rudy_50
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lunedì 14 marzo 2016
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3 étoiles maxi
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chi44
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domenica 12 giugno 2011
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semplice è divertente
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Un film che fa trascorrere un'ora e mezza piacevole all'insegna del divertimento innocente e ben poco sottile e della riflessione, alquanto semplicistica visto che nasce da un bambino, sul tema della nascita di una nuova vita e su ciò che essa comporta all'interno di una famiglia. Ma anche sul futuro che si prospetta del piccolo Nicolas.
Il film sembra proprio scritto e diretto con l'innocenza e l'ingenuità di un bambino. E questo è motivo di elogio per regista e scenografi.
Le musiche creano nel film quell'atmosfera di leggerezza e spensieratezza tipica degli infanti. E la comicità, che è poi il fulcro di tutta la narrazione, tant'è che Nicolas alla fine sceglierà questa strada nella sua vita, è ben lontana dalla volgarità presente in molti titoli odierna, è invece sana e genuina.
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Un film che fa trascorrere un'ora e mezza piacevole all'insegna del divertimento innocente e ben poco sottile e della riflessione, alquanto semplicistica visto che nasce da un bambino, sul tema della nascita di una nuova vita e su ciò che essa comporta all'interno di una famiglia. Ma anche sul futuro che si prospetta del piccolo Nicolas.
Il film sembra proprio scritto e diretto con l'innocenza e l'ingenuità di un bambino. E questo è motivo di elogio per regista e scenografi.
Le musiche creano nel film quell'atmosfera di leggerezza e spensieratezza tipica degli infanti. E la comicità, che è poi il fulcro di tutta la narrazione, tant'è che Nicolas alla fine sceglierà questa strada nella sua vita, è ben lontana dalla volgarità presente in molti titoli odierna, è invece sana e genuina.
Ottima anche la drammatizzazione nonostante la giovane età dei bambini e il cast quasi emergente. Bello anche l'espediente narrativo che apre e conclude la storia.
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mon56
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lunedì 16 maggio 2011
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si può far ridere solo dopo aver sofferto
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Chi ha definito il film una favola ambientata in un luogo fantastico (una Francia che già non esisteva più negli anni cinquanta - ha detto qualcuno) e dove non esistono miseria, povertà e sofferenza, ha gettato uno sguardo distratto e ha giudicato - superficialmente - da adulto. In realtà, il film propone il punto di vista dell'infanzia, fino al momento in cui l'esperienza traumatica di un evento nuovo segnerà la fine dell'innocenza e, in gran parte, lo svanire di un mondo meraviglioso. Ecco allora che, per fronteggiare il pericolo (l'arrivo di un fratellino - che poi sarà una sorellina), il piccolo protagonista, coi suoi amici, sperimenterà interiormente tutte le fasi di una vita adulta, ricorrendo a una serie di mezzi illeciti di cui la vera esistenza umana è spesso piena.
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Chi ha definito il film una favola ambientata in un luogo fantastico (una Francia che già non esisteva più negli anni cinquanta - ha detto qualcuno) e dove non esistono miseria, povertà e sofferenza, ha gettato uno sguardo distratto e ha giudicato - superficialmente - da adulto. In realtà, il film propone il punto di vista dell'infanzia, fino al momento in cui l'esperienza traumatica di un evento nuovo segnerà la fine dell'innocenza e, in gran parte, lo svanire di un mondo meraviglioso. Ecco allora che, per fronteggiare il pericolo (l'arrivo di un fratellino - che poi sarà una sorellina), il piccolo protagonista, coi suoi amici, sperimenterà interiormente tutte le fasi di una vita adulta, ricorrendo a una serie di mezzi illeciti di cui la vera esistenza umana è spesso piena. Il temuto abbandono da parte dei genitori costringe il protagonista a misurarsi con l'improvvisa, inaspettata sofferenza: la perdita della felicità, quel perfetto equilibrio coi genitori e gli amici, ma anche lo spettro di un cambiamento dal punto di vista economico, con le rinunce che questo comporterà. E Nicolas e i suoi amici non esiteranno a mentire, ingannare, corrompere, truffare; perfino far rapire ed, eventualmente, uccidere. Per arrivare a concludere - nell'ultima battuta, che rivela probabilmente lo stampo autobiografico di Goscinny - che finalmente il bambino ha capito cosa farà da grande: far ridere gli altri.
E nel film si ride, moltissimo: grazie a una perfetta regia, a una strepitosa prova degli attori - in primis, i bambini - e a una storia bellissima, raccontata con tanta grazia da divenire impalpabilmente metafora della fine dell'infanzia. Un vero gioiello.
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francesco2
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martedì 19 aprile 2011
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il surreale mondo di nicolas
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Ho letto questo libro a diciannove anni, quasi da principiante della lingua Francese, per ragioni di
carattere sostanzialmente utilitaristico. Ne è passato di tempo..Certo che la "carta" della narrazione in prima persona, usata nel brutto e sopravvalutato "Ovosodo " di Virzì, qui poteva rivelarsi una mossa vincente, anche se forse ( E dico forse) i bambini avrebbero potuto annoiarsi. La scelta sostanziale, invece, è stata creare intorno a Nicolas un universo nelle intenzioni surreale, che fa occhiolino (Come ha osservato diversa gente) ad "Amèlie", ma persino ad altro cinema francese "bislacco" ("Marie e Julien", film lontano
anni luce da questo). Naturalmente non si possono pretendere da un film come questo le tematiche di "Amélie", che oltretutto, lo dico io che lo amo molto, in fase di sceneggiatura ha dei "buchi").
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Ho letto questo libro a diciannove anni, quasi da principiante della lingua Francese, per ragioni di
carattere sostanzialmente utilitaristico. Ne è passato di tempo..Certo che la "carta" della narrazione in prima persona, usata nel brutto e sopravvalutato "Ovosodo " di Virzì, qui poteva rivelarsi una mossa vincente, anche se forse ( E dico forse) i bambini avrebbero potuto annoiarsi. La scelta sostanziale, invece, è stata creare intorno a Nicolas un universo nelle intenzioni surreale, che fa occhiolino (Come ha osservato diversa gente) ad "Amèlie", ma persino ad altro cinema francese "bislacco" ("Marie e Julien", film lontano
anni luce da questo). Naturalmente non si possono pretendere da un film come questo le tematiche di "Amélie", che oltretutto, lo dico io che lo amo molto, in fase di sceneggiatura ha dei "buchi"). Purtroppo, quando l'ironia mostrata non è lieve, diviene banalmente deformante, come nei ritratti visti all'inizio. Ma in questo film, alle volte fastidiosamente bozzettistico, emerge proprio questo: i bambini hanno pure loro i propri paradossi, ma quando non sono spettatori di ciò che fanno gli adulti (Quel gangster cercato ed ucciso davanti ai loro occhi!), i risultati rischiano di essere talora divertenti, come nell'equivoco telefonico della "Rimozione". Gli adulti sono invece più stupidi, ed i loro paradossi forniscono più che altro risultati infelici, si vedano la moglie "Importante" trattata come una colf e la supplente che scambia completamente i "Ruoli" dei ragazzini in classe. Se personaggi come il bidello e la stessa supplente, non convincono, e l'umorismo mostrato lascia a desiderare in alcune situazioni (Quel ragazzino secchione che immagina di frustare i suoi compagni su una barca immaginaria), sono pochissimi i personaggi "Giudicati" dall'autore. La madre (Valérie Lemercier, vista nei "Visitatori"), cerca di comportarsi da colta per piacere di più, ma con risultati sconsolanti. Non manca un filarino infantile, dove la timidezza del protagonista viene accennata in un modo che vorrebbe, ma solo nelle intenzioni, essere simpatico. Resta comunque, a livello complessivo, un'ironia lieve e mai sdolcinata, forse tipicamente francese.
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giacomo j.k.
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domenica 28 novembre 2010
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le petit nicolas
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Il piccolo Nicolas è un bambino sereno: felice della sua vita, della famiglia e della scuola e benvoluto da tutti, non desidera altro che evitare qualsivoglia cambiamento. La sua vita viene improvvisamente sconvolta il giorno che il suo compagno di classe Joachim annuncia una terribile disgrazia: ha avuto un fratellino.
Sconcertato dal fatto che il povero Joachim abbia saputo interpretare solo a posteriori i segnali premonitori di quella tragedia, Nicolas tende le orecchie e si convince che non solo i suoi genitori stanno aspettando un fratellino, ma anche che lo vogliono abbandonare in un bosco, come Pollicino, e, radunati gli amici, organizza una banda per rapire il nascituro.
Con Le petit Nicolas, il regista francese Laurent Tirand riesce a trascinarci in pieno nel mondo dell’infanzia: un mondo che – lungi dall’essere il paradiso mitizzato da molti – è al contrario un universo popolato da tante ombre quante sono le luci.
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Il piccolo Nicolas è un bambino sereno: felice della sua vita, della famiglia e della scuola e benvoluto da tutti, non desidera altro che evitare qualsivoglia cambiamento. La sua vita viene improvvisamente sconvolta il giorno che il suo compagno di classe Joachim annuncia una terribile disgrazia: ha avuto un fratellino.
Sconcertato dal fatto che il povero Joachim abbia saputo interpretare solo a posteriori i segnali premonitori di quella tragedia, Nicolas tende le orecchie e si convince che non solo i suoi genitori stanno aspettando un fratellino, ma anche che lo vogliono abbandonare in un bosco, come Pollicino, e, radunati gli amici, organizza una banda per rapire il nascituro.
Con Le petit Nicolas, il regista francese Laurent Tirand riesce a trascinarci in pieno nel mondo dell’infanzia: un mondo che – lungi dall’essere il paradiso mitizzato da molti – è al contrario un universo popolato da tante ombre quante sono le luci. Ombre alle quali difficilmente i bambini riescono a dare un nome e che provengono dal mondo degli adulti. Si tratta, in ultima analisi, di una situazione di totale incomunicabilità tra due mondi che si osservano da lontano, tentano di raggiungersi a vicenda ma che infine devono contentarsi di gettare la spugna e restare a contemplare un universo “altro” che entrambi non capiscono ma in cui entrambi riversano la loro fiducia e il loro più profondo affetto. Entrambe le parti prendono tremendamente sul serio loro stesse, col risultato che gli adulti costruiscono spesso situazioni e universi da particolari insignificanti, o organizzano grandi piani per missioni donchisciottesche. Talvolta cercano di educare i propri figli, o i propri allievi. E in queste occasioni dimenticano troppo spesso che in realtà i bambini vedono ogni cosa attraverso un paio di occhiali che gli adulti hanno smesso da tempo, e che li porta a smontare ogni nuova informazione, ogni nuovo stimolo, e a rimontarli in modi assolutamente imprevedibili, come se vivessero un unico grande sogno.
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hanverix
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martedì 12 ottobre 2010
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tipo film francese ma godibile
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E' proprio un tipico Film Francese , però la trama scorre velocemente , non ci si annoia !!! un film leggere per tutta la famiglia!!!
una commedia ben scritta e divertente!!!
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linus2k
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mercoledì 29 settembre 2010
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quel sorriso per cui ringrazio
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Sapevo dal momento della sua uscita che questo film mi sarebbe piaciuto... Erede naturale di una serie di film made in France che hanno lasciato il segno nella mia cultura cinematografica, da Truffaut a Jeunet fino a Malle e Tati (giusto per nominarne alcuni), la commedia francese è piena di delicate storie di infanzia e il tono colorato e fresco della storia non può che rimandare la memoria ai suoi celeberrimi predecessori...
"Il piccolo Nicolas" è il protagonista di numerose storie per bambini d'Oltralpe, storie semplici di piccoli monelli, raccontate con la semplicità di chi si mette nei panni dei bambini più che dei genitori che li vedono, come già ci aveva insegnato a raccontarli il grandissimo Truffaut ("I 400 colpi" e "Gli anni in tasca").
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Sapevo dal momento della sua uscita che questo film mi sarebbe piaciuto... Erede naturale di una serie di film made in France che hanno lasciato il segno nella mia cultura cinematografica, da Truffaut a Jeunet fino a Malle e Tati (giusto per nominarne alcuni), la commedia francese è piena di delicate storie di infanzia e il tono colorato e fresco della storia non può che rimandare la memoria ai suoi celeberrimi predecessori...
"Il piccolo Nicolas" è il protagonista di numerose storie per bambini d'Oltralpe, storie semplici di piccoli monelli, raccontate con la semplicità di chi si mette nei panni dei bambini più che dei genitori che li vedono, come già ci aveva insegnato a raccontarli il grandissimo Truffaut ("I 400 colpi" e "Gli anni in tasca")... ed il film riprende quest'ottica in maniera perfetta...
Così il punto di vista si abbassa di almeno 50 centimetri e per un'ora e mezzo riscopri l'ingenuità dei tuoi 6-7 anni...
Tutti i personaggi sono deliziosi, raccontati con delicata sensibilità e divertita ironia, dagli adulti: la mamma ed il papà, la dolcissima maestra, il bidello ed il direttore, fino a quella masnada di monelli della classe di Nicolas...
La storia è semplicissima e ti stupisci persino di rimanere incollato al film nonostante la sua esilità... ma la narrazione rimane serrata ed il film va oltre la storia... racconta un mondo, disegna personaggi, resuscita alcune atmosfere dimenticate, forse esaltandole, rendendole a colori vividissimi, come i disegni a pastello di quell'infanzia che fa sempre bene non dimenticare mai...
Insomma... DA VEDERE ASSOLUTAMENTE!!!
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[+] noioso
(di rudy_50)
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ardid
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martedì 31 agosto 2010
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che divertimento questo piccolo nicolas!
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Ho visto di recente questo delizioso film e durante i 90 minuti mi sono ritrovata sempre sorridente e spesso ho riso di gusto! Non pretendo di fare dotte recensioni ma posso dire di aver trovato tutti i personaggi azzeccati e le faccine di quei bambini assolutamente irresistibili.
Una ventata di pura delizia in questo mondo così catastrofico.
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mattia
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martedì 11 maggio 2010
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1 ora di noia
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se sopra ho scritto "1 ora di noia" e nn "1 ora e mezza" è perchè ho smesso di guardare il film dopo 1 ora talmente mi ha annoiato.
molta gente considera questo film bello solo perchè i protagonisti sono dei bambini...ma che cosa centra???. i personaggi sn tutti stereotipati e la trama è confusionale. Nn mi ha trasmesso niente di niente, e nn ho fatto neanke una risata.
[+] neanke non esiste...
(di giogio05)
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ultimoboyscout
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domenica 9 maggio 2010
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meraviglioso il gatto in lavatrice!!!
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Apprezzo sempre di più il cinema francese, e questo è un altro di quei film intelligenti e divertenti che contribuiscono a farmelo piacere parecchio. Divertente alla francese, si sorride più che ridere, sempre con molto garbo e mai con sguaiatezza (si dice?) Alcuni passaggi sono assolutamente fantastici, vedi la telefonata al presunto gangster, che dovrebbe effettuare la "rimozione". Molto azzeccati nel ruolo dei genitori Kad Merad e Valerie Lemercier, ma gli assoluti protagonisti del film sono i ragazzini, descritti minuziosamente all'inizio del film dal punto di vista di Nicolas. A proposito dei ragazzi, Maxime Godart, l'interprete di Nicolas, sembra un attore consumato, mentre altrettanto bravo è Victor Carles, alias Clotaire, che sembra vivere in un mondo tutto suo.
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