maria
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venerdì 18 aprile 2008
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bravi randy e votantonio
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io non ho ancora visto il film (lo farò se..sempre che arrivi nele sale di nuoro..)..andrò a vederlo perchè sono sarda e noi sardi DOBBIAMO aiutare il cinema sardo e i registi sardi....nn esistono solo vanzina moccia muccino e altri..diamo spazio anche a pau mereu columbu..a parer mio fin'ora gli unici veri registi sardi..(qndi nn parlo di pseudo registi come alessandr sanna..)..
spero ke il film sia bello emozionante e vero come sonetaula..e spero di trovare bravi attori come in sonetaula...l'ho visto 4 volte e lo rivedrei altre 1000...ma purtroppo anche x quest'ultimo film citato il problema è stata la distribuzione nelle sale..infatti nn ha mai superato le 20 sale..owiamente quasi tutte in sardegna.
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io non ho ancora visto il film (lo farò se..sempre che arrivi nele sale di nuoro..)..andrò a vederlo perchè sono sarda e noi sardi DOBBIAMO aiutare il cinema sardo e i registi sardi....nn esistono solo vanzina moccia muccino e altri..diamo spazio anche a pau mereu columbu..a parer mio fin'ora gli unici veri registi sardi..(qndi nn parlo di pseudo registi come alessandr sanna..)..
spero ke il film sia bello emozionante e vero come sonetaula..e spero di trovare bravi attori come in sonetaula...l'ho visto 4 volte e lo rivedrei altre 1000...ma purtroppo anche x quest'ultimo film citato il problema è stata la distribuzione nelle sale..infatti nn ha mai superato le 20 sale..owiamente quasi tutte in sardegna....cmq ripeto..aiutiamo il cinema sardo...perchè sardo è bello!!!
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randy
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lunedì 14 aprile 2008
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tocca l'anima
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Mi è piaciuto molto questo bel film, ancora una volta negletto dalla distribuzione italiana, pronto da più i un anno e scartato dalle case di distribuzione che veramente non capiscono nulla. fanno uscire un filmetto come quello di Zanasi in più di 200 sale e non distribuiscono un film sincero e vero come questo. L'Italia non ha rispetto per i suoi prodotti migliori e insegue sempre il successo facile...perchè non se ne vanno?
Questo è un film che ti permette di capire la rabbia di un adolescente, le sue aspirazioni, suoi sogni, i suoi desideri. Si vede che è un film in cui il regista ha fatto delle ricerche e ha saputo avvicinarsi, anche con uso magistrale del montaggio e della musica. Mentre scrivo mi viene ancora rabbia! Perchè ci devono far credere che il cinema italiano faccia schifo distribuendo in centinaia di copie i Moccia, Muccini, Lucini, Genovese e Miniero, Zanasi e inveceun numero ridicolo di copie per Jimmy della Collina, Il vento Fa il suo Giro, Riparo, Nelle tue Mani.
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Mi è piaciuto molto questo bel film, ancora una volta negletto dalla distribuzione italiana, pronto da più i un anno e scartato dalle case di distribuzione che veramente non capiscono nulla. fanno uscire un filmetto come quello di Zanasi in più di 200 sale e non distribuiscono un film sincero e vero come questo. L'Italia non ha rispetto per i suoi prodotti migliori e insegue sempre il successo facile...perchè non se ne vanno?
Questo è un film che ti permette di capire la rabbia di un adolescente, le sue aspirazioni, suoi sogni, i suoi desideri. Si vede che è un film in cui il regista ha fatto delle ricerche e ha saputo avvicinarsi, anche con uso magistrale del montaggio e della musica. Mentre scrivo mi viene ancora rabbia! Perchè ci devono far credere che il cinema italiano faccia schifo distribuendo in centinaia di copie i Moccia, Muccini, Lucini, Genovese e Miniero, Zanasi e inveceun numero ridicolo di copie per Jimmy della Collina, Il vento Fa il suo Giro, Riparo, Nelle tue Mani... C'è molto da riformare nella distribuzione italiana. Sostenete il buon cinema indipendente italiano e vedrete che cambierete idea sul cinema italiano.
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votantoniovotantonio
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venerdì 11 aprile 2008
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finalmente arrivato nelle sale!
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Era ora che qualche produttore si decidesse a portarlo nelle sale. Non si vive di solo vanzina!
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papuku
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martedì 8 aprile 2008
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bravi gli attori
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ottimi gli attori. superba l'interpretazione di Valentina Carnelutti, una attrice anagraficamente molto giovane (è del 1980!) ma dalla maturità espressiva, recitativa, dalla profondità assolutamente non indifferenti. complimenti davvero! splendida la fotografia.
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alice
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martedì 8 aprile 2008
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un buon film, girato da una persona che sa
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cosa vuol dire 'buonisticamente utopica' ? perchè si parla continuamente di 'buonismo'? l'emerito signor Zappoli conosce la Comunità La Collina, diretta da Ettore Cannavera, direttamente? io la frequento da 4 anni. so di cosa parlo. io almeno. e lei, Zappoli?
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magamagò
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martedì 8 aprile 2008
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dal carcere minorile
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una storia triste e drammatica.
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marco mcangel
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martedì 19 giugno 2007
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una ribellione confusa
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Il giovane protagonista, di fronte alla scelta quasi obbligata di una vita alienante in fabbrica o in qualche cantiere edile, si ribella trasgredendo con comportamenti antisociali. Però non è una ribellione sana, infatti come nei film di Bresson, sedotto dal brivido del male, si prodiga in atti criminali, senza raggiungere però la rigorosa implacabilità e la fredda compulsione delle vitalistiche macchine desideranti adolescenziali del regista francese. Ma non può che essere che così, infatti, teneramente coccolato dalla m. d. p., non ha la stoffa del criminale e fallisce miseramente, rivelando la natura sadomasochistica della sua impotente ribellione. Catturato al suo primo tentativo di rapina, non essendo capace di tener testa ai suoi più arroganti compagni di prigione, può solo infierire su se stesso, martoriando le proprie carni.
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Il giovane protagonista, di fronte alla scelta quasi obbligata di una vita alienante in fabbrica o in qualche cantiere edile, si ribella trasgredendo con comportamenti antisociali. Però non è una ribellione sana, infatti come nei film di Bresson, sedotto dal brivido del male, si prodiga in atti criminali, senza raggiungere però la rigorosa implacabilità e la fredda compulsione delle vitalistiche macchine desideranti adolescenziali del regista francese. Ma non può che essere che così, infatti, teneramente coccolato dalla m. d. p., non ha la stoffa del criminale e fallisce miseramente, rivelando la natura sadomasochistica della sua impotente ribellione. Catturato al suo primo tentativo di rapina, non essendo capace di tener testa ai suoi più arroganti compagni di prigione, può solo infierire su se stesso, martoriando le proprie carni. In fondo la sua non è una natura demoniaca, sotto sotto è possibile rinvenire la stessa originaria innocenza del fanciullo di Trouffaut, che alimenta la sua indole anticonformista e gli fa rifiutare l’adattamento coatto alla società. Dopo la parentesi in prigione e l’affidamento alla comunità di recupero della Collina, Jimmy tenta di evadere, rifiutando incondizionamente quel mondo. Il velleitario tentativo di fuga verso il Messico si conclude sulla vertiginosa scogliera a precipizio sul mare azzurro, rivelando la sua inconsistenza, anche perché non sostenuto dall’aiuto di nessuno. Il mondo a cui si rivolge per recuperare documenti falsi può solo depredarlo dei suoi valori, economici e soprattutto spirituali. Così, con il protagonista trouffauniano condivide anche l’approdo finale alla illimitata distesa marina che demarca simbolicamente, avvolgendolo, la linea di confine di una immensa prigione per ora invalicabile, in bilico tra la paralisi nichilistica attuale e l’orizzonte oscuro delle possibilità future. Scrutando ammaliato dall’alto del promontorio verso un altrove sublime, il film si conclude con un finale aperto. Si tufferà oppure ritornerà alla comunità di recupero della collina, (come nel romanzo di Carlotto) adattandosi, oppure chissà…. Anche i possibili personaggi positivi, compresi quelli che si propongono come rifugio sicuro (vedi l’assistente sociale della comunità), si svelano a loro volta incarnare intimamente vite spezzate e infrante, private violentemente della loro innocenza, rivelandosi nel profondo dei sopravvissuti bisognosi di tutto. Dopo essere stati posti di fronte all’orrore, disorientati ed emarginati non sanno più dove andare. Il tempo diviene così il luogo della agognata quanto improbabile ricomposizione. Infatti provano a saldare i conti con i loro personali tribunali tentando di salvare i loro simili e forse, allora, di riflesso anche se stessi. Ma in alternativa al carcere vero, non sanno proporre che l’accettazione della prigionia a ciel sereno della vuota routine, meta comunque a loro preclusa. Perché allora collaborare se la posta in gioco è provare l’ebbrezza del carpentiere su di una impalcatura sospesa? Possibile che la vita non sappia offrire nulla di più, magari un amore sincero, puro, però anch’esso oramai troppo inquinato e compromesso dalle ferite non rimarginabili di tradimenti subiti da chi ti sta più vicino e che ti dovrebbe invece accudire e proteggere, vittime probabilmente a loro volta.
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