alberto pezzi
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sabato 20 luglio 2019
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efficace e pungente
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GRANDE THRILLER POLITICO FIRMATO DA UN IMMENSO GEORGE CLOONEY. TUTTI QUANTI CI CHIEDIAMO OGNI GIORNO SU QUALI COSE SI BASA LA POLITICA, SU QUALI PRINCIPI, SU QUALI VALORI. LA RISPOSTA LA TROVIAMO ALL’ INTERNO DI QUEST’ OPERA: POLITICA E’ CORRUZIONE, A TUTTI I LIVELLI, DAL PIU’ BASSO AL PIU’ ALTO. UN GRANDISSIMO RYAN GOSLING IMPERSONA STEPHEN, UN GIOVANE GENIO DELLA COMUNICAZIONE. STEPHEN CREDE FERMAMENTE NELLA BUONAFEDE E NEI PRINCIPI DEL SUO CANDIDATO ALLE PRESIDENZIALI MIKE MORRIS, MA IMPROVVISAMENTE SI TROVERA’ A DOVER AFFRONTARE LA CORRUZIONE DILAGANTE SU CUI SI BASA LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE. UN INTRIGO FATTO DI SPIONAGGIO E TRADIMENTI. LA PELLICOLA E’ LUCIDA, MOLTO EFFICACE E MOLTO PUNGENTE.
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GRANDE THRILLER POLITICO FIRMATO DA UN IMMENSO GEORGE CLOONEY. TUTTI QUANTI CI CHIEDIAMO OGNI GIORNO SU QUALI COSE SI BASA LA POLITICA, SU QUALI PRINCIPI, SU QUALI VALORI. LA RISPOSTA LA TROVIAMO ALL’ INTERNO DI QUEST’ OPERA: POLITICA E’ CORRUZIONE, A TUTTI I LIVELLI, DAL PIU’ BASSO AL PIU’ ALTO. UN GRANDISSIMO RYAN GOSLING IMPERSONA STEPHEN, UN GIOVANE GENIO DELLA COMUNICAZIONE. STEPHEN CREDE FERMAMENTE NELLA BUONAFEDE E NEI PRINCIPI DEL SUO CANDIDATO ALLE PRESIDENZIALI MIKE MORRIS, MA IMPROVVISAMENTE SI TROVERA’ A DOVER AFFRONTARE LA CORRUZIONE DILAGANTE SU CUI SI BASA LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE. UN INTRIGO FATTO DI SPIONAGGIO E TRADIMENTI. LA PELLICOLA E’ LUCIDA, MOLTO EFFICACE E MOLTO PUNGENTE. UN CAST ECCEZIONALE COMPOSTO TRA GLI ALTRI DA PHILIP SEYMOUR HOFFMAN, PAUL GIAMATTI, MARISA TOMEI ED EVAN RACHEL WOOD, COMPLETA UN FILM DAVVERO DA NON PERDERE. QUATTRO STELLINE MERITATE!
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fabio
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mercoledì 13 marzo 2019
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poco avvincente
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Nonostante il film si avvalga di ottimi interpreti la storia risulta banale: la stagista sedotta e raggirata, i consulenti politici come squali, i politici senza morale.
Nessuno si salva in questo mondo corrotto, ipocrita e pieno di traditori, questo appare chiaro sin dalle prime battute del film. Le persone usano e vengono usate, con la differenza che alcuni ne sono perfettamente consapevoli. Sanno di far parte di un mondo schifoso e si adattano bene. Altri sono più ambigui, come il protagonista: apparentemente animato da un autentico sentimento di onestà e fedeltà ai principi volgerà nel giro di poco nella figura più spietata, amorale e macchiavellica del film.
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Nonostante il film si avvalga di ottimi interpreti la storia risulta banale: la stagista sedotta e raggirata, i consulenti politici come squali, i politici senza morale.
Nessuno si salva in questo mondo corrotto, ipocrita e pieno di traditori, questo appare chiaro sin dalle prime battute del film. Le persone usano e vengono usate, con la differenza che alcuni ne sono perfettamente consapevoli. Sanno di far parte di un mondo schifoso e si adattano bene. Altri sono più ambigui, come il protagonista: apparentemente animato da un autentico sentimento di onestà e fedeltà ai principi volgerà nel giro di poco nella figura più spietata, amorale e macchiavellica del film.
Tutto suona abbastanza stereotipato, l'azione è lenta e i dialoghi passano dal tecnicismo incomprensibile ad un moralismo cialtrone.
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great steven
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domenica 27 marzo 2016
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sguardo attento alle contraddizioni della politica
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LE IDI DI MARZO (USA, 2011) diretto da GEORGE CLOONEY. Interpretato da RYAN GOSLING, GEORGE CLOONEY, EVAN RACHEL WOOD, JEFFREY WRIGHT, PHILIP SEYMOUR HOFFMAN, PAUL GIAMATTI, MARISA TOMEI
Steven Myers è un brillante consulente che sta lavorando alla campagna presidenziale del governatore Mike Morris, candidato del Partito Democratico in corsa per ricoprire il ruolo di capo dello Stato, il cui avversario è il senatore repubblicano Thompson. Di un’onestà integerrima e apparentemente incorruttibile, Steven porta avanti il suo lavoro senza cedere alle lusinghe e mettendo in campo tutte le sue strabilianti abilità, ma il suo percorso sarà presto ostacolo da due scandali: nel primo caso, dovrà rendere conto ai colleghi e al suo datore di lavoro di un incontro avvenuto con Tom Duffy, il cinico organizzatore dei comizi del senatore Thompson, mentre nell’altro avrà a che fare con la gravidanza indesiderata di Molly Stearns, giovane stagista molto carina, figlia di un noto politico e intenzionata ad abortire il figlio avuto dallo stesso governatore.
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LE IDI DI MARZO (USA, 2011) diretto da GEORGE CLOONEY. Interpretato da RYAN GOSLING, GEORGE CLOONEY, EVAN RACHEL WOOD, JEFFREY WRIGHT, PHILIP SEYMOUR HOFFMAN, PAUL GIAMATTI, MARISA TOMEI
Steven Myers è un brillante consulente che sta lavorando alla campagna presidenziale del governatore Mike Morris, candidato del Partito Democratico in corsa per ricoprire il ruolo di capo dello Stato, il cui avversario è il senatore repubblicano Thompson. Di un’onestà integerrima e apparentemente incorruttibile, Steven porta avanti il suo lavoro senza cedere alle lusinghe e mettendo in campo tutte le sue strabilianti abilità, ma il suo percorso sarà presto ostacolo da due scandali: nel primo caso, dovrà rendere conto ai colleghi e al suo datore di lavoro di un incontro avvenuto con Tom Duffy, il cinico organizzatore dei comizi del senatore Thompson, mentre nell’altro avrà a che fare con la gravidanza indesiderata di Molly Stearns, giovane stagista molto carina, figlia di un noto politico e intenzionata ad abortire il figlio avuto dallo stesso governatore. La corruzione dilagante e il muro di certezze che crollano come un castello di carte obbligheranno Steven a ricredersi sulle sue posizioni e a capire che, nel mondo della politica, la meritocrazia e la capacità di aprirsi la strada a forza di illegalità fanno la differenza tra un consulente valido e uno disoccupato e fallito: pur prendendo il posto di Paul, il suo collaboratore più fidato che però lo pugnalerà inaspettatamente alle spalle, il giovane non ne resterà comunque soddisfatto. Gli unici due difetti di questo eccitante thriller, con cadenze profonde di noir, nel quale, come sempre, il regista affida la parte del protagonista a un altro attore, e si ritaglia per sé un ruolo importante ma incontestabilmente secondario, si riassumono brevemente: un semplicismo abbastanza fastidioso, che rende fin troppo elementare la dialettica che alberga nei cuori di questi personaggi che si sospettano l’un l’altro proprio per lavoro, e in secondo luogo un eccesso di volgarità nei dialoghi, forse non così necessaria per quanto il mestiere di politico vada ormai a braccetto con una concezione comunemente popolare della corruttibilità, del malcostume e del tradimento premeditato. Ma per il resto l’ultima fatica di Clooney dietro alla macchina da presa (e anche davanti, ma in fondo è un dato di secondo piano) si distingue per la lucidità inconfutabile con cui il tema politico tipicamente statunitense viene trattato: è un universo messo a nudo, spogliato di ogni convenzione e buttato in faccia allo spettatore in tutta la sua brutalità, caratteristica fondamentale per un ambiente nel quale il gioco di squadra può determinare sia la fortuna del singolo sia la rovina del gruppo intero. II punto forte rimane comunque un coacervo di interpretazioni a dir poco straordinarie, tutte quante da applauso: R. Gosling è un rampollo tutt’altro che malato di rampantismo, strenuamente contrario all’opportunismo e in grado di camminare sui carboni ardenti a costo di difendere la verità e il merito; Clooney, in un ruolo insolitamente negativo, brilla di luce propria nei panni di un politicante che più ipocrita non si potrebbe, la cui faccia di bronzo è invitante di fronte all’elettorato e cupamente sincera quando intrattiene relazioni meno pubbliche; Hoffman, in uno dei suoi ultimi ruoli più efficaci, centra il bersaglio con la sua recitazione pragmatica, fuori controllo e fuori misura, regalando un antieroe dei giorni nostri che ha fatto sua la lezione della necessità dell’egocentrismo in politica; P. Giamatti, altro antagonista assai al di fuori dei canoni abituali, dimostra di possedere corde drammatiche che non disdegnano incursioni nell’umorismo caustico più spregiudicato; una E. R. Wood birichina ma contemporaneamente anche intristita è la sorpresa femminile più gradevole dell’opera, senza nulla togliere alla giornalista volubile di M. Tomei, il cui voltagabbana improvviso e la cui tendenza a vendersi al miglior offerente mettono a segno una performance memorabile; e infine J. Wright, malgrado l’esiguità delle scene in cui compare, disegna col vetriolo un parlamentare repubblicano convinto dei suoi sistemi e capace di fare promesse importanti. Il riferimento all’assassinio di Giulio Cesare è pertinente, ma non solo: letto al contrario (nel senso cioè della rivalsa di un subalterno nei confronti del proprio superiore, allo scopo di conquistare una vittoria che poi non arriva), ha qualcosa di spietatamente geniale. Ottima anche la scelta di illuminare con scarsità le sequenze più intense: il buio aiuta sempre, cinematograficamente parlando, a sottolineare l’intrinseca drammaticità di alcuni momenti che, sullo schermo, rendono con un’efficienza a pieno vapore. Nemmeno un Oscar.
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giorpost
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lunedì 7 dicembre 2015
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clooney ci mostra i retroscena della politica usa
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In tutto l' occidente abbiamo assistito, nell' ultimo decennio, a campagne elettorali incentrate sull' innovazione culturale, ma sempre con estrema timidezza e mai col necessario piglio. Tale aspetto è ancor più riscontrabile negli Stati Uniti ove nemmeno Obama è riuscito, pur con la sua storica elezione, a mutare gli scenari e a far pendere la bilancia verso un progresso civile, prim' ancora che economico. George Clooney, grazie al suo attivismo ed alla sua sapienza intellettuale decide di portare sul grande schermo quest' opera teatrale affrontando, al tempo stesso, due temi delicati come la laicità dello stato e il dietro le quinte della politica americana: Le idi di marzo (USA, 2011), titolo che prende spunto dalla congiura ordita contro Giulio Cesare ma che parla in realtà dell' ascesa, alle primarie del partito deomocratico, di Mike Morris, governatore progressista della Pennsylvania che punta al civico 1600 della Pennsylvania Avenue, sede della Casa Bianca.
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In tutto l' occidente abbiamo assistito, nell' ultimo decennio, a campagne elettorali incentrate sull' innovazione culturale, ma sempre con estrema timidezza e mai col necessario piglio. Tale aspetto è ancor più riscontrabile negli Stati Uniti ove nemmeno Obama è riuscito, pur con la sua storica elezione, a mutare gli scenari e a far pendere la bilancia verso un progresso civile, prim' ancora che economico. George Clooney, grazie al suo attivismo ed alla sua sapienza intellettuale decide di portare sul grande schermo quest' opera teatrale affrontando, al tempo stesso, due temi delicati come la laicità dello stato e il dietro le quinte della politica americana: Le idi di marzo (USA, 2011), titolo che prende spunto dalla congiura ordita contro Giulio Cesare ma che parla in realtà dell' ascesa, alle primarie del partito deomocratico, di Mike Morris, governatore progressista della Pennsylvania che punta al civico 1600 della Pennsylvania Avenue, sede della Casa Bianca.
Affiancato da un entourage di giovani intraprendenti e molto determinati, Morris basa la sua campagna proprio sui temi caldi inizialmente citati come l' addio alle guerre preventive, il consenso ai matrimoni gay ed una diversa redistribuzione delle ricchezze; l' appeal nell' elettorato è ampio e la corsa verso l' election day contro l' avversario repubblicano sembra pura formalità, ma non tutto può andare liscio come si vorrebbe in quanto occorre sempre fare i conti con i fatidici sondaggi e le ambizioni personali, come quelle del senatore Thompson, che potrebbe assicurare i voti necessari alla vittoria nell' Ohio a patto che gli venga garantita una poltrona di rilievo in caso di vittoria; Morris, poco avvezzo a compromessi, inizialmente respinge le lusinghe a va avanti per la sua strada seguendo i consigli del suo fidato addetto stampa, Stephen Meyers (Ryan Gosling). Meyers ha letteralmente "sposato la campagna" del governatore in cui ripone le speranze di cambiamento per la sua generazione, ma molto presto si troverà, suo malgrado, a doversi fronteggiare con un' inaspettata realtà fatta di torbidi inganni, tradimenti e fiducia mal riposta. Il vortice nel quale Stephen verrà catapultato lo toccherà in prima persona scatenando in lui una feroce reazione che lo porterà alle più alte vette di cinismo mai raggiunte, realizzando che in politica nessuno è esente da segreti inconfessabili, nemmeno se questi è del partito democratico...
Clooney, nella triplice veste di regista, sceneggiatore e attore, resiste alla tentazione di cucirsi addosso il film come avrebbe potuto fare, lasciando invece ampio spazio ad un quartetto d' interpreti di altissimo livello come lo stesso Gosling, certamente tra i migliori della sua età, uno strepitoso Philip Seymour Hoffman, nel ruolo di Paul Zara, capo del comitato elettorale, Paul Giamatti, alias Tom Duffy, alla guida del comitato avversario ed, infine, Marisa Tomei nella parte della giornalista procacciatrice di scoop ed ago della bilancia.
The Ides of March è una pellicola corale ed intensa che ci mostra i retroscena della politica USA, nella quale le prove attoriali sono tutte credibili e dove spicca il protagonista Gosling che mette sul piatto sagacemente una metamorfosi non comune, attraverso la quale prima è un intraprendente responsabile comunicazione, poi un avido e ambizioso scalatore capace di una rapida arrampicata verso la cima buttando giù gli avversari come birilli. A valorizzare il lavoro vanno citati una fotografia di grande stile e le suggestive inquadrature, tra le quali spicca il licenziamento di Paul Zara fuori dal barbiere, eseguito in 30 secondi da parte di Morris in persona: una sequenza alla Scorsese che trasmette tutto il cinismo degli uomini di potere.
Se volete gustarvi i retroscena della vita politica americana, non dovete perdervi questo film.
Voto: 8,5
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mardou_
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venerdì 28 novembre 2014
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un racconto efficace e ben costruito
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Idi di marzo del 44 a.C. : data dell'assassinio di Giulio Cesare.
I congiurati che decisero la sua eliminazione furono i senatori che temevano per le sorti della repubblica a causa dell'inarrestabile ascesa del dittatore romano ed i cesariani che agirono per rancori e delusioni personali.
Più di duemila anni dopo nulla sembra essere cambiato : il potere di un individuo è costantemente minacciato non solo dai diretti oppositori ma spesso anche dai suoi stessi alleati , mentre corruzione e tradimento sono all'ordine del giorno.
Proprio quando ormai sembrava essere un attore troppo impegnato a pubblicizzare relazioni vere o presunte,impegni umanitari e cialde di caffè per ricordarsi di fare anche del buon cinema , ecco che George Clooney confeziona un'ottima pellicola , cinica e disincantata che solo in apparenza è il classico thriller politico.
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Idi di marzo del 44 a.C. : data dell'assassinio di Giulio Cesare.
I congiurati che decisero la sua eliminazione furono i senatori che temevano per le sorti della repubblica a causa dell'inarrestabile ascesa del dittatore romano ed i cesariani che agirono per rancori e delusioni personali.
Più di duemila anni dopo nulla sembra essere cambiato : il potere di un individuo è costantemente minacciato non solo dai diretti oppositori ma spesso anche dai suoi stessi alleati , mentre corruzione e tradimento sono all'ordine del giorno.
Proprio quando ormai sembrava essere un attore troppo impegnato a pubblicizzare relazioni vere o presunte,impegni umanitari e cialde di caffè per ricordarsi di fare anche del buon cinema , ecco che George Clooney confeziona un'ottima pellicola , cinica e disincantata che solo in apparenza è il classico thriller politico.
Il regista di “Good Night and Good Luck”(2005), seguendo i retroscena della campagna per le primarie presidenziali del Partito Democratico negli USA , rimette in discussione i concetti di democrazia,lealtà,politica e comunicazione che oggi sembrano essere ormai privi di qualsiasi significato.
Tutto è manipolabile , la verità consiste solo in ciò che si può (di)mostrare,tutti sono ricattabili ed al contempo vittime e carnefici in questo meccanismo letale chiamato vita , dove crescere significa imparare a mentire, a guardarsi costantemente le spalle per ottenere e realizzare desideri che hanno comunque il sapore amaro della sconfitta.
Clooney convince davanti e dietro la macchina da presa insieme ad un cast impeccabile che dà forza e spessore psicologico ai personaggi : Ryan Gosling,già dopo l'ottima interpretazione in “Drive”continua a dimostrare di essere molto di più di un attore di belle speranze, Philip Seymour Hoffman e Paul Giamatti sono dei solidi comprimari e se Marisa Tomei sembra vivere una seconda giovinezza cinematografica iniziata con “Onora il Padre e La Madre”(2007),una nota particolare è data da Evan Rachel Wood incredibilmente intrigante e camaleontica anche nelle vesti della giovane ed ingenua stagista.
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cizeta
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lunedì 10 marzo 2014
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disilluso
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Visione di una campagna elettorale statunitense totalmente disillusa; il bravo addetto stampa Meyers, nel team del candidato per le primarie democratiche Mike Morris, è protagonista di un risiko elettorale che coinvolge il suo collega più anziano Paul, l'addetto stampa "rivale" Tom e l'entourage dei candidati.
Una visione reale della politica, tra sesso, giochi di ruoli, promesse di poltrone e favori, Clooney centra pefettamente il bersaglio regalandoci un bellissimo film, ben girato e sceneggiato.
Un tema molto delicato come la politica viene settorizzato in uno dei suoi momenti più delicati, la campagnia elettorale, e ci viene raccontato in maniera realistica e coinvolgente.
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Visione di una campagna elettorale statunitense totalmente disillusa; il bravo addetto stampa Meyers, nel team del candidato per le primarie democratiche Mike Morris, è protagonista di un risiko elettorale che coinvolge il suo collega più anziano Paul, l'addetto stampa "rivale" Tom e l'entourage dei candidati.
Una visione reale della politica, tra sesso, giochi di ruoli, promesse di poltrone e favori, Clooney centra pefettamente il bersaglio regalandoci un bellissimo film, ben girato e sceneggiato.
Un tema molto delicato come la politica viene settorizzato in uno dei suoi momenti più delicati, la campagnia elettorale, e ci viene raccontato in maniera realistica e coinvolgente.
Voto personale: 8.
Cast stellare: impeccabile Seymour Hoffman (come sempre), Giamatti e Clooney (perfettamente calato nella parte).... un gradino più sotto Gosling, forse non la sua miglior performanca (ma di qui a dire che ha recitato male ce ne passa).
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fedson
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lunedì 7 ottobre 2013
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le due facce della medaglia a stelle e strisce
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Il giovane Steèhen Meyers (Gosling) sostiene e lavora per il contendente democratico Mike Morris (Clooney) alle primarie negli Stati Uniti, insieme alla sua spalla più anziana Paul Zara (Hoffman), democratico a tutto punto. Il candidato Morris, presentatore di solide morali americane che mette in luce tramite la sua figura pulita, ordinata, da perfetto americano protettore della propria patria (e privo di corruzioni), partirà col piede sbagliato durante la campagna, scoprendo che l'unico modo per ottenere un posto nella Casa Bianca sarà quello di accattivarsi non solo più voti possibili dal popolo, ma anche quello di un politico locale di spessore. Ma Stephen scoprirà a sue spese che dietro la medaglia e le parole democratiche di Morris, esiste un lato sporco.
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Il giovane Steèhen Meyers (Gosling) sostiene e lavora per il contendente democratico Mike Morris (Clooney) alle primarie negli Stati Uniti, insieme alla sua spalla più anziana Paul Zara (Hoffman), democratico a tutto punto. Il candidato Morris, presentatore di solide morali americane che mette in luce tramite la sua figura pulita, ordinata, da perfetto americano protettore della propria patria (e privo di corruzioni), partirà col piede sbagliato durante la campagna, scoprendo che l'unico modo per ottenere un posto nella Casa Bianca sarà quello di accattivarsi non solo più voti possibili dal popolo, ma anche quello di un politico locale di spessore. Ma Stephen scoprirà a sue spese che dietro la medaglia e le parole democratiche di Morris, esiste un lato sporco. Produrre questo film in piena democrazia americana (di Obama), è come se non si volesse far scappare l'occasione di dare una bella scossa al popolo americano ed incitarlo a riflettere che, anche dietro l'americano degli americani, in politica, si nasconde sempre una parte dedita alla corruzione e all'inganno. E' una politica che Clooney disegna come una mela: bella, perfetta e accattivante esternamente, il cui lato interno, però, è marcio e disgustoso. La storia politica scritta, diretta e interpretata dal divo hollywoodiano mira costantemente alla triste verità che, anche il più onesto e intelligente dei politici (democratici o repubblicani che siano), amato dal popolo ma sospettato dai suoi stessi amici e colleghi, deve abbassarsi di livello aprendo le sue braccia alla più sinistra delle corruzioni e al ricatto. George Clooney, da sempre interessato più che mai alla politica, spreme il mondo della politica statunitense evidenziandone i tratti più salienti e speranzosi (le parole), ma anche quelli più compromettenti e inconclusi (i fatti); inscenando un thriller politico attivo e diretto nel suo messaggio di un sistema corrotto, dotato di una sfera opportunista in grado di trascinare nella sua avidità di potere perfino il più corretto dei politici, mettendolo contro i suoi stessi sostenitori e amici per mezzo di un mondo ormai nelle mani dei media, qui visti in tutta la loro disumanità ed ingiustizia nei confronti di uomini che volevano farsi strada per mezzo dei loro (sani) valori e delle loro parole. Clooney si dimostra un regista sapiente e capace, attento nel trovare il giusto equilibrio quando si tratta di cinema impegnato (specie in un campo come quello della politica), la cui bravura sta proprio nel mostrarci, senza mezzi termini, che perfino un popolo unito e potente (come gli USA) non sono in fondo così integri e sinceri come loro vogliono mostrare; permettendoci, così, di schiarirci le idee nei confronti delle due facce dell'intoccabile medaglia a stelle e strisce.
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francesca romana cerri
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sabato 21 settembre 2013
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l'etica esiste
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C'è un ordine nel film, ogni tassello è al punto giusto, ogni inquadratura servirà a raccontare un pezzo di storia fondamentale , alla fine i tasselli vengono messi insieme e i finisce questo film in silenzio, ascoltando le parole del candidato che riecheggiano come un sogno, L'Etica, L'Etica.....
Non c'è stato nulla di Etico nei personaggi, è una gara di meschinità e bassezze che coinvolge tutti tranne la giovane vent'enne, che non a caso muore, giovinezza ancora pulita e ancora ingenua esce dalla scena del Mondo corrotto. Tutti gli altri non commettono certo crimini efferati, non c'è nullla di criminoso a livello eclatante, ma è proprio questa la finezza del film: tracciare con grande dignità la linea di confine tra ciò che è etico e ciò che non lo è.
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C'è un ordine nel film, ogni tassello è al punto giusto, ogni inquadratura servirà a raccontare un pezzo di storia fondamentale , alla fine i tasselli vengono messi insieme e i finisce questo film in silenzio, ascoltando le parole del candidato che riecheggiano come un sogno, L'Etica, L'Etica.....
Non c'è stato nulla di Etico nei personaggi, è una gara di meschinità e bassezze che coinvolge tutti tranne la giovane vent'enne, che non a caso muore, giovinezza ancora pulita e ancora ingenua esce dalla scena del Mondo corrotto. Tutti gli altri non commettono certo crimini efferati, non c'è nullla di criminoso a livello eclatante, ma è proprio questa la finezza del film: tracciare con grande dignità la linea di confine tra ciò che è etico e ciò che non lo è. Il governatore si rivela pian piano meno puro di quanto sembrava e sopratutto dotato di una bella quota di insensibilità ed egoismo , il giovane arrampicatore dall'idealismo e dal senso del giusto si fà corrodere dall'ambizione e inizia a passare sopra a ogni decoro pur di rimanere in cima. Il collaboratore fidato del governatore è il primo che propone politicamente compromessi per vincere la campagna e sono un tipo di compromessi che dimostrano che le promesse elettorali e i fatti sono di natura a dir poco antitetica. I fatti seguono la via della protezione del sistema Capitalistico. E non parliamo delle bassezze dello staff dei Repubblicani, ma lì la sporcizia è cosa addirittura vantata ( come da noi con le destre).
Insomma Ottimo, veramente ottimo, alla fine questo film sulla corruzione ti fà sentire vibrante la Voglia di Etica, poichè esiste nella Dignità dell'Uomo.
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tarantinofan96
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mercoledì 29 maggio 2013
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the ides of march
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Davvero un gran bel film sulla politica e su tutti i suoi segreti e complotti. Buona la regia di Clooney che è anche il protagonista insieme a un sempre grande Ryan Gosling. Molto bella anche la colonna sonora.
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giordano 87
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domenica 27 gennaio 2013
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buon film!
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i retoscena e quello che non si sa sulla politica. tutti uguali!
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