Decalogo, 2

Un film di Krzysztof Kieslowski. Con Olgierd Lukaszewicz, Krystyna Janda, Aleksander Bardini, Artur Barcis, Krzysztof Kumor.
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Titolo originale Dekalog, dwa. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 59 min. - Polonia 1988. MYMONETRO Decalogo, 2 * * * 1/2 - valutazione media: 3,53 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
stefano capasso giovedì 22 ottobre 2020
integrati nella potenza della storia Valutazione 4 stelle su cinque
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Il marito di Dorota è all’ospedale in gravi condizioni, i medici non si sbilanciano nel dire che si trova in fase terminale. La donna è incinta dell’amante e deve decidere se tenere il bambino: se il marito sopravvive non lo terrà. Il primario del reparto dove si trova ricoverato l’uomo è un suo vicino di casa, e Dorota cerca in tutti i modi di avere da lui una risposta definitiva sulla sorte dell’uomo. Proprio quando il primario decide di sbilanciarsi avviene il miracolo.
Nel secondo episodio del decalogo Kieslowski rappresenta con una storia particolarmente drammatica il tema dell’unicità di Dio, dettata dal secondo comandamento. [+]

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cineclub giovaninsieme martedì 13 marzo 2012
bestemmiare significa odiare la vita Valutazione 5 stelle su cinque
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"Non nominare il nome di Dio invano". Bestemmiare significa odiare la vita e amare la morte. Una donna chiusa in un dilemma mortale trasforma un dottore in un deus ex machina. Il dottore, che ha subito la violenza della vita, ma nonostante ciò continua ad amarla, candido come una colomba e astuto come un serpente, libera tutti dal giogo della morte. Il divino si incarna nella mente, nel cuore, nelle mani di un uomo che ha molto sofferto e dona la vita. L'Amore è più importante della verità.

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fedeleto martedì 10 gennaio 2012
non invocare dio nella speranza della fine altrui Valutazione 4 stelle su cinque
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Dopo il primo capitolo del decalogo,Kieslowski continua il suo percorso e si sofferma sul secondo capitolo o meglio secondo comandamento ,ovvero NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO.Un uomo lavora nel reparto oncologia,e nel suo palazzo vive una donna triste e depressa per via della malattia del marito ricoverato proprio dove lavora quest'uomo,i due in seguito ad un fatto passato non si parlano ne' si considerano(la donna aveva investito il suo cane),ma la donna disperata decide di parlargli e chiedergli informazioni sul marito specificando che e' essenziale per lei sapere se vivra' o morira'poiche' e' incinta di un altro uomo e se suo marito vivra' allora abortira'. [+]

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viola96 mercoledì 31 agosto 2011
la vita è sofferenza. Valutazione 4 stelle su cinque
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Il cinema di Kielslowski è simbologia atea con venature pagane e strisce di pura follia contagiosa.Nel secondo episodio del "Decalogo" s'immagina l'uomo come una grande vespa,imprigionata in un bicchiere di succo di frutta con tutti i suoi pensieri,le sue preoccupazioni.E quando supera il tutto e raggiunge la pace interiore,può ricominciare a volare.Questa è,probabilmente,la scena più poetica di questo geniale mediometraggio.Kieslowski,coadiuvato al solito in sceneggiatura da Piesiewicz,dà libero sfogo alla sua dolente mente amniotica che risucchia con spirito caparbio la vita,come flagello e unica fonte di libertà."Non nominare il nome di Dio invano",recita solenne il secondo comandamento,lentamente,come una lunga e melensa cantilena altisonante. [+]

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dandy venerdì 15 aprile 2011
non passare a dio le tue patate bollenti! Valutazione 3 stelle su cinque
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Se il primo "Decalogo"è quello che maggiormente osava,questo risulta il più debole e il meno convincente.L'intreccio è macchinoso,e il legame col secondo comandamento("Non nominare il nome di Dio invano")risulta decisamente astratto,se non addirittura forzato(la donna avrebbe nominato Dio implorando un intervento divino affinchè il marito morisse,e viene "punita" con la sua salvezza).Almeno una sequenza da antologia comunque:la scena dell'ape che si dibatte per non affogare nel bicchiere.Questa storia verrà poi raccontata nel "Decalogo 8".Krystyna Janda è un'attrice cara a Wajda.

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paolo aiello venerdì 6 marzo 2009
non usare il nome di dio per i tuoi scopi Valutazione 4 stelle su cinque
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Strano che in nessuna recensione sia messa in evidenza l'originale e interessante interpretazione del secondo comandamento biblico che emerge dalla visione di questo bellissimo film. Gli autori, come loro solito, non dettano regole morali, si limitano a mostrare le conseguenze di determinate azioni; alla coscienza di ciascuno valutare. Qui il tema centrale è l'assunzione di responsabilità, e l'uso del nome di Dio (con tutte le sue implicazioni) per evitarla. La protagista, ha il marito in ospedale con un tumore e potrebbe morire, lei è incinta di un altro e vorrebbe abortire se il marito vivesse e tenere il figlio e rifarsi una vita con l'altro uomo in caso contrario. Incapace di prendere una decisione di fronte all'incertezza della sorte del marito, non si accontenta della risposta sincera e onesta del primario dell'ospedale, suo vicino di casa, che dice di non essere in grado di pronunciarsi con certezza sulla spravvivenza del marito, ma vuole a tutti i costi ottenere una risposta netta, per il sì o per il no. [+]

[+] grazie (di stalker)
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salvatore scalera giovedì 21 dicembre 2006
per prestare ascolto a kieslowski non dargli retta Valutazione 5 stelle su cinque
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Proseguo, non senza difficoltà, la serie di brevi recensioni del Decalogo di kieslowski; il tratto distintivo che seguo in questa personale esperienza è quello di non chiedermi nulla dell'autore e di non avere una visione di insieme dell'opera, nel senso che scrivo le mie sensazioni in tempo reale (o giù di lì) senza aver visto, per l'appunto, tutta la serie di 10 mediometraggi. La ragione di questa scelta sta nella ricerca dell'ingenuità visiva, perseguita quasi ossessivamente per l'approccio a quest'opera in particolare e più in generale scelta di fondo nel mio personale modo di percepire l'arte. Ovviamente si tratta di una intuizione emotiva che faccio fatica a giustificare logicamente e i cui risultati potrò giudicare solo alla fine del percorso. [+]

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