The Nines

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Si potrebbe pensare come lo lascia intendere la ricensione qui pubblicata che si ratta di un film a episodi, magari legati da qualcosa di profondo o di misterioso. Ma il film si presta ad altre variegate interpretazioni di spessore più o meno profondo. Quello che mi ha colpita è proprio la fine del film, la frase pronunciata dall'attrice bambina o bambina attrice : "Non tornerà più" . A chi si riferisce l'astuta interprete del tortuoso viaggio interno rappresentato da questo film metacognitivo? Al padre dello sceneggiato di cui lei era un'interprete? All'attore che lo interpretava? Oppure all'autore che lo ha creato? Non è forse il "creatore" con la "c" minuscola, il vero protagonista, e cioè ognuno di coloro che si dedicano ad un momento o ad un altro della loro vita a creare delle realtà supplementari, o piuttosto delle finzioni che prendiamo per realtà? Non è forse questo creatore che conosce momenti di dubbio e di crisi profonda rispetto alla propria creazione tanto da confonder, come nel secondo episodio, la relatà con la finzione in un tunnel che sembra diretto verso la schizofrenia? Anche se molte sono le interpretazioni che si possono proiettare in questo film, è questo dramma pratocamenmte patologico del creatore di fronte a sè stesso ed alla propria creazione che dà di più un senso compiuto e drammatico a questo film innovativo. [+]

Si potrebbe pensare come lo lascia intendere la ricensione qui pubblicata che si ratta di un film a episodi, magari legati da qualcosa di profondo o di misterioso. Ma il film si presta ad altre variegate interpretazioni di spessore più o meno profondo. Quello che mi ha colpita è proprio la fine del film, la frase pronunciata dall'attrice bambina o bambina attrice : "Non tornerà più" . A chi si riferisce l'astuta interprete del tortuoso viaggio interno rappresentato da questo film metacognitivo? Al padre dello sceneggiato di cui lei era un'interprete? All'attore che lo interpretava? Oppure all'autore che lo ha creato? Non è forse il "creatore" con la "c" minuscola, il vero protagonista, e cioè ognuno di coloro che si dedicano ad un momento o ad un altro della loro vita a creare delle realtà supplementari, o piuttosto delle finzioni che prendiamo per realtà? Non è forse questo creatore che conosce momenti di dubbio e di crisi profonda rispetto alla propria creazione tanto da confonder, come nel secondo episodio, la relatà con la finzione in un tunnel che sembra diretto verso la schizofrenia? Anche se molte sono le interpretazioni che si possono proiettare in questo film, è questo dramma pratocamenmte patologico del creatore di fronte a sè stesso ed alla propria creazione che dà di più un senso compiuto e drammatico a questo film innovativo. In quell'ultimo momento in cui si taglia il legame con i suoi personaggi, legame tessuto dalla "trama" del filo intrecciato, non solo i personaggi creati ma anche l'autore stesso, si dilegua cedendo cosi' di fronte alla difficoltà ed al trauma della creazione. Non tornerà più, ma forse ritornerà sotto altre sembianze ed altre creazioni...o è già tornato? infatti non è forse "tornato" quando, creando i personaggi e le storie del film, ha saputo creare di nuovo raccontando il trauma della creazione ? [-]