francescol82
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domenica 27 giugno 2010
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così così
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Commedia simpatica ma con una trama estremamente piatta e attori non proprio da oscar. Tolte le numerose battute a sfondo sessuale che riescono a strappare qualche sorriso, del film rimane ben poco
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paride86
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domenica 24 gennaio 2010
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mediocre
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Commedia sentimentale esilarante e finto-trasgressiva. Le battute pecorecce fanno il loro effetto , ma non rimane nient'altro di questa storia banale che sembra tanto costruita a tavolino.
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gianluca crudeli
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martedì 25 agosto 2009
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una commedia alla almodovar
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Sara' il tema del film (l'omosessualita') a fare di questa divertente commedia motivo di discussione... A tanti non piacera', io lo trovo un bel film con un bravissimo Camara' ed un cast di tutto rispetto. Battute stupende ( le barzellette del vecchio padre del protagonista sono delle chicche)fila via divertendo , ricordando Almodovar.
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astromelia
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sabato 22 agosto 2009
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macchietta
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quoto la recensione di beccattini
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kulpe
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sabato 23 maggio 2009
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poteva essere un bel film ma...
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Sono un fan del cinema spagnolo e quindi questo film non me lo sono lasciato sfuggire. La prima metà la trovo piuttosto divertente, abbastanza trasgressivo, commedia degli equivoci non originalissima ma godibile e divertente, personaggi simpatici e attori eccellenti (l'unica cosa che non mi piace è la tipica gestualità degli attori ispanici, enfatica e eccessiva, e poi dicono che sono gli italiani a gesticolare, mah). Ma quando nella seconda metà il film si sforza di lanciare messaggi buonisti e antidiscriminatori, allora diventa noioso. Voto complessivo 5 che avrebbe potuto essere un 6,5 senza il pistolotto finale
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la minni
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mercoledì 6 maggio 2009
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proprio culinario
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mah!.
Dialoghi costantemente sopra le righe, situazioni fantozziane, volgarità di eloquio gratuita e tette della Lola rifatte male: esttamente cul-in-ario. Salvo solo alcune battute fulminanti.
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rosalinda gaudiano
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lunedì 4 maggio 2009
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...meglio essere "etero"
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Nacho Garcìa Velilla, regista spagnolo, impegnato per lo più in serie televisive, con “Fuori Menù” debutta nella regia cinematografica, adottando un registro, comico all’apparenza, ma anche drammatico nella sostanza. Il suo stile si può paragonare a quello di Almodovar, che alterna con delicatezza drammaticità e comicità, tragedia e parodia? No, decisamente no. Ma non per questo Velilla può essere giudicato inferiore o addirittura maldestramente debuttante. Anzi, al contrario ha dimostrato di essere stato, tutto sommato, capace di raccontare, con capacità comunicativa e convincente creatività, una storia particolare nel suo genere, non priva di messaggi audaci, che rimandano alla contemporaneità del quotidiano vivere della società spagnola.
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Nacho Garcìa Velilla, regista spagnolo, impegnato per lo più in serie televisive, con “Fuori Menù” debutta nella regia cinematografica, adottando un registro, comico all’apparenza, ma anche drammatico nella sostanza. Il suo stile si può paragonare a quello di Almodovar, che alterna con delicatezza drammaticità e comicità, tragedia e parodia? No, decisamente no. Ma non per questo Velilla può essere giudicato inferiore o addirittura maldestramente debuttante. Anzi, al contrario ha dimostrato di essere stato, tutto sommato, capace di raccontare, con capacità comunicativa e convincente creatività, una storia particolare nel suo genere, non priva di messaggi audaci, che rimandano alla contemporaneità del quotidiano vivere della società spagnola. Maxi (eccezionale Javier Càmara, primo premio come miglior attore al festival di Malaga2008), è splendidamente gay ed è un cuoco abbastanza noto nell’ambiente della ristorazione per la sua geniale creatività gastronomica. Il suo ristorante, alla moda, è situato nel quartiere gay di Madrid. Ambiente elettrizzante, curato nei minimi particolari, il ristorante di Maxi è un microcosmo di “diversità”: c’è Alex (Lola Duenas), il maitre, niente male come donna, ma sfortunata nei suoi incontri sentimentali, affiancata da uno stravagante ed irriverente staff di cuochi, ognuno debitamente caratterizzato, e che rappresentano in un certo senso un po’ i legami affettivi di Maxi. Chiaramente il film ruota intorno alla figura di questo cuoco raffinato, i cui piatti sono elaborati spesso con chiari riferimenti alle gioie del sesso, e che agogna di raggiungere la tanto auspicata stella sulla famosa Guida Michelin. Ma Maxi, omosessuale, innamorato di Horatio (Benjamìn Vicuna), ex calciatore argentino, giovane ed avvenente, è anche il padre di Edu e di Alba, i due figli avuti dal suo matrimonio, ormai però rimasti orfani di madre e, gioco forza, ritornati sotto la tutela del non amato padre. La storia raccontata da Velilla rispecchia nella figura di Maxi quella drammaticità di sentimenti contrastanti, di emozioni ricercate in uno spazio di nicchia, unico universo concesso ad un omosessuale come Maxi , che tutto sommato deve pur sempre fare i conti con una società ancora succube di arcaici dettami culturali che escludono gli omosessuali dal comune vivere quotidiano. Il film racconta con sorprendente agilità nei dialoghi, con battute esilaranti ed anche assai colorite, pur mantenendo un registro di sottotono drammatico, l’importanza che per ogni persona, omosessuale o non, abbia l’arricchire e rendere significativa la propria esistenza costruendo legami affettivi solidi, garanti di emozioni piene e legittime. E qui Velilla, sapientemente, punta il dito sulla confusione che esiste oggi nella società spagnola, che nonostante abbia legittimato la normativa sul riconoscimento delle coppie gay nella legislazione statuale, vive un momento di forte confusione identitaria. Confusione che Velilla fa trapelare tra le stesse relazioni dei personaggi del film, riuscendo con l’opera in una perfetta comunicazione del messaggio mediatico. Pur nella complessità della costruzione globale dell’opera, per la particolarità e la delicatezza della tematica, Velilla è riuscito molto bene a centrare appieno il bersaglio.
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loladarlyn
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domenica 3 maggio 2009
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fuori menù...nessun imprevisto!
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Per chi come me è una neofita dei fornelli,una novizia di dosi e ingredienti e di tutto il complicato frasario culinario, imbattersi in questo film è quasi liberatorio. Intendiamoci,lungi dall'attribuire un significato alto all'arte dell'accostamento dei sapori come spesso accade nelle ridondanti descrizioni di leziosi critici gastronomici, molto più semplicemente mi accontento finalmente di comprenderne il senso più terreno e materiale.
Se all'inizio il simpatico ometto con gli occhiali si dedica tutto serioso alla composizione di un piatto declamandone le qualità metafisiche con sapiente oratoria da chef,alla fine del film anche lui non sarà più così convinto delle doti estetiche di un piatto di lenticchie!
Di proposito prendo le distanze dal nucleo tematico del film ovvero l'omosessualità del protagonista e il suo riconciliarsi con i figli per tanto tempo ignorati e dunque col modello di famiglia tradizionale.
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Per chi come me è una neofita dei fornelli,una novizia di dosi e ingredienti e di tutto il complicato frasario culinario, imbattersi in questo film è quasi liberatorio. Intendiamoci,lungi dall'attribuire un significato alto all'arte dell'accostamento dei sapori come spesso accade nelle ridondanti descrizioni di leziosi critici gastronomici, molto più semplicemente mi accontento finalmente di comprenderne il senso più terreno e materiale.
Se all'inizio il simpatico ometto con gli occhiali si dedica tutto serioso alla composizione di un piatto declamandone le qualità metafisiche con sapiente oratoria da chef,alla fine del film anche lui non sarà più così convinto delle doti estetiche di un piatto di lenticchie!
Di proposito prendo le distanze dal nucleo tematico del film ovvero l'omosessualità del protagonista e il suo riconciliarsi con i figli per tanto tempo ignorati e dunque col modello di famiglia tradizionale. Lo faccio perchè non posso credere che ancora si senta il bisogno di legittimare la figura del gay quarantenne non bellissimo e con qualche chilo di troppo con una storia "edificante" che ne faccia la caricatura di un padre premuroso con il "vizietto".
Non erano molto più simpatici Serrault e Tognazzi che vivevano soli e felici nella loro dimora ultrakitsch tra paillettes e sculture "falliche" senza nessun senso di colpa?
L'unica conclusione possibile è che oggi nel cinema si fa ancora fatica a liberare le storie dei personaggi gay da fronzoli moralistici e che si riesce a raccontare storie d'amore omosessuale solo se "condite" dall'irrinunciabile corollario di figli e famiglia.
"Fuori menù" è quindi una divertente e colorata commedia culinaria sulle gioie del cibo inteso come sesso e tripudio di sensi (è questa la massima trasgressione consentita) ma un mediocre film sull'amore da vivere in modo libero e incondizionato.
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paolorol
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mercoledì 29 aprile 2009
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...sto critico deve avere qualche problemino..
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Il critico Beccattini trova il "messaggio"di questo simpatico e frizzante film,"debole".Non so quanti anni abbia, spero per lui, col moralismo che si ritrova sulla groppa, abbia almeno sulla groppa pure almeno 80 anni. Forse ignora che le farse sono fatte per intrattenere,far sorridere e, meglio ancora ridere! Al di là delle molte "four letter words"il film scorre via brillante, leggero e piacevole, il tono è sì quella di una sitcom, su questo concordo, ma chi pretende che una sitcom trasmetta reconditi e profondi messaggi? Vabbè,lasciatelo perdere. Sarà amico della papessa, che vada al diavolo.Sarà il tema che lo ha turbato?
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(di marezia)
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[+] il critico becattini
(di edo_mymovies)
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angelo84
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domenica 26 aprile 2009
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non capisco la stroncatura del critico
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Scrivo in contrapposizione al giudizio, a mio avviso ingeneroso, dato al film. Soprattutto mi pare ridicolo non consigliare un film come questo. Una volta appurato il fatto che si tratta di una commedia senza grandi pretese, la comicità è brillante, il ritmo sostenuto e il risultato è più che piacevole. Inoltre (purtroppo) l'aver affrontato il tema dell'omosessualità è ancora oggi, in un paese bigotto come il nostro, una scelta coraggiosa. In ogni caso il film è piacevole a prescindere e non è buonista sul tema, nè macchiettistico.
[+] io sì.
(di marezia)
[ - ] io sì.
[+] e "diverso da chi?" è più intelligente di questo.
(di marezia)
[ - ] e "diverso da chi?" è più intelligente di questo.
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