pippicalze
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sabato 11 luglio 2009
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bello bello!!!!!!!!!!!!!!! ve lo consiglio
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SONO APPENA ANDATA A VEDER IL FILM.....SONO EMOZIONATA..
LA SOLITUDINE E LE PAURE DELL'ALTRO... HO RIVISTO ME STESSA A VOLTE E AMICI , AMANTI..
UN FILM TOCCANTE CHE NON DA RISPOSTE MA FA EMERGERE LE OSSESIONI, I PRGIUDIZI DELLA VITA DI OGGI. IL PENSARE DI NON AVERE BISOGNO DEGLI ALTRI..IL FUGGIRE DA SE STESSI PER CERCARE DI RITROVARSI.
UN FILM CHE TI ENTRA DENTRO POCO A POCO..
FA RIFLETTERE..
NON IMPORTA DOVE SIA IL PAESE, LE PAURE SONO LE STESSE, LA SOLITUDINE è SEMPRE UGUALE : LA GLOBALIZZAZIONE!
BELLO SCOPRIRE TENEREZZE TRA DUE PERSONE SOLITARIE E FARE LA FIGLIA ANCHE QUANDO NON LO SI E' DI SANGUE...ANCHE A ME CAPITA CON ALCUNI ANZIANI SOLI.
LA SOLITUDIONE PER LA PAURA DEL DIVERSO DA NOI.
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SONO APPENA ANDATA A VEDER IL FILM.....SONO EMOZIONATA..
LA SOLITUDINE E LE PAURE DELL'ALTRO... HO RIVISTO ME STESSA A VOLTE E AMICI , AMANTI..
UN FILM TOCCANTE CHE NON DA RISPOSTE MA FA EMERGERE LE OSSESIONI, I PRGIUDIZI DELLA VITA DI OGGI. IL PENSARE DI NON AVERE BISOGNO DEGLI ALTRI..IL FUGGIRE DA SE STESSI PER CERCARE DI RITROVARSI.
UN FILM CHE TI ENTRA DENTRO POCO A POCO..
FA RIFLETTERE..
NON IMPORTA DOVE SIA IL PAESE, LE PAURE SONO LE STESSE, LA SOLITUDINE è SEMPRE UGUALE : LA GLOBALIZZAZIONE!
BELLO SCOPRIRE TENEREZZE TRA DUE PERSONE SOLITARIE E FARE LA FIGLIA ANCHE QUANDO NON LO SI E' DI SANGUE...ANCHE A ME CAPITA CON ALCUNI ANZIANI SOLI.
LA SOLITUDIONE PER LA PAURA DEL DIVERSO DA NOI..PAURA DI ALTRE CULTURE....
BRAVA, BRAVA!!!
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cathry
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lunedì 6 luglio 2009
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da vedere!!
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Trovo che la recensione di stefano cocci sia ingiusta e poco obbiettiva. Mi ha tenuto attaccata allo schermo questo film che non ho trovato per nulla ingenuo solo perchè la regista ha optato per la semplicità e anche per la poeticità narrativa (attraverso la fotografia eccellente direi). Gli attori sono tutti molto bravi, pressochè sconosciuti in italia, ma nel loro paese sono riconosciuti come ottimi, come Jean Hugues Anglade.
Le storie drammatiche andrebbero rappresentate così, con semplicità, non c'è niente di piu crudo e di piu' toccante della realtà...o dell'impressione di realtà.
Complimenti alla regista e a tutto il cast!
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siarte
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lunedì 6 luglio 2009
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ambizioni soddisfatte
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Non sono daccordo con la recensione, non penso sia inguenuo e scolastico presentarci le cose così come sono. Aver bisogno per forza di elementi eclatanti o di scelte stilistiche fuori dalle righe penso sia sintomo dello spettatore ormai smaliziato di oggi che non sa piu' che vedere per poter saltare dalla poltrona! è un film che ci accompagna a scoprire le ragioni di tanta chiusura emotiva dei personaggi e non avrebbe potuto farlo meglio.
Ho visto il film a Roma, l'ho trovato perchè cercavo appunto un film d'autore al di fuori dai schemi commerciali e quando ho visto che lo davano al cinema Intrastevere mi sono fidato ancora di piu' sull'andarlo a vedere, essendo una sala dove trasmettono solo film di qualità.
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Non sono daccordo con la recensione, non penso sia inguenuo e scolastico presentarci le cose così come sono. Aver bisogno per forza di elementi eclatanti o di scelte stilistiche fuori dalle righe penso sia sintomo dello spettatore ormai smaliziato di oggi che non sa piu' che vedere per poter saltare dalla poltrona! è un film che ci accompagna a scoprire le ragioni di tanta chiusura emotiva dei personaggi e non avrebbe potuto farlo meglio.
Ho visto il film a Roma, l'ho trovato perchè cercavo appunto un film d'autore al di fuori dai schemi commerciali e quando ho visto che lo davano al cinema Intrastevere mi sono fidato ancora di piu' sull'andarlo a vedere, essendo una sala dove trasmettono solo film di qualità. Non mi ha deluso nelle aspettative. penso sia anche originale aver scelto di non doppiarlo, così che possiamo vivere il "vero" modo di esprimersi delle differenti culture; dunque ambizioso si, ma arriva a soddisfare le sue ambizioni.
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alpho
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venerdì 3 luglio 2009
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da far vedere nelle scuole
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il male di essere e il male di relazionarsi col prossimo, specialmente se "diverso" da noi, è semplicemente il male del secolo; anzi il male da cui nascono tutti i mali. in questo film tutto ciò è rappresentato con estrema semplicità, chiarezza ed eleganza, senza troppi fronzoli senza troppi giri di parole. a tratti è crudele e imbarazzante ma offre continuamente scene su cui riflettere. sarebbe bello se i ragazzi giovani riuscissero a vederlo e commentarlo; scoprirebbero che li dove nasce la paura e il dolore è possibile che nasca anche il modo di combattere paura e dolore.
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siarte
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venerdì 3 luglio 2009
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catarsi per tre
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Ho visto il film la settimana scorsa a Torino al cinema "Due Giardini". Non avevo molto sentito parlare del film, abituati ai blockbuster come siamo, che è piu' forte il lancio pubblicitario del film stesso, ci viene spesso difficile fidarsi di andare a vedere film d'autore con poca pubblicità a sostenerli...ma questo vuole il sistema. Come spesso avviene, il film mi è stato consigliato da una mia amica amante del buon cinema d'autore, che aveva già visto "L'amore di Màrja" rimanendone fortemente colpita.
Siamo dunque andate insieme a vedere il terzo lavoro di Anne Riitta Ciccone, e non finiro' mai di ringraziare la mia amica. Non esagero se dico che il film ha lasciato veramente un segno nella mia vita, sono pochi ormai i film che riescono ad impressionarci, a toccare i nodi più profondi che l'anima spesso nasconde per riuscire a vivere meglio.
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Ho visto il film la settimana scorsa a Torino al cinema "Due Giardini". Non avevo molto sentito parlare del film, abituati ai blockbuster come siamo, che è piu' forte il lancio pubblicitario del film stesso, ci viene spesso difficile fidarsi di andare a vedere film d'autore con poca pubblicità a sostenerli...ma questo vuole il sistema. Come spesso avviene, il film mi è stato consigliato da una mia amica amante del buon cinema d'autore, che aveva già visto "L'amore di Màrja" rimanendone fortemente colpita.
Siamo dunque andate insieme a vedere il terzo lavoro di Anne Riitta Ciccone, e non finiro' mai di ringraziare la mia amica. Non esagero se dico che il film ha lasciato veramente un segno nella mia vita, sono pochi ormai i film che riescono ad impressionarci, a toccare i nodi più profondi che l'anima spesso nasconde per riuscire a vivere meglio. Penso che ognuno di noi, anche se fortunamtamente non abbiamo subito i traumi della stessa natura dei protagonisti, potrebbe trovare in loro delle somigianze; in Eeva, l'hostess chiusa in se stessa fredda come il paesaggio che la circonda, o in Maddalena estrosa e pessimista senza fiducia nell'amore o in Jeanluc che trova nascondigli per la mente troppo dolorante che per sfuggire dalla realtà non si accorge di quante cose preziose ha intorno.
Tre storie differenti che si sfiorano ogni tanto delicatamente attraverso rimandi subliminali che l'anima scopre, ma la mente spesso no. Tre storie di salvataggi: tutti abbiamo veramente bisogno del prossimo nostro per uscire dal torpore, per riuscire di nuovo a fidarci di noi stessi, partendo proprio dal nostro prossimo, dal nostro vicino. Basta solo riuscire a fidarsi di chi sembra diverso, ma in realtà è prossimo a te, questo ci insegna la regista che in modo progressivo ed educato ci presenta il passato il presente e il futuro di tre "vicini" che non hanno nula in comune se non la voglia nascosta (che poi si rivelerà) di fidarsi di nuovo di loro stessi, degli altri e della vita. Grazie Anne Riitta.
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trick
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venerdì 26 giugno 2009
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pensavo meglio
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sono andato a vederlo dopo grandi elogi da parti di critici, ma l'ho trovato un pò classicamente drammatico.... forse nella media del cinema italiano! qualcosa di nuovo?
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lucgor
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domenica 21 giugno 2009
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un film da vedere
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Prima di recarmi al cinema, leggendo la recensione sul sito, ero fortemente dubbioso nel vedere il film; ora posso dirmi fortunato di aver deciso di recarmi ugualmente al cinema per vedere questo film.
Certo uscendo dalla sala non si grida al capolavoro, ma resta comunque il piacere di aver visto un bel film.
Tematica complessa e triste; storia che si svolge su tre livelli di narrazione parallela dal nord (Helsinki) al sud (Roma dell'Europa, passando per Parigi, tre storie accomunate dalla paura vissuta dai protagonisti.
Personaggi spontanei che dopo aver vissuto un terribile trauma sembra abbiano perso il piacere di vivere.
Un film nero ma non negativo, che non nasconde le insidie nascoste nel mondo in cui viviamo, ma che esorta a cercare la giusta via per superarle: dentro ogni paura è nascosta la strada per affrontarla, è sufficiente trovarla.
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Prima di recarmi al cinema, leggendo la recensione sul sito, ero fortemente dubbioso nel vedere il film; ora posso dirmi fortunato di aver deciso di recarmi ugualmente al cinema per vedere questo film.
Certo uscendo dalla sala non si grida al capolavoro, ma resta comunque il piacere di aver visto un bel film.
Tematica complessa e triste; storia che si svolge su tre livelli di narrazione parallela dal nord (Helsinki) al sud (Roma dell'Europa, passando per Parigi, tre storie accomunate dalla paura vissuta dai protagonisti.
Personaggi spontanei che dopo aver vissuto un terribile trauma sembra abbiano perso il piacere di vivere.
Un film nero ma non negativo, che non nasconde le insidie nascoste nel mondo in cui viviamo, ma che esorta a cercare la giusta via per superarle: dentro ogni paura è nascosta la strada per affrontarla, è sufficiente trovarla.
Il ritmo inizialmente serrato, passando rapidamente da una storia all'altra, si fa progressivamente più lento, lasciando modo di comprendere sempre di più la psiche ed i problemi dei personaggi sullo schermo. Film multi-etnico che passa dalle tragedie legate al terrorismo ed ai recenti conflitto ad esso collegati, all'intolleranza di matrice estremista nei confronti degli emigrati, alla prostituzione nelle grandi città, alla violenza sulle donne ed alla solitudine di un professore in pensione vedovo e on l'unica figlia residente a New York. Il tutto narrato alternando i tre luoghi fisici del racconto, quasi a voler sottolineare che in questo mondo globalizzato i problemi sono gli stessi in ogni dove.
In merito alle scelte stilistiche della Ciccone, sicuramente non rivoluzionarie, non condivido molto questo giudizio di scarsa originalità ed ingenuità, il film dura due ore, ma scorre coinvolgendo lo spettatore, sino al termine, grazie anche alla regia essenziale ed asciutta, ed una buona fotografia in tutte le nazioni europee in cui si snoda la narrazione. Ottimi gli attori che contribuiscono decisamente ala riuscita del film.
Un'ultima curiosità.... per un torinese doc come me sarà impossibile non sorridere osservando che molte delle scene esterne parigine, sono in realtà girate nel capoluogo torinese: sicuramente un buon modo per risparmiare qualcosa e, da parte mia, sempre un piacere nel vedere scorrere sul grande schermo affascinanti scorci della mia amata città.
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il principe
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domenica 21 giugno 2009
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film d'autore
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Un film che attinge alle esperienze quotidiane a volte comuni e non, un percorso psicologico che lascia traccia nella nostra intimità, ottima la regia, im montaggio, la fotografia, cast eccezionale, che in contrapposizione dei "bellocci" trova le sue radici nell'espressività di bravissimi attori internazionali.
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melania
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domenica 21 giugno 2009
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un po' impalpabile.....
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Il film presenta in parallelo tre storie che si svolgono in tre diversi paesi d'europa.storie di solitudine,distanze psicologiche,alienazione,storie di persone diffidenti,ansiose,paurose.il tema è di grande attualita'in un contesto sociale che va verso questa direzione ed è impossibile non riconoscersi e non riconoscere gli altri.ti porti a casa ,sulla pelle,le emozioni del film anche se in modo un po' sfumato,ricordi le immagini come se le avessi viste attraverso un vetro bagnato...il tutto un po' impalpabile...pregio o limite del film?
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anselmo guidi
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sabato 1 novembre 2008
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un passaggio di testimone attraverso l'europa
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Il film della Ciccone, visto al festival di Roma appena concluso, tirando le somme del programma di quest'anno risulta forse il film migliore, insieme a quello - di genere totalmente differente - di Giulio Manfredonia. Curiosamente entrambi non in concorso.
Come ha detto la regista in conferenza stampa è un progetto scritto nel 2004 e che ha chiuso una coproduzione tripartita nel 2005, e le riprse si sono svolte in due anni, tra l'inizio del 2006 e il 2008. Una lunga difficile gestazione che ci fa comprendere come sia difficile in Italia, per una produzione indipendente, e per film non provinciali come questo,venire alla luce. Scritto dunque in tempi ben precedenti dal Babel di Inaritu che è stato citato in merito, la storia ha in realtà un andamento completamente diverso, ricordando per certi versi più Kieślowski: le storie corrono parallelamente, senza mai (o quasi) sfiorarsi, se non per coincidenze, passaggi lievi, e stati emotivi simili.
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Il film della Ciccone, visto al festival di Roma appena concluso, tirando le somme del programma di quest'anno risulta forse il film migliore, insieme a quello - di genere totalmente differente - di Giulio Manfredonia. Curiosamente entrambi non in concorso.
Come ha detto la regista in conferenza stampa è un progetto scritto nel 2004 e che ha chiuso una coproduzione tripartita nel 2005, e le riprse si sono svolte in due anni, tra l'inizio del 2006 e il 2008. Una lunga difficile gestazione che ci fa comprendere come sia difficile in Italia, per una produzione indipendente, e per film non provinciali come questo,venire alla luce. Scritto dunque in tempi ben precedenti dal Babel di Inaritu che è stato citato in merito, la storia ha in realtà un andamento completamente diverso, ricordando per certi versi più Kieślowski: le storie corrono parallelamente, senza mai (o quasi) sfiorarsi, se non per coincidenze, passaggi lievi, e stati emotivi simili. L'aspetto più interessante della sceneggiatura è un azzardo strutturale: la dinamica della narrazione invece di procedere seguendo un personaggio e le sue azioni, viene affidata a un passaggio di testimone tra un personaggio e l'altro. Se una cosa viene detta da uno, la sua domanda o esigenza viene quasi proseguita dall'altro.La regia è pulitissima, delicata, e asseconda uno sguardo che scivola da una città all'altra, tra un personaggio e l'altro. Eva, a Helsinki, è una hostess che tenta in ogni modo di evitare i rapporti con l'altro, si muove in una città ferma nel tempo, congelata. E' costretta suo malgrado ad interagire con Usko, un professore di storia in pensione che rimane attaccato a un passato che contrariamente a Eva - che vuole dimenticare - è l'unica ragione di vita. Sono due solitudini che si sfiorano, un padre con una figlia indifferente, e una donna sola, di cui non si conosce nemmeno l'origine, se abbia una famiglia o meno.Eva ha subito una violenza, un episodio che le ha fatto soprattutto perfere fiducia nell'essere umano. Questa perdita di fiducia è la stessa malattia di Jeanpaul, stressato da una ex moglie che ha fede solo nella psicanalisi, reduce da un attentato cui è sfuggito per caso, come giornalista di guerra, ha un figlio diciassettenne che improvvisamente, stupendo tutti, asserisce di aver avuto la vocazione, comincia a frequentare le chiese, sembra l'unico dei personaggi ad avere una certezza. Ha una figlia tuffatrice ossessionata da un tuffo che non le riesce, una giovane compagna fotografa che lo ama. Eppure niente sembra veramente presente davanti agli occhi di Jeanpaul, chiuso nella egoistica cupezza della sua interiorità. E infine Elena, la protagonista della storia italiana, una bambina rom che vuole diventare pittrice e che idolatra una giovane artista che in realtà pur avendo talento ha perso il senso del lavoro dell'artista. Personaggi umani non banali,che tracciano una rete apparentemente complicata ma che magicamente trova un'armonia allo stesso tempo poetica e asciutta, senza che manchino perfino momenti comici,mostrando quando siamo persino buffi quando viviamo concentrati sul nostro dolore.Il salto qualitativo del lavoro della Ciccone rispetto ai suoi film precedenti è enorme, ha in questo film il polso deciso e persino il coraggio provocatorio di un'autrice matura, ma prosegue un discorso già avviato nel suo secondo film, "L'amore di Màrja",intorno al pregiudizio e alla stupidità di chi giudica l'altro.Aiutata da una fotografia e musiche da grande cinema
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