arkhos
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giovedì 20 agosto 2009
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ritratto di un'italia sventrata dal berlusconismo
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Un film imbarazzante, tra i peggiori che abbia mai visto: e non tanto per l'arrogante pretesa di assurgere al ruolo di tirannicida senza avere le capacità, il sentore, la disperata bellezza dell'eroe capace di avvertire un problema e condensare in esso la radice stessa del proprio spirito esistenziale, in una mitopoiesi fondativa.
Il problema autentico, reale, imbarazzante, è che questo è uno dei film più berlusconiani mai prodotti in Italia. Il vuoto di una forma di carta pesta si erge a contenuto del nulla, e l'assoluta vacuità del risultato si fa ideologico fondamento di una mediocrità miserabile. Gli attori sono vani, inutili, preda di stereotipi e umori di stomaco, animali senza un motivo d essere.
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Un film imbarazzante, tra i peggiori che abbia mai visto: e non tanto per l'arrogante pretesa di assurgere al ruolo di tirannicida senza avere le capacità, il sentore, la disperata bellezza dell'eroe capace di avvertire un problema e condensare in esso la radice stessa del proprio spirito esistenziale, in una mitopoiesi fondativa.
Il problema autentico, reale, imbarazzante, è che questo è uno dei film più berlusconiani mai prodotti in Italia. Il vuoto di una forma di carta pesta si erge a contenuto del nulla, e l'assoluta vacuità del risultato si fa ideologico fondamento di una mediocrità miserabile. Gli attori sono vani, inutili, preda di stereotipi e umori di stomaco, animali senza un motivo d essere. Così come la storia nel suo non-intreccio, nell'odiosa cecità di un sistema sbracato che - ironia della sorte - si regge esclusivamente su Berlusconi stesso (!). E il finale, nell'ignavia di tutti, rivela l'assoluta veridicità delle mie parole:
carne umana (non) pensante, (in)sensibile, situazioni e demenza assortita traggono la propria eziologia profonda proprio in berlusconi, artefice di un mondo laido da cui attore, regista, film emergono in stato verminaceo senza il minimo barlume di consapevolezza o dignità esistenziale.
Operai non specializzati della propria miseria, si preoccupano di buttare senza pudore ogni infame portato della propria inutilità essenziale su una pellicola che bisognerebbe guardare proprio per comprendere la volgarità in cui siamo caduti.
E se qualcuno potesse illudersi di stare parlando di "merda d'artista" ricordo come di queste merda noi siamo inondati quotidianamente in ogni televisione, spettacolo, apparizione: riproporla è fetore.
Questa pellicola schifosa forse si presterà alla memoria per un valente uomo (e non un manichino composto dei residui corporei del tiranno) capace di crocifiggere i mali in cui noi tutti stiamo affogando, chi consapevolmente, chi (laidamente) no.
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paolorol
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giovedì 23 aprile 2009
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invoglia a votare berlusconi (e/o a vomitare)
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"E' una scelta libera di Sky - dice Carboni parlando della "censura" - ma è il segno di un potere immanente. Sono preoccupato se questo potere tocca anche Sky, l'unica tv che negli ultimi anni ha dato visibilità a registi giovani e indipendenti e, insieme al ministero della Cultura, ha di fatto consentito la sopravvivenza del cinema giovane".
Ok, se avevamo qualche dubbio allora, a morte questo ministero della Cultura che permette a teste di .... come questo pseudo-regista(ma chi lo protegge?) di disporre di finanziamenti pubblici per girare tali obbrobri, balbetii patetici e indecorosi, demenziali e fallimentari tentativi di forse voler dire qualchecosa.. Ma cosa? Non è comico,non riesce ad essere grottesco come forse vorrebbe, visualmente è povero e privo di creatività.
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"E' una scelta libera di Sky - dice Carboni parlando della "censura" - ma è il segno di un potere immanente. Sono preoccupato se questo potere tocca anche Sky, l'unica tv che negli ultimi anni ha dato visibilità a registi giovani e indipendenti e, insieme al ministero della Cultura, ha di fatto consentito la sopravvivenza del cinema giovane".
Ok, se avevamo qualche dubbio allora, a morte questo ministero della Cultura che permette a teste di .... come questo pseudo-regista(ma chi lo protegge?) di disporre di finanziamenti pubblici per girare tali obbrobri, balbetii patetici e indecorosi, demenziali e fallimentari tentativi di forse voler dire qualchecosa.. Ma cosa? Non è comico,non riesce ad essere grottesco come forse vorrebbe, visualmente è povero e privo di creatività. La sceneggiatura(?)è ridicola,e mai comica,l'italiano violentato(il TE al posto del TU,da coatti perfetti)gli attori(?)sono più cani di quelli delle fiction di Rete4 e spiace vedere coinvolto nello squallido pastrocchio il bravo Haber. Non chiamiamolo film, chiamiamolo un cesso inguardabile (chiedendo scusa ai cessi,che assolvono a ben più nobili funzioni)
Tutta la polemica nata attorno al caso è una vergognosa pubblicità a questo orrendo Carboni, che si meriterebbe lui di essere sparato(shooted).
E tutto ciò detto da un anti-berlusconiano convinto, intendiamoci. Lasciamo perdere la politica, che nulla ha a che spartire con questa cagata, tuttosommato anche incensata dal recensore di MyMovies, che non cito per non fare pubblicità pure a lui.. V E R G O G N A !!!!!
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pinux
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domenica 12 aprile 2009
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ma come si fa...
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...a dire che un film è "schifoso" "obbrobrioso" e via insultando SENZA NEPPURE AVERLO VISTO? Mah..
PS Questo è un luogo dove si fanno commenti ai film o lo "sfogatoio" di frustrazioni varie di tipo pseudopolitico?
[+] p.s.
(di marezia)
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(di marezia)
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berlusconi
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mercoledì 26 marzo 2008
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ironico e antinichilista
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Film brillante, sottile, compatto, quasi tatrale in certi momenti. Interessante il tema trattato, dal disagio post-moderno, alla deriva nichilista e mercantilista portata dal falso "liberalismo" berlusconiano. La deriva del mercato, la morte del diritto: Berlusconi.
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piera80
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venerdì 21 marzo 2008
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solo kurtz
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voglio assolutamente conoscere il protagonista di questo meraviglioso film ..l'ho scaricato e metto il fermo immagine sulle sue labbra almeno 4 volte al giorno.federico rosati ti amo ovunque tu siaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
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the morb
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mercoledì 12 marzo 2008
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errata
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c'è un'errore. Quando silvio viene rapito non indossa la maschera di mussolini bensì quella del colonnello kurtz(marlon brando)
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cittadino
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lunedì 4 febbraio 2008
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con quali soldi?
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Spero tanto, tanto, tanto che questo film di un vetero comunistello sia stato pagato con soldi privati, e non con i soliti soldi pubblici "gestiti" dalla sinistra per finanziare propaganda di partito. Almeno Goebbels si avvaleva di grandi registi...
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chiara
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sabato 2 febbraio 2008
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something about us
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Nell’orizzonte in cui certezze e valori crollano, l’ordine apparente si scopre essere l’insieme di tanti piccoli frammenti che aprono lo spazio al caos. Un caos esistenziale in cui Kurtz, come il colonnello di “Apocalypse Now” disertore nella giungla (in questo caso non spazio geografico, ma politico-sociale e psicologico), propone ai suoi amici di scrivere un libro collettivo su Berlusconi, ma per tutti è un’idea intollerabile. Tormentato e incompreso, solo e vulnerabile Kurtz cerca di affermarsi attraverso l’azione, da lui stesso subita, prima e oltre il suo controllo, per ri-solvere la propria krisis, consapevole di non poter ricostituire un nuovo ordine senza che prima venga annichilita, eliminata fisicamente la causa che ha portato ad una totale decadenza.
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Nell’orizzonte in cui certezze e valori crollano, l’ordine apparente si scopre essere l’insieme di tanti piccoli frammenti che aprono lo spazio al caos. Un caos esistenziale in cui Kurtz, come il colonnello di “Apocalypse Now” disertore nella giungla (in questo caso non spazio geografico, ma politico-sociale e psicologico), propone ai suoi amici di scrivere un libro collettivo su Berlusconi, ma per tutti è un’idea intollerabile. Tormentato e incompreso, solo e vulnerabile Kurtz cerca di affermarsi attraverso l’azione, da lui stesso subita, prima e oltre il suo controllo, per ri-solvere la propria krisis, consapevole di non poter ricostituire un nuovo ordine senza che prima venga annichilita, eliminata fisicamente la causa che ha portato ad una totale decadenza.
La tras-formazione del personaggio dà inizio ad una tensione che lo porta a prendere coscienza di quanto il male sia terrificamene “normale” e la sua azione irreparabile.
Il film mette insieme con sapienza l’omicidio del thriller politico, la costruzione temporale e psicologica del luogo della “colpa” del noir, documenti di repertorio e di “reportage animato”.
Giovanni- Kurtz- l’Italia, maschere che si fanno finemente ironiche nel tragico ritmo dell’esistenza, come se fossero specchio infedele del proprio destino. Maschere che si riflettono e si riconoscono simmetriche e speculari alla propria finzione, alla propria finitezza. La ricerca di un senso, l’importanza di sentirsi vivi di quel vivere che consente l’interrogazione intorno ai suoi enigmi.
La lenta, progressiva, silenziosa catastrofe morale e politica. La catastrofe dell’Io (e di ogni sua esistenza oggettuale). La catastrofe che solo il cinema può rendere viva alla memoria. Perpetuando, forse, un semplice, flebile, eppur irrinunciabile, miraggio, senza il quale ci sentiremmo come persi al buio (con la pauradelbuio). Siamo occhi di un mondo che ci appartiene e intimamente ci ri-guarda. Occhi che devono conservare la visione di un dolore presente, di un corpo irrimediabilmente compromesso.
Un film coraggioso che non censura la minaccia, ma l’affronta, che osa dove nessuno ha mai osato, trascinando impietosamente la realtà davanti i nostri occhi giudicanti a sancire il suo stesso (finale) destino. Il film ci risucchia in un vortice che com- MUOVE.
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kia
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mercoledì 30 gennaio 2008
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ciò che è
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"Un'auto, un uomo entrano in un paese: non vedo nè l'una nè l'altro, ma il tessuto tramato di un'attività alla quale prendo parte. Là dove immagino di vedere "ciò che è" vedo i legami che subordinano a questa attività ciò che c'è. Io non vedo: sono in un tessuto di conoscenza, che riduce a se stesso, in sua servitù, la libertà di ciò che è". Georges Bataille... mi ha fatto pensare a questo film!
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francesco82
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domenica 27 gennaio 2008
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shooting cinema
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Ho visto il film due giorni fa. Esprimere un parere su tale bruttezza sarebbe come sparare sulla croce rossa.
La situazione politica della sinistra sembra essere riflessa in questo film. Intenzioni buone, risultato pessimo.
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