fabio 3121
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domenica 29 novembre 2020
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ultimo film di philip seymor hoffman
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il film è basato sul romanzo "Yssa il buono" di John le Carrè ed è ambientato ad Amburgo. Si segue la vicenda di Bachman (P. S. Hoffman) che è a capo dei servizi tedeschi anti-terrorismo e che deve indagare su Yssa un clandestino ceceno arrivato in città per riscuotere una ingente somma di denaro lasciatogli dal padre in eredità presso una banca diretta da Brue (Willem Dafoe) e collegarla ad un accademico musulmano sospetatto di appoggiare le attività terroristiche islamiste attraverso donazioni ad una compagnia di navigazione cipriota. La pellicola è ben girata, con molti dialoghi, a volte un pò difficile da seguire data la complessità dell'intera indagine.
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il film è basato sul romanzo "Yssa il buono" di John le Carrè ed è ambientato ad Amburgo. Si segue la vicenda di Bachman (P. S. Hoffman) che è a capo dei servizi tedeschi anti-terrorismo e che deve indagare su Yssa un clandestino ceceno arrivato in città per riscuotere una ingente somma di denaro lasciatogli dal padre in eredità presso una banca diretta da Brue (Willem Dafoe) e collegarla ad un accademico musulmano sospetatto di appoggiare le attività terroristiche islamiste attraverso donazioni ad una compagnia di navigazione cipriota. La pellicola è ben girata, con molti dialoghi, a volte un pò difficile da seguire data la complessità dell'intera indagine. Mi è piaciuta comunque perché non si tratta del solito film d'azione con inseguimenti e sparatorie e perchè ho avuto la possibilità di vedere una intensa e - purtroppo ultima - interpretazione del bravo P. S. Hoffman.
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elgatoloco
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giovedì 4 aprile 2019
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struggente
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"A Most Wanted Man"(20014)di Anton Corbijn, da John Le Carré. un titano della letteratura non solo spionistica, che dello spionaggio mostra"the other side", essendoci passato per non poco tempo, è film eccelso: a parte chi, come chi scrive, si commuove vedendo Philip Seymour Hoffman, nella sua ultima, struddente interpretazione, dove la spia prudente, diplomatica, nemica dei"colpi di scena"e degli atti violenti, vedendo come la sua linea non passa, alla fine si sfoga gridando un"Fuck You!", oltremodo intenso e signiticativo, c'è da dire che è un film problematico, attualissimo(la caccia al terrorista o quasi tale, islamico.
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"A Most Wanted Man"(20014)di Anton Corbijn, da John Le Carré. un titano della letteratura non solo spionistica, che dello spionaggio mostra"the other side", essendoci passato per non poco tempo, è film eccelso: a parte chi, come chi scrive, si commuove vedendo Philip Seymour Hoffman, nella sua ultima, struddente interpretazione, dove la spia prudente, diplomatica, nemica dei"colpi di scena"e degli atti violenti, vedendo come la sua linea non passa, alla fine si sfoga gridando un"Fuck You!", oltremodo intenso e signiticativo, c'è da dire che è un film problematico, attualissimo(la caccia al terrorista o quasi tale, islamico...), un film duro, implacabile, problematico, dove la violenza e l'"azione" sono ridotte(finalmente, una volta tanto)al minimo, mentre dominano sospetto, riflessione, capacità di ragionare sulle cose ponendosi gli interrogativi del caso. Tra gli(le altre)in luce William Dafoe, un altro grande dello spettacolo e Rachel Mc Adams. Un film che non si rimpiange di aver visto, che(sempre tenendo conto della differenza di linguaggio tra letteratura e cinema, certo)surroga almeno in parte la lettura del grande Le Carré, nella quale, qualche eccezione a parte, chi scrive è stato negligente... El Gato
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renatoc.
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domenica 8 aprile 2018
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spionaggio realistico
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Un film di spionaggio realistico che descrive le cose come potrebbero realmente essere; diverso da James Bond and Co. Qui abbiamo un agente tedesco che indaga su un uomo che potrebbe anche essere un terrorista, ma potrebbe essere anche un brav' uomo, un semplice profugo costretto a fuggire. L'agente stava lavorando bene ma si intromette la CIA a mandargli tutto all'aria, per essa è un uomo pericoloso e basta e lo arresta! Intromissione americana nei servizi tedeschi? Bah! E' anche vero che dopo l'11 Settembre gli USA sono diventati particolarmente sospettosi, comunque.....!
Film in ogni caso interessante, che serve più a conoscere il mondo dello spionaggio che non a far passare un paio d'ore di relax!
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francesco2
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giovedì 13 luglio 2017
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riuscito a metà
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Il ritmo lento vorrebbe, presumo, riportarci ai classici dello spionaggio. Ma, in questo caso, mi pare che i personaggi non sempre convincano al cento per cento -quello della
McAdams, per esempio-, e che a volte risulti davvero troppo didascalico. Resta comunque un film godibile, abbastanza significativo, con almeno un paio di attori/attrici in gran
forma.
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biscotto51
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lunedì 3 luglio 2017
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fiacco, fiacco, fiacco
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Una trame fiacca, spenta, rallentata. A chi segnala una scena in cui Philip Seymour Hoffman non stia accendendo una sigaretta, bevendo un whiskey o facendo entrambe le cose, regalo una bambolina.
[+] infatti mi chiedo........
(di francesco2)
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luigi chierico
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giovedì 4 febbraio 2016
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un triste addio
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Il 2 febbraio SKY, in omaggio a Philip Seymour Hoffman, ha regalato un bellissimo film, l’ultimo, dell’ottimo attore scomparso esattamente un anno prima a soli 46 anni. Per i suoi ammiratori e sostenitori è stata un’occasione per ricordarlo ancora con rimpianto. Il film diretto in maniera eccezionale da Anton Corbjin con l’appoggio del fotografo Benoit Delhomme ci mostra immagini veramente speciali, non sono spettacolari ma molto particolari. La scelta della luce e delle luci, le strade di Amburgo con i suoi palazzi, le riprese attraverso i vetri delle auto ed anche una semplice abat-jour. All’attento osservatore non sfuggono i dettagli di un film che gli consentono di meglio apprezzarlo nella sua globalità.
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Il 2 febbraio SKY, in omaggio a Philip Seymour Hoffman, ha regalato un bellissimo film, l’ultimo, dell’ottimo attore scomparso esattamente un anno prima a soli 46 anni. Per i suoi ammiratori e sostenitori è stata un’occasione per ricordarlo ancora con rimpianto. Il film diretto in maniera eccezionale da Anton Corbjin con l’appoggio del fotografo Benoit Delhomme ci mostra immagini veramente speciali, non sono spettacolari ma molto particolari. La scelta della luce e delle luci, le strade di Amburgo con i suoi palazzi, le riprese attraverso i vetri delle auto ed anche una semplice abat-jour. All’attento osservatore non sfuggono i dettagli di un film che gli consentono di meglio apprezzarlo nella sua globalità. Si è avvalso inoltre delle grandi qualità interpretative di un attore qual era Philip Seymour Hoffman.La trama è avvincente, un crescendo di suspense senza una sola pausa. La vicenda si svolge dopo poco il famoso attentato a New York alle Due Torri dell’11 settembre del 2001 (vedi il film World Ttrade Center). Alcuni organizzatori erano ad Amburgo e Günther Bachmann, magnifico interprete Philip Seymour Hoffman, è ritenuto forse responsabile per non aver saputo condurre le indagini in loco. In un ruolo non appoggiato dalle autorità locali e soprattutto dall’America, conduce unilateralmente un’indagine su un tale Issa (Grigory Dobrygin), arrivato clandestinamente in città. Le indagini lunghe, sottili allo scopo di arrivare a conoscere l’identità del personaggio, il suo ruolo e scopo della sua presenza ad Amburgo. Troppe e cospicue somme di denaro transitano dalla Germania per finire nelle cassa dei terroristi. Scopo unico della spia è scoprire il personaggio più eminente che è a capo del traffico, il pesce grosso piuttosto che il piccolo. Ed è così che Günther Bachmann appoggiato, dopo tanta strategia, da Martha Sullivan (Robin Wright), Annabel Richter (Rachel McAdams) e da Tommy Brue, il sempre bravo Willem Dafoe, riesce a dipanare la rete in cui erano imbrigliate Germania e America. Il film si chiude amaramente. Günther Bachmann, tradito da tutti, deluso, sconcertato sconfortato va via dimesso, com’è suo costume, per dare l’addio al suo lavoro. Stressato da un periodo di molto lavoro forse la scena di questo suo ultimo film gli avrà suggerito di uscire allo stesso modo dalla vita costernata di successi. Per usare un termine che richiama uno dei suoi tanti capolavori, non solo il famoso Truman Capote, rimane Il Dubbio, ma
andando via per un ignota destinazione, come Padre Flynn, il sacerdote che insegnava in una chiesa cattolica del Bronx in quell film, ci ha lasciato in eredità un altro suo capolavoro.chibar22@libero.it
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enzo70
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giovedì 21 gennaio 2016
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l'immenso commiato di un grandissimo attore
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L’ultimo film di un Philip Seymour Hoffman ci lascia l’amaro ricordo di uno strepitoso attore che è sempre stato capace di rendere al dolore una dimensione umana; nonostante proprio lui nella sua vita reale ha dato al dolore l’estremo valore con l’atto estremo del suicidio. Certo parlare di questo film, della sua ennesima, incredibile interpretazione, riesce difficile perchè Hoffman ha dato al cinema una dimensione umana, proprio nella significazione dei sentimenti.
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L’ultimo film di un Philip Seymour Hoffman ci lascia l’amaro ricordo di uno strepitoso attore che è sempre stato capace di rendere al dolore una dimensione umana; nonostante proprio lui nella sua vita reale ha dato al dolore l’estremo valore con l’atto estremo del suicidio. Certo parlare di questo film, della sua ennesima, incredibile interpretazione, riesce difficile perchè Hoffman ha dato al cinema una dimensione umana, proprio nella significazione dei sentimenti. E il protagonista principale di questo film, tratto da un romanzo di le Carrè, e ben diretto da Corbijn, è un uomo dei servizi segreti di stanza ad Amburgo, crocevia del terrorismo internazionale, all’indomani dell’undici settembre; la lotta al male produce male e le presunzioni delle emergenze producono l’inquisizione e Guantanamo. Più il nemico da combattere è cattivo più si giustificano misure straordinarie e, al solito, i diritti civili diventano un particolare di cui poco si può tenere conto. Gunter Bachmann, l’agente interpretato da Hoffmann, sa di svolgere un mestiere cattivo, ma conosce la distinzione tra bene e male; e il disincanto con cui affronta il proprio lavoro, nessun falso efficientismo, gli consente di trovare una dimensione umana nell’esercizio di un’attività che per definizione è poco umana. E in questa dimensione si svolge una storia di spie, dove è giusto non disvelare la storia per non far perdere il gusto della visione allo spettatore. Ma tra le spie c’è Hoffman. Ed è tutta un’altra storia.
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apropositodicinema
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sabato 21 novembre 2015
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a most wanted man
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Ambientato ad Amburgo, il film è un ritratto cinico ed efficace del mondo dello spionaggio contemporaneo, tra intrighi, doppi giochi e compromessi in cui le cose non vanno mai come pianificato e in cui il braccio (pre)potente dell’America agisce e comanda, mettendo mano su qualunque faccenda.
L’ultima intensa ed eccezionale interpretazione di Philp Seymour Hoffman al servizio di un thriller perfettamente calibrato, che riesce a mantenere un ritmo costante per tutta la sua durata, grazie alla regia di Corbijn, sobria e precisa, ad una sceneggiatura che predilige l’introspezione dei personaggi piuttosto che l’azione e ad un montaggio che dona dinamicità alla storia.
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Ambientato ad Amburgo, il film è un ritratto cinico ed efficace del mondo dello spionaggio contemporaneo, tra intrighi, doppi giochi e compromessi in cui le cose non vanno mai come pianificato e in cui il braccio (pre)potente dell’America agisce e comanda, mettendo mano su qualunque faccenda.
L’ultima intensa ed eccezionale interpretazione di Philp Seymour Hoffman al servizio di un thriller perfettamente calibrato, che riesce a mantenere un ritmo costante per tutta la sua durata, grazie alla regia di Corbijn, sobria e precisa, ad una sceneggiatura che predilige l’introspezione dei personaggi piuttosto che l’azione e ad un montaggio che dona dinamicità alla storia.
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onufrio
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lunedì 27 aprile 2015
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il lavoro di una spia
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Classico film del genere spionaggio che, nonostante la lentezza, riesce a mantenere l'interesse e la giusta tensione. Hoffman strepitoso nel ruolo di Gunther, ma il resto del cast è ben assortito e capace di arricchire la pellicola in maniera positiva; occorre pazienza, come la spia pazienta e scova la preda, anche lo spettatore deve immedesimarsi e seguire passo dopo passo una ricerca che porterà ad un inatteso colpo di scena finale.
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pier delmonte
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giovedì 26 febbraio 2015
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privo di senso
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Genere thriller? Non fatevi fregare, di una lentezza che uccide, ecco, e’ la lentezza il cattivo che ti mette i brividi, dopo l’11 settembre, con gli attentati che c’erano in ogni dove e l’intelligence a fior di pelle che succede ad amburgo? Hoffman fa l’investigatore antiterrorismo con il superalcolico in mano che dolcemente si fa riprendere in ogni bar della citta’… lasciamo perdere, a raccontar quel periodo serviva ben altra storia.
[+] lento?..
(di etabeta)
[ - ] lento?..
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