Il film è ricco di scene d'azione e ha un buon ritmo anche se Tullio De Micheli nel penultimo western della sua carriera (l’ultimo è Tequila del 1974) non sfrutta nel migliore dei modi possibili il cast, composto da alcuni “campioni” del genere. La stesura e particolare. Nella prima parte sembra strizzare l'occhio alle letture satiriche del genere sulla falsariga dei Trinità ma poi vira decisamente verso la narrazione classica con un drammatico epilogo. In questa seconda parte i personaggi finiscono per acquistare maggior spessore. Anthony Steffen è preciso come al solito mentre un po' sotto tono appare Peter Lee Lawrence, non gestito al meglio dal regista.
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Il film è ricco di scene d'azione e ha un buon ritmo anche se Tullio De Micheli nel penultimo western della sua carriera (l’ultimo è Tequila del 1974) non sfrutta nel migliore dei modi possibili il cast, composto da alcuni “campioni” del genere. La stesura e particolare. Nella prima parte sembra strizzare l'occhio alle letture satiriche del genere sulla falsariga dei Trinità ma poi vira decisamente verso la narrazione classica con un drammatico epilogo. In questa seconda parte i personaggi finiscono per acquistare maggior spessore. Anthony Steffen è preciso come al solito mentre un po' sotto tono appare Peter Lee Lawrence, non gestito al meglio dal regista. Eccezionale è Eduardo Fajardo nella parte del messicano Mangusta. Geniale la trovata di disegnare un feroce bandito come Mangusta con l'hobby del lavoro a maglia.
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