elgatoloco
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lunedì 11 maggio 2020
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veramente interessante
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David S.Goyer, regista e autore del soggetto e della sceneggiatura di "The Unborn"(2009)riesce a riproporre un tema, quelo del sogno-incubo ma anche del sogno.incubo "profetico"che, anche in psicoanalsi-ma nella scuola junghiana, diremmo dunque meglio di"psicologia del profondo"(TIefesprychologie)è giustamente al centro. Tale tema si rivolge qui all'"unborn", al non(o ma, come nella traduzione italiana del titolo del film)decisamente al centro di quanto avviene nella gestazione del sogno e in quella reale(alla fine la sopresa si avrà con la protagonista, una studentessa peraltro giocosa che fa anche la baby stiter, per pagarsi gli studi), quando si realizza una vera e propria gestazione non felice, ma travagliata.
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David S.Goyer, regista e autore del soggetto e della sceneggiatura di "The Unborn"(2009)riesce a riproporre un tema, quelo del sogno-incubo ma anche del sogno.incubo "profetico"che, anche in psicoanalsi-ma nella scuola junghiana, diremmo dunque meglio di"psicologia del profondo"(TIefesprychologie)è giustamente al centro. Tale tema si rivolge qui all'"unborn", al non(o ma, come nella traduzione italiana del titolo del film)decisamente al centro di quanto avviene nella gestazione del sogno e in quella reale(alla fine la sopresa si avrà con la protagonista, una studentessa peraltro giocosa che fa anche la baby stiter, per pagarsi gli studi), quando si realizza una vera e propria gestazione non felice, ma travagliata.... Film che non offre facili soluzioni, attinto alla tradizione kabbalistica(quella dell'ebraismo popolare-tradizionale, con conmotazioni esorteriche, traslazione certo migliore sarebbe qabbalah, che vale.quasi"tradizione")dove il dybbuk, il dèmone gioca un ruolo cruciale e si tratta di "evocarlo.-esorcizzarlo"o meglio di evocarlo per poi esorcizzarlo, ma siamo molto lontani da quello che è l'esrocismo cristiano o anzi cattolico, per meglio dire... Nulla a che vedere con"The Exorcist"e sequela relativa, pur se gli effetti"di paura"ci sono e non sono assolutamente da poco, anzi...Ovviamente Goyer estrapola dalla Qabbalah solo un elmento, se vogliamo essere precisi, ma lo fa con intelligenza. Film horror"rigoroso", condotto con stile capace di seguire la"detection"mistico.esoterica, se così vogliamo esrprimerci, in realtà in moodo abbastanza generico, che sa spaventare, ma anche far rfilettere, portare in una dimensione particolare, non lontanaissima da quella della mgiliore letteratura fantastica, cui anche il cinema, anche se non sempre, in certi casi riesce ad arrivare, avendo a suo vantagglio la dimensione dell'immagine, ma mancando della forza argomentativa-rappresentativa-meditativa che invece la letteratura ha in sé- Un'opera decisamente diversa dall'horror cottivo e grandguignolesco spesso proprosto come modello, da chi confonde pericolosamente dimensioni tra loro diversissime, per non dire senz'altro opposte tra loro. Musiche confacenti, interpretazione di alto livello da parte di Odette Yustman, di cui credo non sia secondaria apprezzare una bellezza non"gridata", non troppo appariscente, ma capace di scavare nel profondo(il che al cinena èp complessivamente raro, bisogna dirlo)e Gary Oldman nella parte del rabbino-"esorcista", sempre che, appunto, si precisi che "esorcismo"è qui da intendere in un senso diverso da quello consueto. Anche Cam Girardet e altri/e interpreti rendono il film un'opera decisamente importante, in un panorma del cinema hooror fantastico che, dopo alcune prove notevolssime degli anni tra fine anni 1990 e inizio del terzo millennio di grande rileivo, da qualche tempo(e anche nell'ultimo decennio(offre un panorma non sempre precisamente esaltante, il che è vero, dirmemo, più nel cinema USA che in quello europeo, dove invece la Spagna(non da sola, ma senz'altro in "pole position")offre esempi noteovlissimi. . El Gato
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inesperto
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giovedì 1 febbraio 2018
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poco da offrire
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Parte piccola per Gary Oldman; particina ancor più piccola per Idris Elba; Odette Yustman è un fiorellino, davvero incantevole. Gli effetti speciali sono un po' scadenti ed il film nel suo complesso non fa molta paura. Tipico prodotto tv da canale secondario.
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elgatoloco
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martedì 9 febbraio 2016
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decisamente interessante
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Molti i motivi di interessa per questo"The Unborn": è un film capace, alternando il climax(crescendo di tensione) e l'anticlimax(decrescendo della stessa)di creaare quella suspense altrimenti imprensabile, alteranndola con un mix, necessario di"effetti sorpresa"che, in un horror che si rispetti, non possono mancare; 2)la tematica dell'esorcismo, secondo, però, il rituale ebraico o meglio ancora della qabbalah(cabala)è importante anche a livello conoscitivo, per chi non abbia contezza dell'esoterismo ebraico, appunto; a parte la diversità della"procedura"rituale, il film di Goyer non"prendere in prestito"nulla dal famoso"The Exorcist"di William Friedkin, è da precisare; 3)il dybbuk, il"ghost"inqueitante della Qabbalah crea realmente molto spavento, nelle due diverse incarnazioni, ponendosi come l'anti-sefiroth(sia detto per chi ha una certa dimestichezza con la Qabbalah stessa); 4)Gary Oldman e Jane Alexander sono due straordinarie conferme-permanenze, ormai, nel mondo della spettacolo; la bravura di Odette Yustman è altrettanto chiara, unita alla sua bellezza e fascino, ma anche tutti i comprimari sono assolutamente all'altezza; 5)il tema del doppio-gemello è sviscerato con intelligenza, riferendosi ai pregiudizi e alle superstizioni, ma anche accennando (pur se solo sotto traccia)al tema lacaniano della fase dello specchio e(volendo)a quello, citato anche da Borges quanto ripreso dalla gnosi, degli specchi come fonte del male(nella gnosi come ricettori-riproduttori di materia).
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Molti i motivi di interessa per questo"The Unborn": è un film capace, alternando il climax(crescendo di tensione) e l'anticlimax(decrescendo della stessa)di creaare quella suspense altrimenti imprensabile, alteranndola con un mix, necessario di"effetti sorpresa"che, in un horror che si rispetti, non possono mancare; 2)la tematica dell'esorcismo, secondo, però, il rituale ebraico o meglio ancora della qabbalah(cabala)è importante anche a livello conoscitivo, per chi non abbia contezza dell'esoterismo ebraico, appunto; a parte la diversità della"procedura"rituale, il film di Goyer non"prendere in prestito"nulla dal famoso"The Exorcist"di William Friedkin, è da precisare; 3)il dybbuk, il"ghost"inqueitante della Qabbalah crea realmente molto spavento, nelle due diverse incarnazioni, ponendosi come l'anti-sefiroth(sia detto per chi ha una certa dimestichezza con la Qabbalah stessa); 4)Gary Oldman e Jane Alexander sono due straordinarie conferme-permanenze, ormai, nel mondo della spettacolo; la bravura di Odette Yustman è altrettanto chiara, unita alla sua bellezza e fascino, ma anche tutti i comprimari sono assolutamente all'altezza; 5)il tema del doppio-gemello è sviscerato con intelligenza, riferendosi ai pregiudizi e alle superstizioni, ma anche accennando (pur se solo sotto traccia)al tema lacaniano della fase dello specchio e(volendo)a quello, citato anche da Borges quanto ripreso dalla gnosi, degli specchi come fonte del male(nella gnosi come ricettori-riproduttori di materia). E', insomma, un film che apre tante prospettive anche a livello storico- culturale, qualcosa di ormai molto raro al cinema... El Gato
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elgatoloco
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martedì 29 settembre 2015
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tutto sommato da vedere e seguire
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Pur se con qualche zeppa(sequenze inutili), con qualche incertezza, il film si segnala per meriti indubbi: non tanto la tematica dell'esorcismo(trattata comunque con originalità sia rispetto al film di Friedkin sia rispetto a film più recenti), quanto quello della leggenda ebraica dell'"unborn", collocato e collocabile "altrove"sia soprattutto la sua fusione con la tematica, post-einsteiniana, dei mondi paralleli, per cui, in dimensioni"altre"esisterebbe/esiste una realtà diversa. Senza"filosofeggiare"troppo, ossia senza lunghe riflessioni e lunghe considerazioni in forma dialogica e/o monologica(peraltro per nulla adatte al cinema)il film ha un'impostazione ben chiara fin dall'inizio, il che è un merito indubbio, dato che un"concept"di fondo, invece, a molti film manca, il che poi si riflette nella qualità del film stesso.
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Pur se con qualche zeppa(sequenze inutili), con qualche incertezza, il film si segnala per meriti indubbi: non tanto la tematica dell'esorcismo(trattata comunque con originalità sia rispetto al film di Friedkin sia rispetto a film più recenti), quanto quello della leggenda ebraica dell'"unborn", collocato e collocabile "altrove"sia soprattutto la sua fusione con la tematica, post-einsteiniana, dei mondi paralleli, per cui, in dimensioni"altre"esisterebbe/esiste una realtà diversa. Senza"filosofeggiare"troppo, ossia senza lunghe riflessioni e lunghe considerazioni in forma dialogica e/o monologica(peraltro per nulla adatte al cinema)il film ha un'impostazione ben chiara fin dall'inizio, il che è un merito indubbio, dato che un"concept"di fondo, invece, a molti film manca, il che poi si riflette nella qualità del film stesso. Da prendere dunque oltremodo sul serio le considerazioni iniziali del prof.che un'aula nella quale si trova la protagonista, le espone, sconcertando taluni. Il tema(peraltro iniziale) della baby sitter-studentessa non è certo nuovissima-d'accordo, ma è svolto in maniera originale. David S.Goyer si rivela regista(oltre che, naturalmente, sceneggiatore) efficace, pur se non travolgente, la protagonista Odette Yustman anche, in particolare perché non"gigioneggia"mai. Gli altri interpreti sono sempre"nella parte". El Gato
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peer gynt
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sabato 26 settembre 2015
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un esorcista in salsa ebraica con contorno di inse
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Horror di sottogenere esorcistico che risente fin troppo l'influenza del cult-movie di Friedkin, questo film vede la sua unica nota originale nella scelta di un armamentario ebraico (al posto del solito cristiano-cattolico) per la scena finale del rito esorcistico. Altro non c'è da dire, se non che i primi inquietanti venti minuti vengono rovinati da tutto il resto, che spiega la storia del dybbuk, lo spirito che entra nei vivi e nei morti, e dato che siamo alle prese con il mondo ebraico, perché non ficcarci dentro anche i nazisti e il dottor Mengele? Ne è venuto fuori un filmetto senza originalità, con alcune schifose comparse di insetti assolutamente ininfluenti per la storia, qualche babau che compare all'improvviso nell'ombra per far saltare sulla sedia lo spettatore e, dulcis in fundo, il dettaglio (che troviamo francamente insopportabile) del solito manoscritto rarissimo che trovi in biblioteca e che la bibliotecaria ti chiede di consultare con cura e che tu, non capendoci un'acca perché scritto in ebraico, ti metti sotto il braccio perché tanto le biblioteche sono lì apposta, per farti fregare i manoscritti quando ti servono! Annoiato dal film, ho provato a seguire la sorte di quel libro rubato, e volete sapere che fine fa? (non ditemi che questo è spoiler!): prima fra le mani del rabbino che deve tradurlo, poi in una palestra dove giocano a basket e infine, nella scena dell'esorcismo, svolazza foglio per foglio, tutto sfasciato, nemmeno fosse un instant-book di oggi, di quelli che trovi in edicola, rilegati con la colla (ma ci prendete in giro? ma almeno fatelo volare a quaderni, visto che i libri antichi li facevano così).
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Horror di sottogenere esorcistico che risente fin troppo l'influenza del cult-movie di Friedkin, questo film vede la sua unica nota originale nella scelta di un armamentario ebraico (al posto del solito cristiano-cattolico) per la scena finale del rito esorcistico. Altro non c'è da dire, se non che i primi inquietanti venti minuti vengono rovinati da tutto il resto, che spiega la storia del dybbuk, lo spirito che entra nei vivi e nei morti, e dato che siamo alle prese con il mondo ebraico, perché non ficcarci dentro anche i nazisti e il dottor Mengele? Ne è venuto fuori un filmetto senza originalità, con alcune schifose comparse di insetti assolutamente ininfluenti per la storia, qualche babau che compare all'improvviso nell'ombra per far saltare sulla sedia lo spettatore e, dulcis in fundo, il dettaglio (che troviamo francamente insopportabile) del solito manoscritto rarissimo che trovi in biblioteca e che la bibliotecaria ti chiede di consultare con cura e che tu, non capendoci un'acca perché scritto in ebraico, ti metti sotto il braccio perché tanto le biblioteche sono lì apposta, per farti fregare i manoscritti quando ti servono! Annoiato dal film, ho provato a seguire la sorte di quel libro rubato, e volete sapere che fine fa? (non ditemi che questo è spoiler!): prima fra le mani del rabbino che deve tradurlo, poi in una palestra dove giocano a basket e infine, nella scena dell'esorcismo, svolazza foglio per foglio, tutto sfasciato, nemmeno fosse un instant-book di oggi, di quelli che trovi in edicola, rilegati con la colla (ma ci prendete in giro? ma almeno fatelo volare a quaderni, visto che i libri antichi li facevano così).
E allora scusatemi ma, visto che la ragazza ruba i libri dalle biblioteche e il rabbino non corre subito a restituire il maltolto, io tengo per il dybbuk!
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evildead
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domenica 16 agosto 2015
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il dybbuk e' cattivo.
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Il dybbuk ,lo spirito inquieto della religione ebraica,e' qui piu' un demone che scorrazza in lungo in largo ,fina dai tempi dell'olocausto. Questo mette troppa carne al fuoco ,e ,come spesso succede,tanta ne esce bruciata e immangiabile. La protagonista ,molto somigliante ad una Jennifer Connelly piu' giovane ,puo' distrarre troppo i maschietti spettatori ,forse una ragazza piu' "normale" avrebbe reso di piu' ,ma ,gia' ,questo e' cinema. La storia,partita con toni soft alla "Sesto senso" ,vira presto verso effetti speciali ed entita' mostruose e scene (vedi quella del bagno della discoteca) che sembrano uscite da un "Nightmare" anni 2000; insomma il b-movie incombe e risucchia tutto : da un certo punto e' un susseguirsi di possessioni-lampo ,un'inedito (almeno credo) esorcismo ebraico (ormai le studiano tutte) non poi tanto efficace ma sulfureo,poi ci aggiungiamo la paura degli specchi ,gli esperimenti di Mengele ad Auschwitz,insetti e cani demoniaci ,un finale (frettoloso) che vorrebbe sorprendere.
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Il dybbuk ,lo spirito inquieto della religione ebraica,e' qui piu' un demone che scorrazza in lungo in largo ,fina dai tempi dell'olocausto. Questo mette troppa carne al fuoco ,e ,come spesso succede,tanta ne esce bruciata e immangiabile. La protagonista ,molto somigliante ad una Jennifer Connelly piu' giovane ,puo' distrarre troppo i maschietti spettatori ,forse una ragazza piu' "normale" avrebbe reso di piu' ,ma ,gia' ,questo e' cinema. La storia,partita con toni soft alla "Sesto senso" ,vira presto verso effetti speciali ed entita' mostruose e scene (vedi quella del bagno della discoteca) che sembrano uscite da un "Nightmare" anni 2000; insomma il b-movie incombe e risucchia tutto : da un certo punto e' un susseguirsi di possessioni-lampo ,un'inedito (almeno credo) esorcismo ebraico (ormai le studiano tutte) non poi tanto efficace ma sulfureo,poi ci aggiungiamo la paura degli specchi ,gli esperimenti di Mengele ad Auschwitz,insetti e cani demoniaci ,un finale (frettoloso) che vorrebbe sorprendere...insomma un bel minestrone per un film vedibile ,ma che si perde per strada ,con un soggetto che percorre troppe strade ,quando bastava mantenerne salda una .
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orson welles
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mercoledì 31 luglio 2013
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brutto film
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Brutto Film,in poche parole una boiata,guarda caso è prodotto da Michael Bay,l'unica idea "originale" (per modo di dire...) è stata quella di tirare in ballo il dottor Mengele, che era un ufficiale medico delle SS che durante gli ultimi anni della guerra era solito fare esperimenti proprio sui gemelli (ebrei) nei campi di concentramento, perchè era ossessionato nella sua follia dall'idea che nei gemelli fossero conservati i segreti della genetica... nel film mostrano una scena in cui lui tenta di cambiare colore all'iride dei bambini (tra cui anche il prozio della protagonista, che poi era lo spirito che la perseguitava dall'inizio del film), di fatto usava fare anche altre cose pazzesche tipo immergere i corpi prima in acqua super bollente boi super fredda per testare il grado di resistenza dell'essere umano ai rapidi cambi di temperatura (nel caso per es.
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Brutto Film,in poche parole una boiata,guarda caso è prodotto da Michael Bay,l'unica idea "originale" (per modo di dire...) è stata quella di tirare in ballo il dottor Mengele, che era un ufficiale medico delle SS che durante gli ultimi anni della guerra era solito fare esperimenti proprio sui gemelli (ebrei) nei campi di concentramento, perchè era ossessionato nella sua follia dall'idea che nei gemelli fossero conservati i segreti della genetica... nel film mostrano una scena in cui lui tenta di cambiare colore all'iride dei bambini (tra cui anche il prozio della protagonista, che poi era lo spirito che la perseguitava dall'inizio del film), di fatto usava fare anche altre cose pazzesche tipo immergere i corpi prima in acqua super bollente boi super fredda per testare il grado di resistenza dell'essere umano ai rapidi cambi di temperatura (nel caso per es. che i piloti della Luftwaffe fossero precipitati nel Mare del Nord a seguito di abbattimento del loro velivolo) e altre cose mostruose farabutto
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no_data
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venerdì 12 luglio 2013
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atroce!
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Se ci fosse il voto 0 probabilmente l'avrei cliccato. Questo obbrobrio non è degno di essere chiamato film. Secondo me un horror dovrebbe riuscire a spaventare lo spettatore, non a schifarlo!! Questo film fa davvero pena e mi vergogno di averlo visto. se avete intenzione di noleggiare o comprare un film horror, non prendete questo!!!
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toty bottalla
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venerdì 29 marzo 2013
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un horror "adolescente"
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La trama è interessante anche perchè ispirata a una storia vera, ma la sceneggiatura incerta, la suspance debole e un cast scadente ripreso da lontano dalla regia insufficiente, rende il film poco interessante, un pò noioso e buono ad impressionare adolescenti appena svezzati. Saluti.
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no_data
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giovedì 28 marzo 2013
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lo chiamano "film"....
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Vedendo questo film mi sono resa conto che chiamarlo "film" è troppo, non merita questo nome che racchiude capolavori come "Titanic" o "Shakespeare in Love". Quest'obbrobrio non ha una trama, fa letteralmente schifo (per le immagini esageratemente crude) ed in più il regista, prima di girarlo, non ha neanche pensato di fare una piccola ricerca a proposito delle tradizioni ebraiche (che comprendono tutti i riti che fanno per liberare la ragazza), infatti un'accurata ricerca porterebbe a scoprire che un rabbino non accenderebbe mai una candela il venerdi o sabato e che non prenderà mai la macchina. Il regista non si è sforzato per niente far sembrare questo film verosimile. Ho visto altri Horror e posso dire che per spaventare una persona non servono per forza teste che girano a 360° oppure bambini che compaiono dietro l'angolo.
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Vedendo questo film mi sono resa conto che chiamarlo "film" è troppo, non merita questo nome che racchiude capolavori come "Titanic" o "Shakespeare in Love". Quest'obbrobrio non ha una trama, fa letteralmente schifo (per le immagini esageratemente crude) ed in più il regista, prima di girarlo, non ha neanche pensato di fare una piccola ricerca a proposito delle tradizioni ebraiche (che comprendono tutti i riti che fanno per liberare la ragazza), infatti un'accurata ricerca porterebbe a scoprire che un rabbino non accenderebbe mai una candela il venerdi o sabato e che non prenderà mai la macchina. Il regista non si è sforzato per niente far sembrare questo film verosimile. Ho visto altri Horror e posso dire che per spaventare una persona non servono per forza teste che girano a 360° oppure bambini che compaiono dietro l'angolo. Se volete vedere un Horror guardate Shining non questo insulto al grande cinema, quel fim dimostra che per fare un capolavoro horror basta soltanto della musica e luci basse. se ci fosse il voto 0 l'avrei messo.
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