giorpost
|
mercoledì 16 novembre 2016
|
e se bastassero un coltellino e un po' di spago?
|
|
|
|
Il signor Del Quadro è un pittore di discreta fama, vive a Parigi ed ha casa in campagna, nella Francia rurale. Il signor Del Prato è, invece, un ferroviere in pensione con il pollice verde e vive nello stesso paesino periferico. I due si rincontrano dopo quarant'anni, essendo stati compagni alle elementari: il primo, portando con se quella leggera spocchia di chi ha fatto carriera (per giunta come artista), contatta l'altro, rimasto un umile soldato della vita -dedito alle cose più semplici che essa sa offrire-, per dargli in gestione l'incolto terreno di famiglia, dal grande potenziale. Trascorrono settimane e mesi, durante i quali Del Quadro fa la spola tra la capitale e la campagna, mentre Del Prato non si risparmia con il terreno, dedicandogli gran parte del tempo e lasciando sola a casa “la moglie”.
[+]
Il signor Del Quadro è un pittore di discreta fama, vive a Parigi ed ha casa in campagna, nella Francia rurale. Il signor Del Prato è, invece, un ferroviere in pensione con il pollice verde e vive nello stesso paesino periferico. I due si rincontrano dopo quarant'anni, essendo stati compagni alle elementari: il primo, portando con se quella leggera spocchia di chi ha fatto carriera (per giunta come artista), contatta l'altro, rimasto un umile soldato della vita -dedito alle cose più semplici che essa sa offrire-, per dargli in gestione l'incolto terreno di famiglia, dal grande potenziale. Trascorrono settimane e mesi, durante i quali Del Quadro fa la spola tra la capitale e la campagna, mentre Del Prato non si risparmia con il terreno, dedicandogli gran parte del tempo e lasciando sola a casa “la moglie”.
Tra i due amici ritrovati nasce un legame soprattutto verbale, fatto di racconti di storie passate, personaggi del luogo, aneddoti e curiosità, frammentati da rapidi flashback che anticipano la parola. Un'amicizia che ci consegna da un lato un un uomo dalla vita frenetica, fatta di impulsi, cadute e risalite; dall'altro un personaggio di una semplicità disarmante, amante della pesca, dei fiori e di consolidate consuetudini, come andare in viaggio a Nizza tutti gli anni con “la moglie”, sua massima aspirazione. In un compassato evolversi degli eventi, mai comunque sopra le righe e lungo i quali il tempo pare fermarsi, si arriva ad un epilogo triste, ma al tempo stesso colmo di significati e quasi atteso; a cominciare da una delle tante convinzioni che il povero Del Prato ha inculcato nella mente libertina e insicura di Del Quadro: tenere sempre con se un coltellino e un rotolo di spago, che in qualsiasi momento possono salvare la vita...
Dialogue avec mon jardinier (Fra, 2007) è un'opera filmica che sembra uscire da un quadro naturalista, e non certo per la presenza del pittore come coprotagonista. Il film, nei suoi primi passi, si presenta come commedia, proseguendo e finendo per trasformarsi in un dramma ma senza mai ricalcarne le più immediate caratteristiche; Daniel Auteuil, mai come in questo caso apparentemente spaesato, per certi versi cede la scena ad un attore, Jean-Pierre Darroussin, che per gestualità e concretezza risulta davvero sbalorditivo. Il suo è un personaggio atipico per i nostri palati, fuori dal tempo, quasi sospeso in un limbo nel quale persino la carpa che cerca di passare sotto la barca per sfuggire alla cattura ci sembra una lezione di vita. Come tante altre sono le lezioni che, volutamente o meno, il signor Del Prato (nome fittizio inventato dai due stessi amici) elargisce al vecchio e donnaiolo compagno di scuola: domani pioverà, e questo è un fatto.
Una pellicola, questa, che rimedia all'eccessiva intraprendenza della nostra epoca, fatta di gente che vuole strafare, arrivare, ambiziosa e assetata di fama. Del Prato, invece, vuole solo due cose: un coltellino e un rotolo di spago...
Voto: 8
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giorpost »
[ - ] lascia un commento a giorpost »
|
|
d'accordo? |
|
andrea giostra
|
martedì 11 dicembre 2012
|
l'amicizia ci salverà dalla frenesia delle metropo
|
|
|
|
Film assolutamente da vedere. Anche se un po’ smielato, riporta lo spettatore ai buoni sentimenti, alla vita agreste, al gusto delle piccole cose e dei sapori genuini della terra, all’amicizia e al divertimento fatto di piccole cose e di relazioni vere e sincere. La vita di città, indirettamente, viene rappresentata come portatrice di conflitti, di solitudine, di depressione. Prima si scontrano e poi si incontrano – attraverso i due bravissimi attori protagonisti - due modelli di qualità di vita: una fondata sui valori del rispetto, dell’amicizia, della saggezza contadina e del divertimento che si ottiene senza grandi sforzi; l’altra, “arricchita” di beni materiali e di consumo, caratterizzata dalla frenesia, dalla “gioia” del possesso, dalle ipocrite relazioni.
[+]
Film assolutamente da vedere. Anche se un po’ smielato, riporta lo spettatore ai buoni sentimenti, alla vita agreste, al gusto delle piccole cose e dei sapori genuini della terra, all’amicizia e al divertimento fatto di piccole cose e di relazioni vere e sincere. La vita di città, indirettamente, viene rappresentata come portatrice di conflitti, di solitudine, di depressione. Prima si scontrano e poi si incontrano – attraverso i due bravissimi attori protagonisti - due modelli di qualità di vita: una fondata sui valori del rispetto, dell’amicizia, della saggezza contadina e del divertimento che si ottiene senza grandi sforzi; l’altra, “arricchita” di beni materiali e di consumo, caratterizzata dalla frenesia, dalla “gioia” del possesso, dalle ipocrite relazioni. Il finale è delicato e commovente. Buon film francese, che in questo genere è diventato senza dubbio alcuno leader in Europa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea giostra »
[ - ] lascia un commento a andrea giostra »
|
|
d'accordo? |
|
zenos
|
venerdì 7 settembre 2012
|
quasi epicureo
|
|
|
|
Molto semplice, poco artificioso ma allo stesso tempo sia profondo sia allegro. L'amore e la meraviglia per la natura, la ricerca dell'atarassia e della mediocritas, la voglia di buonsenso, il valore dell'amicizia e dei buoni valori in generale rendono questo "Il mio amico giardiniere" un film quasi in linea con i pensieri del filosofo Epicuro. Molto bello davvero. Una commedia alla francese ben riuscita che riesce benchè la perdita del nostro simpatico Delprato, a trasmettere tutta la Joie de vivre di cui abbiamo e avremo sempre bisogno.
|
|
[+] lascia un commento a zenos »
[ - ] lascia un commento a zenos »
|
|
d'accordo? |
|
adelfococo
|
giovedì 6 settembre 2012
|
è un film drammatico di commedia non ha nulla!
|
|
|
|
genere DRAMMATICO (e non commedia come scritto sulla scheda)
trama dei peggiori film francesi con inizio nel bel mezzo della vicenda, senza spiegazioni senza flashback.
dialoghi rimbalzano senza verve da uno all'altro non dissimilmente da una interpretazione amatoriale
da nessuna parte viene citata la malattie di uno dei protagonisti , che appare dopo 30 minuti di film e prosegue fino alla tragica (e inutile) conclusione.
|
|
[+] lascia un commento a adelfococo »
[ - ] lascia un commento a adelfococo »
|
|
d'accordo? |
|
dounia
|
venerdì 22 luglio 2011
|
il significato dell'amicizia
|
|
|
|
L'attore Daniel Auteuil impersona una storia particolare, tratta dal romanzo di Henri Cueco. L'aspettatore nota in questa commedia la capacità di un pittore, che dalla città si trasferisce in campagna, di mettersi in contatto con un ex-compagno della gioventù e fa il giardiniere, l'attore Jeanne-Pierre Darrousin, anche lui molto bravo nell'interpretare la sua parte. Il pittore lo assume e nasce così una profonda amicizia che dà vita ai dialoghi e agli eventi. La storia è semplice, ma non è pesante e banale, è carica di una vivacità data dal modo di recitare dei due attori e ricorda, in senso inverso, la fiaba di La Fontaine "Il topo di campagna e il topo di città", dove viene messa in rilievo la pace della campagna.
|
|
[+] lascia un commento a dounia »
[ - ] lascia un commento a dounia »
|
|
d'accordo? |
|
jaky86
|
lunedì 28 febbraio 2011
|
i valori della vita
|
|
|
|
Una bella storia di amicizia interpretata da due mostri sacri del cinema francese, il sempre perfetto Auteuil e il magnifico Darroussin, volti noti ai cinefili transalpini e non solo. Il film si incentra principalmente sulla bravura dei due, vecchi compagni di infanzia che intrecciano una forte relazione di amicizia, nonostante il differente ceto sociale da cui provengono (Darroussin è il giardiniere di Auteuil). I loro intensi dialoghi finiranno per avvicinarli sempre di più, nonostante la diffidenza iniziale di Auteuil verso il genuino e sempliciotto Darroussin. Alla fine sarà proprio il primo, benestante parigino, ad arricchirsi maggiormente da questa relazione, riavvicinandosi alla terra e apprezzandone i frutti.
[+]
Una bella storia di amicizia interpretata da due mostri sacri del cinema francese, il sempre perfetto Auteuil e il magnifico Darroussin, volti noti ai cinefili transalpini e non solo. Il film si incentra principalmente sulla bravura dei due, vecchi compagni di infanzia che intrecciano una forte relazione di amicizia, nonostante il differente ceto sociale da cui provengono (Darroussin è il giardiniere di Auteuil). I loro intensi dialoghi finiranno per avvicinarli sempre di più, nonostante la diffidenza iniziale di Auteuil verso il genuino e sempliciotto Darroussin. Alla fine sarà proprio il primo, benestante parigino, ad arricchirsi maggiormente da questa relazione, riavvicinandosi alla terra e apprezzandone i frutti. P.S. Era troppo facile tradurre il titolo in "Dialogo con il mio giardiniere"?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a jaky86 »
[ - ] lascia un commento a jaky86 »
|
|
d'accordo? |
|
fabri54
|
lunedì 15 dicembre 2008
|
inno all'amicizia ( vera )!
|
|
|
|
Due giganti del cinema francese, due grandissimi attori come Auteuil e Darroussin, costituiscono il pregio principale di questo film il cui titolo originale ("Dialogue avec mon jardinier") rende ancora di più la sostanza di questa pellicola. In effetti si tratta di un lungo dialogo tra l'affermato acculturato pittore francese (Daniel Auteuil) trasferitosi ( meglio dire "scappato", lontano da moglie snob in rotta e figlia parisienne doc) in campagna appena fuori Parigi ed un suo vecchio compagno di scuola (J P Darroussin) ormai pensionato delle ferrovie, che assume come giardiniere per creare un orto. Sono quasi due ore di sguardi, ammiccamenti, ricordi comuni, esperienze di vita toccanti raccontate con la semplicità, la serenità e la bontà del generoso giardiniere e l'ironia e la critica e la stanchezza verso la società odierna fatta dal famoso pittore.
[+]
Due giganti del cinema francese, due grandissimi attori come Auteuil e Darroussin, costituiscono il pregio principale di questo film il cui titolo originale ("Dialogue avec mon jardinier") rende ancora di più la sostanza di questa pellicola. In effetti si tratta di un lungo dialogo tra l'affermato acculturato pittore francese (Daniel Auteuil) trasferitosi ( meglio dire "scappato", lontano da moglie snob in rotta e figlia parisienne doc) in campagna appena fuori Parigi ed un suo vecchio compagno di scuola (J P Darroussin) ormai pensionato delle ferrovie, che assume come giardiniere per creare un orto. Sono quasi due ore di sguardi, ammiccamenti, ricordi comuni, esperienze di vita toccanti raccontate con la semplicità, la serenità e la bontà del generoso giardiniere e l'ironia e la critica e la stanchezza verso la società odierna fatta dal famoso pittore. I due si riscoprono e riconoscono in un'amicizia vera che li avvicina e li rende positivi complici di un vivere comune e più genuino, fatto di cose semplici e di sostanza, unico vero significato della vita.
Sino all'epilogo, drammatico, dove comunque aleggia una morte senza falce. Ed il conseguente vernissage pittorico in ricordo dell'amico giardiniere, secondo i suoi desideri.
Da vedere e rivedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabri54 »
[ - ] lascia un commento a fabri54 »
|
|
d'accordo? |
|
pietro muggianu
|
domenica 6 luglio 2008
|
gioia dell'amicizia, della vita, dell'arte.
|
|
|
|
Nel film, bello e commovente, sono espresse molto bene le contraddizioni del nostro tempo: tra città e campagna, tra arte come autentica espressione spirituale ed arte salottiera, elitaria e persino affaristica, tra generazioni,tra "essere" ed "avere", tra il vivere creativamente la cultura del luogo e del tempo e l'omologazione della globalizzazione, il consumismo, la corsa al possedere e all'arricchirsi, tra amore ed amicizia autentici e l'ipocrisia dei rapporti sociali, che, forse, è lecito ancora definire mercificati, nonostante l'rreversibile crisi del marxismo e la sconfitta storica del comunismo.
|
|
[+] lascia un commento a pietro muggianu »
[ - ] lascia un commento a pietro muggianu »
|
|
d'accordo? |
|
ggg414
|
sabato 5 luglio 2008
|
la varietà della semplicità
|
|
|
|
è un film intimo, personale, che si riassume nella scena finale nella galleria d'arte.
è il ritratto di una vita ripercorsa da dialoghi superbi tra due personaggi persi e completati nel loro mondo. Il tema forse non è dei più originali e la fotografia è un po' impalpabile ma il modo in cui il film viene svolto fa dimenticare anche questi due particolari. Si può dire un film simile ad altri ma che raschia dal fondo per tirare fuori la terra dei sentimenti.
|
|
[+] lascia un commento a ggg414 »
[ - ] lascia un commento a ggg414 »
|
|
d'accordo? |
|
tiziano
|
mercoledì 2 luglio 2008
|
ottimo film - in disaccordo con matteo treleani
|
|
|
|
Guardi che il film è bello.
E’ vero, si è visto anche di meglio, ma questo è comunque un film da tre stelline/quattro.
Lei è troppo sofisticato. Nel film, ad un certo punto, “delquadro” ha uno scambio di opinioni con un tale esperto d’arte. Questo si pavoneggia dietro a paroloni e critiche luccicanti. Be, sa cosa le dico, lei, con la sua critica invasiva, è allo stesso tempo opposto ed uguale a questo personaggio. Opposto perchè lui i quadri li sovrastimava (lei invece il film lo critica bellamente), uguali perchè siete in egual modo in errore.
Questo è un film da godere, come un week end in campagna. Lei è troppo critico. Probabilmente concordo con lei che alcune scene sono troppo calcate, ma diciamoci la verità, con la realtà ci conviviamo tutto il giorno, tutti i giorni, i film devono farci sognare.
[+]
Guardi che il film è bello.
E’ vero, si è visto anche di meglio, ma questo è comunque un film da tre stelline/quattro.
Lei è troppo sofisticato. Nel film, ad un certo punto, “delquadro” ha uno scambio di opinioni con un tale esperto d’arte. Questo si pavoneggia dietro a paroloni e critiche luccicanti. Be, sa cosa le dico, lei, con la sua critica invasiva, è allo stesso tempo opposto ed uguale a questo personaggio. Opposto perchè lui i quadri li sovrastimava (lei invece il film lo critica bellamente), uguali perchè siete in egual modo in errore.
Questo è un film da godere, come un week end in campagna. Lei è troppo critico. Probabilmente concordo con lei che alcune scene sono troppo calcate, ma diciamoci la verità, con la realtà ci conviviamo tutto il giorno, tutti i giorni, i film devono farci sognare.
Il film passa certi valori allo spettatore, come può lei criticarli definendoli banali?
Oltretutto l’immagine rustica/provinciale non ha alle fondamenta una serie di piccoli difetti che all’occhio di un cittadino sembrano appunto enormi difetti?
Lei vada più spesso in campagna, e si accorgerà, che non c’è limite alla semplicità... come non c’è limite alla bellezza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tiziano »
[ - ] lascia un commento a tiziano »
|
|
d'accordo? |
|
|