felicity
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venerdì 31 marzo 2023
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adolescenza e crescita
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Lasciami entrare è il film che decreta una distanza siderale e definitiva tra adolescenti e adulti. La insinua sottobanco, con precisione geometrica, applicando anche qui la forma del genere: il vampiro come traslazione figurata dei giovani che si nutrono degli adulti, ne succhiano il sangue, li consumano. Grandi e piccoli sono categorie umane lontane, in conflitto complessivo e universale, che non si aiutano tra loro, ma collidono; in tal caso suona consapevole l’uso del doppio registro, la prosa tradizionale contro la trovata eversiva e disorientante, allo scopo di ricreare un’altra lontananza, stavolta di tipo stilistico. Il divario ha poi un esatto corrispettivo narrativo, imprescindibile, nel personaggio interpretato da Per Ragnar: “cacciatore di cibo” a fin di bene, figura preconizzante, riassunto del futuro rapporto Oskar/Eli, questi dimostra come la possibilità sentimentale sia davvero tale solo in stato adolescenziale; quando si cresce i rapporti avvizziscono e seguono piuttosto dettati utilitari (“Ti servo solo a questo”), laddove la condanna è invecchiare vicino alla presenza di ciò che si è stati: Eli è lo spettro dei propri 12 anni.
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Lasciami entrare è il film che decreta una distanza siderale e definitiva tra adolescenti e adulti. La insinua sottobanco, con precisione geometrica, applicando anche qui la forma del genere: il vampiro come traslazione figurata dei giovani che si nutrono degli adulti, ne succhiano il sangue, li consumano. Grandi e piccoli sono categorie umane lontane, in conflitto complessivo e universale, che non si aiutano tra loro, ma collidono; in tal caso suona consapevole l’uso del doppio registro, la prosa tradizionale contro la trovata eversiva e disorientante, allo scopo di ricreare un’altra lontananza, stavolta di tipo stilistico. Il divario ha poi un esatto corrispettivo narrativo, imprescindibile, nel personaggio interpretato da Per Ragnar: “cacciatore di cibo” a fin di bene, figura preconizzante, riassunto del futuro rapporto Oskar/Eli, questi dimostra come la possibilità sentimentale sia davvero tale solo in stato adolescenziale; quando si cresce i rapporti avvizziscono e seguono piuttosto dettati utilitari (“Ti servo solo a questo”), laddove la condanna è invecchiare vicino alla presenza di ciò che si è stati: Eli è lo spettro dei propri 12 anni. Così l’ex amante del vampiro, rassegnato, uccide alla ricerca della morte. In tanta tensione astratta, protesa verso continue vette, il simulacro prevale sui caratteri: l’immagine resistente al tempo, che porta la creatura a difendere gli altri da sé stessa, e quella attuale insopportabile, che impone di sfregiare un volto pur di non vederlo appassito. Anti-univoco nell’epoca della leggibilità, senza percorsi guidati ma aperto, applicato ai mostri veri, Adolescenza e Crescita, l’altissimo risultato di Alfredson è infine un saggio sulle possibilità di questo tipo di film. A memoria futura un teen movie in senso pieno, sia etimologico che profondo, velatamente esistenziale, quasi personale: il vampiro non è una costruzione mitica, è intima.
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dandy
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lunedì 21 settembre 2020
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mostri e "umani".
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Dall'omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist,un horror che parla di temi come bullismo,vampirismo,emarginazione e amicizia in manera insolita,leggiadra e impassibile allo stesso tempo anche nelle situazioni truci.Senza che ciò diminuisca l'atmosfera inquietante(vista anche l'età dei protagonisti,con Oskar in odor di sociopatia che gira col coltello e colleziona ritagli di omicidi)ma senza la cupezza tipica di un certo cinema non americano.Non ci sono novità rispetto ad altri film di genere come "Intervista col vampiro","The addiction" o "Il buio si avvicina" e certi passaggi restano irrisolti(la figura abbozzata del "tutore" di Eli,l'episodio della donna vampirizzata o il fatto che non c'è il minimo accenno alle indagini della polizia).
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Dall'omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist,un horror che parla di temi come bullismo,vampirismo,emarginazione e amicizia in manera insolita,leggiadra e impassibile allo stesso tempo anche nelle situazioni truci.Senza che ciò diminuisca l'atmosfera inquietante(vista anche l'età dei protagonisti,con Oskar in odor di sociopatia che gira col coltello e colleziona ritagli di omicidi)ma senza la cupezza tipica di un certo cinema non americano.Non ci sono novità rispetto ad altri film di genere come "Intervista col vampiro","The addiction" o "Il buio si avvicina" e certi passaggi restano irrisolti(la figura abbozzata del "tutore" di Eli,l'episodio della donna vampirizzata o il fatto che non c'è il minimo accenno alle indagini della polizia).Ma l'intreccio tra horror e situazioni quotidiane funziona benissimo e il duo di protagonisti è molto bravo.Riuscita la descrizione della provincia svedese,dove le persone(familiari,vicini,coetanei) e i luoghi(a partire dalla scuola)sono freddi ostili e vuoti come il paesaggio innevato che li circonda,e dove il "mostro" costretto all'omicidio semplicemente per natura risulta assai più umano.Abile la messa in scena(molto belle le sequenze della visita in ospedale,le conseguenze dell'entrata seza invito,l'attacco dei gatti e il prefinale in piscina)e pochi ma ben utilizzati gli effett speciali.Un film che merita assolutamente più visioni.Remake americano del 2010.
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kronos
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martedì 3 gennaio 2017
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romantico e crudele
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L'idea di mescolare horror e romanticismo era venuta già ad altri (vedasi "Il buio si avvicina" della Bigelow o "Intervista col vampiro" di Jordan) ma Alfredson riesce ad ottenere qualcosa in più dei prototipi USA.
Accentua, pur senza eccedere, la componente splatter e investe moltissimo sui piccoli protagonisti, venendo ripagato da entrambi con gli interessi.
Di suo ci mette una spruzzata di realismo sociale (il bullismo scolastico) che contribuisce a creare un contesto di grande autenticità.
Peccato per qualche scivolone gratuito nello script, si poteva evitare.
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francis metal
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giovedì 27 ottobre 2016
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nulla di ché
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Cosa ha di bello questo film? A parte la ragazzina che fa tanta tenerezza, o forse pena... Per il resto dai, certamente meglio di Twilight... Chiamarlo horror è davvero un insulto
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biso 93
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sabato 20 agosto 2016
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dolce e inquietante
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Lasciami entrare e' un film svedese del 2008 diretto da Tomas Alfredson. Un film toccante e allo stesso tempo crudo, con atmosfere cupe e fredde, il bianco della neve fa da sfondo all'intenso rosso del sangue. E in questo sfondo, tra problemi familiari e sociali nasce una storia d'amore, allo stesso tempo dolcissima e molto grottesca. Fa il culo a film come Twilight. Piccolo gioiellino.
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oldboy muzza
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martedì 5 aprile 2016
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davvero originale!
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Storia che appassiona, che ci mette un po' di tempo per ingranare ma che, quando lo fa, è per non mollare più.
Forse uno dei più originali film sui vampiri che abbia mai visto, fa leva sul contrasto in ogni sua forma: dal gioco di colori (il rosso del sangue sulla bianca neve) ai caratteri dei protagonisti (la finta innocenza della ragazzina e la dolce fermezza del giovane). Esempio di come si alla base di un buon prodotto e a prescindere dal genere basti avere una buona idea, non per nulla gli americani ne hanno acquisito i diritti per fare una loro versione di questa pellicola...
Memorabili gli ultimi dieci minuti, apprezzabile il rapporto di tenera morbosità che lega i due ragazzi e l'assenza di scrupoli della bambina che sacrifica quel poco che ha di umano alla sua voracità.
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Storia che appassiona, che ci mette un po' di tempo per ingranare ma che, quando lo fa, è per non mollare più.
Forse uno dei più originali film sui vampiri che abbia mai visto, fa leva sul contrasto in ogni sua forma: dal gioco di colori (il rosso del sangue sulla bianca neve) ai caratteri dei protagonisti (la finta innocenza della ragazzina e la dolce fermezza del giovane). Esempio di come si alla base di un buon prodotto e a prescindere dal genere basti avere una buona idea, non per nulla gli americani ne hanno acquisito i diritti per fare una loro versione di questa pellicola...
Memorabili gli ultimi dieci minuti, apprezzabile il rapporto di tenera morbosità che lega i due ragazzi e l'assenza di scrupoli della bambina che sacrifica quel poco che ha di umano alla sua voracità.
Da guardare.
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no_data
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lunedì 18 gennaio 2016
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un'ottima idea rovinata
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Innanzitutto è sbagliato definire questo film horror. Essendo un amante del genere e avendone visti molti, posso dire che questo film ha come genere horror soltanto la figura del vampiro; poche sono le scene interessanti e sono assenti del tutto i colpi di scena (anche il finale era piuttosto scontato). Inoltre il film è piuttosto lento, a tratti noioso, e poco coinvolgente. Mi dispiace, perché l'idea originale era molto buona e interessante, ma è stata quasi del tutto rovinata.
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il befe
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martedì 10 marzo 2015
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ce ne fossero
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il befe
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martedì 10 marzo 2015
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capolavoro
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homer52
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lunedì 5 gennaio 2015
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un vampiro come amico
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Il bullismo è sempre esistito, ma solo di recente ha raggiunto gli onori della cronaca con episodi talora sconcertanti che hanno persino portato all'omicidio o al suicidio. I ragazzini del giorno d'oggi sono da un lato più maturi del passato ma maggiormente predisposti, a causa di una crescente mancanza d'autostima e di responsabilizzazione, ala frustrazione. Le origini di questo fenomeno richiederebbero fiumi di parole scomodando la psicologia, la sociologia, la psichiatria e tutte le scienze umanistiche e pedagogiche. Lungi dall'affrontare tutto questo marasma di concause, il regista risolve in modo semplice ed immediato ogni problema: basta avere un vampiro come amico e tutto si rimette al proprio posto.
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Il bullismo è sempre esistito, ma solo di recente ha raggiunto gli onori della cronaca con episodi talora sconcertanti che hanno persino portato all'omicidio o al suicidio. I ragazzini del giorno d'oggi sono da un lato più maturi del passato ma maggiormente predisposti, a causa di una crescente mancanza d'autostima e di responsabilizzazione, ala frustrazione. Le origini di questo fenomeno richiederebbero fiumi di parole scomodando la psicologia, la sociologia, la psichiatria e tutte le scienze umanistiche e pedagogiche. Lungi dall'affrontare tutto questo marasma di concause, il regista risolve in modo semplice ed immediato ogni problema: basta avere un vampiro come amico e tutto si rimette al proprio posto. Ma deve trattarsi d'un vampiro speciale, capace di succhiare sangue solo al “nemico”. Il suo bisogno di prevaricare l'altro per sopravvivere fa da sostegno così alla necessità del piccolo Oskar d'essere salvato dai suoi persecutori. Dalla morte nasce la vita e viceversa. Un ritorno alle origini.
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