"). Ma il film è importantissimo anche per la capacità con cui affronta il tema dell'alcolismo, con una profondità di analisi degna dei capolavori specificatamente incentrati sul tema ("Giorni perduti" di Wilder e "I giorni del vino e delle rose" di Edwards); e questo in un periodo in cui l'ubriacone era, al massimo, un personaggio comico: qui, invece, viene mostrato come l'alcool possa portare alla distruzione (non soltanto fisica) di un uomo ("Un uomo dovrebbe avere il buon senso di capire quando non vale più niente"). D'antologia la sequenza (degna di Hitchcock per suspense) in cui Dean Martin riesce a scovare l'assassino dell'amico di Chance, grazie a delle gocce di sangue che colano su un bicchiere di birra dal piano rialzato. Ottimo, come sempre, Wayne e memorabile Walter Brennan nella parte di un vecchietto brontolone dal cuore d'oro. Il film verrà rifatto in chiave metropolitana da Carpenter nel bellissimo "Distretto 13 - Le brigate della morte".
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michele4333
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lunedì 26 marzo 2012
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ottimo
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Film d'avvero ben interpretato e girato, ci sono diverse scene davvero notevoli, per questo devo ammettere di esseremi innamorato quasi di questo film, merito anche allo spessore artistico di tutti gli attore specialmente dean martin, che ha saputo dare quel qualcosa in più al film. da vedere.
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dan69
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sabato 17 dicembre 2011
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grazie hawks!
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Questo film mi ha accompagnato dall'infanzia alla maturità e l'ho adorato sempre alla stessa maniera.
Uno di quei film che puoi vedere in continuazione senza esserne saturato. Grande equilibrio ed ironia.
L'unica pecca (forse) l'eccessiva verbosità delle scene in cui c'é Angie Dickinson (dove, per'altro, emerge l'ironia matura e un po' impacciata ma godibilissima di John Wayne). Tra i miei preferiti FOR EVER.
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dandy
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giovedì 28 aprile 2011
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uno dei capisaldi del genere.
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Dal racconto di B.H.Campbell(in realtà figlio del regista stesso),uno dei migliori film di Hawks.La summa dei punti cardine del western e dei temi cari al regista:le dinamiche morali e personali che si scatenano tra i membri di un gruppo costretto all'unione,il ruolo pedagogico(ma non necessariamente negativo)affidato agli anziani,che sanno rivelarsi assai utili nei momenti critici,le schermaglie virili tra i personaggi,l'orgoglio del protagonista per l'adempimento del suo dovere e la nostalgia di un'integrità passata.Belle musiche di Dimitri Tiomkin,che ha rielaborato il popolarissimo tema del "deguello".Sempre grande Wayne,spalleggiato dal tormentato Dean"El Borracon"Martin,e molto divertenti i duetti con il garrulo Brennan.
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Dal racconto di B.H.Campbell(in realtà figlio del regista stesso),uno dei migliori film di Hawks.La summa dei punti cardine del western e dei temi cari al regista:le dinamiche morali e personali che si scatenano tra i membri di un gruppo costretto all'unione,il ruolo pedagogico(ma non necessariamente negativo)affidato agli anziani,che sanno rivelarsi assai utili nei momenti critici,le schermaglie virili tra i personaggi,l'orgoglio del protagonista per l'adempimento del suo dovere e la nostalgia di un'integrità passata.Belle musiche di Dimitri Tiomkin,che ha rielaborato il popolarissimo tema del "deguello".Sempre grande Wayne,spalleggiato dal tormentato Dean"El Borracon"Martin,e molto divertenti i duetti con il garrulo Brennan.Splendida e maliziosa Angie Dickinson(queste erano attrici).John Carpenter si è ispirato a questo film per "Distretto 13-Le brigate della morte".
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