onufrio
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sabato 21 dicembre 2019
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i morti ritornano
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Il guardiano del cimitero del comune di Buffalora, Francesco Dellamorte, è costretto agli straordinari a causa di macabre vicende. Alcuni defunti ritornano in vita entro 7 giorni dopo la loro morte, Dellamorte assieme all'assistente Gnaghi ha il compito di ucciderli nuovamente e compiere l'ennesima e definitiva sepoltura, il tutto all'oscuro della cittadinanza per non creare allarmismi. La sua vita scorre "tranquillamente", sino all'arrivo di una bellissima vedova interpretata da Anna Falchi. Soavi realizza un ibrido, qualcosa che sta in mezzo, che non prende posizione, rimane vago tra il grottesco, trash, commedia, horror, e chi più ne ha più ne metta.
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Il guardiano del cimitero del comune di Buffalora, Francesco Dellamorte, è costretto agli straordinari a causa di macabre vicende. Alcuni defunti ritornano in vita entro 7 giorni dopo la loro morte, Dellamorte assieme all'assistente Gnaghi ha il compito di ucciderli nuovamente e compiere l'ennesima e definitiva sepoltura, il tutto all'oscuro della cittadinanza per non creare allarmismi. La sua vita scorre "tranquillamente", sino all'arrivo di una bellissima vedova interpretata da Anna Falchi. Soavi realizza un ibrido, qualcosa che sta in mezzo, che non prende posizione, rimane vago tra il grottesco, trash, commedia, horror, e chi più ne ha più ne metta.
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burton99
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giovedì 7 febbraio 2019
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un gioiello dimenticato
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Messo in scena da Soavi con l'usuale maestria, con un Rupert Everett in gran spolvero e un bravissimo François Hadji Lazaro. Non è mai stato capito, ma nella sua decadente e nichilista atmosfera cimiteriale rimane il più burtoniano oltre che l'ultimo, vero, felicemente riuscito horror italiano. Ci sono delle scene meravigliose, come quella dell'apparizione della Morte o quella in cui uno zoom out rivela l'oscurità più totale che circonda una stanza. C'è anche un finale magnifico, che vede i due protagonisti e compagni di solitudine sull'orlo di un abisso a scambiarsi identità.
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giofredo'
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lunedì 14 maggio 2012
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tra gotico e paranormale ...
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si instaura un quadro narrativo e tematico non ben definito; tra una lieve e inpercettibilie scia di romanticismo e il diversismo dell'"universo cimitero" e il contemporaneo esterno ad esso, si pone la domanda di cosa è "definito" e di cosa non lo è.
Il cast del resto ha saputo reggere e rispondere bene alle aspettative e alle direttive del regista(Michele Soavi) che con un salto di alta qualità ha saputo esprimere e imprimere l'atmosfera giusta tale da rendere il tutto piu' che giustificante dal punto di vista artistico trasudando tutto l'impeto di una realtà, tanto utopistica quanto surreale.
E' un gioco ludico dove l'horror si combina e si mischia con la figura para-dogliana, in quanto il nostro eroe,a differenza di DYLON Dog, alla fine del trama, si trovera'su un tratto di strada interrotta da una voragine dove non consente la contiunazione.
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si instaura un quadro narrativo e tematico non ben definito; tra una lieve e inpercettibilie scia di romanticismo e il diversismo dell'"universo cimitero" e il contemporaneo esterno ad esso, si pone la domanda di cosa è "definito" e di cosa non lo è.
Il cast del resto ha saputo reggere e rispondere bene alle aspettative e alle direttive del regista(Michele Soavi) che con un salto di alta qualità ha saputo esprimere e imprimere l'atmosfera giusta tale da rendere il tutto piu' che giustificante dal punto di vista artistico trasudando tutto l'impeto di una realtà, tanto utopistica quanto surreale.
E' un gioco ludico dove l'horror si combina e si mischia con la figura para-dogliana, in quanto il nostro eroe,a differenza di DYLON Dog, alla fine del trama, si trovera'su un tratto di strada interrotta da una voragine dove non consente la contiunazione.
La Versalita delle inquadrature e della scelta del colore della pellicola, in ultimis, hanno maggiormente enfatizzato e amplificato quel senso di Genere cha il film esigeva per diventare un Cult_ Horror/Gotico/romantico.
Tralasciando qualche eccezzione, bravi tutti quanti.
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thedylandog
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domenica 16 ottobre 2011
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innovativo e efficace
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Grande film, che cerca di mirare più alla commedia nera che all'horror, con ironia e qualche scena che, alla vista di alcuni potrebbe sembrare forte, ma che in realta' ha solo un risvolto satirico.
Da vedere, secondo me, ma lo sconsiglio hai deboli di cuore perchè alcune scene (come menzionato prima) potrebbero spaventare. La rectiazione di Rupert Everett è davvero singolarare, la trama è sufficiente per creare un buon film e tutti gli incipit ci sono. Anna Falchi, a mio parere, non è bravissima, si sarebbe potuta impegnare di più. Michele Soavi riesce a giostrare la storia, la recitazione in un mix gradevole e efficace, con atmosfere da brivido, frasi memorabili e un significato abbastanza profondo (perquanto pessimistico).
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Grande film, che cerca di mirare più alla commedia nera che all'horror, con ironia e qualche scena che, alla vista di alcuni potrebbe sembrare forte, ma che in realta' ha solo un risvolto satirico.
Da vedere, secondo me, ma lo sconsiglio hai deboli di cuore perchè alcune scene (come menzionato prima) potrebbero spaventare. La rectiazione di Rupert Everett è davvero singolarare, la trama è sufficiente per creare un buon film e tutti gli incipit ci sono. Anna Falchi, a mio parere, non è bravissima, si sarebbe potuta impegnare di più. Michele Soavi riesce a giostrare la storia, la recitazione in un mix gradevole e efficace, con atmosfere da brivido, frasi memorabili e un significato abbastanza profondo (perquanto pessimistico).
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thedylandog
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sabato 15 ottobre 2011
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ovvio!
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Non hanno fatto un film su Dylan Dog perchè Dylan Dog non era stato ancora inventato! Lo scrittore del romanzo da cui è stato tratto questo film, Tiziano Sclavi, DOPO aver visto il film si è ispirato a Rupert Everett per disegnare Dylan Dog. A parte questo sono daccordo con te
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asdrubale
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lunedì 13 giugno 2011
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Per quanto sia difficile darne un'interpretazione univoca, il film può essere visto come la parabola di un uomo, Francesco Dellamorte (Dellamore), che divide la sua vita in due uniche e opposte occupazioni, la morte e l'amore, fallendo miseramente in entrambe; nell'amore, sia sentimentale che fisico, dove si trova vittimadi incomprensioni, delusioni, passioni e paura dell'impotenza; nella morte, dove i morti non fanno più i morti, ma ritornano in vita, e dove c'è sempre qualcuno che si prende il "merito" dei suoi delitti. Quando prova a evadere da questa situazione, si trova intrappolato nel suo mondo, senza la possibilità di andarsene. Una storia quindi di quotidiano orrore, tipica dei racconti di Sclavi, inquietante, surreale e straniante, ben diretta e con una buona colonna sonora.
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lord wells
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venerdì 15 aprile 2011
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una gemma che brilla di luce propria
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Da che io ricordi, questo film non è mai stato capito. Perfino i trailer di mediaset del periodo, andati in onda rigorosamente in seconda serata, lo annunciavano come il film su Dylan Dog. Tutti si sbagliavano già nel 1994, quando davanti al cinema se ne parlava proprio come del film su Dylan e c'era chi storceva il naso. Personalmente mi colpì molto. Era strano, non era il classico film horror che tutti si sarebbero aspettati. E soprattutto non era il film su Dylan Dog!
Il film si colloca in una ipotetica terra di mezzo tra cinema e fumetto e di quest'ultimo ne rispecchia l'universo narrativo e il taglio visionario (basta vedere la sequenza dell'ossario e la corrispondente controparte disegnata su "Orrore Nero").
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Da che io ricordi, questo film non è mai stato capito. Perfino i trailer di mediaset del periodo, andati in onda rigorosamente in seconda serata, lo annunciavano come il film su Dylan Dog. Tutti si sbagliavano già nel 1994, quando davanti al cinema se ne parlava proprio come del film su Dylan e c'era chi storceva il naso. Personalmente mi colpì molto. Era strano, non era il classico film horror che tutti si sarebbero aspettati. E soprattutto non era il film su Dylan Dog!
Il film si colloca in una ipotetica terra di mezzo tra cinema e fumetto e di quest'ultimo ne rispecchia l'universo narrativo e il taglio visionario (basta vedere la sequenza dell'ossario e la corrispondente controparte disegnata su "Orrore Nero"). La trovata di Soavi, di far interpretare Dellamorte a Everett, con gli anni si è rivelata azzeccatissima: non tutti sanno che Soavi voleva girare un film sull'indagatore dell'incubo, ma Sclavi aveva già promesso i diritti all'amico Alberto Negrin e quindi ripiegò su questo romanzo che aveva comunque grande fascino e avrebbe potuto omaggiare trasversalmente il fumetto (ricordiamolo: nel '93 DYD era popolarissimo) richiamando nella mente dello spettatore il Dylan in carne e ossa.
Da fedele lettore dei romanzi sclaviani e da amante di Dylan Dog, posso dire che questo film è la cosa stilisticamente e idealmente più vicina allo spirito di tutto ciò che è Sclavi: c'è l'ironia, l'introspezione, l'atmosfera surreale, l'amore assoluto, l'impossibilità di comunicazione, la malinconia, il grottesco... il tutto "presentato" come un classico film dell'orrore. Ed è questo che lo spettatore medio non ha colto: aldilà degli zombi, della recitazione della Falchi, Dellamorte Dellamore è un film unico, poetico e in qualche modo cinico, che parla dell'orrore del quotidiano, dell'impossibilità di uscire dal proprio mondo, della paura dell'altro, del diverso, dell'incomunicabilità... insomma un piccolo gioiellino di casa nostra che ricalca fedelmente la filosofia di Sclavi, (sebbene Francesco Dellamorte sia un personaggio fortemente negativo nel romanzo, tutt'altro che un gentiluomo dall'animo introspettivo... infatti rutta e bestemmia) . Mi dispiace molto quando sento gente che ne parla come del "penoso film su Dylan Dog", senza magari averlo neanche visto. Certo, il film ha i suoi punti deboli (gli effetti speciali un po' caserecci, la Falchi, alcune trovate ingenue come lo zombi che viene fuori dalla tomba con la moto), ma mantiene intatta un'originalità e una sensibilità unica. E poi il finale da pelle d'oca, le citazioni da "Totentanz", le scenografie curatissime, le notti nerissime nel cimitero, ne fanno un film onirico, (mi viene in mente il Fellini di 8 e 1/2) nel complesso, molto sofisticato... di certo non adatto a chi vuole il classico film dell'orrore con zombi, sangue e una trama lineare classica.
Uno dei miei film (non horror) preferiti di sempre.
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dandy
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martedì 29 marzo 2011
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suggestiva l'idea,penoso il resto.
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Col passare degli anni è diventato un piccolo cult,ma immeritatamente,e per le ragioni sbagliate.La storia,tratta dall'omonimo romanzo del padre di Dylan Dog Tiziano Sclavi, è vincente,gli effetti speciali di Sergio Stivaletti discreti(una volta tanto)e ci sono un paio di scene memorabili:il centauro che risorge dalla tomba con la moto,e il finale nel tunnel.Ma questo è quanto.Soavi,con l'eccezione di "Arrivederci amore ciao",non ha mai girato niente di decente,se non da un punto di vista trash.In questo caso meriterebbe 5 stellette.L'atmosfera vorrebbe essere quella surreale e inverosimile dei fumetti,ma è solo ridicola.I dialoghi sono cretini e i personaggi di contorno patetici,e non nel senso che il regista vorrebbe(il sindaco,il commissario Straniero,il dottore: uno più babbeo dell'altro).
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Col passare degli anni è diventato un piccolo cult,ma immeritatamente,e per le ragioni sbagliate.La storia,tratta dall'omonimo romanzo del padre di Dylan Dog Tiziano Sclavi, è vincente,gli effetti speciali di Sergio Stivaletti discreti(una volta tanto)e ci sono un paio di scene memorabili:il centauro che risorge dalla tomba con la moto,e il finale nel tunnel.Ma questo è quanto.Soavi,con l'eccezione di "Arrivederci amore ciao",non ha mai girato niente di decente,se non da un punto di vista trash.In questo caso meriterebbe 5 stellette.L'atmosfera vorrebbe essere quella surreale e inverosimile dei fumetti,ma è solo ridicola.I dialoghi sono cretini e i personaggi di contorno patetici,e non nel senso che il regista vorrebbe(il sindaco,il commissario Straniero,il dottore: uno più babbeo dell'altro).Ci sono pure citazioni di Magritte,Bocklin e Orson Welles,del tutto fuori luogo.Everett,pur somigliantissimo a Dylan Dog(pare proprio che Sclavi si sia ispirato a lui per crearlo)è visibilmente spaesato e imbambolato,come in tutti i film italiani che ha fatto.Della Falchi è meglio tacere:basti dire che si doppia de se e concede qualche nudo scarso.E se non lo sapete,non è assolutamente questo che significa essere attrice.L'unico a salvarsi del cast è Hadji Lazaro.Come ho detto,è perfetto per gli amanti del trash.Chi vuole veri film sullo stesso tema,provi a guardarsi "Zeder"di Pupi Avati o guardi(o riguardi) i film di George A. Romero.
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(di lorenzi adriano)
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gertrude
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sabato 19 febbraio 2011
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l'incubo nel quotidiano
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Veramente sorprendente il risultato di questo film! Chi lo guarda infatti ha l'impressione di stare leggendo un fumetto di Tiziano Sclavi(più precisamente è tratto da "Orrore nero" ). L'atmosfera, il tono cupo e grottesco, i morti che si risvegliano, la routine assolutamente fuori dalla normalità e le debolezze del protagonista, e l'ambientazione in un cimitero di un paesino sperduto; tutti aspetti fondamentali del fumetto che sono stati saggiamente ripresi nel film. Tutti elementi che rendono il lettore/spettatore spaesato, dal momento che non sa più se quella che vede è realtà o incubo. Un'osservazione a parte va fatta sul protagonista Francesco Dellamorte interpretato da Rupert Everett e nel quale si può vedere in tutto e per tutto un Dylan Dog italiano: il passatempo di ricostruire il teschio, l'aiutante Gnaghi,il colpo di fulmine quando vede la bella vedova, il maggiolone, l'apparente svogliatezza, l'atteggiamento pensieroso,.
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Veramente sorprendente il risultato di questo film! Chi lo guarda infatti ha l'impressione di stare leggendo un fumetto di Tiziano Sclavi(più precisamente è tratto da "Orrore nero" ). L'atmosfera, il tono cupo e grottesco, i morti che si risvegliano, la routine assolutamente fuori dalla normalità e le debolezze del protagonista, e l'ambientazione in un cimitero di un paesino sperduto; tutti aspetti fondamentali del fumetto che sono stati saggiamente ripresi nel film. Tutti elementi che rendono il lettore/spettatore spaesato, dal momento che non sa più se quella che vede è realtà o incubo. Un'osservazione a parte va fatta sul protagonista Francesco Dellamorte interpretato da Rupert Everett e nel quale si può vedere in tutto e per tutto un Dylan Dog italiano: il passatempo di ricostruire il teschio, l'aiutante Gnaghi,il colpo di fulmine quando vede la bella vedova, il maggiolone, l'apparente svogliatezza, l'atteggiamento pensieroso,..
Non ho messo il massimo dei voti perchè effettivamente la storia, che ha tutte le premesse per essere avvincente e inquietante allo stesso tempo, non lo è affatto. Avverto che ha intenzione di vederlo: ci rimanete male dopo esservi gasati all'inizio...
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nerazzurro
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venerdì 24 settembre 2010
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il rimpianto e non aver puntato su dylan dog
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Una trama ed una sceneggiatura che farà storcere il naso. Francesco della morte che vive nel suo mondo e in quello della vita normale. In questo film c'e un grande tocco da maestro sulle scenografie e sul make up. Vincono l'atmosfera cupa e a tratti fantasy. Un bravissimo R.Everett che e praticamente Dylan Dog con camicia bianca e in una location diversa.
DOMANDA:
PERCHE DIAVOLO NON HANNO PUNTATO SU UN FILM DI DYLAN DOG ???????????????
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